domenica, Aprile 20, 2025
Migliori casinò non AAMS in Italia
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Il caso Amazon

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Jeff Bezos nel 1994 ha 30 anni, lavora con un’ottima retribuzione per una società finanziaria di hedge funds di New York, la DE Shaw & Co di quel David Shaw che sarà uno dei precursori del trading informatico.

Non sappiamo cosa ma tra i due qualcosa non funziona più e Bezos si licenzia. Lui e sua moglie caricano le loro cose in macchina e partono per un lungo viaggio attraverso l’America, direzione Seattle. Durante il viaggio, lui elabora un business plan, mentre sua moglie guida.

Il progetto di Jeff Bezos, siamo appunto nel 1994 in una fase iniziale dello sviluppo della rete è quella di creare una libreria online. Fonda pertanto nel garage di casa sua, a Seattle, Cadabra che ribattezzerà un anno dopo in Amazon.com.

L’intraprendente ingegnere elettronico ed informatico mette in conto che la neo start up non farà utili per i primi 4 o 5 anni di vita.

L’idea che permette al progetto di decollare è l’accordo che Bezos riesce a stipulare con il più grande grossista librario del momento, Ingram Book Group.
Ingram acquistava i libri e li spediva in piccole quantità alle librerie indipendenti di tutto il paese; il grossista era una risorsa anche per le grandi catene quand’erano a corto di scorte locali e necessitavano quindi di una consegna veloce. Il vantaggio, dal punto di vista di Amazon, era che Ingram spediva ordini anche di singoli libri.

La seconda ed ancora più importante intuizione di Jeff Bezos è che per la società che ha in mente e l’ambiente sul quale opererà (il web) quello che conta non è la logistica o le scorte di magazzino che potevano essere appaltati a terzi, ma i dati.

Spinge cosi i clienti che si rivolgono ad Amazon a sentirsi parte di una comunità, recensendo i libri che acquistavano. Si impegna insomma per creare una vera e propria comunità che in qualche modo valorizzi ulteriormente il tempo necessario nella scelta e nella lettura di un libro.

Di fatto, poi, la gestione delle vendite della neonata Amazon ricalca le metodologie del trading finanziario che Bezos conosceva molto bene per averci lavorato. Quando Amazon elaborava un ordine d’acquisto trasmettendolo alla Ingram per la spedizione, stava avviando lo stesso tipo di arbitraggio dei super computer di Dave Shaw e della sua società di hedge funds: due transazioni simultanee che garantivano un profitto fin tanto che venivano concluse entrambe.

La prima transazione era con voi, l’accordo a vendervi un libro ad un certo prezzo, la seconda con il grossista per l’acquisto ad un prezzo inferiore dello stesso.

Il potere stava nei dati, nella loro conoscenza e nel loro accumulo, Amazon sapeva allora, quando era sostanzialmente solo una libreria online, dove acquistare i libri al prezzo migliore e sa oggi, quando vende praticamente tutto ed il contrario di tutto, dove trovare i prodotti o i venditori più competitivi.

Amazon prometteva in quegli anni pionieristici (e promette anche oggi) che acquistando da loro si otterrà il miglior prezzo, o almeno uno molto buono.
E per mantenere questa convinzione Amazon si
serve di algoritmi che scandagliano il mercato degli altri competitor ma anche di sé stessa, poiché Amazon, oltre a vendere direttamente, è un marketplace dove altri possono vendere gli stessi prodotti, aggiustando continuamente i propri prezzi anche per entità irrilevanti.

Uno studio sui prezzi dell’Università del Michigan, svolto nell’estate del 2000, concluse che il prezzo di un DVD su Amazon poteva variare anche del 20% a seconda del browser utilizzato dal cliente e dal tipo di account.

A questa diversificazione dinamica dei prezzi Amazon ha associato fin da subito la riduzione dei tempi (e dei costi) di spedizione posizionando grandi centri di smistamento in prossimità delle aree urbane più importanti e popolate.

Amazon resse alla deflagrazione della cosiddetta bolla dot.com e raggiunse per la prima volta un profitto nel primo trimestre del 2002, quasi sette anni dopo la fondazione!

Con l’introduzione di Amazon Prime, una sorta di carta fedeltà che conferisce una serie di benefit oltre ad una presunta gratuità nella spedizione degli articoli acquistati Amazon rende di fatto impossibile sapere esattamente il costo dell’oggetto che compriamo nel più grande supermercato elettronico del mondo, scoraggiando al contempo il ricorso ad altri competitor.

Il successo delle politiche monopoliste di Amazon è in gran parte dovuto anche ai sistemi degli intelletti artificiali che controllano ed aggiustano in frazioni di secondo i prezzi di milioni di prodotti.

Che l’obiettivo sia rafforzare la percezione di avere i prezzi più bassi o massimizzare i profitti, sono richieste velocità straordinaria e capacità di valutazione, applicate migliaia di volte al secondo su innumerevoli transazioni simultanee.

Oggi Amazon viene valutata oltre 600 volte il valore effettivo di questa grande corporation e Jeff Bezos è diventato dal 2017, secondo la rivista Forbes, l’uomo più ricco del mondo, scavalcando Bill Gates, il suo patrimonio personale ammontava al 3 giugno 2018 a qualcosa come 136 miliardi di dollari!

Il misterioso incidente del Dyatlov Pass (immagini forti)

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La procura russa ha deciso di riaprire le indagini sui fatti del Dyatlov Pass, a ben sessantanni dai drammatici eventi che videro morire, in circostanze misteriose, ben nove persone.
L’incidente del Dyatlov Pass (in russo: Гибель тургруппы Дятлова) riguarda la morte avvenuta in circostanze rimaste misteriose di nove escursionisti avvenuta negli Urali settentrionali il 2 febbraio 1959.
Il gruppo era composto da otto uomini e due donne. La maggior parte erano studenti o diplomati dell’Istituto Politecnico degli Urali. L’obiettivo della spedizione di 14 giorni era raggiungere Otorten (1234.2m), una montagna a 10 km a nord del luogo dell’incidente. Questa rotta, in quella stagione, era stimata come “Categoria III”, la più difficile. Tutti i membri erano esperti in lunghe sciate e spedizioni in montagna. Il gruppo arrivò in treno a Ivdel, una città al centro della provincia settentrionale di Sverdlovsk Oblast, il 25 gennaio. Poi portarono un camion a Vizhay – l’ultimo insediamento abitativo verso nord. Iniziarono la loro marcia verso Otorten da Vizhay il 27 gennaio.
Il giorno seguente, uno dei membri – Yuri Yudin, fu costretto a tornare a causa di una malattia.
Diari e telecamere trovate attorno al loro ultimo campo hanno permesso di tracciare il percorso del gruppo fino al giorno precedente l’incidente.
La partenza avvenne abbastanza tardi il 1° febbraio e, quel giorno, i membri della spedizione percorsero solo 4 km. L’attrezzatura e il cibo in eccesso furono immagazzinati su una piattaforma nella foresta chiamata labaz. Il campo fu allestito verso le 17:00 su un pendio di Kholat Syakhl a soli 16 km dal monte Otorten. Cenarono intorno alle 6-7 di sera e, dopo, uno o due membri del gruppo uscirono per fare un turno di guardia, presumibilmente Semyon Zolotarev e Nikolai Thibeaux-Brignolles, deduzione derivata dal fatto che furono ritrovati vestiti di tutto punto. Dopo quel momento accadde qualcosa, non sappiamo cosa, e tutto andò catastroficamente storto.
Era stato concordato in anticipo che avrebbero mandato un telegramma al loro club sportivo non appena il gruppo fosse tornato a Vizhay. Si prevedeva che ciò sarebbe accaduto non più tardi del 12 febbraio, ma ci si aspettava di avere dei ritardi e quindi quando alla data concordata, non arrivò alcun messaggio, nessuno si preoccupò più di tanto. Ritardi di pochi giorni erano comuni in tali spedizioni. Solo dopo che i parenti dei viaggiatori, preoccupati per il perdurare del silenzio, chiesero una spedizione di soccorso, il direttore dell’istituto inviò gruppi di soccorso composti da studenti e insegnanti volontari, il 20 febbraio. Successivamente, furono coinvolti l’esercito e le forze di polizia con aerei ed elicotteri.

 Solo il 26 febbraio i soccorritori rinvennero la tenda abbandonata e gravemente danneggiata su Kholat Syakhl.
Mikhail Sharavin, lo studente che individuò la tenda, in seguito dichiarò che: “la tenda era per metà abbattuta e coperta di neve, era vuota e tutti gli oggetti e le scarpe del gruppo erano stati lasciati indietro“. Gli investigatori constatarono che la tenda era stata tagliata dall’interno e che gli sciatori erano fuggiti in calzini o a piedi nudi. Una catena di otto o nove serie di impronte, lasciata da diverse persone che indossavano calze, una scarpa singola o piedi scalzi, poteva essere seguita e guidava verso il bordo dei boschi vicini (sul lato opposto del passo, 1,5 km a nord- est).
Ai margini della foresta, sotto un grande vecchio cedro, la squadra di ricerca trovò i resti di un fuoco, insieme ai primi due corpi, quelli di Yuri Krivoshenko e Yuri Doroshenko, senza scarpe e vestiti solo in mutande.
I rami dell’albero erano spezzati fino a cinque metri di altezza suggerendo che gli sciatori si erano arrampicati per cercare qualcosa, forse il campo. Tracce di pelle sono state trovate conficcate nella corteccia, a indicare che la coppia ha tentato freneticamente di arrampicarsi sull’albero strappando rami finché le loro mani non sono state una massa di carne sanguinolenta.
Il medico legale registrò che alcuni dei cadaveri erano lividi sul davanti. Dato che tali segni si formano sempre sul lato di un corpo che è stato premuto contro il terreno, questo indica che qualcuno li aveva spostati dopo la morte.

Dyatlov Incidente
Il 27 febbraio tra il cedro e la tenda i ricercatori trovarono Igor Dyatlov (300 m dal cedro) e Zinaida Kolmogorova (630 m dal cedro), e 6 giorni dopo, il 5 marzo – Rustem Slobodin (480 m dal cedro). I tre sembravano morti in pose che suggerivano che stavano tentando di tornare alla tenda. Una visita medica non ha rilevato ferite che avrebbero potuto portare alla loro morte, e si è concluso che erano morti di ipotermia. Slobodin aveva una piccola fessura nel cranio, ma non si pensava che fosse una ferita mortale. Un’inchiesta legale fu avviata immediatamente dopo aver trovato i primi cinque corpi. La ricerca dei restanti quattro viaggiatori richiese più di due mesi.Incidente Dyatlov 2I corpi dei quattro membri mancanti della spedizione vennero finalmente ritrovati il ​​5 maggio in un burrone, sotto quattro metri di neve, nel bosco, a 75 metri dal cedro. Questi quattro erano vestiti meglio degli altri ma sembravano avere indossato in tutta fretta parti dell’abbigliamento degli altri: Zolotaryov indossava il cappotto e il cappello di finta pelliccia di Dubinina, mentre il piede di Dubinina era avvolto in un pezzo di pantaloni di lana di Krivonishenko.
L’esame necroscopico dei quattro corpi trovati a maggio cambiò il verso all’intera indagine. Tre di loro presentavano ferite mortali: il corpo di Thibeaux-Brignolles aveva un grave danno al cranio, e sia Dubinina che Zolotarev presentavano numerose e gravi fratture al torace.DYATLOV PASS INCIDENT foto realiSecondo il medico legale, dottor Boris Vozrozhdenny, la forza richiesta per causare tale danno sarebbe stata estremamente elevata, al livello di un trauma da incidente automobilistico. In particolare, i corpi non avevano ferite esterne come se fossero stati paralizzati da un alto livello di pressione.
A Dubinina era stata strappata la lingua.
È evidente che i membri del gruppo si erano sentiti minacciati e avevano tentato di salvarsi: erano riusciti a scavare una tana nella neve, l’avevano riempita con foglie e frasche nel tentativo di mantenersi caldi. Ma le cose stavano assumendo un aspetto sempre più bizzarro: I corpi furono effettivamente trovati a pochi metri dal loro rifugio improvvisato, nella parte profonda del burrone, sepolti sotto 4 metri di neve. Alcuni dei vestiti degli escursionisti (2 maglioni e pantaloni) si rivelarono radioattivi. Inoltre, alcuni dei vestiti presi dai corpi sotto il cedro furono collocati sui rami del cedro, ma non furono utilizzati.
Le autorità chiusero frettolosamente l’inchiesta attribuendo la morte dei membri del gruppo ad una serie di errori di valutazione del capo spedizione con il seguente documento:
Dichiarazione ufficiale per la chiusura della causa presentata dal consigliere di giustizia junior e dalla procura penale della regione di Sverdlovsk, Lev Ivanov:

Le morti dei membri della spedizione furono dovute a una serie di errori di Dyatlov. Il 1 ° febbraio ha iniziato la salita verso la cima alle 15:00, anche se sapeva della difficoltà del terreno. Inoltre – e questo è stato l’errore successivo di Dyatlov – ha scelto una linea a 500 m a sinistra del passaggio pianificato tra il Picco 1079 e il Picco 880. Così il gruppo si trovò sul versante orientale del Picco 1079. Hanno usato la luce del giorno che restava per salire alla vetta con forti venti (che sono tipici per questa zona) e basse temperature di meno 25 gradi centigradi. Dyatlov si è trovato in cattive condizioni per la notte, così ha deciso di piantare la sua tenda sul pendio del 1079 in modo da iniziare la mattina senza aggiungere la distanza dalla foresta (~ 1 km) al trekking rimanente di circa 10 km a il vertice.
Considerando l’assenza di lesioni esterne ai corpi o segni di un combattimento, nonché l’abbandono di tutte le risorse preziose, aggiungendo le conclusioni degli esami medici per le cause delle morti, si deve concludere che la causa del loro le morti erano calamità o forza schiacciante.
In realtà, si decise di non tenere conto delle evidenze risultanti dalle autopsie effettuate sui corpi né delle osservazioni dirette effettuate sulla scena del crimine.
Quanto segue sono le risultanze delle analisi effettuate dagli investigatori sui corpi e sulla scena del crimine, non soddisfatte dal frettoloso rapporto di chiusura dell’indagine, riportate fedelmente nel sito http://dyatlov-pass.com:

I corpi di Yuri Doroshenko, Yuri Krivonischenko, Igor Dyatlov e Zinaida Kolmogorova furono trovati il ​​27 febbraio 1959 e portati a Ivdel. L’autopsia è stata eseguita il 4 marzo dal patologo forense dell’Ufficio regionale Boris Alekseevich Vozrozhdenny (ironicamente il suo cognome significa “rinato” in russo, interessante scelta professionale) e il medico legale di Severouralsk, Ivan Ivanovich Laptev. Gli esaminatori stavano ancora vedendo l’incidente come morte da congelamento, sebbene alcuni dettagli sollevassero domande: Doroshenko aveva un edema polmonare e una contusione polmonare come conseguenza di un trauma contusivo; Krivonischenko si era morso la mano per rimanere sveglio o soffocare un grido e aveva ustioni di 3° grado che non possono essere sostenute se ti addormenti ancora vivo; Dyatlov aveva vomitato sangue e Kolmogorova aveva un livido a forma di manganello sulla sua vita.
La causa della morte era stata indicata bell’ipotermia e nessuno sospettava errori. Non ancora.
Il 5 marzo è stato trovato il quinto corpo ed è stato identificato come Rustem Slobdoin. La sua autopsia è stata eseguita l’8 marzo da Vozrozhdenny da solo. Il trauma cranico che aveva non può essere attribuito alla goffaggine o al disorientamento. Qualcuno lo aveva colpito alla testa.
I rimanenti quattro corpi di Lyudmila Dubinina, Alexander Kolevatov, Nikolai Thibeaux-Brignolles e Semyon Zolotaryov furono esaminati il ​​9 maggio 1959. I loro corpi vennero trovati da un contadino nativo di Kurikov con il suo cane diversi mesi dopo la loro morte.

IL CEDRO

Il 27 febbraio 1959 alle 11, a una distanza di 1,5 km dalla tenda, Koptelov e Sharavin trovarono i primi due corpi. I corpi erano di Yuri Doroshenko e Yuri Krivonischenko. 
Descrivendo la condizione dei corpi nel registro ufficiale, Vasily Tempalov, il pubblico ministero designato dalla procura, dichiarò:
“La gamba destra di Krivonischenko non ha calzature. Sul suo piede sinistro c’è un calzino marrone, strappato. Un altro calzino come questo fu scoperto bruciato a metà vicino al fuoco. Sul dorso delle sue mani la pelle è strappata. Tra le dita c’è sangue. Anche l’indice è strappato. La pelle dello stinco sinistro è strappata e coperta di sangue. Non ci sono altre lesioni visibili sul suo corpo.
Doroshenko ha i calzini di lana in piedi e sopra questi calzini un altro calzino più leggero. Il suo orecchio, le sue labbra e il suo naso sono coperti di sangue e sulla sua mano sinistra il dito medio è insanguinato”.

All’epoca, tuttavia, non era ovvio che uno dei cadaveri fosse di Doroshenko. Ortykov ha riferito nel messaggio radio inviato dal team di ricerca a Ivdel: “La sua faccia è completamente coperta di neve, ma ora siamo dell’opinione che sia Doroshenko, non Zolotariov, sono entrambi i ragazzi più grandi”.
Uno studente del gruppo di ricerca, Vadim Brusnitsin, ha rilasciato una dichiarazione agli inquirenti:
“Accanto ai corpi c’era un incendio. Nelle vicinanze c’erano più di dieci piccoli rami di abete, tagliati con un coltello finlandese. I rami secchi più bassi, del diametro di circa 5 cm, erano stati tagliati dal cedro. Alcuni di questi giacevano accanto al fuoco. La neve intorno era calpestata”.
Dalla dichiarazione ufficiale del Capitano Chernyshov:
“È possibile concludere che altre persone sono state da allora vicino al fuoco. Abbiamo trovato diversi indumenti accanto ad esso piuttosto che sui corpi, ma non abbiamo trovato nessun altro corpo. Gli alberi vicino al fuoco erano stati tagliati con i coltelli, ma non abbiamo trovato coltelli con i corpi”.
Maslennikov affermò che Doroshenko e Krivonischenko, “forse con l’aiuto di altri, avevano fatto un bel fuoco con i rami degli abeti, ma quel fuoco era stato acceso per circa un’ora e mezza (erano stati ritrovati rami di cedro bruciati per 8 cm)” .
“Per circa 20 m intorno al cedro, c’erano prove di giovani abeti tagliati con un coltello. Abbiamo visto circa 20 ceppi tagliati. Ma non abbiamo visto nessuno dei rami tagliati, tranne uno. Non è possibile immaginare che siano stati usati per mantenere il fuoco. Prima di tutto, non sono adatti come legna da ardere. Secondo, attorno a loro c’erano un sacco di ramoscelli e materiali asciutti”.
Il team di ricerca ha inviato un altro messaggio radio in cui ha affermato che “il volume di lavoro svolto nel fare questo numero di tagli suggerisce che ci fossero più persone oltre ai due ritrovati”.
“Diverse calze di lana e cotone erano sparpagliate attorno al fuoco. C’era un fazzoletto da donna bruciato in diversi punti e alcuni frammenti di vestiti di lana. Ma non abbiamo trovato gli abiti veri e propri. In particolare, abbiamo trovato il risvolto di un maglione scuro lì, non sui corpi. Inoltre, abbiamo trovato dei soldi, otto rubli”.
L’alto cedro, originariamente individuato da Yuri Koptelov e Michael Scharavin, conteneva alcuni indizi sugli eventi di quella notte. I seguenti resoconti delle persone presenti sulla scena sono simili e si sostengono a vicenda.
Capitano Chernyshov: “Tutti i rami bassi del cedro a portata di mano erano completamente distrutti. Uno è stato tagliato a 4 o 5 m di altezza. Erano spessi. Questi tipi di rami sono estremamente difficili da spezzare, anche se, per esempio, ti ci appendi con tutto il peso del tuo corpo”.
Maslennikov 
“I rami più bassi e asciutti del cedro sono stati spezzati fino a 2 m di altezza. Qualcuno ha scalato l’albero, perché anche i rami alti 4 o 5 m erano spezzati”.
Atmanaki 
“La maggior parte dei rami secchi fino a 5 m erano rotti. Accanto a questo, il lato dell’albero che si affacciava sul pendio e la tenda era completamente ripulita dai rami. Questi non erano asciutti; erano giovani e non erano stati usati. Alcuni di loro erano distesi a terra e gli altri erano appesi ai rami inferiori del cedro. Sembrava che qualcuno avesse creato un nascondiglio rivolto verso il sito da dove provenivano”.

Doroshenko e Krivonischenko post-mortemÈ così che i primi corpi furono trovati il ​​27 febbraio 1959 sotto un vecchio cedro, vicino ai resti di un fuoco. La foto è stata fatta prima della rimozione della neve. Possiamo vedere la maglietta a quadri di Krivonischenko (rivolta verso l’alto sulla foto a destra). Questa foto ha iniziato una leggenda secondo cui i due corpi erano ricoperti da una coperta, uno stile di sepoltura.Doroshchenko e Krivonischenko post-mortemGli Stessi corpi dopo la rimozione della neve, Doroshenko rivolto verso il terreno, Krivonischenko rivolto verso l’alto. Doroshenko aveva ustioni sul piede e la tempia. Krivonischenko aveva ustioni alla gamba sinistra e al piede sinistro. Sulle loro mani sono state osservate numerose lesioni minori, lividi e abrasioni.
Doroshchenko e Krivonischenko post-mortemLa posizione in cui è stato trovato il corpo di Doroshenko non corrisponde al livor mortis sulla sua schiena. I corpi sono stati posti uno accanto all’altro nel post-mortem. La scena sembra ordinata, nessun gioco osceno con i cadaveri che gli assassini molto spesso si lasciano alle spalle. Ciò suggerisce che chiunque fosse l’ultimo a contatto con i corpi provava compassione, pietà e rispetto verso le vittime. Non erano gli assassini, ma i loro amici in difficoltà che cercavano di rendere i loro letti di morte in qualche modo meno orribili.
 
Dyatlov Pass incidente albero di cedro
Dyatlov Pass incidente albero di cedro

I resti di un fuoco sotto il vecchio cedro con rami spezzati fino a 5 m di altezza suggeriscono che gli escursionisti si fossero arrampicati per cercare qualcosa o per nascondersi da qualcuno. La radura si trova nella direzione in cui si trovava la tenda. I rami del cedro erano sparsi per terra e in parte appesi ai rami inferiori. Nelle vicinanze i giovani abeti e betulle sono stati tagliati con un coltello. Le cime tagliate e il coltello non sono stati trovati. Chiaramente, sotto il cedro più di due persone si erano date da fare a raccogliere legna per proteggersi. 

YURI DOROSHENKO (21)

Rapporto autoptico di Yuri Doroshenko
Yuri Doroshenko era alto 180 cm, il membro più robusto e più alto del gruppo. La carnagione del defunto è stata descritta come “marrone-viola”. Indossava una canottiera di cotone senza maniche, una camicia a quadretti a maniche corte con due taschini sul petto vuoti, pantaloncini e costume da bagno, mutande di cotone blu allacciate con due bottoni – gravemente strappate sul davanti del lato destro con un grande foro 23 cm in lunghezza e all’interno della coscia del lato sinistro 13 cm di lunghezza. Indossava diversi calzini di lana su entrambi i piedi, le calze sul piede sinistro erano bruciate. Senza scarpe. Le macchie del livor mortis erano situate nella parte posteriore del collo, del busto e delle estremità, il che non era coerente con la posizione del corpo in cui era stato trovato. Ciò significa che il corpo è stato spostato qualche tempo dopo che il sangue ha smesso di circolare.

  1. nei capelli del defunto i periti trovarono particelle di muschio e aghi di pino; i capelli sono bruciati sul lato destro della testa
  2. orecchio, naso e labbra sono coperti di sangue
  3. labbro superiore gonfio con emorragia rosso scuro
  4. La guancia destra era ricoperta di schiuma grigia; liquido grigio proveniva dalla sua bocca aperta. La causa più evidente è l’edema polmonare.
  5. padiglioni auricolari auricolari di colore rosso-bluastro; nel lobo dell’orecchio destro e macchie di colore marrone-rosso
  6. la superficie interna della spalla destra ha due abrasioni 2×1,5 cm senza sanguinamento nei tessuti, due tagli sulla pelle
  7. l’ascella destra ha un livido 2×1,5 cm
  8. lividi rosso-marroni con dimensioni 4×1 cm, 2,5×1,5 cm, 5×5 cm nel terzo superiore dell’avambraccio destro
  9. gonfiore e piccole abrasioni nella parte posteriore del tessuto molle della mano destra
  10. lividi con sanguinamento nel tessuto molle sottostante sul dorso della mano destra corrispondente al secondo osso metacarpale
  11. i tessuti molli di entrambe le mani e le punte delle dita sono particolarmente viola scuro; tutte le dita delle mani e dei piedi sono congelate. Se Yuri Doroshenko fosse sopravvissuto, avrebbe dovuto amputare i piedi e le dita.
  12. sulla superficie interna della spalla sinistra un’abrasione marrone-rosso
  13. sulle superfici interne del gomito sinistro piccole abrasioni di colore brunastro-rosso
  14. sulla superficie interna dell’avambraccio sinistro c’è una ferita superficiale della pelle ricoperta di sangue secco
  15. lividi simili in colore rosso pallido sugli stinchi di entrambe le gambe

La quantità di urina era 150 cm3 . Questo volume è inferiore a quello che ci si aspetterebbe in caso di morte per ipotermia. Il corpo stava ancora facendo sforzi per combattere il congelamento al momento della morte. I casi di morte ipotermica hanno significativamente più urina nella vescica ( www.ncbi.nlm.nih.gov ).
Il fluido schiumoso grigio che è stato trovato sulla guancia destra del defunto ha fatto pensare che prima della morte qualcuno o qualcosa stava premendo sulla sua cavità toracica. Questo metodo energico era comune per gli interrogatori dell’NKVD (polizia segreta di Stalin) e delle forze speciali. La causa potrebbe anche essere una brutta caduta da un albero. Questo aspetto è stato ignorato nei documenti finali, che determinavano la causa della morte nell’ipotermia.
Gli esperti hanno descritto le ferite – lividi e abrasioni, come autoinflitte e le hanno spiegate con urti effettuati da Doroshenko contro rocce, ghiaccio e altri oggetti circostanti durante l’agonia. La morte si è verificata 6-8 ore dopo l’ultimo pasto. 

YURI KRIVONISCHENKO (23)

Rapporto autoptico di Yuri Krivonischenko
Il suo corpo fu scoperto sotto l’albero di cedro. Indossava una maglietta a maniche lunghe a quadri, pantaloni da nuoto, mutande lunghe e calzettoni sul piede sinistro. Niente scarpe

  1. lividi sulla fronte 0.3×1.8 cm
  2. sanguinamento diffuso nella regione temporale e occipitale destra a causa del danneggiamento del muscolo temporale
  3. livido intorno all’osso temporale sinistro
  4. manca la punta del naso, nessuna traccia di sangue significa che è stata morsa molto probabilmente da animali post mortem, il defunto è stato trovato a faccia in su
  5. orecchie congelate
  6. porzione dell’epidermide dalla mano destra si trova nella bocca del defunto
  7. il dorso della mano destra è gonfio, le dita sono marrone-porpora
  8. la punta delle dita sulla mano destra è di colore marrone scuro, piccole abrasioni sulla pelle del tessuto molle
  9. palmo della mano destra colore bluastro-rosso, pelle marrone scuro con bordi frastagliati alla base del pollice
  10. nella falange media delle dita 4-5 ferita cutanea con bordi duri e superficie carbonizzata
  11. distacco dell’epidermide da 2 cm sul dorso della mano sinistra
  12. abrasione di colore rosso pallido sul lato destro del torace 7×2 cm e 2×1,2 cm
  13. abrasioni rosso chiaro lungo la linea clavicolare centrale sul bordo della costola dell’ipocondrio destro
  14. abrasioni rosso scuro sul polso sinistro, il dorso della mano sinistra è gonfio
  15. livido rosa e marrone-rosso sulla natica sinistra 10×3 cm
  16. tre lesioni cutanee lineari con bordi dritti, angoli acuti e profondità fino a 0,3 cm sul lato interno del terzo superiore della coscia sinistra
  17. tre ferite cutanee con spigoli vivi sul lato interno del terzo superiore dell’anca sinistra
  18. abrasione marrone scuro sulla parte anteriore del femore e della tibia destra
  19. abrasioni marrone-rosso scuro sulla coscia anteriore-interna sinistra
  20. edema sulla gamba e sul piede sinistro, brucia nella zona delle dimensioni di 31×10 cm sull’intera superficie esterna della gamba
  21. patch in area 10×4 cm di peeling epidermide marrone-rosso dal retro del piede sinistro, secondo dito carbonizzato al colore marrone scuro e il tessuto è denso al tatto

La quantità di urina nella vescica era di 500 cm3. Causa della morte: ipotermia. La presenza di una pelle tra i denti strappata dalla mano poteva suggerire che Krivonischenko cercasse di rimanere sul cedro e cercava di stimolare la circolazione delle sue mani mordendosi, o stava cercando di soffocare un grido.
I primi due corpi di (Doroshenko e Krivonischenko) che sono stati ritrovati dall’incidente del Dyatlov Pass hanno mostrato uno schema di morte atteso. Sono morti congelati. I loro vestiti furono rimossi dai loro amici. Potrebbe sembrare male, ma questa è la realtà della Siberia. Se non riesci a tenerti al caldo, morirai rapidamente. Uno dei miti più comuni che circondano queste morti è una teoria della cosiddetta “spogliazione paradossale”. Questa teoria ignora il fatto che i corpi sono stati spogliati dopo la loro morte e in alcuni casi è stato fatto da altri membri con l’aiuto di un coltello. Diversi capi di abbigliamento sono stati semplicemente tagliati dai cadaveri o tolti e usati da altri membri del gruppo. Sembra chiara la volontà logica di vivere. Non c’era stato panico e non c’erano azioni illogiche.

 IGOR DYATLOV (23)

Igor Dyatlov post mortem

Igor Dyatlov post mortem
Igor Dyatlov post mortem
 

Igor Dyatlov fu trovato lo stesso giorno (27 febbraio 1959) a 300 m dal cedro, a faccia in su, in direzione della tenda. Sopra la neve erano visibili solo le mani strette a pugno piegate davanti al petto. La giacca sbottonata è insolita per qualcuno che sta morendo di freddo.

Rapporto di autopsia di Igor Dyatlov
Altezza 175 cm, la carnagione del defunto è stata descritta come “rosso-bluastro”. Aveva un gilet senza maniche in pelliccia sbottonato – esterno in cotone blu, interno in pelliccia grigio scuro (Yudin lo riconobbe più tardi come gilet che regalò a Krivonishenko quando si separarono), un maglione blu, camicia a maniche lunghe di cotone rosso, nella tasca della cassa 4 pillole di Streptocide (un agente anti-infiammatorio utilizzato per prevenire l’infezione delle ferite) ancora nel blister, canottiera di cotone blu senza maniche, pantaloni da sci sopra i pantaloni. Senza scarpe. Aveva un calzino di cotone sul piede sinistro e un calzino di lana sul piede destro. È difficile spiegare questa distribuzione non uniforme. Potrebbe essere che avesse due calze su un piede e poi ne ha tolta una per proteggere l’altro piede nudo.

  1. piccole abrasioni sulla fronte
  2. piccole abrasioni sulle palpebre superiori
  3. abrasioni marrone-rosso sopra il sopracciglio sinistro
  4. piccole abrasioni sulla guancia sinistra
  5. abrasioni marrone-rosso su entrambe le guance
  6. sangue secco sulle labbra
  7. la mascella inferiore aveva un incisivo mancante, la mucosa era intatta il che suggerisce che il dente sia stato perso molto prima dell’ultimo viaggio
  8. ginocchia ammaccate senza sanguinamento nei tessuti sottostanti
  9. entrambe le caviglie presentavano abrasioni rosso brunastro , dimensioni 1×0,5 cm e 3×2,5 cm con emorragia nel tessuto sottostante
  10. singola incisione 4×2 cm nel terzo inferiore della tibia destra
  11. molti piccoli graffi di colore rosso scuro sul terzo inferiore dell’avambraccio destro e sulla superficie del palmo
  12. colorazione grigio-viola sul lato posteriore della mano destra
  13. le articolazioni metacarpo-falangeali sulla mano destra presentavano lividi bruni rossi. Questo è un infortunio comune nelle lotte a corpo a corpo. Per avere un’idea migliore delle ferite basta fare un pugno. Questa è la parte della mano che usi per colpire qualcuno.
  14. la mano sinistra è di colore marrone-porpora con lividi rosso-bruni
  15. ferite superficiali sul 2 ° e 5 ° dito sulla mano sinistra
  16. ferita della pelle nella superficie palmare del 2 ° 5 ° dito della mano sinistra
  17. Non ci sono state ferite interne. Quantità di urina nella vescica di circa 1000 cm3

Causa della morte: ipotermia. Successivamente Yury Yudin testimonierà che la camicia a maniche lunghe trovata sul corpo di Igor Dyatlov era sua. Ma la diede a Doroshenko, poi se ne andò. Sarebbe logico presumere che Dyatlov l’abbia preso dal corpo congelato del Doroshenko dopo che era morto.

 ZINAIDA KOLMOGOROVA (22)

Zinaida Kolmogorova post-mortem
Zinaida Kolmogorova post-mortem
 
Rapporto autoptico di Zinaida Kolmogorova
Zinaida fu trovata a 630 m dal cedro, a faccia in giù, in direzione della tenda. Era vestita meglio dei corpi sotto il cedro. Aveva due cappelli, una maglietta a maniche lunghe, maglione, camicia a quadretti e un altro maglione con risvolto alla manica destra. I maglioni erano all’esterno, cosa che non è inusuale per gli alpinisti quando cercano di asciugare i vestiti indossandoli. Zinaida indossava pantaloni sportivi di cotone, pantaloni, da sci con tre piccoli fori nella parte inferiore della gamba destra e tre paia di calzini. Due paia erano sottili, poi la terza coppia era di lana con dentro delle solette. Niente scarpe Nelle sue tasche sono stati trovati 5 rubli e una maschera protettiva in stile militare sul lato sinistro del petto, tra il maglione superiore e la maglietta a scacchi sotto.

  1. abrasione rosso scuro sull’eminenza frontale destra
  2. area grigio pallido 3×2 cm sopra il sopracciglio destro
  3. abrasione rosso scuro sulle palpebre superiori
  4. marrone rosso pascola sul ponte e punta del naso
  5. numerose abrasioni sullo zigomo sinistro
  6. pelle livida sul lato destro del viso
  7. abrasione marrone-rossa sul dorso di entrambe le mani nell’area delle articolazioni falangee e falangee metacarpo
  8. ferita con bordi frastagliati e pelle mancante sul dorso della mano destra alla base del terzo dito
  9. congelamenti sulle falangi delle dita
  10. un lungo livido rosso vivo 29×6 cm nella regione lombare sul lato destro del busto. Il livido sembra lasciato da un bastone

La quantità di urina nella vescica è 300 cm3. Causa della morte: ipotermia causata da un incidente violento. L’esame medico mostra che Zinaida non era sessualmente attiva al momento della sua morte. Questo fatto riguarda solo (1) la natura del rapporto tra Zinaida Kolmogorova e Igor Dyatlov.

 RUSTEM SLOBODIN (23)

Rustem Slobodin post mortem

Rustem Slobodin post mortem
Rustem Slobodin post mortem
 
Rustem Slobodin post mortem
Rustem Slobodin post mortem
 
Rapporto dell'autopsia di Rustem Slobodin
Frattura dell’osso frontale ed emorragie (aree ombreggiate) nei muscoli temporali che sono stati trovati sul cranio di Rustem Slobodin.
Il corpo di Rustem è stato trovato a 480 m dal cedro il 5 marzo, il giorno dopo l’autopsia dei primi quattro corpi, coperto con 12-15 cm di neve, a faccia in giù, in direzione della tenda. Era vestito meglio degli escursionisti precedentemente trovati. Indossava una maglietta a maniche lunghe, camicia, maglione, due paia di pantaloni, quattro paia di calzini e uno stivale di feltro (valenka) sul piede destro. Il suo orologio era fermo alle 8:45. Sul petto sotto il maglione c’erano due solette di scarpe, nella tasca della camicia – 310 rubli e il suo passaporto. In altre tasche sono stati trovati un piccolo coltello tascabile pieghevole (temperino), una matita, una penna, un pettine in una custodia di plastica, una scatola di fiammiferi con 48 bastoncini e un calzino di cotone. La sua autopsia è stata eseguita l’8 marzo da Vozrozhdenny da solo.

  1. emorragie nei muscoli temporali
  2. piccole abrasioni rosso brunastro sulla fronte
  3. due graffi sono lunghi 1,5 cm alla distanza di 0,3 cm tra di loro
  4. livido rosso brunastro sulla palpebra superiore dell’occhio destro con emorragia nei tessuti sottostanti
  5. tracce di scarico di sangue dal naso
  6. gonfiore e molte piccole abrasioni su entrambi i lati del viso
  7. lividi nelle articolazioni metacarpo-falangea su entrambe le mani (nocche lute). Lividi simili sono comuni nella lotta corpo a corpo
  8. lividi marrone ciliegia sull’aspetto mediale del braccio sinistro e del palmo sinistro
  9. labbra gonfie
  10. contusioni sulla tibia sinistra in dimensioni 2,5×1,5 cm (non mostrate nello schema)
  11. l’epidermide viene strappata dall’avambraccio destro (non mostrato sullo schema)
  12. frattura dell’osso frontale 6×0,1 cm situato a 1,5 cm dalla sutura sagittale (che mostra sul diagramma del trauma cranico separato senza numeri)

Boris Alekseevich Vozrozhdenny ha suggerito che la frattura nel suo cranio potrebbe essere fatta con qualche oggetto contundente. L’autopsia medica afferma inoltre che Slobodin probabilmente ha subito una perdita di coordinazione a causa dello shock iniziale subito dopo il colpo che potrebbe avere accelerato la sua morte per ipotermia. Comunque la conclusione è prevedibilmente attenta.
La morte di Rustem Slobodin è giudicata come risultato di ipotermia. Tutti i lividi e graffi sono dovuti all’agonia finale. Anche se è ancora un po’ oscuro come ha fatto a danneggiare le sue mani e l’esterno delle sue gambe. Le ferite alla testa sono meno comuni, soprattutto quelle bilaterali. È anche insolito danneggiare il viso e i lati del cranio mentre la parte posteriore della testa non ha danni. Nel caso del corpo di Slobodin vediamo il contrario.
Il suo modello di infortunio è opposto a quello che di solito vedremmo nelle lesioni subite da un uomo congelato negli ultimi minuti della sua vita. Sembra che Rustem sia caduto ripetutamente in avanti mentre camminava giù per la montagna. E ogni volta che cadeva riusciva a sbattere i lati della sua testa. Questo è insolito per un uomo che era probabilmente in una forma fisica migliore di chiunque altro nel gruppo. Anche una lunga gita in sci difficilmente potrebbe essere responsabile di questa presunta “goffaggine”.
Il corpo di Rustem era l’unico con un letto ghiacciato sotto l’indurimento della neve di scongelamento. Ciò significa che il corpo è caduto quando era ancora relativamente caldo e c’era un notevole scambio di calore nell’ambiente.
Su Doroshenko, Kolmogorova e Slobodin le macchie dovute al livor mortis erano sulla superficie superiore del corpo. Ciò consente speculazioni che i corpi siano stati spostati (rovesciati) dopo la loro morte. Questo risultato è controverso. 

Il rifugio sotto la neve

Quando a maggio la neve iniziò lo scongelamento un Mansi nativo di Kurikov con il suo cane notò alcuni rami tagliati che formavano una sorta di scia che seguì e a 50 m dal cedro trovò pantaloni di cotone neri, la gamba destra tagliata con un coltello. Rami di cedro, un giovane abete mancava della parte superiore, la metà sinistra del maglione di lana marrone chiaro, con la metà destra e le maniche tagliate. Si presume che il maglione appartenga a Lyudmila Dubinina. L’area è stata precedentemente esplorata con sonde da valanga ma la neve era più profonda del previsto. I corpi furono trovati il ​​5 maggio e esaminati il ​​9 maggio 1959. Vedi mappe più dettagliate.

Dyatlov Pass Den è una delle questioni chiave nell’intero incidente del Dyatlov Pass. Da un lato mostra chiaramente che i membri del gruppo erano abbastanza sani da fare qualsiasi cosa in loro potere per sopravvivere. D’altra parte non è ancora chiaro il motivo per cui i loro tentativi non hanno funzionato. Un’altra domanda è dove è finito il coltello che ha tagliato i rami.
Mappa degli incidenti del Dyatlov Pass
 
Dyatlov Pass The Den
Dyatlov Pass The Den
Dyatlov Pass The Den
 

Il rifugio nella neve fu scavato dai quattro membri sopravvissuti del gruppo Dyatlov a 70-75 metri dal cedro in un burrone nascosto dai venti freddi. Probabilmente era un’idea di Zolotarev. Si tratta di un modo noto e comune per sopravvivere d’inverno e, date le circostanze, offriva le migliori possibilità di sopravvivenza per coloro che rimasti indietro mentre aspettavano che i loro tre amici si arrampicassero in cima alla montagna.
L’esistenza di questo rifugio mina ulteriormente la teoria della spogliazione paradossale. I membri del gruppo avevano chiaramente compreso le minacce e hanno fatto tutto il possibile per preservare sé stessi.
I rami di cedro sono stati portati nel rifugio e disposti per minimizzare il contatto dei corpi umani con la neve fredda sulla base. Inoltre Ludmila Dubinina aveva il maglione ed i pantaloni di Krivonischenko. Su entrambi si sono rivelate presenti radiazioni. Tuttavia la stranezza del caso non è stata risolta. In effetti è diventato più strano. Tutti i membri del gruppo hanno avuto un danno significativo alle loro ossa. Sono stati schiacciati con grande forza.
I medici hanno confrontato l’estensione del danno con l’impatto di un’auto. Una seconda cosa che colpisce del rifugio è che i corpi sono stati effettivamente trovati a pochi metri dal loro rifugio improvvisato nella parte profonda del burrone sulla superficie di soli 4 metri quadrati. Alcuni dei vestiti che sono stati prelevati dai corpi lasciati sotto il cedro sono stati collocati sui rami di cedro, ma a quanto pare non sono stati utilizzati. Ulteriori informazioni su The Den.

Lyudmila Dubinina post-mortem

 LYUDMILA DUBININA (20)

Rapporto autoptico di Lyudmila Dubinina
Lyudmila Dubinina post-mortem
Lyudmila indossava una camicia a maniche corte, una camicia a maniche lunghe e due maglioni. Il maglione marrone apparteneva a Krivonischenko – uno dei due trovati sotto il cedro, e recentemente testato come radioattivo. Il corpo era vestito con mutande, calze lunghe, due paia di pantaloni. La coppia esterna è stata gravemente danneggiata dal fuoco e successivamente strappata. Indossava anche un piccolo cappello e due paia di calze calde. Un terzo calzino non era abbinato.
Apparentemente, Lyudmila nell’ultimo tentativo di preservare i suoi piedi si tolse il maglione e lo tagliò in due pezzi. Una metà l’ha piazzata sul suo piede sinistro. Un’altra metà l’ha lasciata, o lasciata cadere involontariamente, sulla neve.

  1. i tessuti molli mancano intorno agli occhi, le sopracciglia, il ponte del naso e l’osso della guancia sinistra sono parzialmente esposti
  2. tessuti danneggiati intorno all’osso temporale sinistro, dimensioni 4×4 cm
  3. le prese oculari sono vuote, mancano i bulbi oculari
  4. le cartilagini del naso sono rotte e appiattite
  5. mancano i tessuti molli del labbro superiore, i denti e la mascella superiore sono esposti
  6. lingua mancante
  7. le costole 2, 3, 4, 5 sono rotte sul lato destro, sono visibili due linee di frattura
  8. le costole 2, 3, 4, 5, 6, 7 sono rotte sul lato sinistro, sono visibili due linee di frattura
  9. massiccia emorragia nell’atrio destro del cuore
  10. livido nella parte centrale della coscia sinistra, dimensioni 10×5 cm (non mostrato nello schema)

Dubinina si trovava su una specie di sporgenza naturale con l’acqua che vi scorreva sopra. La sua bocca era aperta. Ci sono affermazioni che la lingua è stata strappata, o mangiata, o quant’altro. La documentazione medica recita semplicemente “manca la lingua“. Vozrozhdenny descrive la mancanza di muscolo ipoglosso così come i muscoli del pavimento della bocca.
Sembra strano soprattutto dato il fatto che i corpi precedenti avevano autopsie più dettagliate. Non c’è una spiegazione credibile per questa affermazione vaga. Sebbene sia stato detto che lo stomaco conteneva circa 100 g di sangue coagulato. Potrebbe essere un’indicazione che il cuore batteva e il sangue scorreva quando la lingua è stata rimossa dalla bocca. La causa della morte è indicata come emorragia nell’atrio destro del cuore, costole fratturate multiple e emorragie interne.
L’esame medico mostra che Lyuda non era sessualmente attiva al momento della sua morte. Questo fatto è solo relativo al fatto che chiunque abbia commesso il crimine non ha aggredito sessualmente le ragazze, o gli uomini. 

SEMYON ZOLOTARYOV (37)

Rapporto di autopsia di Semyon Zolotoryov
Semyon Zolotaryov post-mortem

  1. mancano le palle per gli occhi
  2. manca i tessuti molli attorno alla fronte dell’occhio sinistro, dimensioni 7×6 cm, l’osso è esposto
  3. ferita aperta sul lato destro del cranio con osso esposto, dimensioni 8×6 cm
  4. pugnale, costole rotte 2, 3, 4, 5, 6 sul lato destro, due linee di frattura

Il corpo di Semyon Zolotaryov è stato trovato al Passo Dyatlov con due cappelli, una sciarpa, una camicia a maniche corte, un maglione nero e un cappotto con due bottoni superiori sbottonati. Era abbastanza chiaro che il ragazzo non fosse morto dal freddo. Al contrario, il rifugio era un posto abbastanza caldo per lui. La parte inferiore del corpo era protetta da biancheria intima, due paia di pantaloni e un paio di pantaloni da sci. Aveva una copia di giornali, diverse monete, bussola e altri oggetti. Le sue gambe erano protette da un paio di calze e da un paio di scarpe fatte a mano in pelle chiamate “burka”. Probabilmente non potevano tenerlo caldo per molto tempo, ma nel rifugio erano sufficienti per mantenere vivo l’uomo.
Inoltre il corpo di Zolotaryov aveva una macchina fotografica attorno al collo, come si vede chiaramente nelle immagini. Secondo le dicerie che questa fotocamera è diventata una sorpresa completa per Yuri Yudin. Che affermato che il gruppo aveva solo quattro telecamere che sono state trovate nella tenda. E all’improvviso una quinta telecamera si è rivelata sul corpo. Purtroppo l’acqua di fusione ha danneggiato il film. Ma la domanda rimane ancora. Perché Zolotaryov ha lasciato la tenda con la macchina fotografica e perché ha portato due fotocamere per il viaggio?
Una veniva usato quotidianamente e tutti la vedevano. È stata lasciata nella tenda e scoperta lì dal gruppo di ricerca, ma un’altra è stata nascosta durante il viaggio e è stata trovata solo dopo che Semen Zolotarev è morto. Il film è stato danneggiato dall’acqua, quindi rimane la domanda: “Che cosa era così importante che ha catturato sul pendio della montagna quel giorno?” Fu trovato che teneva una penna in una mano e un piccolo taccuino nell’altra, ma morì prima di poter scrivere qualcosa.
Sia Zolotarev che Dubinina hanno un modello interessante di infortuni. Sono molto simili in direzione e forza nonostante la differenza di forma, altezza e composizione corporea dei due. Ciò suggerirebbe che qualunque cosa abbia causato queste lesioni non fosse un singolo evento uniforme.

Mayxcerpt dall’interrogatorio dell’esperto forense dell’Ufficio investigativo forense regionale Boris Vozrozhdenny guidato dal Consigliere di Giustizia e Procura della Repubblica di Sverdlovsk, Lev Ivanov, il 28 maggio 1959:

Come è possibile spiegare la causa del danno a Dubinina e Zolotariov? È possibile combinarli in un’unica causa? 
Penso che il carattere delle ferite su Dubinina e Zolotariov – una frattura a più scheggiature delle costole – su Dubinina fosse bilaterale e simmetrico, e su Zolotariov fossero unilaterali. Entrambi hanno avuto un’emorragia nel muscolo cardiaco con un’emorragia nella cavità pleurica, che è la prova che erano vivi [quando sono stati feriti] ed è il risultato dell’azione di una grande forza. Queste ferite, specialmente se appaiono in modo tale da non danneggiare il tessuto molle del torace, sono molto simili al tipo di trauma causato dall’onda d’urto di una bomba.
Per quanto tempo avrebbero potuto vivere Dubinina e Zolotariov? 
Dubinina morì 10-20 minuti dopo il trauma. Lei avrebbe potuto essere cosciente. A volte capita che una persona con una ferita al cuore (per esempio una ferita di coltello seria) possa parlare, correre e chiedere aiuto. La situazione di Dubinina era una delle complicanze traumatiche derivanti dalla frattura bilaterale delle costole, con conseguente emorragia interna nella cavità pleurica. Zolotariov avrebbe potuto vivere più a lungo. È necessario tenere conto del fatto che erano tutti formati, persone fisicamente in forma e forti.

 ALEXANDER KOLEVATOV (24)

Il corpo di Aleksander Kolevatov era ben isolato, ma gli mancavano un cappello e le scarpe. La parte superiore del busto era protetta da una camicia senza maniche, una camicia a maniche lunghe, un maglione, un maglione in pile e una giacca da sci con cerniera e bottoni. La giacca da sci è stata danneggiata. Un grosso buco sulla manica sinistra aveva bordi bruciati e misurava 25x12x13 cm. Anche la sua manica destra è stata danneggiata. Sono state trovate diverse lacrime di 7-8 cm. La giacca era sbottonata e aperta. Una strana scoperta per una persona che si supponeva morisse dal freddo e dall’ipotermia. Durante l’autopsia sono stati recuperati gli oggetti dalle sue tasche: chiave, spilla da balia, carta bianca (probabilmente per tenere traccia dei suoi pensieri o eventi) e due pacchetti di pillole (soda e codeina).

La parte inferiore del corpo aveva pantaloncini, pantaloni leggeri, pantaloni da sci e un altro paio di pantaloni di tela. Dalla tasca destra i medici hanno recuperato una scatola di fiammiferi bagnati fradici. I suoi piedi, come è stato menzionato, non avevano scarpe, ma erano protetti da calze di lana lavorate a maglia con segni di danni da fuoco. Il suo piede destro era protetto anche da un calzino leggero sotto un panno di lana. Il suo piede sinistro aveva tre calze simili. Inoltre è stata scoperta una fasciatura sulla caviglia sinistra, ma probabilmente è stata messa prima dell’incidente del Dyatlov Pass dal momento in cui il gruppo ha lasciato il kit di primo soccorso nella tenda.
La cintura del maglione e le parti inferiori dei pantaloni in seguito furono testate radioattive.

  1. mancanza di tessuti molli attorno agli occhi, mancano le sopracciglia, sono esposte le ossa del cranio
  2. naso rotto
  3. ferita aperta dietro l’orecchio, dimensioni 3×1,5 cm
  4. collo deformato
  5. sanguinamento diffuso nei tessuti sottostanti del ginocchio sinistro (non mostrato sul diagramma)
  6. pelle addolcita e sbiancata (macerazione) delle dita e dei piedi, segno consistente in putrefazione in ambiente umido
  7. la pelle complessiva aveva un colore verde grigio con una sfumatura viola

Questa autopsia ha taciuto sulle ferite della vittima. Il naso rotto, la ferita aperta dietro l’orecchio e il collo deformato potrebbero essere il risultato di un combattimento ed essere causa di morte. D’altra parte potrebbe essere stato causato da elementi naturali poiché il corpo è stato esposto alla natura per tre interi mesi. Eppure il dottore ignora questa questione e non cerca di spiegare la ragione di queste strane lesioni. Probabilmente dovremmo aggiungere che il collo spezzato e il colpo dietro l’orecchio sono un segno comune di uccisioni eseguite da forze speciali. Tuttavia, non possiamo essere sicuri di ciò poiché il rapporto dell’autopsia non ha specificato ulteriori dettagli sul corpo. Abbiamo lasciato a indovinare la natura e l’origine di queste lesioni.

NIKOLAI THIBEAUX-BRIGNOLLES (23)

Nikolay Thibeaux-Brignolles era ben protetto dal freddo dell’inverno siberiano. È stato suggerito che lui e Zolotarev avrebbero potuto essere fuori dalla tenda nel momento in cui la misteriosa minaccia li ha colpiti. Questo spiega perché entrambi indossavano scarpe ed erano coperti da diversi strati di vestiti. Entrambi gli uomini erano molto meglio preparati rispetto al resto del gruppo quando furono costretti ad abbandonare la loro tenda.
Nikolay indossava un cappello di pelliccia di tela e un cappello di lana lavorato a maglia. La parte superiore del corpo era protetta dal freddo da camicia, maglione di lana indossato dentro e una giacca di pelliccia su una pelle di pecora. Guanti di lana sono stati trovati nella tasca destra insieme a tre monete, pettine e diversi pezzi di carta. La parte inferiore del corpo era protetta da biancheria intima, pantaloni della tuta, pantaloni di cotone e pantaloni da sci. In piedi indossava calzini di lana lavorati a mano e un paio di stivali di feltro (valenki), scarpe invernali russe perfette per il clima siberiano.
Inoltre Nikolay Thibeaux-Brignolles indossava due orologi sul suo braccio sinistro. Uno era fermo alle 8:14 e l’altro alle 8:39. Sono stati scoperti punti cadaverici sul retro della parte superiore del corpo, del collo e delle estremità superiori. Lunghezza del pelo fino a 1 cm.

  1. fratture multiple all’osso temporale, con estensioni alle ossa frontali e sfenoidali, il primo piano delle fratture al cranio è mostrato nella foto
  2. livido sul labbro superiore sul lato sinistro
  3. emorragia sull’avambraccio inferiore, dimensioni 10×12 cm

Vozrozhdenny, che ha intrapreso l’autopsia, ha escluso la caduta accidentale sulla roccia come possibile causa di una frattura così massiccia e insolita.
Da quale tipo di forza avrebbe potuto ricevere tali danni? 
Nella conclusione, è dimostrato che il danno alla testa di Tibo poteva essere il risultato della caduta o del lancio del corpo. Non credo che queste ferite sarebbero potute essere il risultato di una semplice caduta, cioè cadendo e sbattendo testa. La frattura estesa, depressa, multi-scheggiata (fornix rotto e frattura alla base del cranio) potrebbe essere il risultato di un impatto di un’auto che si muove ad alta velocità. Questo tipo di trauma potrebbe essersi verificato se Tibo fosse stato gettato e caduto e colpito la sua testa contro rocce, ghiaccio, ecc., da una raffica di vento forte.
È possibile che Tibo sia stato colpito da una roccia che era nelle mani di qualcuno? 
In questo caso, ci sarebbe stato un danno al tessuto molle, e questo non era evidente.
Per quanto tempo potrebbe aver vissuto Tibo dopo il trauma. Potrebbe essersi mosso da solo, parlato, ecc.? 
Dopo questo trauma, Tibo avrebbe avuto una grave commozione cerebrale; cioè, sarebbe stato in uno stato di incoscienza. Spostarlo sarebbe stato difficile e, vicino alla fine, il movimento non sarebbe stato possibile. Credo che non sarebbe stato in grado di muoversi anche se fosse stato aiutato. Potrebbe essere stato trasportato o trascinato. Avrebbe potuto mostrare segni di vita per 2-3 ore.

Ipotesi sull’incidente

 Insomma, c’è molto di misterioso in queste morti, al di là del rapporto ufficiale stilato dalle autorità ex sovietiche. Nel corso degli anni molti sono stati gli esperti ed i ricercatori che si sono avventurati nel campo delle ipotesi per spiegare quanto accaduto a Dyatlov Pass.
Si è parlato di una vera e propria carneficina effettuata dal KGB a causa di qualcosa che i ragazzi avevano visto e  non avrebbero dovuto: in effetti nell’area, proprio in quel periodo, i militari sovietici stavano sperimentando nuovi tipi di missili e razzi.
C’è anche chi pensa che i giovani potrebbero essere stati scambiati per ergastolani evasi da qualche campo di prigionia e che gli autori della strage, resisi conto dell’errore, siano scappati lasciando tutto come stava.
Ma, allora, perché nessun segno di armi da fuoco? E perché alcuni dei capi di abbigliamento dei ragazzi erano radioattivi? Perché i corpi sembrano straziati da una forza sconosciuta?
Si è provato a rispondere chiamando in ballo lo Yeti, gli UFO, uccisioni rituali ad opera di qualche banda locale, qualcuno ha pensato a fulmini globulari e ad alterazioni gravitazionali. Tutte le ipotesi sono contenute in un ottimo riassunto reperibile all’indirizzo http://dyatlov-pass.com/theories.
La verità, purtroppo, è che non sapremo mai come andarono realmente le cose e l’incidente di Dyatlov Pass è destinato a rimanere per sempre nel cassetto dei casi insoluti.


La logica di Aristotele

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Nella  tarda antichità la  supremazia di Platone  sulla  metafisica era indiscussa ma  il  maestro e per certi versi il  fondatore della  logica,  era  senza alcun dubbio,  Aristotele.
L’impronta nella  logica del filosofo di Stagira (383 o 382 a.c. – 322 a.c.) fu enorme  e  storicamente sarebbe stata ancora più grande se l’impianto logico delineato da Aristotele avesse costituito il primo passo  di un’evoluzione e non l’imbalsamazione dei suoi postulati  per  quasi i successivi duemila  anni.
Il  più importante  lavoro  logico di Aristotele  è  la dottrina del  sillogismo. Un sillogismo è un ragionamento che si suddivide in tre  parti: una premessa maggiore,  una premessa minore ed una conclusione.
I sillogismi  possono essere  di vari tipi, ad ognuno dei quali gli  scolastici attribuirono un nome, il  più comune  è quello definito Barbara. 
Tutti gli uomini sono  mortali (premessa maggiore). Socrate è un uomo (premessa minore). Quindi: Socrate è mortale (conclusione).
Un’altra  forma, il cosiddetto Celarent può essere descritta attraverso  questo esempio:
Nessun  pesce è ragionevole. Gli squali sono pesci. Nessun squalo  è ragionevole. 
Un’altra forma  detta Ferio, recita in  questi termini:
Nessun Greco è nero, alcuni uomini sono Greci, quindi alcuni  uomini non sono neri. 
I tipi Barbara, Celarent, Ferio insieme al quarto tipo Darii costituiscono la prima  figura di Aristotele a cui  poi,  sia il  filosofo  di Stagira che gli scolastici ne aggiunsero altre. Aristotele ed i suoi seguaci pensavano che tutte le deduzioni, se stabilite rigorosamente, fossero  sillogistiche.
Questo sistema segnò l’inizio  della logica formale ma  allo stesso tempo come abbiamo  detto  anche la  sua immobilizzazione concettuale per quasi  due millenni. Questo immobilismo ha evidenziato in questa struttura, con il tempo,  almeno tre errori di fondo:

  1. difetti formali entro il  sistema stesso
  2. sopravvalutazione del sillogismo rispetto ad altre forme di ragionamento deduttivo
  3. Sopravvalutazione della  deduzione  come forma di ragionamento

L’opera che apre la  struttura della logica è i Primi Analitici a cui Aristotele  farà seguire altri scritti che troveranno un notevole eco nel  Medio Evo. Uno di questi  è la breve opera sulle  Categorie che Aristotele definisce sommariamente come “espressioni che non sono da nessun punto di vista di significato complesso” elencando poi le dieci categorie possibili.
Correlato: La Grecia antica, la culla della civiltà occidentale
Nei Secondi Analitici Aristotele  si preoccupa di un aspetto  centrale del  processo deduttivo ovvero come si ottengono le  prime premesse. In maniera  un po’ confusionaria Aristotele  non trova niente di meglio per giustificare il fatto che le prime  premesse non  possono essere provate se non per diretta esperienza,  che rifarsi al  concetto di essenza.
Basti dire in questa  sede che l’essenza di una cosa consisteva in quelle delle sue proprietà che il soggetto non può mutare senza perdere  la  sua identità. Sfortunatamente per  l’umanità  la logica  di Aristotele è apparsa verso la fine del pensiero creativo greco e quindi fu accettata come un dogma.
Oggi non sopravvive quasi più niente della  logica aristotelica che per altro ha avuto il  discutibile merito di imbalsamare per secoli l’ingegno  umano in questa sfera del  sapere.

Perché abbiamo paura del 5G?

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Sappiamo che la tecnologia 5G, che sta prendendo piede nel campo della telefonia e della trasmissione di dati in mobilità, è piuttosto temuta da molte persone. Quali sono le ragioni di queste paure?
In proposito sono nate teorie della cospirazione che affermano che la tecnologia 5G utilizzi le stesse lunghezze d’onda di alcune armi in mano ai militari. Altri affermano che queste lunghezze d’onda che oggi vengono testate nelle nuove infrastrutture di telefonia mobile non sono mai state sperimentate e di conseguenza noi saremmo delle cavie inconsapevoli.
Ma tutte queste queste affermazioni cospirazioniste sono solo un cumulo di sciocchezze, come spiega a The Guardian Howard Jones, responsabile delle comunicazioni tecnologiche presso il provider di rete mobile del Regno Unito EE: Le lunghezze d’onda che il 5G utilizza e utilizzerà sono tutte completamente sicure e sono state in ricerca e test per decenni“.
Molta gente non sa spiegare cosa sia una rete 5G ma su internet ci sono molti siti che ci possono aiutare a schiarirci le idee.

Cos’è il 5G?

Il 5G è la quinta generazione di tecnologie e standard per le connessioni telefoniche in mobilità che ha destato l’interesse delle principali compagnie telefoniche mondiali. In Italia  TIM e Vodafone, seguite da Wind, Tre ed Iliad.
L’ampia diffusione del 4G, attualmente la miglior connessione possibile in termini di smartphone, cederà il posto al 5G che ci consentirà di utilizzare il telefono come mai prima d’ora.
La nostra connettività con la telefonia mobile dipende attualmente da “celle” che rendono possibile collegarci a internet. Con la rete 4G oggi ogni singola cella può trasferire dati pari a 1 Gbps mentre con il 5G ogni singola cella avrà una velocità pari a 20 Gbps.

Come funziona la telefonia mobile?

Il telefono, interagisce con un ripetitore posto nelle vicinanze, tramite onde radio. Il ripetitore si collega quindi (sempre tramite onde radio) a una rete centrale, che trasmette le informazioni che riceve e le restituisce.
Attualmente, se il telefono utilizza il 4G, la banda di frequenza delle onde radio è compresa tra 2 e 8 Ghz. L’uso di frequenze più alte ha sia vantaggi che svantaggi. Maggiore è la frequenza di un’onda radio, più corta è l’onda stessa. Però le onde più corte perdono energia più velocemente mentre si muovono, quindi coprono una distanza inferiore.
L’area coperta dal ripetitore è chiamata “cella” e di solito ha una larghezza compresa tra 1 e 20 chilometri , anche se può essere molto più piccola, a seconda del numero di telefoni presenti nell’area.
Con frequenze più deboli, un ripetitore copre in’area inferiore quindi sono necessarie più torri per le antenne. Tuttavia, le onde più corte significano anche che molti più dispositivi possono essere collegati contemporaneamente a un ripetitore. Il 5G offre potenzialmente velocità di connessione alla rete che saranno sostanzialmente superiori a quelle attualmente disponibili.
La preoccupazione di molti nasce perché il 5G può supportare frequenze fino a 300 GHz, anche se i vari paesi in cui il sistema viene implementato limiteranno le frequenze in modo diverso.
Queste frequenze sono chiamate “lunghezze d’onda millimetriche“, perché hanno una larghezza compresa tra 1 e 10 millimetri. Le onde più corte hanno un’energia maggiore, ma non ci sono basi per queste preoccupazioni.
Andrew Wood, un ricercatore di bioeffetti elettromagnetici della Swinburne University in Australia ha spiegato a ScienceAlert che in realtà, una frequenza più alta non significa avere una maggiore intensità.
Wood sta effettuando una ricerca utilizzando la modellizzazione computerizzata avanzata per prevedere l’assorbimento della radiofrequenza in varie parti della pelle.
Poiché le lunghezze d’onda più brevi non penetrano come quelle più lunghe, significa anche che i ripetitori della telefonia 5G devono essere posizionate più vicine tra loro.
Philip Branch dell’Università tecnologica di Swinburne ha spiegato a the Conversation che le reti 5G centralizzeranno la maggior parte dell’elaborazione eseguita in passato in una stazione base: “Invece di far eseguire ogni stazione base, i dati grezzi verranno trasmessi a una posizione centrale e elaborati lì“.
Dunque, perché tanta paura del 5G?
In tanti hanno sempre avuto paura delle radiazioni elettromagnetiche e il 5G sta solo portando a galla ancora una volta questi timori ma, come afferma Wood, “l’esposizione sarà ben al di sotto dei limiti stabiliti dall’ICNIRP, l’agenzia di revisione internazionale collegata all’OMS”.
La prevalenza dei telefoni cellulari è passata da zero nei primi anni ’80 a oltre il 90% della popolazione australiana ora, senza un apprezzabile cambiamento nei tassi di cancro al cervello“.
Ma gli esperti hanno notato che forse, solo forse, c’è una fonte che possiamo accusare di questo aumento nella fobia del 5G: la Russia.
Esiste una teoria secondo cui i russi vogliono rallentare il lancio del 5G in Occidente, per consentire alla loro tecnologia di recuperare terreno“, afferma Wood.
Fonte: https://www.sciencealert.com/why-are-people-so-scared-of-5g

Il curaro: breve storia di un utile veleno

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Siamo verso la fine del Cinquecento in una foresta del Sud America, Sir Walter Raleigh (1552-1618), navigatore, corsaro ed esploratore inglese assiste ad una scena inquietante.  Una scimmietta che si lancia da un albero ad un altro, ad  un certo punto sembra mancare la presa e precipita a terra, agonizzante.
L’esploratore  inglese, favorito  di Elisabetta I, che finirà  decapitato  dal  suo successore Giacomo I, si rende conto che è stata  abbattuta da una  piccola  freccia intrisa di veleno scagliata da un indigeno.
I nativi chiamavano quel veleno dei tre alberi, per  sottolinearne la minore  potenza rispetto  ai veleni da  due alberi o da un albero.  
Incuriosito dalla  repentina  morte della scimmietta, Raleigh raccolse una  piccola quantità di questa sostanza,  che gli indigeni chiamavano  urari,  su un dito. Probabilmente il dito  dell’esploratore inglese  presentava qualche  abrasione  o qualche  piccola ferita, perché il malcapitato Raleigh subì un repentino collasso mentre il  veleno  gli entrava  in circolo.
Fortunatamente  per  lui la dose non era sufficiente  per  uccidere un essere umano, dopo tutto si trattava di  un  veleno da tre alberi e Raleigh si riprese. L’urari, come veniva chiamato dai nativi, che  nella  loro lingua  significa chi lo riceve cade, era estratto dalla radice o dal fusto di una  specie di liana, il Chondrodendron tomentosum.
Raleigh ne portò un certo quantitativo in patria dove alla sostanza fu dato il nome di curaro, dalla  parola  india che significa veleno.  Ci vorranno  però  secoli prima  che qualcuno intuisse che il  curaro  potesse essere qualcosa  di più di un veleno letale. Nel 1812 Charles Waterton scoprì, facendo esperimenti su una mula,  che se somministrato in dosi giuste il  curaro provocava un estremo rilassamento muscolare  senza  risultare  mortale.
Nel  1844 il fisiologo  francese Claude Bernard comprese il meccanismo attraverso il quale il curaro  agisce bloccando la trasmissione nervosa alla muscolatura fin quasi ad indurre il soggetto in uno stato di morte apparente.
Il  concetto di morte apparente traumatizzò la società del tempo al  punto che  anche  il grande scrittore  Edgar Allan Poe scrisse un famoso racconto incentrato  su  una  persona che si risveglia da uno stato di morte  apparente in una bara con il conseguente  terrore di essere  sepolto vivo.
Nonostante  qualche  psicosi  di troppo, gli scienziati riuscirono ad isolare il  principio attivo di questa sostanza estratta dalle  famigerate liane: la tubocurarina, ottenendo dei  notevoli progressi nella  cura degli effetti di alcuni veleni come la stricnina e la tossina del tetano, ma  soprattutto in campo operatorio per far rilassare la  muscolatura di  alcuni pazienti che dovevano essere  sottoposti ad operazione  chirurgica.
Nel 1942 l’anestesista canadese Harold Griffith (1894-1985) fu il primo ad utilizzare  il curaro in un intervento chirurgico.
Da allora questo veleno è stato un valido ausilio nelle tecniche di anestesia, anche se negli ultimi anni altre sostanze con  meno  effetti collaterali ne hanno significativamente ridotto l’utilizzo.

Un nuovo studio risolve il problema del fosforo

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Tra gli elementi fondamentali per la vita troviamo il fosforo.
Questo elemento forma la spina dorsale delle molecole di DNA e RNA ed è impiegato negli scambi energetici delle cellule. La vita ha bisogno di molto fosforo, ma sulla Terra primitiva questo elemento scarseggiava. Com’è arrivato questo elemento sulla terra primitiva e priva di forme di vita?
Per 50 anni la scienza si è trovata davanti a un muro insormontabile, il problema del fosforo, che oggi, grazie a un nuovo studio, pubblicato il 30 dicembre negli Atti della National Academy of Sciences ha una risposta.
Il nuovo studio sostiene che laghi ricchi di carbonati potrebbero essersi formati sulla terra primitiva molto presto fornendo la chimica giusta per mantenere alti livelli di fosforo, necessari ai primi organismi.
Questi laghi ricchi di carbonati, si formano in ambienti asciutti all’interno di depressioni che incanalano l’acqua che vi affluisce. L’alto tasso di evaporazione delle loro acque fa aumentare le concentrazioni saline e alcaline. Questi laghi sono presenti in tutti i continenti.
Il primo passo è stato quello di eseguire delle misurazioni del fosforo in quei laghi oggi ricchi di carbonato. La concentrazione varia a seconda del luogo e dalla stagione e i ricercatori hanno scoperto che i laghi ricchi di carbonato presentano una concentrazione di fosforo 50 mila volte superiore alla concentrazione misurata in altri tipi di laghi, nei fiumi o nei mari. Questo indica un meccanismo naturale che accumula il fosforo in questi laghi particolari.
Oggi questi laghi ricchi di carbonati sostengono la vita sia microbica che i grandi esseri viventi come i fenicotteri. Gli esseri viventi, influenzano la chimica del lago e i ricercatori hanno svolto esperimenti per capire come il fosforo venga accumulato.
L’elevata presenza di fosforo di queste acque è dovuta al carbonato. In quasi tutti i laghi il calcio, molto più abbondante sulla terra, si lega al fosforo producendo minerali che le forme di vita non possono utilizzare. Nelle acque ad alto contenuto di carbonato le cose cambiano e invece di legarsi con il fosforo il carbonato si lega con il calcio lasciando molto fosforo libero, e i test effettuati in laboratorio lo hanno confermato.
I livelli di fosforo in questi laghi potrebbero arrivare a essere un milione di volte più alte che nelle acque dei mari, soprattutto nelle stagioni secche o in piccoli bacini separati dai laghi principali scatenando forse reazioni chimiche che hanno portato il fosforo stesso nel RNA, nelle proteine e nei grassi, i mattoni fondamentali che costituiscono i viventi.
Quattro miliari di anni fa, la primitiva atmosfera del nostro pianeta era completamente diversa da quella che conosciamo oggi, era ricca di anidride carbonica, ideale per creare quei laghi ricchi di carbonato e consentire cosi l’accumulo di fosforo che avrebbe in seguito raggiunto livelli altissimi di concentrazione.
Atmosfere ricche di anidride carbonica favoriscono sia la formazione di laghi ricchi di carbonato che condizioni acide tali da liberare il fosforo dalle rocce.
I due autori dello studio, Jonathan Toner, professore di ricerca universitario di Scienze della Terra e dello spazio e David Catling, anche lui Professore di scienze dello spazio e della terra, avevano dimostrato in un precedente studio che questi laghi ricchi di carbonato possono fornire il cianuro, che è si in certe dosi, per noi, un veleno ma non lo era per le forme di vita primitive, anzi, il cianuro è indispensabile per supportare la formazione di aminoacidi e nucleotidi, i mattoni delle proteine, del DNA e dell’RNA.
La ricerca è stata finanziata dalla Collaboration on the Origins of Life della Fondazione Simons.
Fonte: https://www.sciencedaily.com/releases/2019/12/191230153042.htm

Physics of the Cosmos Science

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La nostra ricerca per capire come funziona l’universo inizia con lo studio dei mattoni fondamentali della nostra esistenza – materia, energia, spazio e tempo – e come si comportano in condizioni fisiche estreme che caratterizzano L’Universo primordiale e in evoluzione.
Il programma Physics of the Cosmos (PCOS) della NASA incorpora cosmologia, astrofisica ad alta energia e progetti di fisica fondamentale volti ad affrontare direttamente questioni centrali sulla natura di fenomeni astrofisici complessi come buchi neri, stelle di neutroni, energia oscura e onde gravitazionali. Utilizzando una flotta di missioni spaziali che operano su tutto lo spettro elettromagnetico, l’obiettivo principale di PCOS è quello di conoscere l’origine e il destino ultimo del cosmo.
Il programma Physics of the Cosmos (PCOS) si trova all’intersezione tra fisica e astronomia. Il suo scopo è quello di esplorare alcune delle domande più fondamentali riguardanti le forze fisiche e le leggi dell’universo: la validità della teoria generale della relatività di Einstein e la natura dello spaziotempo; il comportamento della materia e dell’energia in ambienti estremi; i parametri cosmologici che governano l’inflazione e l’evoluzione dell’universo; e la natura della materia oscura e dell’energia oscura.
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OBIETTIVI SCIENTIFICI PCOS
Espandere la nostra conoscenza dell’energia oscura. La scoperta che l’espansione dello spazio sta accelerando presenta uno dei problemi scientifici più importanti del nostro tempo. L’implicazione che l’universo è dominato da un’entità sconosciuta, ora chiamata “energia oscura”, che contrasta la forza attrattiva della gravità, può rivoluzionare la nostra comprensione della cosmologia e della fisica fondamentale. Sebbene le osservazioni con risorse terrestri e orbitali, tra cui HST , Chandra e WMAP, abbiano confermato l’accelerazione, sappiamo ben poco delle proprietà più elementari dell’energia oscura. Attualmente non esiste una teoria basata sulla fisica nota che possa spiegare quantitativamente l’energia oscura. La meccanica quantistica sovrastima la quantità di energia oscura osservata di un fattore di 10^120. Le osservazioni empiriche sono fondamentali per distinguere:

  • se l’energia oscura è coerente con la Costante cosmologica di Einstein
  • se è dovuta a un campo di quintessenza dinamica che cambia nello spazio e nel tempo
  • se si tratta semplicemente di un fallimento della teoria generale della relatività di Einstein su scala cosmica.

Poiché sembra controllare l’espansione dell’Universo, non possiamo prevedere il destino dell’Universo – L’Universo durerà per sempre? – Senza comprendere la natura fisica dell’energia oscura.
Misurare con precisione i parametri cosmologici che governano l’evoluzione dell’universo e testare l’ipotesi di inflazione del Big Bang. Il fondo cosmico a microonde (CMB) ebbe origine solo 380.000 anni dopo il Big Bang, quando l’Universo era denso, caldo e opaco. Mentre l’Universo si raffreddava, la luce si disaccoppiava e fuggiva dalla materia. Oggi osserviamo la stessa luce, allungata dall’espansione dell’universo come un freddo bagliore a 2,7 K. Le osservazioni del CMB hanno guidato la nostra comprensione dell’Universo primordiale e sono una delle poche sonde dell’epoca inflazionistica. L’inflazione descrive il breve periodo di straordinaria espansione in cui l’Universo è passato dalla scala atomica a scale visibili e dove le fluttuazioni di piccola densità hanno portato alla struttura su larga scala – galassie e ammassi di galassie – che osserviamo oggi. Le mappe della CMB forniscono una misurazione precisa della geometria dell’Universo e mostrano che è “piatta” governata dalla geometria euclidea su scale cosmiche. Le proprietà spaziali e statistiche dettagliate delle mappe CMB sono coerenti con le previsioni di inflazione. Tuttavia, il processo fisico dietro l’inflazione rimane sconosciuto. Nuove misurazioni delle proprietà di polarizzazione del CMB aiuteranno a scoprire questo processo, che risiede in energie e densità oltre la fisica delle particelle standard e oltre gli acceleratori di particelle terrestri. Cercando un segnale di polarizzazione caratteristico da un fondo di onde gravitazionali prodotte dall’inflazione, possiamo inferire la scala energetica dell’inflazione, che può trovarsi alla scala della grande unificazione delle forze della natura.
Testare la validità della teoria della relatività generale di Einstein e studiare la natura dello spaziotempo. La teoria generale della relatività di Einstein è una delle teorie fondamentali più care alla fisica. Ma si prevede che questa descrizione della gravità sia incompleta a causa della sua mancanza di una base quantistica, al contrario delle forze elettromagnetiche, deboli e forti, che sono ben definite dalla meccanica quantistica. La maggior parte dei test di relatività generale sono stati condotti in campi a bassa gravità, ad esempio all’interno del sistema solare. Tra i test più rigorosi fino ad oggi ci sono le osservazioni pulsar binarie in cui gli effetti della radiazione gravitazionale sono importanti. Tuttavia, i test migliori sarebbero alle condizioni più estreme, cioè vicino agli orizzonti degli eventi dei buchi neri e dove i buchi neri interagiscono a distanza ravvicinata, in particolare dove le velocità sono una frazione apprezzabile della velocità della luce. La relatività generale fa previsioni specifiche su come la luce emessa dal materiale nelle regioni più interne attorno a un buco nero sia distorta e spostata in modo gravitazionale. Osservazioni dettagliate di quella luce forniranno test rigorosi di gravità forte. La relatività generale prevede anche che l’inspiral di due oggetti enormi perturberà lo spazio-tempo e genererà onde gravitazionali. Le condizioni più estreme e quindi i segnali di onde gravitazionali più forti esistono durante la fusione di enormi buchi neri. Lo studio della gravità in questi forti limiti di campo fornirà test essenziali della relatività generale e della natura dello spaziotempo.
Comprendere la formazione e la crescita di enormi buchi neri e il loro ruolo nell’evoluzione delle galassie. Si pensa che buchi neri massicci  (~ 10^9 masse solari) onnipresenti nell’Universo oggi provengano da semi di buchi neri formati all’inizio dell’era della Reionizzazione. L’origine di questi semi è incerta. Potrebbero essersi formati da grandi buchi neri di massa stellare (~ 100 masse solari) rimasti dalle prime stelle o buchi neri di massa intermedia (~ 10^4–5 masse solari) formate direttamente dal collasso supermassiccio di nubi di gas. Sia che i buchi neri supermassicci (SMBH) crescano attraverso fusioni o accrescimenti, le loro galassie ospiti sembrano essersi evolute insieme a loro. È emersa una forte correlazione tra le proprietà e l’evoluzione delle galassie e la crescita dei loro buchi neri supermassicci centrali. I processi energetici intorno agli SMBH portano a enormi uscite radiative e meccaniche che potrebbero potenzialmente avere un profondo effetto sul loro ambiente su larga scala in galassie, ammassi e mezzo intergalattico. Ma mancano descrizioni quantitative dell’interazione tra la crescita massiccia del buco nero e la crescita della galassia. La comprensione della formazione delle galassie e la loro successiva evoluzione saranno associate allo studio intensivo dell’evoluzione dei SMBH.
Esplorare il comportamento della materia e dell’energia nei suoi ambienti più estremi. I raggi cosmici – particelle cariche ad alta energia che viaggiano a velocità che possono avvicinarsi alla velocità della luce – sono l’unica sonda diretta di composizione chimica e nucleosintesi nell’Universo. La maggior parte dei raggi cosmici sono nuclei atomici dall’idrogeno agli elementi più pesanti con energie che abbracciano più di dodici ordini di grandezza. I raggi cosmici con energie al di sotto e appena al di sopra del cosiddetto “ginocchio” nel mezzo di questo intervallo di energia sono molto probabilmente accelerati nei resti di supernova. La loro composizione elementare e isotopica indaga la nucleosintesi, le interazioni nucleari nel mezzo interstellare, la distribuzione di elementi appena sintetizzati, le proprietà galattiche globali, i meccanismi delle esplosioni di supernova e l’accelerazione di particelle negli shock di supernova. A energie superiori a circa 10^17eV domina una sorgente diversa. I motori di accelerazione responsabili di tali energie estreme non sono ben compresi, ma alle massime energie, oltre 6 x 10^19eV, la rapida perdita di energia derivante dalle interazioni con il fondo cosmico a microonde limita le sorgenti a circa 100 Mpc. Altri componenti del raggio cosmico includono elettroni, positroni e antiprotoni. Gli elettroni sono abbastanza abbondanti e possono essere accelerati in diversi tipi di sorgenti, mentre i positroni e gli antiprotoni sono in gran parte il risultato di interazioni di raggi cosmici nucleari con l’ISM ma possono anche avere altre origini. Positroni ed elettroni possono essere prodotti direttamente in oggetti astrofisici come pulsar e le deviazioni nei loro spettri sono in grado di fornire importanti spunti sulle sorgenti vicine. Le particelle di raggi cosmici possono anche essere prodotte direttamente nell’annichilimento di particelle candidate alla materia oscura come, ad esempio, WIMP, neutralini e particelle di Kaluza-Klein.
Le attuali missioni di PCOS riguardano, per l’astronomia a raggi X,  Chandra X-ray Observatory,  un grande osservatorio della NASA che fornisce la visione più dettagliata fino ad oggi dell’universo a raggi X; per l’astronomia a raggi gamma, Fermi Gamma-Ray Space Telescope che fornisce la nostra mappa più profonda e dettagliata del cielo di raggi gamma. XMM-Newton, la missione multi-specchio a raggi X, è la seconda pietra angolare del programma ESA Horizon 2000. Con un’elevata area di raccolta nella banda dei raggi X, XMM fornisce informazioni vitali per gli studi sui processi fondamentali e relativistici da stelle di neutroni e nuclei galattici attivi, la creazione e la dispersione degli elementi nelle supernovae, la distribuzione della materia oscura in gruppi, gruppi, e galassie ellittiche e giovani stelle attive per vincolare i modelli del primo sistema solare e le regioni di formazione stellare. Altre missioni correlate  fanno parte del programma Explorer, dove la loro scienza è strettamente correlata al tema della fisica del cosmo come l’indagine energetica e di massa dei raggi cosmici per la Stazione Spaziale Internazionale, nota come ISS-CREAM, e NICER, carico utile della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) dedicato allo studio delle stelle di neutroni attraverso un tempismo a raggi X-soft, oltre a NuSTAR, Swift e INTEGRAL.
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MISSIONI FUTURE
EUCLID – Data di lancio: prevista per il 2022. Euclid è una missione guidata dall’ESA per mappare la geometria dell’Universo oscuro. Usando due sonde cosmologiche – lente gravitazionale debole e oscillazioni acustiche barioniche – in un’indagine ad ampio campo, Euclid misurerà con precisione la crescita della struttura su larga scala e la storia dell’ espansione dell’Universo.
ATHENA (Advanced Telescope for High Energy Astrophysics) – Data di lancio: prevista per il 2028. Combinando un grande telescopio a raggi X con strumenti scientifici all’avanguardia, Athena affronterà le domande chiave in astrofisica, tra cui: come e perché la materia ordinaria si riunisce nelle galassie e nei cluster galattici che vediamo oggi? In che modo i buchi neri crescono e influenzano l’ambiente circostante. I potenti strumenti di Athena consentiranno anche studi senza precedenti su una vasta gamma di fenomeni astronomici. Questi includono esplosioni di raggi gamma distanti, il gas caldo trovato nello spazio attorno a gruppi di galassie, l’interazione magnetica tra esopianeti e le loro stelle madri, le aurore di Giove e le comete nel nostro sistema solare. Athena è anche un potente osservatorio di uso generale, in grado di affrontare una vasta gamma di argomenti astrofisici attuali.
LISA (Laser Interferometer Space Antenna) – Data di lancio: prevista per il 2034.
In risposta alla richiesta dell’Agenzia spaziale europea (ESA) per la concezione della missione L3, il consorzio della missione LISA ha presentato una proposta per l’antenna spaziale interferometria laser (LISA) il 13 gennaio 2017.
IXPE (Imaging X-ray Polarimetry Explorer) – Data di lancio: entro la fine del 2020. IXPE sfrutterà lo stato di polarizzazione della luce da sorgenti astrofisiche per fornire informazioni sulla nostra comprensione della produzione di raggi X in oggetti come stelle di neutroni e nebulose del vento pulsar, nonché buchi neri stellari e supermassicci . IXPE migliorerà la sensibilità su OSO-8, l’unico precedente polarimetro a raggi X, di due ordini di grandezza nel tempo di esposizione richiesto. IXPE introdurrà inoltre la capacità di imaging polarimetrico a raggi X, consentendo in modo univoco la misurazione della polarizzazione a raggi X con una risoluzione spaziale, spettrale e temporale scientificamente significativa, per raggiungere l’obiettivo scientifico della direzione della missione scientifica della NASA “per sondare l’origine e il destino del nostro universo, compresa la natura dei buchi neri, energia oscura, materia oscura e gravità“.
https://pcos.gsfc.nasa.gov/about.php

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Rinvenute due tombe “principesche” piene di antichi tesori in Grecia

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Un gruppo di archeologi ha rinvenuto due tombe “principesche” in Grecia, risalenti all’età del bronzo e contenenti dei gioielli in oro con sopra delle incisioni e altri manufatti.

Il team di archeologi, grazie agli scavi delle tombe, strutturate a forma di alveare e risalenti a 3.500 anni fa, sono stati in grado di gettare nuova luce sulla vita nell’antica Grecia.

Gli archeologi dell’Università di Cincinnati (UC), martedì 17 dicembre, hanno annunciato le loro scoperte inerenti al sito di Pylos, situato nel sud-ovest della Grecia, nei pressi di Atene.
Un anello d'oro raffigura due tori affiancati da covoni di grano.
Un anello d’oro raffigura due tori affiancati da fasci di grano.
Gli archeologi hanno scoperto due tombe dell'età del bronzo vicino alla tomba del "Griffin Warrior" a Pylos, in Grecia.
Gli archeologi hanno scoperto due tombe dell’età del bronzo vicino alla tomba del “Griffin Warrior” a Pylos, in Grecia.

Le tombe sono state associate a persone facoltose, dato il ritrovamento di scaglie d’oro sul pavimento, dalle quali, probabilmente, un tempo era ricoperto.

Jack Davis, e il suo collega archeologo della UC Sharon Stocker, hanno rinvenuto le tombe l’anno scorso, mentre erano intenti a fare ricerche in un area dove è presente la tomba del “Griffin Warrior” scoperta da loro nel 2015.

La tomba, denominata “Griffin Warrior”, prende il nome da un ritrovamento, avvenuto all’interno accanto ad altri gioielli, armature e armi d’oro, di un incisione di un animale mitologico, una mezza aquila e mezzo leone su di una placca d’avorio.
L'antico capolavoro greco inciso su una minuscola pietra preziosaL’antico capolavoro greco inciso su una minuscola pietra preziosa
Jack Davis, parlando dell’importanza delle sue ultime scoperte ha dichiarato “Sono passati 50 anni dall’ultimo ritrovamento sul sito di tombe dell’età del bronzo. E’ una scoperta straordinaria e molto importante”.
Le tombe, al loro interno, contenevano ambra e ametista del Baltico e dell’Egitto, dimostrando cosi, secondo Sharon Stocker, che Pylos, era “Un importante rotta commerciale dell’età del bronzo”.
Una veduta aerea del sito che mostra i due "principeschi" tombe accanto a una tomba scoperta nel 1939 dall'archeologo UC Carl Blegen.

Gli scavi sul sito sono stati difficoltosi a causa della necessità di rimuovere 40.000 pietre provenienti dal crollo  delle cupole delle tombe in antichità, fattore che, secondo una dichiarazione del Ministero della Cultura greco e sport, ha contribuito al mantenimento dei manufatti.

Sharon Stocker, dichiara che “Effettuare gli scavi è stato come tornare nel periodo miceneo” periodo a cui appartengono le tombe.
Il team di UC, ha utilizzato la fotogrammetria e la mappatura digitale, per effettuare l’individuazione e la documentazione degli oggetti all’interno delle tombe.
Carl Blegen, avrebbe voluto continuare gli scavi all’interno del sito, ma non riuscì ad ottenere i permessi dal proprietario del terreno, cosa avvenuta nel 2018, grazie all’acquisizione da parte del Ministero della Cultura e dello Sport greco del sito, rendendolo fruibile agli scavi.
Il team dell’UC continuerà a lavorare sul sito per almeno altri due anni.

Il decennio che ha riportato alla ribalta l’esplorazione spaziale: dalla fine dello shuttle a Starman nello spazio a bordo di una Tesla

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Durante il decennio che sta per concludersi la tecnologia legata all’esplorazione spaziale ha segnato una serie di importanti miglioramenti, impressi principalmente dall’impulso dato dall’ingresso delle compagnie private nel settore dei lanci commerciali e anche da un rinnovato interesse delle grandi agenzie spaziali nazionali.

La spettacolarizzazione dei lanci spaziali, dovuta soprattutto ai booster recuperabili di SpaceX, l’atterraggio della Cina sulla Luna con i suoi mezzi automatici, le immagini che ci giungono da Marte sempre più dettagliate e definite grazie al rover Curiosity, le missioni robotiche verso i pianeti e le lune del sistema solare, la ricerca della vita extraterrestre che è tornata al centro dell’interesse del pubblico, l’annuncio della NASA di voler tornare sulla Luna con un equipaggio umano sono solo alcune delle cose cui si deve la ripresa di importanza, agli occhi dell’opinione pubblica, per l’esplorazione dello spazio.

Eppure, il decennio che è iniziato nel 2010 non era certo partito bene: nel 2011, la NASA ha dichiarato concluso il suo programma Space Shuttle e gli Stati Uniti hanno rinunciato alla loro posizione di potenza spaziale in grado di pilotare il volo spaziale.

Quasi un decennio dopo, si potrebbe dire che nulla è cambiato, tranne che invece è cambiato molto. Anzi, è cambiato tutto.

Gli Stati Uniti sono quasi pronti a tornare nello spazio con un equipaggio umano lanciato dal loro territorio: grazie a SpaceX e Boeing nei primi mesi del 2020 si svolgeranno i primi lanci con equipaggio umano dal territorio americano.

Più a livello globale, possiamo guardare agli anni 2010 come un decennio che ha visto l’esplorazione di nuovi mondi e nuove frontiere da parte delle grandi agenzie; NASA, ESA, JAXA e CNSA in Cina hanno fatto molto per l’esplorazione fisica del sistema solare.

Invece, è grazie alla SpaceX di Elon Musk che si è cominciato a parlare apertamente delle missioni con equipaggio su Marte e persino di installare colonie sul Pianeta Rosso. Lo spazio è tornato ad attirare l’attenzione e l’immaginazione del pubblico in un modo che non si vedeva dai tempi del programma Apollo.

Ecco alcuni dei momenti che negli ultimi dieci anni hanno contribuito a rilanciare l’interesse per l’esplorazione spaziale.

1. Il volo finale dello Space Shuttle della NASA

Il decennio è iniziato con una morte. Nel 2011, la navetta spaziale della NASA Atlantis ha effettuato l’ultimo volo del programma, A quel punto molti si chiesero se la NASA avesse davvero rinunciato al volo spaziale.

La 33ima e ultima missione della navetta spaziale Atlantis iniziò alle 11:29 EDT venerdì 8 luglio 2011 dal Kennedy Space Center della NASA. Questa 135a missione del programma Shuttle (STS-135) durò 12 giorni e atterrò il 21 luglio.

Oggi gli Stati Uniti non hanno ancora modo di inviare astronauti nello spazio dal proprio territorio, e per tutto questo tempo si sono affidati alla Russia, ma questo sta per cambiare: tra febbraio e marzo SpaceX, e a stretto giro Boeing, lanceranno le loro navette commerciali capaci di trasportare un equipaggio umano per il loro primo volo ufficiale.

2. La Cina è diventata una superpotenza spaziale

È probabile che ripenseremo ai primi decenni di questo secolo per l’emergere della Cina come la principale potenza spaziale del 21° secolo. Dopo essere stata solo il terzo paese a lanciare astronauti in orbita nel 2003, ha lanciato una stazione spaziale, ha mandato un lander sulla luna e, nell’ultimo decennio, due stazioni spaziali Tiangong in orbita bassa e due missioni Chang’e sono riuscite ad atterrare sulla superficie lunare.

Nel 2019 la missione Chang’e 4 ha portato con successo un lander ed un rover sul lato più lontano della luna che ha richiesto il posizionamento di un satellite relay in un’orbita particolare molto complicata per mantenere le comunicazioni. Non ha fretta, non fa molto rumore sui suoi piani, e la sua Public Relation con i media è terribile, ma la China National Space Administration (CNSA) sta facendo cose importanti… Il prossimo passo sarà una missione automatica che scenderà sulla Luna, raccoglierà campioni di rocce e suolo e li riporterà sulla Terra, è prevista anche una nuova stazione spaziale, una base lunare con personale umano e, già nell’estate 2020, la missione Huoxing verso Marte.

3. I razzi lanciatori con boosters riutilizzabili di SpaceX

Negli anni ’10 è stata, però, una società privata ad accendere il nuovo interesse per l’esplorazione dello spazio, più di qualsiasi altra missione delle grandi agenzie spaziali nazionali. Tant’è che oggi, negli Stati Uniti, molte persone sembrano pensare che la NASA e SpaceX siano in competizione tra loro.

In realtà si trattava solo di soldi. Nel tentativo di ridurre i costi e rendere più frequenti i voli, SpaceX di Elon Musk ha sperimentato booster di razzi riutilizzabili, risparmiando così denaro e rendendo i viaggi nello spazio molto più economici. Ciò significava che i booster del primo stadio rientrano alla base dopo avere immesso in orbita il carico utile. Ha funzionato e, oltre ad essere un risultato tecnico eccezionale, le immagini iconiche dei booster che rientrano sul launchpad sono state un enorme successo di PR per SpaceX.

Ci sono stati molti momenti importanti per SpaceX. Il più iconico probabilmente è stato l’invio della Tesla Roadster di Musk, “guidata” da un manichino chiamato Starman vestito con una tuta spaziale, in orbita attorno al Sole dopo un volo di prova del Falcon Heavy nel febbraio 2018.

Un altro momento suggestivo per il pubblico è stata certamente l’apparizione di Elon Musk in “The Late Show con Stephen Colbert” evento nel corso del quale il visionario imprenditore dichiarò che Marte potrebbe essere riscaldato “lanciando armi termonucleari sui suoi poli“. Musk ha anche detto, e non solo inq uella circostanza, di essere fermamente intenzionato a fondare una colonia su Marte e di voler avviare l’era dei trasporti interplanetari.

SpaceX ha concluso il decennio con le polemiche scatenate dall’effetto sull’astronomia della sua mega-costellazione di satelliti Starlink, un progetto che, a regime, dovrebbe garantire un servizio Internet a banda larga in tutto il mondo abbattendo il digital divide.

Tuttavia, con la Crew Dragon e la Starship all’orizzonte, gli anni 2020 prospettano di far venire l’acquolina in bocca per i fan di SpaceX… E come si fa a non essere fan di SpaceX?

4. Curiosity

Hai guardato il video? Otto anni dopo fa ancora venire i brividi. Atterrando sul pianeta rosso il 6 agosto 2012, il rover Curiosity della NASA ha cercato le prove del passato abitabile di Marte e ha rispedito alcune incredibili foto della superficie marziana. C’erano già stati altri rover inviati su Marte nel decennio precedente, tuttavia, l’arrivo di Curiosity su Marte deve classificarsi come uno dei grandi momenti dell’esplorazione dello spazio.

5. Cassini a Saturno

Sebbene il loro valore scientifico sia incalcolabile, le missioni robotiche senza equipaggio tendono a faticare per catturare l’immaginazione del pubblico. Non fu così per la sonda Cassini della NASA, che ha trascorso gran parte dell’ultimo decennio ad inviare immagini sbalorditive che hanno ricordato a tutti perché Saturno è chiamato il Signore degli Anelli…

Cassini ha contribuito a rivelare un oceano globale su Encelado, una luna ghiacciata di Saturno, ma per quanto riguarda la pubblicità è arrivato il momento più bello quando, nel luglio 2013, si è spostato di 750.000 miglia dietro Saturno rispetto al Sole, creando un’eclissi (sopra) che includeva una vista della Terra da 900 milioni di miglia di distanza.

6. La “Great American Eclipse”

Le eclissi solari totali si verificano all’incirca ogni 18 mesi, ma si verificano principalmente in mare o in aree non popolate. Per vederle occorre fare viaggi costosi. Quindi l’arrivo di una “Great American Eclipse” da costa a costa, estesa dall’Oregon alla Carolina del Sud il 21 agosto 2017, è stata una grande festa. La maggior parte degli americani non l’ha capito, non ha percorso lo stretto “sentiero della totalità” per intravedere la corona solare e probabilmente non saprà mai cosa si è perso. Tuttavia, per quelli che si sono fatti un’idea e hanno viaggiato per sperimentare la totalità, è cambiata la vita, come ha spiegato eloquentemente David Charon, inseguitore di eclissi, in un discorso sul TED. Se non hai mai vissuto un’eclisse solare totale, che cosa c’è esattamente nella vostra li9sta delle cose da fare prima di morire? Il Nord America avrà un’altra possibilità nell’aprile 2024.

7. La ricerca di una Terra 2.0

Nel 2010 gli astronomi erano a conoscenza dell’esistenza di circa 450 esopianeti: pianeti in orbita attorno ad altre stelle. Ora ne conoscono oltre 4.000 grazie all’incredibile lavoro del Kepler Space Telescope svoltosi tra il 2009 e il 2018.

Kepler-452b è stato il primo pianeta alieno vicino alla Terra ad essere scoperto nella zona abitabile di una stella simile al sole ma ce ne sono stati innumerevoli altri. Il numero di esopianeti conosciuti ora raddoppia circa ogni 27 mesi, quindi era appropriato quando, nell’ottobre 2019, il Premio Nobel per la fisica fu diviso tra il cosmologo Jim Peebles e gli astronomi svizzeri Michel Mayor e Didier Queloz, che individuarono il primo esopianeta in orbita attorno a una stella simile al sole (51 Pegasi) nel 1995. Non c’è dubbio che la caccia agli esopianeti negli anni ’10 è passata dall’essere un settore di nicchia a diventare la principale area di indagine nell’astronomia moderna.

8. Plutone

Potrebbe non essere più un pianeta, ma Plutone si è rivelato un mondo meraviglioso quando, nel luglio 2015, la navicella spaziale New Horizon della NASA ha sfrecciato sulla sua superficie ghiacciata e raccolto alcuni dati straordinari. Oltre a scattare le nostre prime foto ravvicinate di Plutone, New Horizons ha scoperto che il pianeta nano è geologicamente attivo e potrebbe avere un oceano sotterraneo sotto la sua crosta.

New Horizons ha poi proseguito il suo volo, regalandoci il giorno di capodanno del 2019 immagini dell’oggetto della fascia di Kuiper 2014 MU69, soprannominato Ultima Thule, da allora ribattezzato Arrokoth. Che missione e non è ancora finita! New Horizons si sta avvicinando ad altri oggetti della fascia di Kuiper, permettendoci davvero, con le sue telecamere, di vedere cose che nessun uomo ha mai visto prima.

9. Tuono su Chelyabinsk

Questo non era pianificato, ma è stato indubbiamente l’evento astronomico di maggiore impatto del 2013. Il 15 febbraio di quell’anno l’intero pianeta ricevette un avviso quando un asteroide di 19 metri di larghezza esplose sopra Chelyabinsk in Russia. Una lunga scia di vapore e la sua luce sorprendente sono state catturate da centinaia di dash cam, mentre l’esplosione frantumava migliaia di finestre e ferito migliaia di persone. Da quel momento, trovare il modo di proteggerci dagli asteroidi è diventato il compito delle agenzie spaziali .

Cosa manca in questo elenco? Molto, certo.

Ci sono dozzine di momenti di SpaceX che potrebbero essere inclusi e alcuni anche da Blue Origin, anche se il turismo spaziale non è ancora decollato.

Alla fine, tuttavia, l’esplorazione dello spazio riguarda il guardare avanti, non indietro. Aspettiamo l’estate del 2020, la “stagione di Marte” quando NASA, ESA e la CNSA cinese lanceranno i propri rover sul pianeta rosso. Poco dopo, vedremo cosa riusciranno a fare nel deviare un asteroide le missioni Darth ed Hera di NASA ed ESA e poi, a metà decennio, il programma Artemis della NASA dovrebbe riportare gli esseri umani sulla Luna.

Niente di tutto questo sarebbe in programma se non fosse stato per il decennio appena trascorso, quello che ha rinnovato l’interesse pubblico e privato per lo spazio, l’astronomia e l’esplorazione spaziale.

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