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Bigfoot esiste? C’è ancora chi ci crede

Nel 1884 il quotidiano British Colonist di Victoria, BC pubblicò il resoconto di una creatura simile a un "gorilla" catturata nell'area. L'autore del libro sui Sasquatch John Green ha raccolto 1.340 avvistamenti avvenuti tra XIX e il XX secolo. Tuttavia il mito moderno di Bigfoot ha ritrovato vigore alla fine degli anni '50

Bigfoot, chiamato anche Sasquatch, è un criptide gigante simile a una scimmia che secondo alcuni vaga solitario per il Nord America. Le prove della sua esistenza sono poche e contrastanti, ma chi crede all’esistenza di questo misterioso essere è convinto che prima o poi la scienza ne darà una conferma definitiva.

Il misterioso essere viene segnalato prevalentemente nel nord-ovest dell’America e spesso viene associato a miti e leggende indigene inerenti uomini selvaggi. La stessa parola Sasquatch deriva da Sasq’ets, una parola proveniente dalla lingua Halq’emeylem usata da alcuni popoli Salish First Nations nel sud-ovest della Columbia Britannica 

Nel 1884 il quotidiano British Colonist di Victoria, BC pubblicò il resoconto di una creatura simile a un “gorilla” catturata nell’area. L’autore del libro sui Sasquatch John Green raccolse 1.340 avvistamenti avvenuti tra XIX e il XX secolo. Tuttavia il mito moderno di Bigfoot ha ritrovato vigore alla fine degli anni ’50. 

Nel 1958 il giornale l’Humboldt Times pubblicò un articolo sulla scoperta di gigantesche impronte trovate nei pressi di Bluff Creek, in California, definendo la creatura che le aveva impresse al suolo “Bigfoot”. L’interesse per il criptide crebbe nella seconda metà del XX secolo, dopo che un articolo pubblicato sulla rivista True nel 1959 raccontò della misteriosa e sconcertante scoperta.

Nel 2002 alcuni giovani raccontarono che in realtà le orme trovate a Bluff Creek erano solo uno scherzo fatto dal loro padre, che per la cronaca risponde al nome di Ray Wallace.

Le prove più comuni, un po’ come accade per gli avvistamenti UFO, sull’esistenza del criptide sono le testimonianze oculari. Esistono una valanga di resoconti, più di 10.000 effettuati da testimoni oculari negli Stati Uniti continentali negli ultimi 50 anni. In questi resoconti il criptide viene solitamente descritto come alto da 2,4 a 3 metri e completamente ricoperto di peli. 

Ma questo tipo di “prova” non ha grande validità. I resoconti dei testimoni si basano su ricordi e questi spesso non hanno molta affidabilità. I testimoni di un crimine, ad esempio, possono essere influenzati dalle loro emozioni e potrebbero non notare dettagli importanti di ciò che stanno osservando. 

Come accade per i testimoni che osservano gli UFO, allo stesso modo chi racconta di aver vissuto un incontro con un criptide spesso sopravvalutano le sue capacità di fornire un resoconto rispondente all’accaduto. Quando si tratta di criptidi come Bigfoot, il nostro cervello è capace di inventare spiegazioni per eventi che non può interpretare immediatamente.

Allo stesso modo molte persone vogliono semplicemente credere che esistano. Alcuni testimoni hanno affermato di aver sentito il Bigfoot urlare, ringhiare o ululare. Questi esseri sono associati anche ad altri tipi di rumori che qualche volta sono stati registrati. Ovviamente queste registrazioni, rilanciate dai media, hanno creato un grande scalpore ma solitamente sono rumori attribuibili ad animali noti come volpi o coyote.

Bigfoot: video e foto

Bigfoot sarebbe stato filmato e fotografato diverse volte, ma il cortometraggio più conosciuto è certamente quello realizzato nel 1967 da Roger Patterson e Bob Gimlin. Girato a Bluff Creek, il video mostra un essere grande, scuro, di forma umana che cammina a grandi falcate attraverso una radura. 

Il video, considerato uno scherzo, rimane ancora oggi la migliore prova dell’esistenza di Bigfoot. Con l’arrivo sul mercato di fotocamere di alta qualità negli smartphone, le fotografie sono diventate, nel corso degli anni, più nitide e chiare; Bigfoot in questo caso è un’eccezione notevole.

La spiegazione logica è che questo criptide non esiste e che le fotografie sono solo bufale o semplicemente errori di valutazione.

Criptide sfuggente

Grover Krantz, ricercatore veterano, nel suo libro “Big Footprints” (Johnson Books, 1992), ha parlato dei presunti peli del mostro, nonché di feci, sangue e graffi. Queste “tracce” sarebbero state fotografate, anche se, lamenta Kranz, non hanno ricevuto la giusta attenzione oppure la documentazione, in alcuni casi, è andata perduta. Le poche analisi effettuate su alcuni reperti ne hanno dimostrato la falsità.

Ad esempio, nel 2014, un team di ricercatori guidati dal genetista Bryan Sykes dell’Università di Oxford ha condotto un’analisi genetica su 36 campioni di peli che si diceva appartenessero al Bigfoot dell’Himalaya, chiamato anche Yeti. L’analisi ha dimostrato che i peli appartenevano ad animali conosciuti come mucche procioni e cervi. In alcuni casi i peli si sono dimostrati appartenere all’uomo.

In un caso i campioni provenivano da un orso polare paleolitico oggi estinto. Questi campioni potrebbero appartenere a una specie ancora sconosciuta o a un ibrido, tuttavia non avevano nulla a che fare con un presunto criptide.

Oggi le conoscenze acquisite grazie alla genetica ci aiutano a sfatare il mito di Bigfoot. Non può esistere in natura un unica creatura sfuggente. 

Dovrebbero esistere invece un certo numero di individui per fornire una diversità genetica sufficiente a mantenere in vita una popolazione. Questo aumenta le possibilità che qualcuno venga ucciso da un cacciatore o investito da un automobilista, o addirittura trovato morto per malattia o vecchiaia, tuttavia nessun corpo è mai stato rinvenuto. 

Qualcuno in passato ha segnalato il ritrovamento di resti ossei di grandi dimensioni, come nel caso di un uomo nello Utah che nel 2013 ha scoperto quello che pensava fosse il cranio fossile di Bigfoot. Analizzato da un paleontologo il cranio si è rivelato una roccia dalla forma bizzarra.

Bufale

Le bufale montate ad arte sul Bigfoot hanno complicato ulteriormente i tentativi di analizzare seriamente gli avvistamenti e le poche prove prodotte. Un grande numero di persone hanno dichiarato di aver falsificato stampe, fotografie e ogni altro tipo di prova. Rant Mullens ha rivelato nel 1982 che assieme a un gruppo di amici aveva realizzato enormi piedi di Bigfoot realizzando per decenni impronte fasulle.

Ma c’è chi si è spinto oltre. Nel 2008, due uomini della Georgia hanno raccontato di essere entrati in possesso di un esemplare di Bigfoot congelato ritrovato durante un’escursione. Il loro criptide si è rivelato essere un costume da gorilla.

Il parlamentare dell’Oklahoma Justin Humphrey ha proposto, nel gennaio 2021, di aprire una stagione di caccia ai Bigfoot, a rivelarlo la CNN. La stagione di caccia proposta dal parlamentare coinciderebbe con il festival annuale dedicato al Bigfoot che si svolge a Honobia in Oklahoma, e contribuirebbe a portare più turisti nella zona. 

Il marzo scorso i funzionari del turismo dell’Oklahoma hanno annunciato una taglia di 2,1 milioni di dollari che andrebbe al fortunato cacciatore per la cattura di un Bigfoot vivo Staremo a vedere.

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