sabato, Aprile 26, 2025
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Il Falcon 9 di SpaceX ha ottenuto la certificazione necessaria per il lancio di missioni scientifiche con la più alta priorità

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Il razzo Falcon 9 di SpaceX può ora lanciare le missioni scientifiche più costose e con la priorità più alta della NASA.

Il Launch Services Program (LSP) della NASA ha certificato il Falcon 9 a due stadi  come un razzo di “Categoria 3“, hanno annunciato i rappresentanti SpaceX.

La certificazione LSP Categoria 3 è un risultato importante per il team Falcon 9 e rappresenta un’altra pietra miliare nella nostra stretta collaborazione con la NASA“, ha detto in una nota Gwynne Shotwell, presidente e direttore generale di SpaceX. “Siamo onorati di avere l’opportunità di fornire servizi di lancio economicamente convenienti e affidabili ai payload scientifici più critici del Paese“.

La scala di certificazione LSP arriva solo alla categoria 3, che è riservata ai lanciatori più affidabili. Secondo i tecnici dell’LSP, la categoria 3 viene certificata solo ai razzi che abbiano dimostrato di avere un’affidabilità superiore al 90%.

Per fare un confronto, i lanciatori di categoria 2, livello raggiunto dal Falcon 9 nel 2015, dovrebbero svolgere senza incidenti le loro missioni dall’80 al 90% delle volte.

Un razzo SpaceX Falcon 9 lancia il Transite Exoplanet Survey Satellite (TESS) della NASA dalla stazione di Air Force di Cape Canaveral in Florida il 18 aprile 2018.

Un razzo SpaceX Falcon 9 lancia il Transite Exoplanet Survey Satellite (TESS) della NASA dalla base dell’Air Force di Cape Canaveral in Florida il 18 aprile 2018. Credit: SpaceX

Solo i razzi di Categoria 3 possono lanciare le missioni NASA più costose, più importanti e più complesse – progetti come il Telescopio Spaziale Hubble, il Mars rover Curiosity e il James Webb Space Telescope. (Hubble fu lanciato dallo space shuttle Discovery nell’aprile del 1990, Curiosity è stato lanciato da un razzo United Launch Alliance Atlas V nel novembre del 2011 e lo space telescope James Webb sarà portato in orbita da un razzo Arianespace Ariane 5 nel marzo 2021).

Il Falcon 9 ha debuttato nel giugno 2010 e ha al suo attivo oltre 60 lanci. Ad oggi, solo un lancio non è andato a buon fine: un decollo del giugno 2015 che avrebbe dovuto inviare la capsula robotica Dragon della SpaceX con un carico di rifornimenti destinati alla Stazione Spaziale Internazionale.

Un Falcon 9 è esploso sul pad nel settembre 2016 durante un test pre-lancio, distruggendo un satellite per comunicazioni AMOS-6.

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Il Falcon 9 è, ad oggi, l’unico razzo parzialmente riutilizzabile. I primi stadi del Falcon 9 sono riusciti a tornare a terra per essere riutilizzati 30 volte e un certo numero di questi booster sono stati rinnovati e ridisegnati. Il fondatore e CEO di SpaceX, Elon Musk, ha detto, in un’intervista, che vorrebbe arrivare a riutilizzare anche il secondo stadio e le carene di carico del Falcon 9 (i coni terminali che circondano i satelliti durante il lancio).

Da gennaio 2019, il Il Falcon verrà utilizzato anche per lanciare la navicella in grado di trasportare fino a 7 astronauti Dragon Crew.

Curiosity vive ed esplora insieme a noi

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Dopo aver sofferto un paio di problemi ai computers che lo gestiscono, facendo temere, dopo la perdita di Opportunity ridotto al silenzio dall’ultima tempesta globale marziana, che avremmo perso l’ultima presenza attiva sulla superficie marziana, il rover della NASA Curiosity sembra essere tornato in buona efficienza, infatti si è portato su un nuovo sito e ha praticato un foro di prova, secondo quanto riferisce la NASA.

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Curiosity Rover

@MarsCuriosity

Nel nuovo sito, soprannominato Highfield, il rover è riuscito a praticare un foro ed ora sta analizzando la polvere prelevata dal buco al di sotto la superficie. Curiosity osserverà anche come la polvere accumulata ai lati del foro si muove nel tempo, il che servirà, essenzialmente, per capire il movimento del vento.

Per i tecnici della NASA questo è un momento interessante per quanto riguarda i movimenti del vento, infatti si sta aspettando che l’area dove è rimasto inerte Opportunity sia investita da raffiche di vento abbastanza forti nella speranza che queste possano ripulire i pannelli solari del vecchio roverino abbastanza da permettere alle batterie di ricaricarsi. Questa è un po’ l’ultima speranza di riportare in attività Opportunity che, inviato su Marte 14 anni fa per una missione di 90 giorni, ha funzionato egregiamente fino allo scorso 10 giugno quando una tempesta di sabbia globale ha impedito che le sue batterie si ricaricassero regolarmente.

I tecnici della NASA sperano che fenomeno meteorologico stagionale noto come “diavoli di sabbia” sia in grado di eliminare la polvere dai pannelli solari di Opportunity e aiutarlo a tornare alla normale operatività.

Nel frattempo, Curiosity ha percorso circa 60 metri dopo la lunga inattività dovuta ad un problema, non ancora del tutto risolto, al computer di backup con il quale sta funzionando già da alcuni anni dopo che il principale aveva avuto un problema con la memoria. Per riattivare il rover i tecnici NASA hanno dovuto riattivare il computer principale che, però, ha problemi di memoria.

Per questa ragione, dalla sala operativa stanno cercando di risolvere via software il problema al computer di backup nella speranza di poter tornare a disporre della piena operatività di Curiosity.

Indonesia: il MUI emette una fatwa contro i vaccini; indovinate cosa sta succedendo ora…

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In agosto, il Consiglio Islamico dell’Indonesia ha proclamato un fatwa, cioè un decreto religioso, che ufficialmente e religiosamente sentenzia la proibizione del vaccino per il morbillo e la rosolia, sulla base del fatto che conterrebbe tracce di maiale, animale intoccabile per la religione musulmana e vietato dal Corano.

Il proclama religioso o fatwa,  proclamato dal Consiglio Islamico degli Ulema indonesiani (MUI) ma, di fatto, non essendo una legge dello stato, non è giuridicamente vincolante in alcun modo.

Malgrado siano previste delle eccezioni che permettano l’uso del vaccino in mancanza di misure alternative adeguate, milioni di Indonesiani, nel pieno spirito della delibera, hanno aderito al proclama, causando il conseguente crollo dei tassi di vaccinazione.

Come già precisato, il proclama non è di natura giuridicamente vincolante, se non per coloro che applicano in maniera rigorosa i dettami dell’Islam. Purtroppo, i fedelissimi lo hanno preso sul serio, anche per colpa dei tanti dubbi dovuti alla disinformazione che già erano diffusi nel paese. La fatwa è stata sufficiente a causare nella nazione un significativo declino della diffusione dei vaccini contro morbillo e rosolia.

A causa della sua posizione geografica isolata e delle sue condizioni socioeconomiche, l’Indonesia ha faticato non poco per far vaccinare una porzione significativa della popolazione, e sono diverse le aree del paese dove i focolai di epidemie trasmissibili sono persistenti e per niente rari.

In aggiunta a tutto ciò il sentimento anti-vax non è certamente stato d’aiuto.

Le autorità sanitarie dei paesi musulmani in tutto il mondo sono state costrette ad avere a che fare con la crescente diffidenza dell’opinione pubblica riguardo le vaccinazioni, portando a un aumento di patologie che potrebbero benissimo essere evitate e prevenute.

Arriva allora tempestivo l’incoraggiamento dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità che, grazie al Global Vaccine Action Plan (GVAP), si pone  l’obiettivo di prevenire le morti per morbillo e rosolia, garantire la copertura vaccinale totale anche con programmi di immunizzazione e decisioni politiche basate su prove d’efficacia scientifica che promuovano i vaccini esistenti e ne introducano di nuovi.

Davanti a questo scenario, le autorità sanitarie indonesiane si sono unite nello sforzo comune per concretizzare tale piano e debellare morbillo e rosolia.

Per ovvie ragioni, questo impegno ha comportato anche il superamento di considerevoli ostacoli nel lancio di un programma di vaccinazione nell’Isola di Giava, con l’obbiettivo di offrire copertura ad un numero di circa 70 milioni  bambini di età compresa tra 9 mesi e 15 anni.

Finora, sta funzionando.

Siamo felici di aver raggiunto il nostro target di copertura del 95%’” dichiara soddisfatto Soekarwo, governatore  della zona orientale dell’isola, non dimenticando però la promessa di raggiungere una copertura totale che dovrebbe riguardare tutta la provincia.

Questi sforzi però richiedono l’impegno e il sostegno dell’opinione pubblica, in primis rassicurando le famiglie. Un passo importante da fare è assicurare ai genitori che tali vaccini non solo non costituiscono pericolo, al contrario permettono di salvaguardia della vita, ma che non sono nemmeno in conflitto col credo religioso.

Al centro della preoccupazione, è l’uso di gelatine di derivazione suina usate come agente stabilizzante in alcuni  vaccini.Questo fatto non è considerato un problema grave per la maggior parte dei gruppi ebraici e islamici, specialmente quando c’è in ballo la salute pubblica, anche perché i vaccini precedenti utilizzati in Indonesia non erano visti di buon occhio in quanto considerati non puliti o halal, cioè non conformi alla legge islamica. Per questo motivo, la Commissione sanitaria dello Stato Terengganu in Malaysia, ha emesso un suo proprio decreto rendendo obbligatoria la vaccinazione per i Musulmani nati nel 2006.

Con la fatwa in vigore, le autorità sanitarie si preparano ad affrontare una dura battaglia per mantenere le loro promesse non solo a Giava ma in tutte le altre provincie. Il consiglio ha fatto sapere alla popolazione che, in assenza di vaccinazioni, i rischi per la salute pubblica sono significativi e che non esistono al momento misure alternative al vaccino morbillo-rosolia.

Inizialmente, la fatwa dichiarava velatamente che coloro che appartenevano alla fede islamica dovevano immunizzare le loro famiglie facendo uso di un metodo illegale in attesa che le autorità mantenessero l’impegno di rendere disponibili misure alternative ma gli effetti di questa comunicazione poco chiara non si fecero attendere e furono profondi.

In netto contrasto con la quasi completa copertura vaccinale di Giava, gli altri distretti hanno raggiunto solo una misera copertura inferiore addirittura al 7%, in preda alla preoccupazione haram. Il governatore della provincia ultraconservatrice Aceh, ha, nel frattempo, appoggiato il programma di vaccinazione, ma resta da vedere se questo comporterà una sostanziale differenza nella copertura.

Affinchè il programma di vaccinazione contro la rosolia si riveli efficace, è necessaria una copertura immunitaria della popolazione intorno all’80%. Invece per il morbillo l’obiettivo si alza al 95%.

E intanto morbillo e rosolia hanno una forte incidenza nelle provincie che non hanno conseguito gli obbiettivi di copertura.

L’Indonesia deve ora affrontare significativi ostacoli e impedimenti per raggiungere e superare anche solo i target minimi di copertura. Un vaccino halal potrebbe risolvere il problema una volta per tutte, usando per esempio gelatine derivate da bovini. Ma un vaccino del genere richiederebbe anni e anni di sperimentazione.

La speranza è che il MUI riveda la sua posizione in tempi brevi e aiuti la popolazione, di qualsiasi fede e indifferentemente dalla religione, a salvaguardarsi contro queste malattie che possono essere invalidanti e mortali.

Fonte: sciencealert

Nessun pericolo dagli asteroidi che sfioreranno la Terra questo week end

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Ci risiamo: negli ultimi giorni, diversi tabloid sono usciti con titoli allarmanti a proposito di tre grandi asteroidi che sfioreranno la Terra durante questo fine settimana, tra questi uno sarebbe grande quanto un grattacielo!

Come al solito, però, si tratta di titoli fatti per attirare l’attenzione della gente e ottenere visualizzazioni e click. In effetti, durante questo week end diversi asteroidi di varie dimensioni passeranno nei pressi della Terra ma, secondo quanto riferisce il sito web della NASA dedicato all’osservazione degli oggetti prossimi alla Terra, da oggi fino al 13 ci saranno 4 passaggi relativamente ravvicinati di asteroidi. Di questi, solo uno, il più piccolo, passerà alla stessa distanza della Luna, tutti gli altri transiteranno oltre l’orbita della Luna. In tutti i casi non c’è nessun pericolo di impatto tra questi oggetti stellari e la Terra.

Nessun pericolo, dunque. ci sfiorano asteroidi ogni giorno ma molti di loro sono troppo piccoli per essere rilevabili, o addirittura potenzialmente pericolosi.

Tuttavia, la NASA tiene d’occhio circa il 95% delle rocce spaziali più grandi e pericolose, per ogni evenienza.

Secondo la classificazione ufficiale stabilita dalla NASA degli asteroidi prossimi alla Terra, qualsiasi cosa più piccola di circa 140 metri non è considerata potenzialmente pericolosa.

Con queste metriche, i quattro asteroidi che stanno per passare da questo fine settimana non rivestono alcuna minaccia.

Eccoli:

  • Asteroid 2018 VA2 effettuerà il suo passaggio ravvicinato alle 01:01 GMT di venerdì 9 novembre a una distanza di 718.070 chilometri (446.188 miglia). Ha un diametro da 10 a 23 metri.
  • Asteroid 2018 VS1 si avvicina alle 14:03 di sabato 10 novembre ad una distanza di 1,39 milioni di chilometri. Ha un diametro da 13 a 28 metri.
  • Asteroid 2018 VR1 si avvicina alle 14:19 di sabato 10 novembre a una distanza di 5,06 milioni di chilometri. Ha un diametro da 14 a 30 metri.
  • Asteroid 2018 VX1 effettuerà un passaggio ravvicinato alle 18:20 di sabato 10 novembre ad una distanza di 381.474 chilometri. È il più vicino, ma il più piccolo, di tutti e quattro, e passerà più o meno alla distanza della Luna che è 384.400 chilometri, ma è grande solo da 7,9 a 18 metri di diametro.

La prossima settimana, inoltre, alcuni asteroidi molto più grandi passeranno dalle nostre parti ma a distanze molto maggiori.

Per il momento, nel caso un asteroide pericoloso entrasse in rotta di collisione con la terra non sapremmo come respingerlo ma la NASA ci sta lavorando. Il sistema di rilevamento è in costante miglioramento e nel 2021 gli ingegneri della NASA testeranno un metodo per deviare gli asteroidi a rischio d’impatto con la Terra.

SpaceX: presto un secondo stadio del Falcon 9 a forma di BFS per testare schermature termiche e sistemi di volo supersonici

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Di cosa parlerebbero gli appassionati di missioni spaziali se dovessero attenersi alle tempistiche della NASA per avere qualcosa di cui parlare? Per fortuna c’è SpaceX, l’azienda spaziale privata appartenente al vulcanico e visionario Elon Musk che, periodicamente, sforna novità sulle quali gli ammiratori possono sbizzarrirsi.

Come, credo, tutti sanno, Elon Musk punta ad arrivare su Marte con una sua astronave per primo e ad avviare una colonia umana sul pianeta rosso prima ancora che la NASA riesca a mettervi piede con un suo astronauta. A questo scopo, la SpaceX sta sviluppando un’astronave, per ora finanziata dai proventi della sua attività commerciale spaziale che consiste essenzialmente nel mettere in orbita bassa satelliti per conto terzi (qualcuno anche in orbita geostazionaria, per non parlare della propria costellazione di satelliti Starlink e dei voli di rifornimento alla stazione spaziale internazionale con la navetta Dragon, mentre siamo in attesa che comincino i voli con equipaggio umano con la capsula Dragon Crew).

Questa astronave sarà di una classe diversa rispetto alle capsule costruite finora da chiunque, sarà qualcosa di davvero più vicino all’idea che ci siamo fatti di un’astronave, attraverso film e romanzi di fantascienza. La Big Falcon Rocket, questo il nome della classe della nave spaziale, potrà trasportate,  a pieno carico, fino a 100 persone di equipaggio ed un carico di circa 150 tonnellate di materiale. Per il primo volo di questa classe di astronavi, Elon Musk, come ha accennato su Twitter, ha già pronto il nome, come al solito mutuato dall’iconico romanzo di fantascienza “Guida galattica per autostoppisti” che sarà “Cuore d’oro“.

SpaceX ora punta a testare le componenti chiave del design di volo della sua nave spaziale destinata a raggiungere Marte ma anche, nel 2023, a trasportare un miliardario cinese e otto grandi artisti (e forse lo stesso elon Musk) in un viaggio turistico che circumnavigherà al Luna.

È quanto ha scritto in un tweet di un paio di giorni fa Elon Musk, sempre bulimico nella sua comunicazione online. Il progetto prevede un upgrade del secondo stadio del razzo Falcon 9 che sarà realizzato come “un mini BFR”

Puntiamo ad un volo orbitale entro giugno“, ha scritto in un altro tweet il visionario scienziato miliardario, patron di SpaceX, di Tesla, di Solar City e di diverse altre aziende innovative. 

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Elon Musk @elonmusk
Un'illustrazione dell'artista che mostra astronavi SpaceX BFR sulla superficie di Marte.
Un’illustrazione artistica che mostra astronavi SpaceX-BFR sulla superficie di Marte. – Credit: SpaceX

L’imminente modifica del Falcon 9 apparentemente servirà per aiutare i tecnici di SpaceX a comprendere meglio alcuni dei regimi di volo più impegnativi che il BFS dovrò sperimentare.  

Lo scudo termico ultra leggero e le altre superfici di controllo Mach sono quelle cose che non possiamo testare bene senza l’ingresso orbitale“, ha detto Musk in un altro tweet. 

Musk ha anche spiegato che il secondo stadio appena ridisegnato non farà un atterraggio controllato sulla Terra, come hanno fatto finora circa 30 primi stadi del Falcon 9 (e come, nelle intenzione di Musk, dovrà fare il BFS sulla superficie di Marte, la luna e altre destinazioni cosmiche).

Penso che abbiamo un discreto controllo sugli atterraggi propulsivi“, ha twittato. In un altro tweet, ha aggiunto che SpaceX sta costruendo una “nave di sviluppo BFR per effettuare un test supersonico di atterraggio alla base di Boca Chica, in Texas“. Boca Chica è un’area nel sud del Texas che sarà l’hub della compagnia per i test BFR e BFS, come hanno spiegato alcuni funzionari di SpaceX.

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Everyday Astronaut@Erdayastronaut

How will it propulsively land? The MVac would be too high TWR and have flow separation at sea level… or will this just be to practice the reentry regime?

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Elon Musk

@elonmusk

Won’t land propulsively for those reasons. Ultra light heat shield & high Mach control surfaces are what we can’t test well without orbital entry. I think we have a handle on propulsive landings.

Se lo sviluppo del gruppo BFR+BFS procederà senza intoppi, la grande astronave potrebbe iniziare a trasportare persone su Marte entro la metà degli aani ’20, secondo Musk. L’obiettivo a lungo termine è quello di creare e supportare una città di milioni di persone sul Pianeta Rosso, idealmente entro i prossimi 50 o 100 anni.

Nei piani di SpaceX, il sistema BFR+BFS, alla fine sarà qualcosa di ben più ambizioso del sistema SLS+Orion in fase di sviluppo da parte di Lokheed-Martin per la NASA. Il sistema sarà in grado di fare tutto ciò che SpaceX gli chiede, dal lancio di satelliti nell’orbita terrestre alta fino a ripulire la spazzatura spaziale, passando per trasportare passeggeri su viaggi “punto a punto” superveloci qui sulla Terra, oltre, naturalmente, a trasportare turisti sulla Luna e colloni su Marte.

La rana-toro da sei chili

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di Oliver Melis

Il 25 maggio 2017, la pagina Facebook della South Texas Hunting Association ha pubblicato due immagini di un uomo con una rana toro insolitamente grande:

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Markcuz Rangel ha condiviso una mostruosa rana-toro catturata il pomeriggio del giorno precedente in uno stagno luogo di pesca nel sud del Texas situato a Batesville.

Sebbene la South Texas Hunting Association abbia affermato che questa immagine mostrava una vera rana toro da quais sei chili, il sito Snopes.com, che ha commentato la notizia, si è detto da subito scettico nei confronti di questa affermazione riguardo alle dimensioni della creatura.

Semplicemente, 6 chili è un peso troppo grande per una rana. Le rane toro americane adulte, le rane più grandi degli Stati Uniti, pesano solo circa 1,5 chili che comunque è già un peso ragguardevole.
Anche la rana più grande del mondo, la rana di Golia, è troppo piccola per soddisfare i requisiti di questa affermazione. La Rana Golia, che ha una gamma di habitat relativamente piccola in Camerun e Guinea Equatoriale (e non si trova nel Sud del Texas), pesa solo circa tre chili.

Oltre al suo peso esagerato, si è sospettato che l immagine renda la rana più grande di quanto non sia in realtà forzando sulla prospettiva. È molto probabile che il cacciatore usi un attrezzo di qualche tipo per tenere la rana più vicina alla telecamera. Questo pone la rana in primo piano, facendola apparire molto più grande rispetto all’uomo, che resta in piedi sullo sfondo.

Ci sono tante fotografie curiose che mostrano che “tengono in mano” un monumento o magari il Sole o la Luna e questi sono buoni esempi di fotografia prospettica forzata. Provate a immaginare un uomo che tiene fermo un enorme monumento o un aereo e chiaramente non ha le stesse dimensioni dell’oggetto che ha apparentemente vicino.

La rana non è grande come sembra dall’immagine, è solo un’illusione ottica creata dalla posizione della rana verso la telecamera.

Un’affermazione simile, con una fotografia simile, che usava lo stesso trucco ottico, è stata fatta circolare nel novembre 2015. Quell’immagine era anch’essa falsa.

secondo un nuovo studio ci sarebbe un collegamento tra possibilità di sviluppare autismo ed inquinamento

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L’autismo preoccupa sempre di più  la salute pubblica: sempre più casi vengono registrati ogni anno, grazie anche  alle nostre abilità di diagnosticare più accuratamente la condizione.

Sebbene le cause dell’autismo non sono ancora state pienamente comprese, si ritiene che più della metà dei fattori che contribuiscano a questo disordine siano genetici. Tuttavia aumenta sempre più il riconoscimento di alcune  componenti ambientali e altri fattori come cause potenziali dell’autismo.

A questo proposito emerge un’analisi che esamina gli effetti a lungo termine dell’esposizione all’inquinamento durante i primi anni dell’infanzia su persone affette da DSA ( disturbi dello spettro autistico).

Secondo questo studio,  pubblicato sulla rivista  multidisciplinare Environment International,  l’esposizione all’inquinamento atmosferico può causare autismo e tratti di tipo autistico.

All’interno di questo dibattito, Yuming Guo – professore associato della Monash University’s School della Pubblica Salute e Medicina Preventiva –  afferma che  ‘’Il cervello in sviluppo dei bambini molto piccoli risulta  più vulnerabile  alle esposizioni tossiche dell’ambiente e vari studi hanno suggerito che ciò  può avere un impatto sulla funzione cerebrale e sul  sistema immunitario’’.

Un grande passo avanti, ma con ancora tanta strada da percorrere. Infatti il professore riconosce che ‘’questi effetti possono spiegare il forte collegamento che troviamo tra esposizione a sostanze inquinanti nell’aria e DSA, ma sono necessarie  nuove e ulteriori ricerche per esplorare più ampiamente  l’associazione tra inquinamento atmosferico e salute mentale’’.

La situazione è preoccupante in quanto, come afferma l’esperto,  l’inquinamento atmosferico globale sta rapidamente peggiorando.

Con la pubblicazione del  suo lavoro su Environment International, i ricercatori eseguono studi multipli su esseri umani e animali, esaminando gli effetti  a lungo termine dell’esposizione all’inquinamento su DSA  nell’utero e durante i primi anni di vita del bambino. Inoltre viene dato uno sguardo più attento e specifico sugli effetti che hanno sulla salute tre tipi di particolari sostanze – tra le quali  troviamo le  polveri sottili aerodisperse, che sono sottoprodotti di emissioni di industrie, costruzioni edilizie e inquinamento di veicoli.

Lo studio incorpora un totale di 124 bambini affetti da DSA e 1240  bambini in salute. Il team ha scoperto che l’esposizione  a certi tipi di inquinamento può aumentare il rischio di sviluppare DSA fino al 78%.

Ne emerge un quadro allarmante, perché si parla di inquinamento e dei suoi prodotti diretti : in particolare  un sottoprodotto chiamato diossina genera dei cambiamenti e delle  malfunzioni dei mitocondri, della ghiandola tiroidea e della comunicazione delle cellule nervose, che possono sfociare  in autismo.

Le diossine sono un sottoprodotto di certi processi industriali come lo sbiancamento della carta o la produzione di certi pesticidi ed erbicidi. Sin da quando cominciano il loro insano degrado, le diossine si accumulano  nell’ambiente e nell’atmosfera fino ad arrivare agli organismi viventi. Le persone  che sono più comunemente esposte ad esse conducono  un alimentazione basata su cibi di derivazione animale, latticini o carne.

E quando un bambino si trova esposto alle diossine durante la fase più vulnerabile dello sviluppo del suo cervello, si rileverebbe un aumento del rischio di sviluppare DSA o tratti di tipo autistico.

Comunque gli autori notano anche la presenza di altre sostanze inquinanti che probabilmente concorrono nello sviluppo del disturbo da spettro autistico , in questo modo è difficoltoso dire se le diossine conducano direttamente a questa condizione.

Negli ultimi 50 anni, sono stati prodotti ed elaborati più di 80 mila agenti chimici, 3000 dei quali sono usati largamente e senza dubbio costituiscono un rischio per l’uomo.

La situazione sembrerebbe ormai senza via d’uscita, ma sebbene sia indubbiamente complicata da gestire, occorre agire in maniera tempestiva.

Comprendendo la problematica  e come questi agenti si ripercuotono sulla salute umana, con una giusta  informazione  delle politiche standard globali si potrebbe addirittura arrivare a ridurre il danno  in futuro.

Tenerissimo questo video con l’orsetto ma gli esperti storcono la bocca

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Sicuramente, negli ultimi giorni sarà capitato a molti di vedere questo video diventato ormai virale.

Si tratta dell’ennesimo video carino, con  protagonista un graziosissimo e cuccioloso animale: un orsetto che arranca nel seguire la madre nella scalata di un ripido pendio nevoso, cadendo e rotolando giù ma senza mai arrendersi fino a riuscire a raggiungere la cresta già scalata dalla madre.

Il video è diventato virale, con oltre 14 milioni di visualizzazioni. In pratica, la scorsa settimana i social sono stati invasi dal video di questo cucciolo d’orso che cerca di arrampicarsi goffamente e con non poca fatica su di una montagna innevata per raggiungere mamma orsa.

Assistiamo a numerosi tentativi falliti da parte del cucciolo, non mancano esilaranti scivoloni, a volte snervanti, lungo il fianco della montagna. Il web impazzisce per queste cose. Ma alla fine  il cucciolo finalmente ce la fa  e riesce a ricongiungersi con la madre. Niente di più tenero e carino, se vogliamo anche commovente, insomma un’ esca perfetta per gli amanti dei video coccolosi .

Di fronte a tanta tenerezza, il popolo del web ha cominciato a condividere il video con hashtag come ‘’mai arrendersi’’ e mentre migliaia di persone erano intente a commentare la simpatia dell’impresa, i ricercatori e gli operatori di droni invece hanno notato qualcosa di preoccupante. Il drone che ha catturato la sequenza sembrerebbe trovarsi pericolosamente vicino alla vita della fauna selvatica.

Insieme ai commenti dei piloti di droni è arrivato quello della paleoecologista e assistente professore di  Scienze climatiche dell’Università del Maine, Dott.ssa. Jacquelyn Gill che con un tweet ha definito il video ‘’una bravata pericolosa da parte un operatore irresponsabile’’ – specificando che  ‘’Tormentare la vita selvatica degli animali per una foto, un selfie o un video non è mai ok. Rispettate gli animali dando loro spazio, e non condividendo posts che li vedono chiaramente in difficoltà o in pericolo solo perché qualcuno si è messo in testa di far diventare i video virali’’.

Senza dubbio, i droni sono incredibilmente utili per documentare e farci apprendere la vita degli animali selvatici nel mondo . Infatti nel giro degli ultimi anni, si sono dimostrati strumenti indispensabili per un incredibile numero di studi e progetti scientifici sulle biodiversità e sulla natura.

Basti vedere alcune delle incredibili riprese ad opera di droni per il documentario “Planet Earth II” della BBC.

Senza dubbio alcuno, i droni rappresentano un modo per osservare la fauna da vicino. Ma non troppo da vicino: sono strumenti il cui potenziale non è da sottovalutare, ma si potrebbe dire lo stesse delle conseguenze. Per tale motivo, non dovrebbero essere usati in modo incosciente e sconsiderato, dato che, risultando a volte rumorosi, potrebbero potenzialmente disturbare la tranquillità delle specie e della natura stessa.

Una ricerca pubblicata nel 2015 sugli orsi bruni nel nordovest del Minnesota, ha mostrato come gli apparecchi UAV (sigla di Unmanned aerial vehicle, veicoli aerei telecomandati – quali i droni) nelle vicinanze aumentino la frequenza cardiaca degli orsi, di ben 123 battiti al minuto.

I droni volando possono anche proiettare ombre o fattezze simili a quelle di uccelli rapaci e  predatori, cosa che potrebbe turbare certe specie.

Anche se gli effetti dei droni sul comportamento animale non  sono ancora stati sufficientemente studiati, scienziati e operatori di droni stanno prestando sempre più attenzione ai problemi che ne potrebbero derivare e stanno acquisendo sempre più consapevolezza delle conseguenze che possono procurare agli animali.

Lo dimostra un tweet dell’ecologista geografa dottoranda all’Università di Calgary, Lucy Gem Poley che sostiene che ‘’come  operatrice di droni, posso confermare che questi strumenti sono rumorosi e inaspettatamente spaventosi. Posso solo immaginare quanto siano fastidiosi per le specie animali’’ aggiungendo ‘’ Anche se i droni non generano un rilevante reazione sul comportamento animale, potrebbero comunque influenzarlo fisiologicamente (stress ormonale, frequenza cardiaca…)’’

Tornando al video in questione la risposta su twitter di un’altra operatrice di droni, Lida Far, non lascia spazio a dubbi,  definendosi ‘’disgustata dal modo in cui  l’operatore si sia spinto così fino a fondo per ottenere lo scatto perfetto’’

Ora, è  impossibile dire se gli orsi protagonisti del video in questione siano stati influenzati dalla presenza del drone ma il video serva di lezione per riflettere  e prestare maggior attenzione ai nostri comportamenti perché da questi ne possono derivare conseguenze, a volte spiacevoli, sulla vita delle specie che si trovano in natura.

Pezzi di un “UFO” caduti dal cielo danneggiano case ed edifici in un remoto villaggio cambogiano

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I residenti di un piccolo e remoto villaggio cambogiano sono stati svegliati da una sorpresa insolita – e un po’ pericolosa – la settimana scorsa, quando sono stati visti pezzi di metallo piovere dal cielo. Ad ora, le autorità non hanno ancora diffuso una versione ufficiale sulle cause dell’insolito fenomeno, portando alcuni a credere che dietro l’incidente potrebbe esserci qualcosa di extraterrestre.

Gli abitanti dell’area di Preah Vihear hanno detto di aver sentito un forte boato intorno alle 6:00 ora locale. Sono corsi fuori dalle case e hanno visto dozzine di pezzi di alluminio del peso di oltre 40 chilogrammi cadere dal cielo, colpendo le case e facendo danni per un raggio di 10 chilometri. Fortunatamente, non vengono riferiti feriti.

” Era mattina presto ed ho sentito un grande rumore che mi ha spaventato. Subito ho pensato che fosse successo qualcosa di brutto”, ha detto Sok Nol, un abitante del villaggio.” Quando sono andato a vedere c’era un grosso pezzo di metallo in terra in un campo e altri pezzi più piccoli intorno. Al momento abbiamo pensato si fosse schiantato un aereo ma nessuno dei pezzi faceva pensare ad un aereo…”

Anche la polizia locale non ha saputo spiegare l’eventi. Yin Chamnan, capo della polizia di Preah Vihear, ha confermato che i resti metallici sono state recuperati nel villaggio e ha spiegato che neanche la polizia regionale è riuscita a individuare la provenienza dei resti. Il caso verrà ora gestito da un team di specialisti.

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Complessivamente, 17 pezzi di alluminio e gomma sono caduti dal cielo.

”Abbiamo trovato più di 17 frammenti di alluminio e gomma. Ma stiamo continuando la ricerca e stiamo raccogliendo ulteriori informazioni dai testimoni”, ha detto.

Alcuni pensano che qualcosa fuori dal mondo possa essere responsabile.

Altri pensano che potrebbero essere frammenti di un drone perché i pezzi ritrovati non erano molto grandi. Quanto all’effettiva provenienza, nessuno se la sente di azzardare ipotesi.

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Si stima che i frammenti pesassero circa 40 chilogrammi 
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Come detto, al momento le autorità non hanno rilasciato alcuna spiegazione ufficiale riguardo all’accaduto e le ipotesi si susseguono.

La più probabile appare quella relativa alla possibilità che i frammenti appartengano a qualche grosso satellite o ad un grosso pezzo di spazzatura spaziale.

Elon Musk ritiene necessaria una Space Force. Novità sul BFR e Marte

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L’amministratore delegato di SpaceX, Elon Musk, afferma di sentirsi in sintonia con l’amministrazione Trump circa l’idea di creare una Space Force separata dalle altre forze armate.

In un’ampia intervista concessa al sito specializzato in tecnologia Recode, Musk ha sottolineato che anche quando fu creata l’arma dell’aeronautica militare, all’indomani della seconda guerra mondiale, ci furono molte reazioni negative e l’idea fu messa ripetuta mente in ridicolo, anche sottolineando l’inutilità dello spendere tanti soldi per creare un’arma indipendente. Per Musk, la nascita di una Space Force sarà inevitabile ed è bene cominciare a pensarci fin da ora.

Non sappiamo se il fatto che SpaceX e Blue Origin oggi sono le sole aziende private in grado di fornire un adeguato supporto logistico alla nuova branca delle forze armate abbia un qualche peso nella valutazione dell’istrionico imprenditore ma, in ogni caso Musk, nelle sue dichiarazioni, è apparso entusiasta del progetto dando il suo endorsement.

Secondo Musk, “Molta gente non ricorda quanto fu considerato ridicolo ed inutile creare l’Air force ma oggi tutti considerano una cosa ovvia che esista. Così sarà anche per la Space Force: oggi può apparire un’idea controversa ma col tempo diventerà ovvia l’utilità di una forza spaziale.

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Elon Musk, nell’intervista, ha collegato la Space Force e l’esplorazione spaziale, un’attività tradizionalmente associata ad agenzie civili come la NASA. “Sai, la difesa nello spazio è fondamentale, tutti quei satelliti valgono un sacco di soldi. E poi penso anche che potrebbe essere molto utile per espandere la nostra civiltà quando ci avventureremo nello spazio esterno.

Penso che potremmo avere una base sulla luna, per esempio. Una base su Marte. Bisogna pensare in grande ed espandere l’idea di una Space Force“, ha continuato.

Musk ha riconosciuto nell’intervista di non avere avuto “conversazioni dettagliate” con l’amministrazione Trump sui suoi piani per la Space Force e su quanto seria sia la Casa Bianca nella sua attuazione. “Ma penso che diventerà ovvio nel tempo che una Space Force è una cosa sensata da fare.”

Nell’intervista, che si concentrava più sulla sua altra società, la casa automobilistica Tesla, Musk non ha parlato molto delle attività di SpaceX. Ha, però, confermato che che SpaceX “punta ancora al 2024” per la sua prima missione su Marte, ma ha detto che la prima missione marziana del Big Falcon Rocket (BFR) potrebbe essere senza equipaggio. “Non sono sicuro che ci saranno persone a bordo o no“. Musk aveva detto, in un discorso del settembre 2017, che le prime due missioni verso Marte di SpaceX con equipaggio sarebbero andate su Marte nel 2024 con il BFR, un obbiettivo temporale che lo stesso Musk aveva successivamente indicato come “un’aspirazione“.

Speriamo che ci siano persone a bordo“, ha detto a proposito della missione del 2024. “Ma penso che ci sia una buona possibilità che almeno un velivolo senza pilota vada su Marte. Penso che proveremo a fare questo.”

Musk ha anche aggiunto che sta pensando di battezzare il primo BFR che si recherà su Marte “Heart of Gold“, e ricordiamo che “Cuore d’oro” è il nome dell’astronave con motore ad improbabilità infinità de “Guida galattica per gli autostoppisti”.