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La porta alchemica o porta magica di piazza Vittorio a Roma

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La Porta Alchemica, detta anche Porta Magica o Porta Ermetica o Porta dei Cieli è un monumento edificato tra il 1655 e il 1680 da Massimiliano Palombara marchese di Pietraforte (1614-1680) nella sua residenza, villa Palombara, sita nella campagna orientale di Roma sul colle Esquilino, nella posizione quasi corrispondente all’odierna Piazza Vittorio, dove oggi è stata collocata. La Porta Alchemica è l’unica sopravvissuta delle cinque porte di villa Palombara.

Nel 1873, in seguito alla demolizione del muro dove era situata la porta, la commissione archeologica comunale la fece scomporre e sistemare nel giardino di piazza Vittorio dove ancora oggi si può ammirare; furono posti ai lati due statue denominate “Bes”, ritrovate nei lavori di scavo del Quirinale nel 1888.

La porta ermetica, monumento unico al mondo nel suo genere, fu l’ingresso del laboratorio alchemico del marchese Massimiliano di Palombara, senatore di Roma ed esperto di alchimia e cose esoteriche.

porta magica

Prima di iniziare l’esame della porta, presentiamo i due personaggi originali che frequentarono villa Palombara; il primo è conosciuto come il Pellegrino perché se ne ignora il nome. Egli ottenne ospitalità nel laboratorio del marchese per una notte, con la promessa di trasmutare in oro il liquido che il marchese faceva bollire nel crogiuolo.

La mattina dopo l’ospite si era dileguato, ma aveva lasciato sul pavimento il contenuto del crogiuolo che aveva prodotto una striscia d’oro purissimo, inoltre aveva lasciato sul tavolo una carta su cui aveva tracciato degli enigmi. Si narra che tali iscrizioni furono fatte incidere dal marchese su tavole di marmo che vennero poste nel laboratorio e scolpite sui due stipiti e sul frontone centrale della famosa porta ermetica.

L’altro personaggio fu il filosofo ermetico Borri. Egli nacque il 6 maggio 1627 a Milano; al pari di Cagliostro, fu ritenuto dai suoi contemporanei un grande o un millantatore, un terapeuta o un ciarlatano.

Studiò dai gesuiti ma non terminò gli studi perché fu allontanato per insubordinazione. Più tardi fu ammesso in Vaticano dove studiò medicina, chimica e alchimia; è in questo periodo che inizia la frequentazione con il marchese di Palombara.

Dopo la morte di Innocenzo X, salendo al soglio pontificio Alessandro VII, nemico dei novatori, fu costretto ad abbandonare Roma e si rifugiò a Milano dove si mise a diffondere le sue dottrine giudicate sovvertitrici dalla Chiesa; ricercato dall’Inquisizione, si rifugiò in Svizzera. I suoi seguaci furono costretti ad abiurare e il Borri fu condannato in contumacia e in sua vece fu bruciata la sua effigie, dipinta a grandezza naturale.

II Borri passò in Alsazia a Strasburgo e infine si stabili ad Amsterdam, dove raggiunse il massimo della sua fortuna per la fama che si guadagnò come medico e taumaturgo. Iniziò a condurre una vita lussuosa che contraddiceva quanto aveva insegnato ai suoi discepoli. Anche in questa nazione provocò gelosie che lo misero nella condizione di fuggire per evitare la prigione. Arrivato a Copenaghen presso la corte di Federico III ottenne aiuti economici e onori; fu nominato prima consigliere e poi ministro ma, alla morte del re, fu costretto ad abbandonare la Danimarca con l’intento di rifugiarsi in Turchia.

Durante il viaggio fu arrestato in Moravia e consegnato all’imperatore d’Austria Leopoldo I, il quale a sua volta lo consegnò a Roma dove regnava Clemente X, che lo fece rinchiudere a Castel S. Angelo in attesa della pena capitale. La pena di morte fu commutata in carcere a vita, dopo aver compiuto l’atto dell’abiura.

La cerimonia solenne si svolse nella chiesa della Minerva alla presenza del clero, della nobiltà romana e del popolo affluito in massa; il cerimoniale fu terribile e crudele, non una voce si levò in sua difesa, comprese le persone che erano state guarite dal Borri che gridavano “al fuoco, al fuoco!“. Rimase in carcere fino al 1678; in seguito, grazie all’intervento dell’ambasciatore di Francia, che era stato da lui guarito, ottenne un carcere meno duro e la possibilità di lavorare in un laboratorio alchemico installato a Castel S. Angelo; ottenne anche il permesso di uscire dalla prigione.

In questa condizione di libertà quasi assoluta ebbe la possibilità di ricominciare a frequentare la nobiltà romana, compresi il marchese di Palombara e Cristina di Svezia. Dopo la morte della regina di Svezia, sua protettrice, e con la salita al soglio pontificio di Innocenzo XII, il Borri fu di nuovo rinchiuso a Castel S. Angelo dove morì per febbri miasmatiche nel 1695.

Il narchese di Palombara, comunque, fu tra i suoi ammiratori e lo ammise spesso all’interno del suo sanca sanctorum.

La porta nel suo insieme

La porta Ermetica oggi si trova incastonata nelle mura del giardino di piazza Vittorio, posta tra due statue che non appartenevano alla struttura originale chiamate Bes. Presenta sullo stipite un medaglione circolare all’interno del quale si trovano delle epigrafi: la prima “Tria sunt mirabilia deus et homo mater et virgo trinus et unus” (Tre sono le cose meravigliose: Dio e uomo, madre e vergine, trino e uno) riconduce alla legge del ternario e rappresenta i tre elementi essenziali dell’opera alchemica: il Padre, la Madre e il Figlio.

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Continuando, dentro la cornice del medaglione vi sono due triangoli equilateri sovrapposti che formano una stella a sei punte, il notissimo sigillo di Salomone, rappresentazione dell’unione dei contrari. Nel linguaggio alchemico, il triangolo con il vertice verso il basso rappresenta l’acqua, il principio femminile, l’argento, la luna; il triangolo con il vertice verso l’alto rappresenta il fuoco, il principio maschile, il sole. L’unione dei contrari è simbolo del superamento del duale;

Continuando, vediamo che sovrapposto all’esagramma vi è un altro simbolo composto da un circolo sormontato da una croce: è il globo del mondo, emblema dell’imperio sia sul piano della materia sia su quello dello spirito, per chi ha saputo portare a termine l’Opera.

All’interno del circolo troviamo la scritta: “Centrum in trigono centri” (Il centro sta nel triangolo centrale).

Nel centro del globo del mondo vi è l’ultimo dei simboli racchiusi nel medaglione, un piccolo circolo con un punto al centro. È tradizione universale che il punto sia il principio generatore e la circonferenza la cosa generata, in altre parole: Dio e la sua creazione; viene anche definito “simbolo aureo”.

l’Architrave

Su di essa vi sono due epigrafi, la prima in caratteri ebraici: yhla hwr.(Ruach Elohim) [Spirito Santo, Respiro di Dio, Soffio Vitale]

La seconda epigrafe, iscrizione latina, recita: “Horti magici ingressum hesperius custodit draco et sine alcide colchicas delicias non gustasset Jason [Il drago delle Esperidi (o meglio della notte) custodisce l’ingresso del giardino magico e senza Alcide, Giasone non avrebbe gustato le delizie della Colchide”]

Sullo stipite, in alto per chi osserva la porta, troviamo il simbolo di Saturno. Accanto a questo simbolo si trova la scritta: “Quando in tua domo nigri corvi parturiente albas columbas tune vocaberis sapiens” [Quando nella tua casa i neri corvi partoriranno le bianche  colombe allora sarai chiamato sapiente.]

Stipite destro, in alto, c’è il simbolo di Giove, stagno, color grigio e più sotto vi è l’epigrafe: “Diameter spherae thav circuli crux orbis non orbis prosunt” [Il diametro della sfera, il tau del circolo,la croce dell’orbita non giovano ai ciechi].

Stipite Sinistro: Scendendo sullo stipite sinistro, nel mezzo, osserviamo il simbolo di Marte. Più in basso, l’epigrafe recita: “Qui scit comburere aqua et lavare igne facit de terra coelum et de coelo terram pretiosam”” [Chi sa bruciare con l’acqua e lavare con il fuoco, fa della terra un cielo e del cielo una terra preziosa].

Stipite Destro centro: Sullo stipite destro, nel mezzo, compare il simbolo di Venere, più in basso l’iscrizione: “Si feceris volare terrant super caput tuum eius pennis aquas torrentium convertes in petram” [Se avrai fatto volare la terra al di sopra della tua testa Con le sue penne tramuterai in pietra le acque dei torrenti]

Stipite Sinistro basso: Sullo stipite sinistro, in basso, troviamo il simbolo del Mercurio, Argento Vivo, e l’epigrafe “Azot et ignis dealbando latonam veniet sine veste Diana” [Tramite la purificazione di Latona da parte dell’Azoto e del Fuoco, appare Diana senza veste].

Stipite destro basso, in basso vi è il simbolo del Sole e più sotto l’epigrafe: “Filius noster mortuus vivit rex ab igne redit et coniugio gaudet occulto” [Nostro figlio, morto, vive, torna re dal fuoco e gode del matrimonio occulto].

Sulla soglia della porta appare il motto: “Si sedes non is” [Il motto può essere letto da sinistra a destra (“Se siedi non procedi”) e da destra a sinistra (“Se non siedi procedi”).

Come si può facilmente intuire, per il popolino ignorante e superstizioso dell’800 una simile porta, con una storia diventata leggenda, non poteva che dare origine a chiacchiere insospettite e preoccupate circa l’uso della magia fatto dal suo costruttore nei locali cui si accedeva. Ancora oggi, quei pochi romani che in quel quartiere ancora non sono stati soppiantati dai cinesi accedono ai giardini di Piazza Vittorio Emanuele raccomandando a figli e nipotini di non avvicinarsi a quella struttura a forma di porta incastonata nel muro, soprattutto di non guardare quegli strani simboli e di non leggere le frasi ivi incise. Ovviamente, oggi tutti sanno che da quella porta non si accede a nulla e che nessuna magia o altra forza misteriosa operano nei suoi pressi ma, come si suol dire: “Non è vero ma ci credo“.

Charlie: la corte concede alla famiglia tempo fino a giovedì per presentare nuove prove

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Momenti di tensione oggi All’udienza dell’Alta Corte inglese che deve decidere sulla vita del piccolo Charlie, affetto da sindrome da deplezione mitocondriale e attualmente vivo solo grazie al supporto delle macchine. Mentre l’avvocato del Great Ormond Street hospital ribadiva che Charlie viene tenuto in vita contro il suo stesso interesse i genitori del piccolo non riuscivano a trattenersi e lo interrompevano accusandolo di mentire e di non voler riconoscere che in USA ed in Italia si potrebbe tentare il miracolo applicando un protocollo sperimentale le cui specifiche sono state fornite dalla direzione sanitaria del Bambino Gesù, ospedale pediatrico vaticano con sede a Roma.

Un altro momento difficile si è avuto quando l’avvocato della famiglia Gards ha espresso dubbi sull’opportunità che sia lo stesso giudice che sentenziò di staccare le macchine al bambino, a dover decidere se ritrattare la sua precedente decisione. Il giudice Francis, questo il suo nome, si è inalberato affermando che “non c’è un solo essere al mondo che non vorrebbe dare una speranza a Charlie.

Alla fine dell’udienza, il giudice ha deciso di dare tempo alla famiglia di Charlie per presentare nuove informazioni che potrebbero giustificare una revisione della decisione precedente.

Gli avvocati dei Gard hanno affermato che il caso di Charlie ha coinvolto la scienza genetica più all’avanguardia e che vi è una piccola probabilità di recupero del cervello, che esistono prove attendibili di questo e che se c’è una possibilità vale la pena di prenderla in considerazione..

Secondo quanto riportato dal “Sun”, l’udienza di oggi è stata una seduta preliminare e la discussione, con la presentazione delle nuove prove e del protocollo sperimentale fornito dal Bambin Gesù avverrà giovedì, con una decisione prevista per la metà della prossima settimana.

Per strada, fuori dell’alta corte inglese, si era radunata una piccola folla di sostenitori di Charlie, membri del cosiddetto “Charlie’s Army”, l’esercito di Charlie, una piccola rappresentanza di migliaia di sostenitori che hanno permesso alla famiglia di raccogliere l’ingente cifra di un milione e mezzo di sterline per portare Charlie all’estero per provare una nuova cura sperimentale.

 

Connie Yates e Chris Gard stanno combattendo per salvare il loro figlio colpito

I genitori di Charlie – REUTERS

 

Uno studio identifica quattro tipi di utenti di Facebook. A quale gruppo appartieni?

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Secondo una nuova ricerca, ci sono quattro tipi di utenti di Facebook : il “maniaco del Selfie”, il “banditore cittadino”, il “Window Shoppers” e il “costruttore di relazioni”. Considerando che oggi ci sono 2 miliardi di utenti iscritti a questo social media, cioè poco meno di un terzo di tutti gli esseri umani al mondo, è possibile suddividere l’umanità in questi 4 gruppi principali.

A quale gruppo appartieni? Proviamo a capirci di più.

Il gruppo dei maniaci del selfie è già ben spiegato dal nome: Si tratta di persone, uomini e donne, che si autopromuovono pubblicando continuamente immagini dei loro corpi e dei loro volti. Il loro scopo è quasi sempre quello di ottenere il maggior numero possibile di like, commenti e attenzione, senza cercare altro anche se alcuni lo fanno tentando di avviarsi verso una carriera di influencer e di solito lo fanno utilizzando anche altri social come Istagram e Twitter per raggiungere il maggior numero di persone possibile.

Il fatto importante è che usano Facebook per proiettare una specifica immagine di sé stessi, non importa quanto rispecchi la realtà. L’obbiettivo comune a tutti è immancabilmente quello di ottenere approvazione sociale.

I “Costruttori di Relazioni” sono diversi. Usano Facebook regolarmente per pubblicare le cose, rispondere agli altri e partecipare a dibattiti, conversazioni e in generale cercare di costruire connessioni in linea, coltivando nuove amicizie e mantenendo i contatto con gli amici di una vita. Per queste persone, Facebook è un’estensione della vita reale; È un modo per digitalizzare l’empatia, in sostanza.

 

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Foto: Nate Edwards / BYU

I banditori cittadini sono l’opposto e, normalmente, il divario tra la loro vita virtuale e quella reale è enorme. Invece di concentrarsi sulle loro vite o sulla vita dei loro amici e famiglie, e di pubblicare questioni personali, si propongono come fonte di notizie. Condividono articoli, commentano gli attuali eventi e annunciano grandi e piccoli eventi, locali e non, ogni volta che ne hanno l’occasione.

Infine, i “Window Shoppers” sono quelli che si sentono socialmente obbligati ad essere su Facebook, un po’ come i “banditori cittadini”. La loro motivazione, però, non è informare la popolazione planetaria riguardo agli ultimi eventi accaduti nel mondo o sulle decisioni del proprio comitato di quartiere. Questa tipologia di utente partecipa poco, di solito si limita a saltellare da una pagina all’altra, osservando i comportamenti, i post e le vite digitali degli altri. Probabilmente sono anche un pèo’ invidiosi della naturalezza con cui gli altri condividono le proprie vite e vorrebbero farlo anche loro senza, però, riuscire ad iniziare a farlo davvero.

Queste categorie sono state elaborate da un team di sociologi dell’Università Brigham Young (BYU), che ha redatto un elenco di dichiarazioni di persone che hanno spiegato perché le persone utilizzano Facebook.

Nella loro pubblicazione sull’International Journal of Virtual Communities and Social Networking , il team riconosce che alcune persone possono riconoscersi in più di una categoria, ma, apparentemente, la maggior parte delle persone si identifica fortemente in una sola.

I ricercatori fanno un confronto con le diagnosi di comportamenti cronici e dipendenze nel mondo reale.

“In questo momento storico, i social media sono così radicati in tutto quello che facciamo” ha dichiarato  Kris Boyle, un assistente alla scuola di comunicazioni BYU e uno degli autori dello studio “La maggior parte delle persone partecipa a Facebook in modo quasi automatico, senza neanche sapere perché lo fa ma, quando sono spiente ad analizzare le proprie abitudini, acquistano subito una certa consapevolezza.

L’utente medio di Facebook trascorre circa 35 minuti al giorno sulla piattaforma, quindi 213 ore l’anno, qualcosa di più di nove giorni, probabilmente potrebbe essere una buona idea avere consapevolezza di quali siano le nostre finalità nel social network quando assumiamo la nostra personalità virtuale lasciandoci la realtà alle spalle.

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Beh, adesso è solo ridicolo. Alexey Boldin / Shutterstock

Oggi la sonda Juno incontrerà la grande tempesta di Giove

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La sonda della NASA Juno è pronta per un incontro ravvicinato con la grande macchia rossa di Giove, una tempesta ampia 10.000 miglia che gli astronomi monitorano dal 1830 che, probabilmente, si è formata parecchi secoli fa.

Il Grande Punto Rosso & # 39;  È la funzionalità più conosciuta di Giove
La grande macchia rossa è la caratteristica più nota di Giove. Pic: NASA

Oggi Juno attraverserà l’atmosfera gioviana a sole 5.600 miglia dalla tempesta, con tutti gli strumenti e la Junocam, la caratteristica telecamera studiata appositamente per questa missione, in funzione durante il flyby.

Lo studioso Scott Bolton, dell’Istituto di ricerca sud-occidentale, ha dichiarato: “La misteriosa macchia rossa è probabilmente la caratteristica più nota di Giove. Si tratta di una tempesta monumentale che imperversa da secoli nell’atmosfera del più grande pianeta del sistema solare. Ora, Juno tenterà di aiutarci a capire come funziona questa tempesta e cosa la rende così persistente”.

Questa immagine di JunoCam è intitolata "Jovey McJupiterface".  Sembra mostrare un sorriso sulla superficie del pianeta Pic: NASA / JPL-Caltech / SwRI / MSSS / Jason MajorQuesta immagine, intitolata Jovey McJupiterface, sembra mostrare un sorriso sulla superficie del pianeta. Foto: NASA / JPL-Caltech / SwRI / MSSS / Jason Major

Juno è in orbita intorno a Giove da poco più di un anno e ha già coperto circa 71 milioni di miglia.

La NASA spera che l’ultimo stadio della missione aiuterà a spiegare meglio l’origine, la struttura, l’atmosfera e la magnetosfera del pianeta.

Juno ha lanciato nel 2011. Pic NASA
La sonda Juno è stata lanciata nel 2011. Pic NASA

Il direttore del progetto Juno Rick Nybakken ha dichiarato: “Il successo della spedizione scientifica su Giove è un attestato alla dedizione, alla creatività e alle abilità tecniche del team della NASA-Juno. Ogni nuova orbita ci avvicina al cuore della fascia di radioattiva di Giove ma la sonda, finora ha resistito alle tempeste elettromagnetiche di Giove meglio di quanto non avremmo potuto immaginare”.

Juno, lanciata nel 2011, lascerà l’orbita di Giove nel febbraio 2018 per tuffarsi nella sua atmosfera profonda dove si disintegrerà, non senza aver continuato ad effettuare ed inviare rilevazioni fino all’ultimo istante di vita.

L’ordine ermetico dell’Alba Dorata (Golden Dawn)

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L’Ordine Ermetico dell’Alba Dorata o Golden Dawn fu una confraternita ad ispirazione esoterica i cui membri praticavano magia rituale, soprattutto a sfondo sessuale ed è considerata una delle maggiori società segrete del periodo che sta a cavallo tra il XIX° ed il XX° secolo. La sua diffusione fu notevole soprattutto in Gran Bretagna ma ebbe un discreto successo anche nella Germania nazista. Le pratiche di magia rituale che v i si praticarono contribuirono notevolmente alla diffusione dell’occultismo, dell’uso di droghe come mezzo per raggiungere una maggiore consapevolezza interiore e del neo-paganesimo, la cui diffusione sta oggi conoscendo un nuovo notevole successo. Nella seconda metà del ‘900 la Golden Dawn conobbe una certa diffusione anche nel mondo della musica, da quando molte star del Rock adottarono il mago nero Aleister Crowley, forse il più noto degli affiliati a questa setta, come musa ispiratrice.

Discendente indiretta dell’ordine rosicruciano, la fratellanza ermetica dell’alba d’oro fu fondata nel 1887 a Keighley, città presso Manchester, in Inghilterra, con lo scopo dichiarato di voler praticare in modo attivo la magia. Il primo tempio dell’ordine fu fondato a Londra, col nome di Isis-Urania e vi si praticava il culto di Iside secondo i rituali descritti da Madame Blavasky (la fondatrice della Teosofia) nel libro “Iside svelata”. Negli anni successivi la società conobbe un rapido sviluppo e molti altri templi furono fondati in altrettante città in tutta Europa.

L’organizzazione organica della Golden Dawn comprendeva tre Ordini e undici Gradi di inziazione: il primo ordine si chiamava Golden Dawn in the Outer («all’Esterno»), il cerchio meno esoterico, più esterno, articolato nei cinque Gradi inferiori; il secondo Ordine «della Rosa Rossa e della Croce d’Oro» con tre Gradi intermedi, mentre il terzo Ordine era riservato ai Capi Segreti con i tre gradi di Magister Templi, Magus e Ipsissimus. Il nome della Golden Dawn era sempre accompagnato dal suo equivalente ebraico Chehreth Zerech aur Bokher, mentre il simbolismo si riferiva a quello in uso presso gli egizi, i greci, la mitologia indù e, naturalmente, alla Cabala ebraica. Nella Golden Dawn, i veri capi erano ritenuti i Superiori Incogniti, «degli esseri invisibili che, senza corpo fisico, trasmettono però dei poteri a degli adepti».

Fra i personaggi di spicco della Golden Dawn figura Samuel Liddell Mathers (1854-1918) alias Conte di Gleustroé, alias MacGregor Mathers. Versatissimo in scienze occulte, fu teosofo e membro del cerchio interno dell’Ordo Templi Orientis (0.T.0.), società di derivazione illuminatica, rosicruciana che praticava magia sessuale orientale conosciuta anche come magia rossa o tantrica. Mathers viveva a Parigi con la moglie Moina (1865-1928), una medium. Nel 1900, Mathers iniziò ai segreti dell’Ordine il più famoso mago nero del secolo, Edward Alexander (Aleister) Crowley (1875-1947), vescovo della Chiesa Gnostica e gran dignitario del Rito egizio di Memphis-Misraim.  Crowley era fieramente anticristiano e amava definirsi, prendendo spunto dall’Apocalisse, «La Grande Bestia», siglando i propri scritti col numero dell’Anticristo 666.

Il motto “Fà ciò che vuoi…” (Do it) è la legge suprema che la Golden Dawn mutuò dall’Ordo Templi Orientis, una pericolosa società di provenienza illuminatica, che si ispirava a pratiche sessuali per raggiungere la gnosis, la Conoscenza, nell’adepto. Negli anni Sessanta, questa regola fu adottata come motto programmatico dal movimento degli hippies.

L’influenza della Golden Dawn sulle vicende europee fu delle più importanti: la diramazione tedesca dell’ordine fu la culla ideologica dei principali esponenti del nazismo. La Golden Dawn fu fondamentale nella diffusione della «cultura» della droga. Fu Crowley che introdusse l’uso delle droghe psichedeliche che poi sfociò nell’uso dell’LSD dagli anni ’60 in poi. Il libro “Droga S.p.A.” afferma che il lancio dell’LSD come strumento di fermentazione della gioventù – un prodotto della casa farmaceutica Sandoz di proprietà dei finanzieri israeliti Warburg – avvenne attraverso Aldous Huxley, il rettore dell’Università di Chicago Robert Flutchins, (a partire dalla fine degli anni Cinquanta anche grazie a figure come Timothy Leary, il guru dell’LSD che operava strettamente con Huxley), e Allen Dulles (1893-1969), capo della CIA, e nell’ambito di un piano posto in essere dalla stessa CIA, nel periodo compreso fra il 1948 e il 1962, denominato «Mk-Ultra», teso al controllo della mente umana, percorrendo vie affatto nuove quali la diffusione massiva della pornografia e della droga. Dalla stessa fonte si apprende che dai culti di Iside sorti nel frattempo nella California emersero personaggi come Gregory Bateson (1904-1980), il creatore degli hippies, e Ken Kesey (1935-2001), autore del romanzo “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, fondatore di un gruppo di iniziati all’LSD «The Merrv Prankster» («Il burlone felice») che diffusero in U.S.A. la controcultura del disimpegno morale, dell’acid rock e della droga. Anche movimenti politici moderni come i neofascisti di “Alba Dorata” greci trovano ispirazione, e non solo nel nome, dall’ordine.

La diffusione della notorietà delle vicende della Golden Dawn è soprattutto dovuta all’eclatante impatto dell’opera di Aleister Crowley che – sia pure in modo occulto e sotterraneo – ha segnato in maniera profondissima il XX secolo. La penetrazione di queste dottrine ha avuto luogo attraverso la letteratura dove, oltre alle opere dello stesso Crowley, si annoverano numerose biografie (tra cui, rimarcabili, quelle di John Symonds e Kenneth Grant) ed altri libri e romanzi che alla sua vita si ispirano, da Somerset-Maugham – che conobbe direttamente Crowley e lo raffigurò come Oliver Haddo ne Il mago – a Vincenzo Consolo, che ne ricostruisce il periodo vissuto a Cefalù, generando un singolare parallelismo magico in Sicilia. La persistenza letteraria della Golden Dawn si apre al più vasto pubblico mediante l’intermediazione del cinema, specialmente in rapporto all’opera di Kenneth Anger che, pur facendo un cinema di ricerca non ancora aperto alla grande notorietà, determinò una speciale presa sulla musica rock, poiché un suo film dal titolo “Evocazione di mio fratello il Demonio” si avvalse della colonna sonora di un giovanissimo Mick Jagger, che la concepì come onda d’urto psicologico realizzata con un sintetizzatore moog.

Quell’esperienza dovette imprimersi in modo decisivo nella mente di Jagger, che ne fece l’architrave del suo sodalizio artistico con Keith Richards e appare in effetti costitutiva di successivi importanti episodi della musica rock (Sympathy for the devil, Their satanic majestic request, Goat’s head soup, etc.) realizzati con i Rolling Stones. Un rilievo principale va attribuito, in rapporto alla diffusione di allusioni e rimandi espliciti all’opera di Crowley, ai Led Zeppelin, una formazione il cui leader, Jimmy Page, è stato un cultore e probabilmente il principale acquirente di oggetti appartenuti ad Aleister Crowley, fino ad acquistarne la villa nei pressi del lago di Boleskine in Scozia (che peraltro è la sede presunta del leggendario mostro di Loch Ness).

Membri famosi della Golden Dawn

Membri eminenti della Golden Dawn furono Israel Regardie (1907-1985), israelita inglese, segretario di Crowley e autore del libro The Golden Dawn, autentica summa di teurgia cabalistica; l’attrice Florence Farr (1860-1917), intima amica di George Bernard Shaw (1856-1950); Gerald Kelly (1879-1972), presidente della Royal Academy (la cui sorella sposò Crowley); Arthur Edward Waite (1857-1942), specialista dei Rosacroce, massone fondatore della Fellowship of the Rosy Cross («Confraternita della Rosa Croce») e direttore di un Ordine rosicruciano «interno» ultrasegreto, chiamato Ordo Sanctissimus Rosæ et Aureæ Crucis, il cui numero di membri non poteva superare la mezza dozzina; poeti come Thomas Stearns Eliot (1888-1965) e William Butler Yeats (1865-1939), Bram Stoker (1847-1912), creatore del personaggio Dracula; Herbert G. Wells, uomo legato all’Alta Finanza mondialista; Arthur Machen (1863-1947), lo scrittore inglese per il quale le uniche realtà che contavano erano la santità e stregoneria, mentre chi non apparteneva a queste due categorie era per lui un «trascurabile»; Rudolph Hess (1894-1987) – il gerarca nazista – assieme a Karl Haushofer (1869-1946), il teorico dello «spazio vitale» germanico, col figlio Albrecht (1903-1945), e, si dice – ma la notizia è priva di probanti conferme – lo stesso Adolf Hitler (1889-1945).

Conclusioni:

Come molte società segrete, l’Ordine Esoterico della Golden Dawn fu un’associazione dedita principalmente alla ricerca di fama e potere da parte della sua classe dirigente. Per affermarsi sfruttò la leva del sesso applicato alla magia  e, al di là dell’influenza che ebbe sui contemporanei, le nefaste conseguenze dell’opera di personaggi negativi come Aleister Crowley che un po’ tutti gli appassionati di esoterismo finiscono per incontrare nei loro studi e per emulare in qualche modo, sopravvivono ancora oggi in una certa subcultura basata sull’abuso di varie droghe, soprattutto quelle psichedeliche e in certe forme di razzismo.

Esistono in rete parecchi siti richiamabili più o meno direttamente agli eredi della Golden Dawn o congregazioni derivate gestite da personaggi che, lungi, per fortuna, dall’avere un briciolo del carisma di Crowley, appaiono più interessati ai possibili guadagni, attraverso donativi e la vendita di iniziazioni, che all’elevazione interiore cui, teoricamente, aspiravano i membri dell’ordine primitivo.

Il misterioso gioco chiamato Polybius

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di Oliver Melis per Aenigma

Si racconta che agli inizi degli anni 80, per conto della CIA, Ed Rotberg, uno sviluppatore della Atari, creò un videogame in grado di veicolare messaggi subliminali che potevano indurre disagio e malessere generalizzato, momenti di follia, amnesie e attacchi epilettici. Un’altra caratteristica del gioco era quello di veicolare messaggi subliminali che contenevano scritte del tipo “suicide yourself”. Queste caratteristiche del gioco venivano attivate da personaggi che facevano parte dell’esperimento di controllo mentale attuato attraverso l’utilizzo del gioco stesso. Il gioco venne distribuito in diverse sale giochi di Portland e alla presenza del videogioco vennero notati uomini in nero che osservavano le reazioni dei giocatori.

Il Polybius venne ritirato dopo che alcuni ragazzi impegnati nel gioco ebbero dei problemi, forse i creatori del gioco o i loro committenti non volevano dare nell’occhio o forse avevano raccolto dati a sufficienza per i loro scopi. Con la scomparsa del gioco sparirono anche gli uomini in nero che nessuno vide più.

Questa storia ha una variante ad opera di uno dei presunti fondatori di Sinneslöschen, Steven Roach.
Roach sostiene di aver lavorato alla realizzazione del gioco per conto di una non identificata compagnia sudamericana, che chiese alla sua societá un gioco rivoluzionario.
Il gioco venne distribuito nelle sale giochi di Portland come banco prova con l’intento di verificare le reazioni dei giocatori. Un tredicenne però durante il gioco venne colto da un attacco epilettico e i dirigenti della compagnia che finanzió il suo sviluppo decisero di andare di persona a Portland per capire cosa fosse successo. Per Roach i MIB o “uomini in nero” erano nient’altro che i dirigenti che “indagavano” sui misteriosi malori cercando di contenere l’eventuale panico. Anche in questa variante della leggenda metropolitana il gioco venne ritirato dalle sale e il ragazzo prontamente risarcito per i danni subiti.

Per Roach e gli altri membri di Sinneslöschen, il ritiro del gioco, oltre ad aver significato la perdita di ogni possibile ricavo economico derivante dalla sua diffusione, aveva portato allo scioglimento della compagnia. Secondo lui non esistono “ROM” del gioco Polybius in rete, ma solo speculazioni e giochi amatoriali spacciati per tali. Ed Rotberg scomparso dalla scena, interrogato ha negato di essere mai stato coinvolto nello sviluppo del gioco e di non averlo mai visto in funzione. Ed sostiene che il suo nome é stato accostato alla storia per via della sua collaborazione con il Governo durante la quale aveva effettuato una conversione a scopo addestrativo del suo gioco chiamato “Battlezone”. (“The Bradley Trainer”).
Non abbiamo nessuna foto originale che ci dica che questo gioco sia effettivamente esistito e restano solo storie fantasiose che circolano nella comunità dei retro gamers. .
Oggi é noto che l’esposizione a lampi di luce intensa e ad intermittenza puó causare malessere, all’epoca l’industria dei video games era agli inizi e non c’erano contro-indicazioni di nessun tipo.

Insomma, il Polybius altro non è che una leggenda metropolitana e nulla prova che sia mai realmente esistito.

Oliver Melis è owner su facebook delle pagine NWO ItaliaPerle complottare e le scie chimiche sono una cazzata

Iniziata la sequenziazione del DNA dei primi esseri umani

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Gli scienziati stanno cominciando a sequenziare i genomi degli esseri umani che vivevano in Africa migliaia di anni fa, quando l’opera sarà compiuta potremo fare luce sulle origine della specie umana.

La ricerca è stata annunciata questa settimana alla riunione annuale della Società per la Biologia Molecolare e l’Evoluzione. Un gruppo di scienziati ha affermato di aver esaminato i genomi di 15 esseri umani vissuti 6.000 anni fa tra l’Africa orientale e meridionale.

L’Africa è considerata la culla dell’umanità, la regione da cui gli esseri umani hanno cominciato a diffondersi in tutto il mondo circa 50.000 anni fa. Come evidenzia la Science, è anche la regione in cui le persone sono più geneticamente diverse.

Finora è stato sequenziato un solo genoma africano originale, quello di un etiope risalente a 4.500 anni fa. Ora, Pontus Skoglund della Harvard University ha raccolto DNA da 15 antichi africani vissuti tra i 500 ed i 6.000 anni fa.

Nature nota che il DNA africano originale è andato in gran parte perduto a causa del clima del continente che ne accelera il deterioramento. C’è tuttavia da dire che i recenti progressi nella rimozione delle contaminazioni e alcuni reperti scoperti di recente contenenti buoni quantitativi di DNA antico ha permesso ai ricercatori di fare passi avanti nello studio del passato.

I primi risultati della ricerca mostrano che gli antichi esseri umani si muovevano più del previsto. Per esempio, sembra che gli antichi africani meridionali potrebbero essersi separati da quelli occidentali parecchie migliaia di anni fa.

Un secondo studio, pubblicato da Carina Schlebusch, dell’Università di Uppsala in Svezia, ha esaminato il DNA degli antichi africani confrontandolo con gli abitanti moderni e ha scoperto, tra le altre cose, che molte popolazioni africane moderne presentano antico DNA Bantu nei loro genomi.

Le scoperte recenti sull’interazione e l’ibridazione tra Sapiens e Neandertal che sarebbe avvenuta prima del previsto, circa 270 mila anni fa, ha gettato nuova luce sull’evoluzione della specie umana.

“Ci stiamo rendendo sempre più conto che la storia evolutiva degli esseri umani moderni e arcaici è stata molto più intricata di quanto pensavamo 10 anni fa”, ha dichiarato a New Scientist Fernando Racimo del New York Genome Center.

Torino: ricostruita ad un uomo la laringe con i muscoli del collo dopo un grave tumore

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Effettuata per la prima volta in Italia una laringoplastica, cioè la ricostruzione della laringe, con i muscoli del collo, dopo che la stessa era stata parzialmente asportata a causa di un tumore. Il rivoluzionario intervento è avvenuto all’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino. Per i medici che  hanno compiuto l’operazione si tratta di una vera e propria rivoluzione nel trattamento delle patologie oncologiche della laringe. Si tratta di un intervento che permette al paziente di tornare a parlare, bere e mangiare con tempi molto rapidi e con un’altissima percentuale di guarigione completa.

Ad eseguire l’intervento l’equipe del professor Giancarlo Pecorari presso l’Otorinolaringoiatria universitaria dell’ospedale Molinette, diretta dal professor Roberto Albera. Questa tecnica chirurgica innovativa permette, dopo l’asportazione della parte di laringe danneggiata dal tumore, una completa ricostruzione di questo importante organo utilizzando parti dei muscoli del collo. L’intervento, è stato effettuato con la collaborazione con l’Università di Lione, su un paziente di 73 anni, colpito da una recidiva di un. Il paziente è tornato alla normale attività di relazione in soli dieci giorni.

Il tumore maligno della laringe è il più frequente tumore del distretto testa – collo. Rappresenta circa il 2,5% di tutte le neoplasie maligne nell’uomo e lo 0,5% nella donna. In Italia attualmente vengono diagnosticati circa 5.000 nuovi casi di tumore della laringe ogni anno, interessando per lo più soggetti con età compresa tra 50 e 70 anni.

Nasce Aenigma, il magazine dell’inspiegabile

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Il web pullula di simpatici mattacchioni che, per svariate ragioni, si divertono a mettere in giro notizie prive di fondamento oppure notizie storpiate o totalmente inventate. Le ragioni per cui questi signori lo fanno sono svariate: si va dall’interesse di tipo politico per cui si mettono in giro notizie false o distorte al fine di delegittimare l’avversario o migliorare la propria immagine, cosa che abbiamo ben visto durate l’ultima campagna elettorale presidenziale negli USA, al vendersi come esperti su determinati argomenti, crearsi una schiera di seguaci e poi fare profitto attraverso la vendita di contenuti di vario genere o ottenere inviti a pagamento a convegni ed eventi vari. Rilevante è anche il clickbaiting, quella pratica che sfrutta news praticamente prive di contenuti o con contenuti dubbi ma lanciate attraverso links sui social network con titoli roboanti atti a provocare rabbia ed indignazione per ottenere l’apertura del link per leggere i particolari e guadagnare attraverso le impressions dei banner generate dall’apertura della pagina e, ancora meglio, dai click sui banner messi strategicamente all’interno dell’articolo.

Aenigma, però, non intende diventare l’ennesimo sito antibufala. Aenigma, che nasce come spin off di Reccom Magazine, intende esaminare i casi misteriosi, quelle notizie, nuove o vecchie, apparentemente inspiegabili. Aenigma nasce con una vocazione precisa verso il mistero, l’apparentemente inspiegabile e si avventurerà non solo nei meandri dell’informazione relativa a tutti quei casi di avvistamenti di strani animali, ufo, contatti alieni, manifestazioni esoteriche di ogni tipo ma ci porterà anche a conoscere e capire l’origine di fenomeni religiosi e filosofici, di tutte quelle credenze derivanti dalla cosiddetta “saggezza popolare” e dalle “leggende metropolitane” che così grande diffusione stanno conoscendo grazie alla rete.

Ma Aenigma non sarà una rivista contro a prescindere.

Aenigma presenterà tutti gli aspetti dei fenomeni con cui entrerà in contatto e dove effettivamente si potranno riconoscere i crismi di una reale inspiegabilità, scevra da inganni verbali e trucchi tecnologici,  lo dirà senza remore, approfondendo ulteriormente, quando possibile.

Gli articoli pubblicati nella sezione “complotti e misteri” di Reccom Magazine hanno dimostrato che c’è un interesse speciale per mostri, UFO, fantasmi, manifestazioni inspiegabili di ogni tipo e se, da una parte, l’aspetto complottistico resterà di pertinenza di Reccom Magazine, tutti gli altri fenomeni misteriosi, la magia, la divinazione, i viaggiatori del tempo, gli alieni e quant’altro verrà analizzato in dettaglio su Aenigma da una redazione di appassionati e preparati collaboratori.

Ci auguriamo che questa iniziativa incontri lo stesso favore incontrato in questi primi mesi di attività da Reccom Magazine.

Possiamo promettervi che la linea editoriale sarà la stessa, pubblicare solo notizie verificate, informazioni puntuali e analisi dei fatti spiegati attraverso la scienza ed il riscontro oggettivo.

L’uomo falena

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di Oliver Melis per Aenigma

Point Plessant è una cittadina degli Stati Uniti situata nel West Virginia. Questo luogo è stato reso famoso nel 1966 da un curioso fatto di cronaca che lo fece conoscere in tutto il mondo.

Era la sera del 15 novembre quando due coppie stavano percorrendo sulla stessa macchina la provinciale che li avrebbe ricondotti a casa. All’altezza di una fabbrica di tritolo abbandonata dopo la fine della seconda Guerra Mondiale, scorsero due forti luci rosse, simili a due fari.

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L’uomo falena – Mothman

Incuriositi accostarono e scesero dalla vettura per vedere di cosa si trattasse. Scoprirono che quei fari erano in realtà dei enormi occhi. Di fronte a loro c’era una creatura semi-umana, alta più di due metri, priva di collo e ricoperta da una peluria grigia e ali da pipistrello raccolte dietro la schiena. Spaventati, risalirono in auto e fuggirono a tutta velocità verso il centro abitato. Il loro incubo, però, era appena iniziato.

L’essere prese il volo e attaccò dall’alto l’automobile. La creatura aveva un’ impressionante apertura alare di quattro metri, una velocità in volo che sfiorava i 160 chilometri orari planando sul tettuccio della vettura e fissandoli dal parabrezza con i suoi occhi rossi. Forse i primi lampioni e le prime abitazioni dovettero farlo desistere poiché, come era apparso, scomparve nella notte. Sconvolti, i ragazzi si precipitarono al comando di polizia e raccontarono l’accaduto allo sceriffo. In altri casi, tutta questa storia sarebbe finita nel dimenticatoio. Ma non si trattava di ragazzi soliti a fare bravate.

La notizia, come spesso capita, arrivò alle orecchie di un giornalista locale che scrisse un articolo a riguardo. Fu lui a battezzare con ogni probabilità lo strano mostro “Mothman” o uomo falena probabilmente ispirato dalla serie Batman in onda proprio in quell’anno. L’avvenimento non fu l’unico, tra il 1966 e il 1967 furono oltre 100 le apparizioni nella zona dello strano essere. Il giorno dopo altri quattro testimoni avvistarono il mostro in volo sopra l’area dei capannoni TNT utilizzati come deposito per la dinamite.

Il 25 novembre un testimone vide il mostro in pieno giorno mentre spiegava le ali per cercare di seguire il suo furgone. Il 26 novembre una donna si trovò il mostro di fronte nel suo giardino. Mothman divenne per alcuni un presagio di morte perché si narra che apparisse in luoghi di presunti disastri. Ma come veniva descritta la creatura? Il mostro veniva descritto come un essere di grandi dimensioni, fino a tre metri di statura con grandi occhi rossi e testa incassata nel busto con grandi ali che alcuni descrivono come quelle di un pipistrello.

Per tredici mesi ci furono continue segnalazioni che culminarono il 15 dicembre del 1967 con il crollo del Silver bridge, ponte costruito sul fiume Ohio. Un Ufologo, John Keel si interessò al mistero e indagò sul mostro per circa dieci anni. Keel raccontava di telefonate dove un misterioso personaggio lo informava di future sventure, diceva anche che spesso nei luoghi degli avvistamenti si notavano dei Man in black con delle strane apparecchiature.

Vennero fatte le più strane congetture sul presunto mostro volante, venne collegato agli UFO o a esperimenti militari sfuggiti di mano, visto che spesso veniva avvistato nei pressi di un deposito dismesso di tritolo in uso nella seconda guerra mondiale. Il 15 dicembre del 1967 un tragico evento fu collegato alla presenza del mostro volante nella cittadina di Poin Pleasant, il ponte Silver bridge costruito sul fiume Ohio crollò causando la morte di 46 persone. Keel sosteneva che in qualche modo il mostro volesse mettere in guardia gli abitanti della cittadina comparendo poco prima dei disastri. Keel sostiene la stranezza del crollo e delle dinamiche con i due semafori sul rosso e l’accumularsi del traffico.

Loren Coleman, autore del bestseller sulla vicenda “Mothman”, (Mothman and Other Curious Encounters), afferma:“C’è gente che mi ha scritto dicendo che strane creature sono state avvistate anche dopo l’11 settembre”. mentrer Rick Moran, un giornalista che ha condotto per la rivista Fortean Times  un’indagine sul caso, non vede particolari misteri in quell’episodio. “Non credo che il crollo del ponte sia veramente collegato alla vicenda di Mothman”. L’indagine che si svolse all’epoca, infatti, determinò che il crollo fu dovuto a una serie di eventi: il deterioramento del metallo, un cedimento strutturale, il cattivo tempo e l’accumularsi del traffico sul ponte. Tutto ciò contribuì al crollo del ponte.

Moran ha intervistato tutti coloro che ancora vivevano a Point Pleasant e che avevano assistito a qualcosa di strano tra il 1966 e il 1967. “Le versioni dei testimoni corrispondevano a quelle date tanti anni prima” dice Moran. “Più le domande si facevano specifiche e più mi convincevo che i testimoni avevano effettivamente visto qualcosa”.
Che cosa?“

Un fatto che colpisce, come spiega Joe Nickell, esperto nella soluzione di misteri ed enigmi paranormali. “La creatura aveva occhi luminosi come i fari di un automobile. Ora, chi come me si interessa di ornitologia saprà che di notte gli occhi di alcuni uccelli risplendono di colore rosso se illuminati da una torcia o dai fari di un auto. Il rosso che si vede non è il colore dell’iride, ma quello della membrana vascolare sottostante”.

Nella Virginia dell’Ovest e in altre zone esiste una creatura alata, che ha abitudini notturne e grandi occhi rotondi, che sembrano rossi se illuminati. Ha il collo incassato tra le spalle, ha ali molto grandi, lunghe zampe e ricorda da vicino i disegni fatti dai testimoni che dissero di avere visto Mothman.

Stiamo parlando di un barbagianni, un uccello che si muove solo di notte e che per questo si vede raramente e può indubbiamente spaventare chi se lo dovesse trovare davanti. Certo non ha le dimensioni di un uomo, ma, grazie all’estesa apertura alare e alle lunghe zampe, può apparire più grande di quello che effettivamente è.

“Il buio, la sorpresa, la paura e altri fattori emotivi possono alterare il ricordo e la percezione di quanto è stato probabilmente visto e, cioè, un barbagianni”.

Ufo, alieni, esperimenti genetici, mostri da altre dimensioni, il tentativo di spiegare i fatti di Point Pleasant sono stati tanti ma davano più domande che risposte.

Un paio di giorni prima alcuni operai che lavoravano in un cimitero videro l’essere volante ma solo dopo il susseguirsi degli eventi raccontarono dell’avvistamento, forse suggestionati dai fatti.

Oliver Melis è owner su facebook delle pagine NWO ItaliaPerle complottare e le scie chimiche sono una cazzata.