Sulla scia del blackout avvenuto a Berlino, alle autorità tedesche è stato chiesto di riesaminare la resilienza delle infrastrutture critiche del Paese. L’interruzione nel distretto di Köpenick della capitale tedesca è stata insolitamente lunga, oltre 30 ore, e insolitamente ampia, lasciando oltre 30.000 famiglie e 2.000 aziende senza elettricità.
Le prime indagini suggeriscono che il blackout sia stato causato da un errore umano: un’impresa edile svizzera che lavorava su un ponte stradale non avrebbe verificato alcuni piani sotterranei e tagliato un cavo da 110.000 volt.
Ma l’incidente ha spinto la RBB, il gestore pubblico locale di Berlino, a chiedere cosa sarebbe successo in caso di interruzione di corrente nazionale, e il ministero dell’Interno non ha certo buttato acqua sul fuoco affermando che “un piano nazionale di emergenza globale per far fronte a eventi simili non esiste in quanto tale“.
Coordinamento catastrofi
Il ministero ha proseguito sottolineando che i 16 governi statali tedeschi sono responsabili della protezione dai disastri, il che significa che ci sono 16 diverse procedure e serie di regolamenti su cosa fare in caso di emergenza.
Sebbene esista un’agenzia del governo federale dedicata alla “protezione civile e assistenza in caso di calamità“, la BBK, che coordina i piani di emergenza e le forniture in caso di una grave catastrofe, c’è chi ritiene che non sia sufficiente.
“Deve esserci un piano di emergenza nazionale“, ha detto alla stazione radio Deutschlandfunk il portavoce della politica interna del partito dei Verdi Konstantin von Notz. “Il piano di emergenza nazionale dovrebbe essere coordinato in modo molto preciso dagli stati e i governi locali. Ma da qualche parte deve esserci un piano organizzativo“.
Secondo la BBK, questo è un compito assunto da uno dei suoi dipartimenti, chiamato Common Federal and State Reporting and Situation Center, che tra l’altro richiede agli Stati di tenerlo costantemente aggiornato su qualsiasi situazione rilevante per le infrastrutture critiche.
Cosa si deve fare
Ma questo centro è solo un sottodipartimento di un’agenzia governativa che fa parte di un ministero, niente come, per esempio, il Dipartimento per la sicurezza interna, che svolge lo stesso ruolo negli Stati Uniti con un budget di 40 miliardi di dollari.
“La BBK può solo formulare raccomandazioni“, ha affermato Hans-Walter Borries, vicepresidente dell’associazione per le infrastrutture critiche BSKI. “Vengono Elaborate ottime direttive e manuali, ma il vero potere è degli stati e dei governi locali“.
Ciò che manca alla Germania sono “piani logistici e di approvvigionamento adeguati” su cosa fare in caso di interruzioni di corrente su larga scala, in particolare “quali forniture di emergenza esistono per ospedali, case di cura e servizi di emergenza“.
La minaccia rinnovabile
Guarda caso, la Germania ha una rete elettrica relativamente forte: il paese si colloca bene nel System Average Interruption Duration Index (SAIDI), un indicatore dell’affidabilità della fornitura utilizzato a livello internazionale.
Il punteggio SAIDI della Germania, una media di 12,2 minuti di blackout all’anno, è un quarto di quello della vicina Francia e l’agenzia di rete federale ha riferito che gli utenti sono rimasti senza elettricità solo per una media di 15 minuti nell’intero 2017.
Inoltre, la probabilità di un grave blackout come quello di Berlino è piccola, poiché le reti sono configurate in modo tale che se una sottostazione si guasta, un’altra dovrebbe entrare automaticamente in azione. Questo, secondo Borries, è il motivo per cui il governo non ha redatto un piano nazionale di emergenza con la necessaria urgenza.
Borries afferma anche che, però, la probabilità di interruzioni minori, inferiori a 3 minuti, è aumentata negli ultimi anni. Questo, secondo lui, è in parte dovuto a un aumento della dipendenza della Germania dalle energie rinnovabili. E dato che la Germania è attualmente nel mezzo di una “transizione energetica” verso le rinnovabili, la necessità di un piano di emergenza è molto più urgente. “Abbiamo bisogno di un approvvigionamento sicuro, un’espansione delle reti e una maggiore capacità di accumulare riserve“, ha affermato.
“La domanda giornaliera di elettricità, intorno a mezzogiorno, è compresa tra 60 e 70 gigawatt in Germania“, ha affermato. “Ora, se all’improvviso mancassero 5 gigawatt, per qualsiasi motivo – prezzi troppo alti sul mercato internazionale, un attacco di hacker a una centrale elettrica o una situazione meteorologica estrema – ciò avrebbe conseguenze un effetto sull’intera rete“.