Restano da giocare solo tre giornate del massimo campionato di calcio italiano e, nonostante la matematica non abbia ancora emesso alcun verdetto (retrocessione della Cenerentola Benevento a parte) o forse proprio per quello, sui media tradizionali e sui social imperversano furiose polemiche circa l’atteggiamento degli arbitri, accusati, per lo più, di usare diverse misure nella valutazione delle situazioni che riguardano la Juventus e la sua rivale principale, il Napoli.
L’arbitro Orsato potrebbe avere sbagliato alcun valutazioni durante la partita tra Juventus ed Inter anche se sarebbe necessario, come sempre, rivalutare le decisioni non tanto alla luce delle riprese da millemila angolazioni diverse quanto in soggettiva dal punto di vista dell’arbitro, al limite rivedendo le azioni incriminate in soggettiva dal punto di vista del direttore di gara.
Ma si tratterebbe di un mero esercizio teorico e le polemiche in corso, che spesso trascendono lo spirito sportivo, avvengono per il motivo sbagliato.
Sabato la Juventus non ha vinto per gli eventuali errori dell’arbitro Orsato ma per quelli, decisivi, dell’allenatore dell’Inter che nella fase finale della partita ha effettuato un cambio discutibile, quello di Icardi per Santon, un attaccante per un difensore squilibrando una difesa che fino a quel momento aveva retto botta in modo eccellente e spingendo la squadra a chiudersi indietro a protezione del risultato ottenendo il risultato di subire due reti in poco più di un minuto.
Il giorno dopo un Napoli irriconoscibile si è presentato a Firenze, consegnandosi agli avversari al di là dell’uomo espulso nei minuti iniziali.
Cos’è successo?
Forse gli eccessivi festeggiamenti svoltisi durante la settimana dopo la vittoria conseguita all’ultimo minuto in casa della Juventus hanno minato la concentrazione della squadra, che è sembrata vuota e scarica al di là dell’inferiorità numerica.
E qui veniamo alla vera ragione per cui avrebbero senso le polemiche.
A sole quattro giornate dalla fine del campionato Juventus e Napoli, entrambe fuori dalle coppe internazionali, sono state fatte giocare una il sabato e l’altra la domenica, non si è minimamente tenuto conto del più equo dei principi ovvero della contemporaneità.
Un tempo le partite si giocavano tutte in contemporanea, sempre. Poi sono venute le televisioni e, sull’altare delle esigenze pubblicitarie, si è progressivamente imposto lo spezzatino spalmando sempre più le partite dal venerdì al lunedì, ignorando il semplice principio dell’equità sportiva. Una volta si sottolineava come nelle ultime 5 giornate di campionato fosse opportuno che le partite si giocassero in contemporanea per non dare vantaggi a nessuno eppure questo sano principio è stato negli ultimi anni abbandonato e ieri il Napoli è entrato in campo consapevole di essere nuovamente obbligato a vincere per rimanere in corsa, forse perfino scoraggiato dai due gol segnati in un minuto, in pieno recupero, dalla Juventus o frastornato dalle polemiche arbitrali sui presunti favori alla Juventus.
Non sappiamo se il Napoli sarebbe entrata in campo in maniera diversa se avesse giocato in contemporanea alla Juventus, l’unica certezza è che, avendo giocato il giorno dopo, in campo a Firenze è entrata una squadra svuotata e scarica.
Sarebbe giusto stabilire che nelle ultimi giornate di campionato si debba tornare alla contemporaneità, per un principio di correttezza, per un principio di sportività.