Nonostante la forte opposizione internazionale e una moratoria globale per porre fine alla pratica, il governo giapponese insiste ancora sulla caccia alla balena. Mentre il Giappone decide di iniziare la caccia alle balene nel Pacifico settentrionale, l’Unione europea ha rilasciato una lettera formale alla International Whaling Commission (IWC) che condanna la mossa.
Anche se la Whaling Convention, istituita nel 1985, ha reso illegale la caccia alla balena, il Giappone non ha mai cessato la sua attività. La convenzione, infatti, lascia aperta una scappatoia in una postilla che afferma che le balene possono essere catturate per scopi di ricerca scientifica, permettendo al Giappone di ignorare in gran parte la sentenza internazionale, pur riducendo notevolmente il numero di esemplari abbattuti ogni anno.
Questo ha portato a feroci dispute, non solo con i gruppi ambientalisti, ma anche con molti governi. Questo è dovuto al fatto che il Giappone conduce spesso la caccia alla balena in acque antartiche protette dall’Australia. Molte azioni legali sono state portate contro il Giappone che è stato persino deferito alla Corte Internazionale di Giustizia nel 2014. Questo tribunale ha sentenziato che il programma delle baleniere giapponese JARPA II non aveva scopi scientifici.
In risposta a tale sentenza, il Giappone ha abbandonato lo JARPA II, adottando un nuovo programma, lo NEWREP-A. Quest’anno la flotta di baleniere giapponese ha catturato 333 balene nelle acque antartiche e programma di catturarne altre 134 nel Pacifico settentrionale.
In risposta, i 25 Stati membri dell’UE che hanno firmato la convenzione contro la caccia alle balene hanno espresso un forte rammarico per l’azione giapponese svolta unilateralmente anche se le regole concordate recentemente avevano stabilito che tutti i nuovi programmi a carattere scientifico sarebbero dovuti essere esaminati dall’IWC.
“Apprezziamo l’UE per aver preso questa posizione importante e invitiamo gli altri governi firmatari dell’IWC ad aggiungere le loro voci all’invito al Giappone di fermare la sua caccia alla balena “scientifica” nel Pacifico settentrionale“, ha dichiarato Clare Perry, resposabile della campagna oceanografica dell’Agenzia per l’Investigazione Ambientale, in una dichiarazione . “Questa caccia, troppo spesso ignorata, non è solo insostenibile, ma è in contrasto con il diritto internazionale“.
È importante notare qui che il Giappone non è in l’unico stato a continuare a caccia alle balene. L’UE, infatti, dovrebbe anche guardare bene in casa propria, visto che quest’anno la Norvegia ha fissato una quota di 999 balene come obbiettivo di caccia, di cui il 90 per cento dovrebbero essere femmine incinte.
Probabilmente la vita elementare nel cosmo esiste, sulla Terra appena ha avuto la possibilità di svilupparsi lo ha fatto, esistono centinaia di miliardi di stelle nella nostra galassia e centinaia di miliardi di galassie nell’universo. Ma la vita intelligente in grado di sviluppare una civiltà tecnologica in grado di viaggiare nel cosmo esiste ora? E’ esistita in passato o esisterà, forse, in futuro? Se diamo credito ai tanti avvistamenti UFO che vengono etichettati come alieni, essi sono già tra noi, interagiscono con alcuni di noi e hanno magari colonie sul nostro pianeta e nel sistema solare. Ma possiamo prendere per certe le informazioni che ci giungono da giornali, riviste e siti internet? Decisamente no. Perché?
Perché come abbiamo spesso visto, al netto delle bufale e del 95% dei casi che spieghiamo come IFO, il restante 5% sono casi UFO nel senso lato della parola, non identificati per mancanza di dati.
In genere i casi che raccontano di esseri extraterrestri, lo fanno seguendo uno stereotipo che li raffigura simili a noi, una testa, due braccia e due gambe, postura eretta e organi di senso simili ai nostri, pochi incontri ravvicinati del IV tipo differiscono da questo esempio.
Se guardiamo le statistiche degli avvistamenti notiamo che comunque in varie parti del mondo si segnala la presenza di UFO che possono presentarsi da soli, in formazione, possono essere visti volare o addirittura al suolo. Sembra, sempre ascoltando le dichiarazioni dei più convinti assertori della presenza aliena sulla Terra, che sia molto facile raggiungere il nostro pianeta, ma è veramente cosi?
Ci siamo affacciati fuori dal nostro pianeta da poco, solo nel ’57 del secolo scorso siamo riusciti a far orbitare un essere umano attorno alla Terra e dodici anni dopo abbiamo mandato tre uomini sulla Luna di cui due sono riusciti ad allunare con successo. Ma la Luna è vicina, la luce ci mette poco più di un secondo per raggiungerla, ma noi purtroppo siamo incapaci di spostarci a velocità cosi elevate, anche solo a una percentuale apprezzabile, ci vuole molta energia per farlo e noi attualmente possiamo sfruttare solo quella delle reazioni chimiche che avvengono nelle camere di combustione dei nostri razzi. Si può fare di meglio? Forse, visto che siamo agli inizi, probabilmente ci sono metodi più efficaci per viaggiare nel cosmo e se abbiamo iniziato noi, magari qualcuno là fuori ha iniziato prima e usa sistemi più efficaci dei nostri.
Nonostante siamo degli esordienti totali come viaggiatori tra le stelle, le cose che abbiamo scoperto non sono ne poche nè trascurabili. Sappiamo che ci sono migliaia di pianeti la fuori, di cui tanti nella cosiddetta fascia abitabile, cioè quella zona che consente la presenza di acqua liquida e temperature accettabili al mantenimento della vita. Sappiamo anche che oltre alla propulsione chimica esiste quella nucleare che utilizziamo nelle navi portaerei e nei sommergibili e per produrre elettricità.
Sappiamo come costruire un reattore atomico e lo abbiamo fatto già nel 1942 e negli anni sessanta furono fatti dei test su motori a propulsione nucleare che diedero delle risposte buone, sicuramente davano una spinta maggiore e utilizzavano solo l’idrogeno ma erano, e sono, pericolosi e non possiamo certamente utilizzarli sul Pianeta alla partenza ma nello spazio con opportuni schermi, guadagnando un po’ di velocità in più rispetto ai razzi chimici, ma questa maggiore velocità non basta, anche se gli alieni avessero perfezionato i razzi atomici, sarebbero comunque confinati nel loro sistema e, se fossero lontani non potrebbero mandare nemmeno una sonda.
Ci sono altre possibilità: la fusione nucleare ad esempio, stiamo costruendo macchine in grado di avviarla per pochi secondi e magari tra qualche anno potremo usarla come mezzo di propulsione. La fusione nucleare utilizza un plasma di idrogeno o deuterio che viene riscaldato a milioni di gradi e contenuto da un campo magnetico potentissimo, un piccolo Sole che se acceso potrebbe darci molta energia, più di quella spesa per accenderlo. Siamo lontani ancora dal break even energetico ma magari tra qualche anno riusciremo a perfezionare la macchina e usarla come mezzo di propulsione spaziale, il carburante è il comunissimo idrogeno, l’elemento più presente in assoluto nel cosmo. Un motore del genere ci darebbe più velocità, forse dell’ordine di decine o centinaia di chilometri al secondo, molto rispetto ai razzi chimici ma poco per poterli usare per viaggiare verso la stella più vicina, distante 4,3 anni luce.
Altri metodi? Qui ci imbarchiamo in un viaggio che rasenta la fantascienza ma forse un altro metodo esiste, l’annichilazione materia – antimateria. L’antimateria è speculare alla materia e non ne è rimasta dopo la nascita dell’universo, o almeno noi non l’abbiamo ancora trovata, ma possiamo crearla, abbiamo i mezzi per farlo. Problema risolto? Magari, occorre, infatti, raffreddare un po’ gli entusiasmi, produrre antimateria costa e ne possiamo produrre pochi atomi negli acceleratori di particelle e mantenerle lontane dalla materia in modo che non scompaiano in un’esplosione di luce è difficile, per produrne una quantità accettabile, oggi occorrerebbero decenni e un sacco di soldi. Poi non abbiamo la più pallida idea di come costruire un reattore e gestire le radiazioni, un metodo del genere ha una resa del 100% tutta la massa materia antimateria verrebbe convertita in energia da usare nella propulsione ma ripeto, sono solo teorie, nessuno sa come costruire un motore del genere e regolarne la spinta perché le strutture di una ipotetica nave potrebbero andare in pezzi a causa di una eccessiva accelerazione e i corpi degli astronauti non ne potrebbero sopportare poi molta.
Saremo comunque confinati a velocità sub luce anche perché c’è da aggiungere che se ci muovessimo ad una velocità prossima a quella della luce le radiazioni stellari che ci venissero incontro si sposterebbero nello spettro dei raggi X e la nave dovrebbe avere degli scudi potenti e pesanti. Altro problema, se un piccolo detrito colpisse un’astronave ad una velocità prossima ai 300.000 Km al secondo, sfonderebbe qualsiasi scudo e la missione fallirebbe miseramente.
Potremo sfruttare i buchi neri che, secondo alcuni conterrebbero dei passaggi per altre porzioni di cosmo, ma bisognerebbe prima raggiungerli, avvicinarli e cercare l’ingresso, ammesso ci sia, perché se non c’è e con una ipotetica nave varchiamo l’orizzonte degli eventi possiamo anche dire addio a tutti, verremo inesorabilmente attratti e distrutti dalla immensa forza gravitazionale dell’oggetto.
Altri metodi? Si, ce ne sono che hanno anche delle basi teoriche matematiche come quello ideato da uno scienziato che vorrebbe comprimere lo spazio davanti alla nave spaziale e dilatarlo dietro, detta cosi sembra semplice ma l’energia occorrente, l’energia oscura che sembrerebbe permeare l’universo e dilatarlo a velocità superiori a quelle della luce non sappiamo se esista veramente e il fenomeno è fondamentalmente legato allo spaziotempo stesso, che secondo i modelli accettati si è espanso a velocità superiori a C in passato, ma come per le altre idee non sappiamo in che modo far funzionare una nave del genere.
Fin qui non abbiamo tenuto conto di quanto detto da Albert Einstein e della relatività. Se ci muovessimo a velocità prossime a C il nostro tempo rallenterebbe e magari faremo un lungo viaggio in pochi giorni ma sulla Terra passerebbero decenni o secoli, viaggi del genere sarebbero di sola andata magari per impiantare colonie in mondi lontani.
E gli UFO? Fossero alieni sarebbe impossibile nasconderlo all’opinione pubblica per molto tempo, a conti fatti sono una delle tante leggende inventate dall’uomo e l’uomo inventa di tutto e travisa tante cose, per ignoranza e per occasione, fa comodo a tanti che milioni di persone credano che gli alieni siano qui, ci osservino, ci studino e magari ci controllino, secondo alcuni lo farebbero da decenni, forse da secoli o addirittura da millenni e avrebbero interferito nell’evoluzione della specie umana… Sarebbero tecnologicamente superiori ma si lascerebbero trovare dal primo che passa.
Stiamo ascoltando le trasmissioni radio dallo spazio da anni ma a parte qualche segnale dubbio il resto è cacofonia inintelleggibile. Ci fossero tante civiltà come il via vai di UFO vorrebbe dimostrare, qualcosa avremmo sentito. Che abbiano altri metodi di trasmissione? Improbabile che siano tutti allo stesso livello e noi gli ultimi a giocare con le umili onde radio invece che usare i laser, le onde gravitazionali o i neutrini. Questi ultimi metodi sono ipotetici, ma le onde radio sono comuni e facili da utilizzare e direzionare e una civiltà superiore dovrebbe saperlo.
Un team internazionale di scienziati planetari ha rilevato cianuro di vinile nell’atmosfera di Titano, la più grande luna di Saturno. Si tratta di una molecola che potrebbe svolgere un ruolo chiave nei processi metabolici di eventuali forme di vita di Titano.
La ricerca, pubblicata in advances.sciencemag e condotta dal Goddard Space Flight Center della NASA, stima che vi sia una concentrazione di circa 100.000 miliardi di molecole di cianuro di vinile in ogni centimetro cubico dell’atmosfera della luna di Saturno. Si tratta di una cifra che potrebbe sembrare grande ma che corrisponde a circa un milionesimo della composizione atmosferica di Titano. Nelle giuste condizioni, anche questa piccola percentuale potrebbe avere un impatto decisivo.
Con una temperatura di circa -180 ° C e un’atmosfera composta prevalentemente di azoto denso, Titano non è un mondo accogliente per la vita come lo conosciamo. Nonostante ciò, i ricercatori ipotizzano che alcuni tipi di forme di vita potrebbero essere apparse sulla luna di Saturno perchè il cianuro di vinile potrebbe essere una buona molecola per costruire membrane di tipo cellulare.
Sulla Terra, le membrane cellulari sono fatte di molecole grasse, i cosiddetti lipidi, ma questi non sarebbero in grado di formarsi in un mondo freddo come Titano. Il cianuro di vinile, invece, potrebbe formare membrane cellulari.
Tutto ciò era solo una teoria finché la sonda Cassini non ha rilevato l’impronta del cianuro di vinile innescando la curiosità degli scienziati. Ulteriori simulazioni hanno dimostrato che il cianuro di vinile può formare membrane stabili in un ambiente come quello di Titano.
I ricercatori hanno utilizzato l’array Atacama Large Millimeter / submillimeter ( ALMA ) per studiare l’atmosfera di Titano. L’ALMA ha raccolto osservazioni da febbraio a maggio 2014 e con questi dati i ricercatori hanno potuto confermare la presenza di cianuro di vinile. Le molecole sono state trovate soprattutto ad altitudini superiori ai 200 chilometri, corrispondenti al modello previsto dell’atmosfera di Titano.
Quando queste molecole ricadono sulla superficie della luna, molto probabilmente finiscono in uno dei tanti laghi e mari di metano dove potrebbero divenire il costituente principale delle membrane cellulari di eventuali forme di vita molto semplici.
Titano è l’unico posto del sistema solare, oltre la Terra, dove sono stati trovati mari e laghi liquidi stabili in superficie.
Studi come questo potrebbero aiutarci a capire l’intricata connessione tra la superficie della luna e la sua atmosfera e quali possibilità potrebbe avere la vita di essersi sviluppata su quel corpo celeste.
Sono fenomeni luminosi che assumono una forma spesso sferica con colori prevalentemente bianchi o rossi che pulsano in modo irregolare, sono osservate in cielo e in prossimità del terreno, possono apparire in un punto, spegnersi e ricomparire a distanza, spesso le apparizioni sono associate a perturbazioni del campo magnetico.
Dove si verificano tali fenomeni?
I fenomeni vengono spesso osservati ad Hessdalen e in altre località del mondo e vengono osservate da centinaia di anni, Hessdalen è balzata alle cronache agli inizi degli anni 80 ma alcuni parlano di avvistamenti risalenti al XIX secolo.
Che ipotesi è lecito avanzare sulla natura del fenomeno?
Il fenomeno potrebbe spiegarsi con l‘autocombustione naturale, causato della interazione tra l’atmosfera e la polvere del fondovalle, ricca di scandio; le luci potrebbero essere causati da un plasma di cristalli originato dalla interazione tra l’atmosfera e le micropolveri prodotte dal decadimento del radon;
Manifestazioni piezoelettriche generate da cariche elettriche prodotte dalla frizione di rocce cristalline e granuli di quarzo;
Lo citiamo per dovere di cronaca, le luci, secondo alcuni sarebbero di origine aliena.
La valle di Hessdalen è permeata da segnali radio, onde radio VLF di origine umana. Una parte di questi segnali però ha caratteristiche particolari e soprattutto le cosiddette sfere di luce sembrano generare luce in modo non plankiano cioè la luce aumenta con l’aumentare della superficie radiante ma la temperatura di colore resta costante, l’aumento della superficie è dovuta all’apparizione di altri globi che si concentrano sul nucleo centrale. Il fenomeno non sembra un plasma standard ma sembra simulare un solido illuminato in modo uniforme e può raggiungere potenze di circa 20 KW, queste sono le conclusioni alle quali è giunto Massimo Teodorani, astrofisico presso la stazione radioastronomica del CNR di Medicina, direttore scientifico in ben tre missioni di ricerca ad Hessdalen.
Un buon 80% dei fenomeni si può spiegare con il modello proposto dal fisico britannico David Turner che spiega i fenomeni luminosi come il prodotto dello scambio di energia termica, elettrica e chimica tra un plasma e l’atmosfera ricca di vapore aqueo e aerosol. Per il restante 20% non si hanno spiegazioni con tale modello anche se si può escludere l’ipotesi che l’attività solare sia una delle cause del fenomeno.
Mi è capitato di parlare con un amico che mi raccontava che quando la Luna era in una particolare posizione barba e capelli gli crescevano più in fretta e grazie a lui, ho potuto constatare che ancora oggi tanti credono che la Luna ci influenzi e influenzi la natura che ci circonda e tante sono le credenze popolari che ancora rimangono.
La Luna ha sempre attratto l’umanità, per la sua grandezza e per il suo mutevole aspetto che la porta a compiere dei cicli nel corso del tempo.
La Luna le fasi e i miti
Le fasi lunari sono quattro, Luna nuova, luna crescente, Luna piena e Luna calante, queste fasi venivano, e ancora vengono, associate a una diversa energia presente in natura e collegata alla cura degli orti.
La Luna nuova si associa al rinnovo che corrispondeva al periodo corretto per la guarigione delle piante malate o collegata al digiuno e alla disintossicazione.
La fase crescente si accorda in genere alla cura degli orti che prevedeva la semina delle verdure o invasare, trapiantare ed innestare.
Altre credenze popolari consigliano di raccogliere le erbe mediche quando la luna si trova dietro la terra,cioè in fase di Luna piena, perché esse sprigionerebbero tutte le loro proprietà e questa è anche la fase migliore per concimare.
Infine la fase di luna calante quando, nell’orto, vanno piantate o seminate le verdure che crescono sotto la terra perché questa è più sensibile, è poi il momento per trattare i parassiti e le erbacce oltre che essere il periodo giusto per le potature.
Secondo il cicap, Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale ” …gli unici influssi della luna sulla terra accertati scientificamente sono la forza gravitazionale e la luce solare che essa riflette”.
Come sappiamo, infatti l’attrazione che la Luna esercita sulla terra, insieme a quella del Sole, provoca le maree e gli attriti tra gli oceani e i litorali, causati dalle maree, portano ad un continuo rallentamento della rotazione terrestre di circa 20 microsecondi per anno,
LA luce riflessa dalla Luna, pur essendo molto debole pare essere capace di provocare tropismi in alcune specie vegetali ed alcuni organismi marini sembrano sfruttarne la luce per riprodursi.
Ma tornando al mio amico, mi chiedo come L’attrazione lunare possa avere effetto sulle nostre chiome, inoiltre non ci sono riscontri che influenzi i nostri cicli ormonali, francamente non riesco a capire quale forza possa avviare i fenomeni di crescita, non solo dei capelli ma anche di piante e verdure, perché se si chiama in causa l’attrazione gravitazionale, quella della Terra è comunque prevalente.
Gli archeologi hanno scoperto una città romana sommersa che si estende per una ventina di ettari sotto il mare del Golfo di Hammamet in Tunisia. La città sarebbe in realtà un sobborgo della Colonia Iulia Neapolis e è stata scoperta da una missione congiunta di archeologi sardi, tunisini e algerini, finanziata dal Consorzio Uno per gli Studi universitari di Oristano.
Più che una città, come hanno spiegato oggi a Oristano gli archeologi Raimondo Zucca e Pier Giorgio Spanu del Dipartimento di Storia, Scienze dell’uomo e della Formazione dell’Università di Sassari e il professor Mounir Fantar, dell’Institut National du patrimoine (Inp) di Tunisi, quella individuata già nelle precedenti missioni e ora ampiamente documentata è una sorta di zona industriale della già ben nota Colonia Iulia Neapolis, ed è caratterizzata dalla presenza di un gran numero di vasche dove si procedeva alla salagione di grandi quantità di pesce (in particolare sardine ma anche piccoli tonni) che poi venivano sistemate all’interno di anfore di terracotta, caricate sulle navi e esportate in vari paesi del Mediterraneo.
L’avventura era cominciata nel 2009 sulla base di una proposta del professor Zucca, che dopo aver studiato la Neapolis sarda, di fronte al Golfo di Oristano, mirava a studiare anche la gemella e omonima città africana. I rilievi anche subacquei e aerei eseguiti nel corso della missione appena conclusa hanno permesso di completare la planimetria della città sommersa che rappresenta circa un terzo dell’intera Colonia Iulia Neapolis.
Grazie alla scoperta di un grosso frammento di lastra calcarea utilizzata per una iscrizione plateale, la missione ha anche permesso di individuare tra le rovine della città di terraferma quella che potrebbe essere la ventisettesima Piazza forense romana (la quarta in territorio africano) con il suo tempio dedicato a Giove Capitolino, la sua Curia e la sua Basilica giudiziaria. Secondo gli archeologi che hanno partecipato alla missione, quel pezzo della città di Neapolis sarebbe stato sommersa dall’acqua a causa di un rovinoso terremoto che sarebbe avvenuto più o meno a metà del quarto secolo dopo Cristo.
La decima missione, già programmata per la seconda metà di agosto, approfondirà proprio questi aspetti anche con la partecipazione di archeosismologi e geomorfologi subacquei.
La possessione in diversi ambienti, compresi quelli ecclesiastici è ancora ritenuta una condizione in cui una persona è “posseduta” o soggiogata da un essere soprannaturale, un demone, un Dio o un antenato.
Gli ambienti religiosi, se reputano la persona posseduta veramente da un demone, definiscono la vittima della possessione “indemoniata” e in base alla dottrina intervengono mediante una pratica chiamata “esorcismo”.
Il cristianesimo, interpreta la possessione come opera di un diavolo o demone, e questa situazione si chiama “possessione diabolica” o “demoniaca”. Il fenomeno della possessione nasce nei testi sacri: nel Nuovo Testamento, dove lo stesso Gesù libera i posseduti dal demonio.
La scienza medica ha scoperto che molti casi di possessione diabolica sono in realtà da imputarsi a malattie mentali, come la schizofrenia o alcune forme di psicosi o con patologie quali la sindrome di Tourette.
Secondo la Chiesa cattolica, un posseduto dimostra avversione al sacro, possiede una forza fisica amplificata, parla lingue che normalmente non conosce, prevede il futuro, tutti questi sintomi devono coesistere per poter “diagnosticare” una possessione “reale”.
La possessione demoniaca potrebbe essere causata dallo svolgere pratiche occulte, avere ferite emotive o essere lontani dalla fede, dalla preghiera e dalla confessione.
Cosa dice la Scienza
Gli scienziati non sono mai riusciti a rilevare particolari attività durante l’esame di casi di possessione perché le possessioni non sono altro che malattie psichiatriche. Si nota che nei casi di malattie mentali la possessione si sviluppa in base alla cultura del soggetto.
Secondo gli psicologi del CICAP si possono evidenziare anche in assenza di malattia mentale esperienze di possessione diabolica, interpretando erroneamente esperienze naturali all’interno di un dato contesto dove si contempla la credenza soprannaturale. La convinzione di essere posseduti è tipica di diverse sindromi psichiatriche come diverse forme di schizofrenia, deliri depressivi o nevrosi isteriche.
Per un noto esorcista, Padre Amorth, sarebbe il diavolo a nascondersi dietro le malattie per non essere scoperto, ma a quanto pare non vale il detto che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi: se fosse come dice il noto esorcista il diavolo dovrebbe rivedere molte cose e fare meglio le pentole e metterci anche un bel coperchio.
Tecnologie dirompenti come l’intelligenza artificiale e i grandi elaboratori di dati stanno cambiando il mondo del lavoro. I lavori di vendita al dettaglio stanno scomparendo mentre i siti di e-commerce popolano i propri magazzini di sistemi automatici al posto dei lavoratori umani. In Cina, le imprese manifatturiere che hanno lasciato i paesi ricchi per trovare lavoratori a basso salario stanno ora sostituendo gli umani con macchine. Nelle aziende agricole in tutto il mondo, i sistemi automatizzati stanno cominciando a svolgere attività queli liberare la lattuga dalle erbacce. Gli studi più recenti hanno scoperto che le nuove tecnologie minacciano circa il 40% dei posti di lavoro esistenti negli Stati Uniti e due terzi dei posti di lavoro nel mondo in via di sviluppo.
Vi è, però, un tipo di lavoro che è indispensabile e difficile – forse impossibile – automatizzare: quelle attività che richiedono competenze emotive. Si stanno realizzando software per l’Intelligenza artificiale in grado di riconoscere le emozioni dai volti e dalle voci ma ci vorrà ancora molto prima che una IA possa simulare un’autentica empatia e i filosofi sostengono secoli che una macchina con sentimenti reali non esisterà mai. I computer non sono in grado di competere con gli esseri umani sulla capacità di comprendere veramente e di connettersi con un altro essere umano.
Mentre le popolazioni in molti paesi invecchiano e le malattie non trasmissibili aumentano, l’OMS dice che il mondo avrà bisogno di 40 milioni di nuovi operatori sanitari entro il 2030 (Credit: Getty Images)
Se questi lavori non possono essere automatizzati e continueranno a essere necessari per il futuro, i lavoratori con capacità emotive saranno fortemente richiesti nei prossimi decenni. In questo momento, purtroppo, i lavori che necessitano di queste competenze sono spesso sottopagati: un sondaggio di Business Insider ha messo i lavoratori per la custodia dei bambini e gli insegnanti delle scuole superiori in un elenco delle dieci professioni meno pagate.
Le abilità emotive comprendono tutte le abilità che ci permettono di riconoscere e di rispondere in modo appropriato agli stati emotivi in noi stessi e negli altri. Sono una onnipresente, ma in gran parte invisibile, parte di un enorme e magari sorprendente gruppo di posti di lavoro. E ‘il cassiere del supermercato che ama chiedere piacevolmente come stai facendo. E ‘un supervisore che corregge l’errore di un subordinato. È un venditore capace di leggere sul volto di un potenziale cliente per capire se stra toccando i tasti giusto per convincerlo.
Mentre i robot ci stanno sostituendo nei lavori di routine, la capacità di lavorare bene con gli altri sta diventando una chiave per il successo. Una revisione del 2016 della Banca Mondiale di 27 studi sui datori di lavoro ha scoperto che il 79% di essi ha classificato un’abilità socio-emotiva come l’onestà o la capacità di lavorare all’interno di una squadra come la qualifica più importante per i lavoratori.
Le competenze emotive sono particolarmente importanti nell’assistenza sanitaria, dove c’è urgente bisogno di più lavoratori. Dal momento che la popolazione mondiale vive sempre più a lungo e, di conseguenza, le malattie geriatriche aumentano, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità entro il 2030 il mondo avrà bisogno di 40 milioni di nuovi operatori sanitari.
Parliamo di medici e tecnici altamente qualificati, per i quali l’empatia è complementare alle proprie abilità tecniche. Si parla, inoltre, di un’ampia gamma di lavoratori la cui qualifica principale è quella di essere in grado di assistere e comunicare con i pazienti. L’assistenza sanitaria efficace richiede uomini e alle donne in grado di effettuare il check-in dei pazienti diabetici per assicurarsi che seguano uno stile di vita adeguato, capaci di parlare di contraccezione con giovani ed adulti e eseguire un milione di altre attività che richiedono empatia, ma non necessariamente tecniche avanzate.
L’istruzione è un’altra industria dove la necessità di una connessione emotiva rende improbabile l’automazione. Insegnare aqi bambini piccoli richiede l’impegno umano, per motivare gli studenti, individuare potenziali problemi allo sviluppo e instillare le abilità sociali. E ciò sembra vero anche per l’istruzione degli adulti.
È necessario investire sul lavoro del futuro
La cura sanitaria e l’istruzione sono insostituibili, ma il costo di un operatore sanitario o di un educatore speciale mette questo tipo di sostegno oltre la portata di molti. Nella maggior parte degli Stati Uniti, l’assistenza infantile standard per una famiglia con con due bimbi di quattro e otto anni, costa più di un ciclo di studei di quattro anni in un college pubblico. Inoltre, l’assistenza domestica per un genitore anziano è tipicamente superiore a 45.000 dollari l’anno, più dell’80% del reddito medio di una famiglia americana.
È quasi impossibile pèr l’AI replicare alcune delle abilità più sofisticate di un buon insegnante, ad esempio individuare se un bambino ha problemi sociali o di sviluppo (Credit: Getty Images)
Già, i grandi sistemi di istruzione e sanità ricevono gran parte del loro finanziamento da fonti pubbliche. Le scuole primarie e superiori sono quasi sempre finanziate pubblicamente.
Mentre la popolazione mondiale aumenta e questa popolazione continua a richiedere una buona assistenza sanitaria e un’istruzione per prosperare, più soldi devono essere investiti nei lavoratori che utilizzano l’empatia e la loro retribuzione dovrà sempre più riflettere l’importanza del loro lavoro. I dati OCSE di tutto il mondo sviluppato dimostrano, ad esempio, che una retribuzione superiore dei docenti è direttamente correlata alle migliori prestazioni degli studenti.
Questo sta già cominciando ad accadere. Nonostante le risorse finanziarie limitate, i programmi finanziati dal governo stanno assumendo lavoratori emozionali per ogni tipo di nuova attività.
Potrebbero i governi sfruttare i risparmi sui costi dell’automazione e utilizzare tali fondi per investire in posti di lavoro sempre più importanti? (Credito: Getty Images)
Molti paesi europei ora versano alle famiglie con bambini un’indennità annua che può aiutare a sovvenzionare un genitore che rimane a casa o che lavora a tempo parziale. Alcuni paesi, tra cui l’ Inghilterra, la Germania e i Paesi Bassi, come pure, negli Stati Uniti la California, consentono alle persone con disabilità di utilizzare la loro assicurazione sanitaria pubblica per pagare amici e familiari che si prendono cura di loro.
Sarebbe possibile farlo su una scala molto più ampia in futuro e per evitare livelli devastanti di disoccupazione e povertà, sfruttando i profitti crescenti derivanti da una maggiore automazione.
L’importanza crescente del lavoro empatico è probabile che influenzerà la maggior parte di noi.
L’automazione ha il potenziale per creare enormi ricchezze a livello mondiale ma è fondamentale che si sviluppino e si retribuiscano correttamente quei lavori impossibili per le macchine, per evitare che la crisi sociale in corso non solo non peggiori ma che sia possibile l’accesso nel mondo del lavoro agli esseri umani.
Da qualche giorno sui social impazza questa foto in cui si vede un cielo nuvoloso in cui si apre uno squarcio luminoso tra le nuvole. questo squarcio sembra aperto da due mani, fatte anch’esse di nuvole che vengono definite “le mani di Dio“. Il titolo dell’articolo che accompagnala foto è: “Le mani di Dio”. Foto incredibile scattata a Paola. Gli esperti provano a spiegare.
Ovviamente, nelle varie versioni che rilanciano l’immagine e la notizia sottostante il posto dove sarebbe stata ripresa la fotografia varia, da Paola, a Cinisello balsamo ad altri luoghi in Italia e altrove.
Il testo della notizia è qualcosa di simile al seguente ma possono esserci infinite varianti: “L’incredibile foto che vi mostriamo arriva da Cinisello Balsamo, precisamente è stata scattata in una strada di campagna Paola. Riguardo a ciò che rappresenta c’è poco da dire: è ben evidente un banco di nubi organizzato in modo da formare l’immagine di due mani che si apprestano a congiungersi, come nell’atto di una preghiera. Le “mani di dio”, così sono state chiamate, sono state fotografate da alcuni passanti. Il fenomeno, raccontano, è durato solo per qualche minuto, le nuvole si sono presto dissolte come spazzate dal vento e hanno assunto una conformazione normale.”
Molto suggestivo, vero?
E invece è la solita bufala frutto di un’abile uso di photoshop. Questa risale addirittura all’inizio del 2008 e il titolo originale è “Leggenda urbana – verità di Okinawa nuvola “Mano di Dio“, una notizia che all’epoca divenne virale prima di essere sbufalata.
Insomma, guardate sempre con attenzione e dubitate quando leggete titoli ad effetto e vedete immagini un po’ troppo strane per essere reali. La bufala, che viene sempre utilizzata per fare clickbaiting, cioè guadagnare con i click sull’immagine o sull’articolo, è facile da scoprire, basta utilizzare il testo dell’articolo, o anche parti del testo o la stessa fotografia, per risalire abbastanza in fretta, attraverso google, all’origine e sputtanarla.
Qualche tempo fa girava una notizia simile a questa (e vedrete che tra qualche mese ricomincerà a girare), solo che tra le nuvole che si vedevano sopra un’autostrada, sorgeva un’immagine demoniaca. una rapida ricerca su google dimostrava che l’immagine originale arrivava dal sud america ed era il solito sapiente lavoro di photoshop, solo che in Italia la notizia usciva indicando location italiane.
La pranoterapia deriva da una pratica antica dell’imposizione delle mani che oggi viene spacciata come cura inserendo il termine terapia. Anticamente la tecnica dell’imposizione delle mani veniva utilizzata come rituale religioso e serviva a trasferire l’energia di una persona, di un defunto o di forze soprannaturali nel corpo di un malato.
Prana in sanscrito, significa”energia vitale”, utilizzata come fonte di tutte le guarigioni, un flusso di energia che però nessuno ha mai misurato. Questo flusso di energia guaritrice fluirebbe dal corpo di persone dotate di particolari capacità.
Il pranoterapeuta è il capostipite dei guaritori che grazie a non misurabili energie in suo possesso è in grado di guarire le malattie, l’unico in possesso di poteri soprannaturali che provengono da entità non di questo mondo che gli consentono di operare, facendo da tramite tra la nostra dimensione e una dimensione superiore; dalla pranoterapia sono poi derivate tutte le cure alternative note che fanno uso di flussi di energia che veicolano i poteri curativi, come succede ad esempio nell’omeopatia, dove grazie a presunte e non dimostrate capacità dell’acqua si riesce a veicolare l’informazione curativa di un farmaco senza che il farmaco sia fisicamente presente.
La pranoterapia viene spiegata come un flusso che scaturisce dalla mani del “medium” che viene trasmesso al paziente risolvendo i diversi mali che lo affliggono. Il pranoterapenta può essere in possesso di queste capacità o svilupparle affinando delle tecniche. Spesso i pranoterapeuti si definiscono “sensitivi” cioè sarebbero in grado di percepire il campo energetico che ogni forma di vita possiede, questa energia viene chiamata “aura“.
Kirlian, riteneva che le immagini create dalla fotografia rappresentassero un’aura o campo energetico che alcuni attribuiscono appartenere gli esseri viventi. Kirlian affermava che questa energia rappresentava stati fisici ed emotivi dell’essere vivente sottoposto ad analisi e riteneva di poter utilizzare le fotografie per diagnosticare le malattie, ma le immagini ottenute con il suo metodo, in realtà mostrano i gas presenti naturalmente attorno a qualsiasi cosa, azoto ed ossigeno soprattutto che, ionizzandosi, mostrano anche una colorazione particolare e specifica che dipende anche dal tipo di pellicola utilizzata.
Esistono molti ambulatori che praticano le cure attraverso la pranoterapia in strutture pubbliche e come per l’omeopatia, ci sono medici che ritengono la pratica efficace ma, così come per l’omeopatia, non sono mai stati riscontrati effetti superiori al placebo. La spiegazione è semplice, la pranoterapia è una pratica alternativa che non ha effetti curativi ma chi ci crede si sente forse rinfrancato ascoltando le storie di chi ha provato la pratica provando sensazioni di calore e benessere.
(Tempo fa provai per curiosità le tecniche del Reyki apprese da un amico e provai le stesse sensazioni di calore, il calore delle mani naturalmente che abbiamo più o meno tutti)
Ci sono tanti piccoli “malanni” come la depressione o i dolori articolari, che potrebbero trarre beneficio da questa pratica allo stesso modo di un rimedio omeopatico che pur non contenendo nessun principio curativo porta chi ci crede a sentire che si sta meglio ma alla fine potremo avere gli stessi effetti riposandoci, distraendoci e facendo qualcosa che ci piace.
Il pranoterapeuta riesce a capire le nostre debolezze e riesce a farci sentire importanti, a farci capire che con le sue pratiche può fare qualcosa per noi, ci tratta bene, e magari facendoci capire che ha utilizzato al massimo le sue capacità ci conforta. Non c’è forse nulla di male se si usano queste tecniche se non ci sono vere e proprie malattie ma magari, stress, ansia o perché no semplici capricci. Liberissimi di pagare un servizio del genere purchè non venga spacciato per un rimedio per malattie gravi.