venerdì, Settembre 20, 2024
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Morbillo: per l’OMS Italia a rischio. Decreto vaccini in dirittura d’arrivo

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“Allarme rosso” in Italia per il morbillo, “non basterà il decreto sull’obbligatorietà dei vaccini per risolvere il problema”. E’ il secco giudizio di Flavia Bustreo, Assistente Direttore dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che esorta il governo ad adottare una strategia a tre livelli.

Un richiamo che giunge proprio nella giornata in cui si è concluso in Senato l’esame degli emendamenti al DL vaccini, Al termine di un accesissimo dibattito. “Non è solo il decreto sui vaccini obbligatori che potrà risolvere il problema – ha detto Bustreo -. I numeri sono inquietanti. L’Italia sta diventando il fanalino di coda in Ue e anche da noi si è cominciato a morire: nel 2017, sono stati 35 i morti nei paesi europei, di cui 31 in Romania e 3 da noi”.

Per contrastare il fenomeno, esorta la responsabile Oms, ”serve anche una campagna di informazione fatta di incontri in cui i genitori abbiano modo di esprimere le loro preoccupazioni e ricevano risposte convincenti, e l’istituzione di una commissione indipendente di esperti per contrastare la paura espressa dal fronte ‘no vax’“.

Un allarme, quello sul morbillo, confermato anche dall’ultimo bollettino dell’Istituto superiore di sanità, secondo cui sono saliti a 3.672 – contro i 3500 della scorsa settimana – i casi di morbillo registrati in Italia dall’inizio dell’anno e tre sono i decessi confermati. Intanto a Palazzo Madama si è concluso l’esame degli emendamenti al dl sull’obbligo vaccinale per l’iscrizione a scuola, e per domani è previsto il voto conclusivo del provvedimento.

Alcune novità arrivano con gli emendamenti approvati oggi: via libera a quello presentato dalla relatrice al decreto secondo il quale una persona che è immune da alcune patologie per le quali è prevista la vaccinazione obbligatoria deve venire comunque vaccinato “con vaccini in formulazione monocomponente o combinata in cui sia assente l’antigene per la malattia infettiva per la quale sussiste immunizzazione“.

Approvato anche l’emendamento che prevede la possibilità di prenotare i vaccini nelle farmacie. Ritirato, invece, l’emendamento al decreto che prevedeva l’esonero di un docente per seguire le varie pratiche vaccinali in ogni scuola.

La casa in scatola che si costruisce da sola in meno di 10 minuti

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Costruire la propria casa è il sogno della vita di molti, un sogno che oggi, con le nuove case prefabbricate in scatola che si montano da sole potrebbe realizzarsi. Per tanti se non per tutti.

Creato dalla ditta Ten Fold Engineering , l’uBox misura a circa 60 metri quadrati una volta completato il dispiegamento. L’edificio portatile può assemblarsi automaticamente, senza la necessità di fondazioni o macchinari pesanti.
Ci sono diverse varianti. Ogni casa portatile utilizza un sistema brevettato a leva che consente alle diverse parti della struttura a muoversi simultaneamente mentre l’edificio si sviluppa. Come i contenitori di spedizione, le case in scatola di montaggio possono essere impilate uno sopra l’altra per lo stoccaggio o il trasporto. Qualcosa del genere fu inventato nel mondo virtuale Second Life già dieci anni fa ma stavolta le case autorezzanti sono una realtà reale.
House in a box
“Le case pronte all’uso sono state progettate per offrire flessibilità ai proprietari”, sostiene l’architetto britannico David Martyn.
“Nel nostro nuovo mondo, abbiamo bisogno di flessibilità perché le cose cambiano rapidamente”, ha detto. “Niente altro può essere spostato alla velocità che la vita moderna richiede.
“Ci siamo domandati se fosse possibile realizzare qualcosa che fosse abbastanza grande da essere utile, per lavorare e per portare le cose necessarie” Ha detto Martyn. “A quel punto abbiamo cercato di sviluppare qualcosa di trasportabile utilizzando sistemi tradizionali come un camion, scaricabile senza bisogno di gru e operai e montabile in pochi minuti”.
Anche se sono stati inizialmente progettate come case, queste strutture possono essere utilizzate anche come uffici o per attività commerciali.
Finora, l’idea si è rivelata popolare nei settori retail, housing, eventi, miniere e energia, sostiene Andrea De Boer, responsabile per lo sviluppo di Ten Fold.
A seconda delle richieste, le nostre case possono possono essere su misura o in serie.

Gli USA (forse) concedono la residenza permanente a Charlie

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Una commissione del Congresso statunitense ha approvato all’unanimità la concessione di un permesso di residenza permanente (Green Card) per il piccolo Charlie Gard e per la sua famiglia. La possibilità di risiedere per un tempo illimitato negli Usa consentirebbe al bambino britannico, affetto da una rara malattia genetica, di ricevere la cura sperimentale ideata dal dottor Michio Hirano, neurologo della prestigiosa Columbia University.

Il permesso di residenza permanente semplificherebbe la burocrazia necessaria per l’ingresso e la permanenza negli Stati Uniti per il piccolo Charlie e la sua famiglia ma non risolve la battaglia legale in corso poiché non equivale alla cittadinanza e Charlie non può essere considerato un cittadino statunitense a cui vengono negate le cure nel Regno Unito.

Purtroppo non è affatto detto che l’emendamento proposto dal deputato repubblicano Jaime Herrera Beutler venga approvato perché diventerà legge solo dopo essere stato approvato sia dalla Camera dei Rappresentanti che dal Senato e L’iter non si preannuncia facile poiché nella proposta di legge è stato inserito il varo dei fondi per la costruzione del muro con il Messico e norme sull’inasprimento della politica migratoria.

Fonte: CNN

La via degli Yungas o Camino de la Muerte

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Il Camino de la Muerte è una strada che si trova in Bolivia e unisce la capitale La Paz alla cittadina di Coroico.

La sinistra fama che accompagna questa strada dipende dai frequenti incidenti mortali che vi si verificano, per una media che oscilla tra le 200 e le 300 vittime all’anno. il 24 luglio 1983 oltre 100 persone vi morirono in un singolo incidente stradale. Sembrerebbe quasi che su questa strada incomba una maledizione che non perdona.

In effetti la strada, lunga 56 chilometri, non è pavimentata ed il suo fondo è sterrato, è molto stretta, al punto che quando due camion provenienti da direzioni opposte si incrociano devono procedere a passo d’uomo ripiegando gli specchietti retrovisori per non urtarsi, attraversa le montagne con pendenze molto pronunciate ed è stretta tra la parete della montagna da un lato e un profondissimo strapiombo dall’altro. A complicare la situazione, frequenti banchi di nebbia rendono la visibilità molto difficoltosa.

Uscendo da La Paz, che si trova a 3.640 metri di quota, la strada si inerpica fino a circa 4.650 metri per poi scendere ai 1.525 metri del livello di Coroico, passando dal freddo altipiano al caldo-umido della foresta.

La strada fu costruita negli anni trenta del XX secolo dai paraguaiani fatti prigionieri durante la guerra del Chaco, questo rese così possibile un collegamento tra la capitale e l’Amazzonia boliviana.

Dal 1990 una strada più moderna rende non più necessario l’uso del camino de la muerte ma, misteriosamente, sono ancora moltissimi gli autisti che preferiscono sfidare la sorte percorrendola.

 Tra le vittime più recenti di questa strada ci sono i cicloturisti. Gente morbosamente attratta dalla fama sinistra del camino de la muerte che mette in gioco la propria vita percorrendola in bicicletta, sfidando il fondo sconnesso, le forti pendenza e lo strapiombo nascosto dalla nebbia…

Il complottismo

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di Oliver Melis per Reccom Magazine

Frequentando la rete ci si imbatte in pagine o gruppi popolati da persone che vedono dietro argomenti più o meno interessanti una mano occulta che nasconde la storia e la riscrive in modo da poterci controllare, dirigere le nostre vite e le scelte che facciamo.

La nostra storia passata e presente è piena di interpretazioni emotive della realtà con una quasi totale assenza di filtro razionale. In passato i nostri antenati cercavano spiegazioni per ogni fenomeno e queste spiegazioni erano dettate dalla paura e dal non avere nessun controllo sul fenomeno osservato. I complottisti oggi agiscono allo stesso modo, cercando una verità di comodo anche se irrazionale, per avere una parvenza di controllo su quello che accade, già il sapere di aver scoperto qualcosa di occulto e di condividerlo, nonostante si tratti di fatti apparentemente gravissimi, permette di avere, in un certo senso, una sorta di appagamento.

I complotti sono certamente tanti, ci sono complotti che riguardano il nostro passato, dove una regia occulta avrebbe nascosto la verità sulla nostra evoluzione indicando negli alieni i nostri creatori, alieni che nelle varie teorie sono di origini diverse ma questo per i tanti amanti del genere è un problema secondario, l’importante è avere individuato un nemico, più o meno vago, la Chiesa ad esempio o le religioni più in generale.

Altra teoria del complotto in voga è quella delle scie chimiche che servirebbero, secondo i tantissimi sostenitori, a controllare il clima, a controllare l’economia, a scatenare guerre e a infliggere tremende malattie all’umanità per il tornaconto di altri sistemi di potere, Big pharma su tutti.

Qui si vede come due teorie del complotto di argomenti totalmente diversi si leghino tra loro e si concatenino con altre teorie per diventare una sorta di gigantesco complotto mondiale che mette insieme varie cospirazioni ordite da un vago centro del potere non ben identificato detto NWO.

Il complottismo reinventa il mistero, lo trasforma e, grazie alla rete, i social network in particolare, lo fa diventare comunità di complottisti, persone che forse spinte dai problemi dei nostri tempi moderni trovano le risposte che cercano in complotti minacciosi e terribili che riempiono le paranoiche vite dei tanti che si sentono perseguiti da oscure manifestazioni di potere.

I complotti e i racconti su società occulte sono sempre esistiti e prima dell’avvento di internet queste storie erano confinate nei libri o in qualche gruppo di ricercatori del mistero che si occupavano di UFO, alieni o di società segrete con un seguito di persone che partecipavano a riunioni o manifestazioni organizzzate. Con la nascita di internet le informazioni circolano diventando virali e raggiungono un pubblico sempre più vasto ma spesso disarmato di fronte alla faziosità dei teorici del cospirazionismo.

Internet più dei libri diventa la sede naturale del complottismo dove ognuno può ritagliarsi uno spazio e diffondere informazioni in modo indipendente dal medium che lo ospita.

I complotti sono sempre esistiti, nessuno nega le congiure del passato, anche remoto, dell’umanità ma è importante saper distinguere il possibile dall’improbabile attraverso il pensiero razionale e lo scetticismo.

Oliver Melis è owner su facebook delle pagine NWO ItaliaPerle complottare e le scie chimiche sono una cazzata

Il morbo di Morgellons

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Questa presunta malattia è assurta alla ribalta delle cronache grazie a Mary Leitao, un tecnico di laboratorio che nel 2001, a causa di alcune lesioni della pelle, aveva creduto, dopo aver consultato diversi siti internet, che suo figlio fosse affetto da un male che stava colpendo tante altre persone e che fosse in atto un’epidemia a livello globale.

Mary Leitao si era convinta di aver riconosciuto un disturbo simile a quello descritto dallo scienziato Sir Thomas Browne nel diciassettesimo secolo usando la stessa espressione coniata dallo scienziato “Morgellons” una probabile inglesizzazione del provenzale “Mouscoulouns” come era chiamata una parte del fuso, ma decenni dopo le ipotesi di Browne vennero spiegate come parassitosi.

Il presunto disturbo chiamato Morgellons grazie alla descrizione di sintomi presunti, fu associato a diverse teorie del complotto e quella che viene ancora spacciata come causa, e va per la maggiore in tanti siti dedicati al tema, è la bufala delle scie chimiche

Gli studi

Ci sono molte persone che associano dei problemi al Morgellons e anche se il Morgellons, cosi come viene spiegato in tanti siti complottisti, non ha senso, non significa che le persone che dicono di esserne affette non abbiano nulla. Grazie alla creazione della Morgellons Research Foundation da parte di Mary Leitao, i malati di questa sindrome sono riusciti a ottenere che il Center for Disease Control and Prevention statunitense si occupasse della faccenda ma dopo un attento studio per capire se esisteva un nuovo agente infettivo i risultati conclusivi sono stati negativi.

Le fibre che vengono prodotte dalla pelle, almeno secondo chi crede al Morgellons, non erano altro che fibre di cellulosa che potevano provenire dagli abiti o dall’ambiente. Le biopsie delle piaghe spesso evidenziavano danni dovuti alla eccessiva esposizione alla luce solare o causate dal fatto che i presunti “malati” di Morgellons tendono a grattarsi molto frequentemente.

Non mancavano pazienti con disturbi psichiatrici o psicosomatici o causati dal consumo di droghe. Una cosa certa è che i pazienti presentano tutti dei disturbi noti per i quali esistono delle cure. Anche la Mayo Clinic, nel 2011 arrivò alle stesse conclusioni, le misteriose fibre del Morgellons erano identificabili con animaletti vari, fibre tessili o detriti.

Molti medici oggi ritengono che dietro il Morgellons si celi la parassitosi illusoria e hanno ritenuto opportuno continuare a chiamare il disturbo “Morgellons” in modo che il paziente crei un legame con la malattia e non la rifiuti in toto con spiegazioni più convenzionali.

Chi reputa il Morgellons un effetto delle scie chimiche ritiene che dietro ci sia un Governo, o più governi, che, con esperimenti segreti, stia conducendo delle ricerche ed è  controproducente parlare ad un paziente convinto di questo dicendogli che non ha nessuna malattia. Si preferisce, invece, aiutarlo attraverso un percorso psicologico che lo porti ad accettare che non ci sono infezioni sconosciute, per proporre poi una cura, anche psichiatrica, adeguata.

Insomma, il Morgellons è, in realtà, una fissazione, derivata o da una effettiva parassitosi, e quindi da cattiva igiene, oppure dalla unilaterale convinzione di essere realmente malati.

Elon Musk ci mette in guardia dallo sviluppo incontrollato dell’Intelligenza Artificiale

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Dopo le parole di Stephen Hawking e la lettera firmata da alcuni dei migliori scienziati del mondo nel campo dell’intelligenza artificiale, pubblicata su The Future of Life Institute in cui si raccomanda prudenza nello sviluppo dell’intelligenza artificiale e di mantenerne assolutamente il controllo, Elon Musk, già cofirmatario della lettere di cui sopra, torna a raccomandare cautela sugli sviluppi dell’AI.

Il Leader di SpaceX e Tesla, parlando alla riunione estiva dell’Associazione Nazionale dei governi degli Stati Uniti a Providence Rhode Island, ha dichiarato di avere un’automobile dotata degli attuali sistemi di Intelligenza Artificiale per la guida automatica e di ritenere che dovremmo preoccuparci seriamente per ciò che ci aspetta. La visione di Musk è addirittura catastrofica, queste le sue parole: “Continuo a suonare l’allarme ma finché le persone non vedranno i robots che scendere lungo la strada uccidendo le persone, non reagiranno, perché tutto sembra lontano e senza consistenza”.

Ovviamente Elon Musk non si riferisce agli strumenti di AI attualmente disponibili quali possono essere Alexa o Siri ma parla di quello che potrebbe diventare in futuro l’Intelligenza Artificiale, un’entita super intelligente che controlla e gestisce tutto il nostro mondo.

Per alcuni ricercatori questo dovrebbe essere il passo logico successivo quando passeremo dagli attuali e primitivi sistemi di AI ad un’intelligenza più evoluta e indipendente. Il grande fisico Stephen Hawking già da diverso tempo va avvertendo che l’Ai potrebbe rivelarsi la fine dell’umanità.

Il discorso di Musk

Come osserva Musk, è certamente difficile prendere in considerazione queste minacce ora. L’idea di un futuro simile ad I, Robot in cui uno Skynet che si ribella e tenta di distruggere l’umanità come in Terminator o, più semplicemente, in cui le automobili intelligenti si ribellano e cominciano a compiere stragi come nel “ponte di quattro giorni” di G. H. Smith può sembrare assurdo visto oggi, dato che Siri non riesce nemmeno a chiamare la persona giusta quando glielo chiediamo.

“L’AI è il raro caso in cui penso che dovremmo essere proattivi nel regolamentare piuttosto che reagire dopo. Bisognerebbe già stabilire le regole di sicurezza da far rispettare nello sviluppo dell’AI perchè dopo potrebbe essere troppo tardi. L’AI è un rischio gravissimo per l’esistenza della civiltà umana “. Ha concluso Musk.

Il problema, dunque, sembra essere quello di essere certi di poter affrontare ogni eventualità che potrebbe presentarsi con le Intelligenze Artificiali in futuro.

Probabilmente non verranno mai a cercarci i T-1000 armati fino ai denti guidati dall’AI che abbiamo sviluppato noi nè la nostra automobile guidata dall’AI cercherà di ucciderci gettandosi addosso ad un muro ma potrebbero sorgere altri e più gravi problemi.

“Probabilmente la minaccia più grande potrebbe stare nel controllo di massa della popolazione attraverso l’esplorazione dei messaggi e gli eserciti di propaganda bot”, ha dichiarato François Chollet, creatore di una piattaforma netta rete neurale, a The Verge oppure, se i dispositivi armati venissero affidati alle decisioni dell’AI potrebbe scatenarsi una guerra nucleare a causa di un’errata valutazione.

Insomma, come in molti romanzi di fantascienza, il problema potrebbe stare nel fatto che non dovremo mai dimenticare durante la progettazione che l’AI viene sviluppata per servire noi, non per servirla.

Potrebbe essere il caso di studiare qualcosa di simile alle tre leggi della robotica di Isaac Asimov nella programmazione di base di tutte le AI che svilupperemo, quale che sia il loro scopo.

Addio al comandate John Koenig. È morto Martin Landau

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di Oliver Melis per Reccom Magazine

Il comandante è morto, il comandante non c’è più, ci ha lasciato a Los Angeles, 17 luglio 2017 Addio Martin Landau.

Martin Landau è stato attore, produttore cinematografico e illustratore.

Figlio di immigrati austriaci di origine Ebraica, Martin cresce a Brooklyn esordendo come fumettista e illustratore a 17 anni per il New York Daily News ma sogna di recitare e il suo esordio come attore è del 1951 con detective story in un teatro del Maine. Nel 1955 viene ammesso all’actors studio, prestigiosa scuola di recitazione, in un casting dove si presentano in 2000 e vengono scelti lui e Steve McQueen. Fa parte del cast di “intrigo internazionale (1959) di Alfred Hitchcook e nel1957 sposa Barbara Bain che recita con lui dal 66 al 69 nel telefilm Mission: Impossible e nella mitica serie di fantascienza Space 1999 dal 74 al 77 che diventano dei grandi successi. Con Barbara, da cui ha divorziato nel 1993, ha avuto due figlie: Susan, produttrice. e Juliet, attrice

Martin poi attraversa un periodo buio ma a 60 anni recita a fianco di Jeff Bridge in Tucker di Coppola, riceve una nomination agli oscar e vince un golden globe, nel 1989 recita per Woody Allen in Crimini e misfatti. Nel 1994 interpretando Bela Lugosi in ‘Ed Wood‘ vinse un premio Oscar come attore non protagonista.

Spazio 1999

La storia è ambientata nell’anno 1999 la Luna è divenuta il deposito delle scorie radioattive prodotte dai reattori atomici terrestri. Alla base lunare Alpha c’è un cambio della guardia, il vecchio comandante viene silurato e dalla Terra arriva il sostituto, John Koenig con il compito di indagare sulle cause di una strana malattia che uccide il personale, e per portare a termine i preparativi di una nuova avventura spaziale: il viaggio dell’uomo verso un pianeta appena scoperto, Meta, da cui giungono da tempo segnali di una presenza intelligente. Alla base si monitora in continuazione ogni deposito di scorie ma, in modo del tutto inaspettato, succede una catastrofe, i depositi, uno dopo l’altro iniziano a esplodere creando una spinta cosi potente da spingere la Luna fuori dall’orbita terrestre e spingerla negli spazi siderali, il comandante e i suoi uomini vagheranno in regioni sconosciute dello spazio vivendo fantastiche ed emozionanti avventure.

fantamodellismo spazio 1999 1

In questa serie non sono le astronavi a viaggiare nel cosmo ma la stessa Luna diventa un’astronave, forse per ricordare allo spettatore che anche la Terra è un’astronave che viaggia senza controllo nello spazio e che ogni risorsa, ogni molecola di ossigeno e ogni stilla di energia devono essere utilizzate in modo intelligente e senza sprechi per assicurare alla nostra specie un futuro prospero.

spazio1999

Spazio 1999 è una serie diversa da quelle che verranno proposte in seguito, gli uomini non hanno risolto i conflitti sociali, né superato problemi come l’inquinamento, le malattie, la fame. Emergono da subito problemi di natura morale quando le alte gerarchie intendono minimizzare gli effetti di una malattia sconosciuta pur di portare avanti la missione di esplorazione spaziale di un corpo celeste appena scoperto, Meta. I contrasti avvengono anche sul lato economico quando dalla Luna si rifiutano di stoccare altre scorie radioattive. Problematiche che lo spettatore di quegli anni riesce a capire senza problemi essendo molto vicine alle problematiche di quell’epoca, dove le spese per le missioni spaziali spesso venivano giudicate folli, per non parlare di quelle militari e dei problemi di sicurezza e affidabilità dei primi impianti nucleari. Quando avviene la catastrofe, cioè quando la Luna viene scagliata a velocità incredibile verso gli spazi esterni iniziano le avventure del Comandante Koenig e dei suoi compagni di viaggio che verranno messi di fronte a nuovi mondi e a creature del tutto sconosciute che porteranno lo spettatore a riflettere sul significato stesso della vita umana e del posto che ricopre nell’universo.

Oliver Melis è owner su facebook delle pagine NWO ItaliaPerle complottare e le scie chimiche sono una cazzata

Un test per scoprire il rischio di infarto

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Un gruppo di ricercatori dio Oxford ha reso noto, attraverso una pubblicazione sulla rivista Science Translational Medicine di avere sviluppato un test per predire chi è a rischio di infarto. Secondo quanto riportato nell’articolo,  è possibile valutare il rischio osservando il cuore attraverso una TAC. Più alto è il livello di infiammazione dei tessuti dell’organo, maggiore è il pericolo.

Basato sull’analisi dello stato infiammatorio e del grasso depositato sulle arterie, il test potrebbe rivoluzionare il trattamento per uno dei maggiori killer del mondo, anticipando la soglia dei cosiddetti Tempi Precoronarici.

Su oltre 2000 Tac analizzate, viene evidenziando che quando il livello di infiammazione dei tessuti sale, cambia il comportamento del grasso che tende a rompersi e tutto il tessuto circostante cambia aspetto. Sono proprio queste modifiche nelle sembianze del tessuto intorno alle arterie che può permettere, in prospettiva, di creare una scala del rischio d’infarto ed avviare una terapia adeguata anticipando i tempi rispetto ai protocolli attuali.

L’infiammazione e il grasso intorno alle arterie sono come una bomba ad orologeria e per disinnescarla si può agire per tempo prescrivendo delle terapie (ad esempio statine) in soggetti anche apparentemente sani o modificando le cure di persone già con un rischio cardiaco noto. Se la tecnica non deluderà le promesse, nelle future sperimentazioni cliniche più ampie che ora la attendono e la vedranno protagonista, essa potrà portare a terapie più efficaci per scongiurare infarti potenzialmente fatali.

Fonte: ANSA

Ricordo di George Romero

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L'entropia cresce allo stesso tasso della superficie dell'elio superfluido, invece che del suo volume - imitando l'entropia di un buco nero che cresce fagocitando materia espandendosi

Due giorni fa è deceduto, all’età di 77 anni, il regista George Romero, l’inventore, di fatto, del sottogenere “Zombie” che ha praticamente egemonizzato, dal 1968 ad oggi, l’horror cinematografico e televisivo.

Si, perché “La notte dei morti viventi” è stato e rimarrà l’archetipo di tutti i films e le serie televisive che sono seguiti ambientati in un mondo sconvolto dalla cosiddetta Apocalisse zombie.

George Romero resterà famoso per questo suo primo film in cui molti lessero metafore diverse, quali, ad esempio, della guerra fredda (con gli zombi che rappresenterebbero i sovietici), altri invece una metafora della guerra del Vietnam; secondo alcuni critici il film tratterebbe inoltre tematiche quali la libera circolazione di armi e il razzismo negli USA. A mettere d’accordo tutti penserà il regista stesso che spiegherà”Ho sempre simpatizzato per gli zombie, hanno un che di rivoluzionario. Rappresentano il popolo solitamente senza idee autonome che a un certo punto, stanco dei soprusi, si ribella. Eravamo noi nel ’68. E ora siamo morti, no? I nostri ideali sono morti, io sono uno zombie.”.

La notte dei morti viventi si rivelerà negli anni un capolavoro insuperabile. Scritto, diretto e prodotto dallo stesso Romero, conobbe un successo enorme che proseguirà in tutti gli anni successivi. Più tiepidamente saranno accolti i vari seguiti di questo film pure diretti da Romero anche se il successo del genere arriverà inalterato ai giorni nostri, nonostante le moltissime pellicole di serie B pubblicate negli anni a fronte di pochi film davvero interessanti.

La notte dei morti viventi ci racconta le vicende di Ben (Duane Jones) e Barbra Huss (Judith O’Dea), insieme ad altre altre cinque persone, intrappolate nella casa colonica di un cimitero della Pennsylvania proprio nella notte in cui i morti decidono di tornare in vita, affamati di carne umana. Il film è carico di tensione ma presenta anche momenti di leggerezza che la stemperano, fino al colpo di scena finale.

Chiarissima è l’influenza di George Romero nella videoclip capolavoro della canzone “Pop” Thriller di Michael Jackson, così come un evidente tributo a Romero è la seguitissima serie televisiva The walking dead.

Se qualcuno non avesse ancora visto La notte dei morti viventi, il film vale sicuramente la pena di una visione ed è possibile vederlo gratuitamente con un’ottima qualità video e audio su You Tube a questo link.

Insomma, George è ufficialmente morto ma, prima di recitare il de profundis, aspetterei qualche giorno. Non si sa mai.