Il 1° dicembre 2023, la sonda spaziale BepiColombo ha segnato un nuovo capitolo nell’esplorazione del Sistema Solare, effettuando il suo quinto sorvolo ravvicinato di Mercurio.
Questo evento l’ha resa la prima sonda a osservare il pianeta nella luce infrarossa media, rivelando dettagli senza precedenti sulla sua superficie e sulla sua composizione.
BepiColombo: un nuovo sguardo su Mercurio
Lanciata nel 2018 dalla Guyana Francese a bordo di un razzo Ariane 5, BepiColombo ha intrapreso un lungo e complesso viaggio verso Mercurio. La missione, frutto della collaborazione tra l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e l’Agenzia Spaziale Giapponese (JAXA), ha come obiettivo primario lo studio approfondito del pianeta più interno del Sistema Solare.
Il percorso di BepiColombo verso Mercurio è stato caratterizzato da una serie di manovre gravitazionali, che hanno sfruttato l’attrazione gravitazionale della Terra, di Venere e dello stesso Mercurio per correggere la traiettoria della sonda. Questi sorvoli hanno permesso di perdere gradualmente energia cinetica e avvicinarsi gradualmente al suo obiettivo.
Il recente sorvolo di BepiColombo è stato un momento cruciale per la missione. Volando a soli 38.000 chilometri dalla superficie di Mercurio, BepiColombo ha potuto raccogliere una vasta gamma di dati scientifici. In particolare, lo strumento MERTIS (Mercury Radiometer and Thermal Infrared Spectrometer) ha permesso di osservare la superficie del pianeta nelle lunghezze d’onda dell’infrarosso medio, rivelando variazioni di temperatura e composizione mineralogica che non erano mai state osservate prima.
Le due osservazioni hanno già fornito agli scienziati nuovi indizi sulla formazione e sull’evoluzione di Mercurio. I dati raccolti permetteranno di comprendere meglio la storia geologica del pianeta, la natura del suo campo magnetico e la composizione della sua esosafera. Nel 2026 entrerà in un’orbita ellittica attorno a Mercurio, dando inizio alla fase scientifica della missione. Grazie ai suoi strumenti all’avanguardia, la sonda studierà la superficie, l’interno, il campo magnetico e l’esosfera del pianeta, fornendo un quadro completo della sua natura e della sua evoluzione.
Le prime osservazioni di MERTIS
Le prime osservazioni di MERTIS hanno rivelato variazioni significative nella luminosità infrarossa di diverse regioni del pianeta. In particolare, il bacino Caloris e alcune pianure vulcaniche nell’emisfero settentrionale emettono una luce infrarossa più intensa. Questa emissione è correlata alla temperatura superficiale, alla rugosità e alla composizione mineralogica del terreno.
La composizione della superficie di Mercurio è stata a lungo un enigma per gli scienziati planetari. Le precedenti missioni, come Messenger, avevano fornito dati preziosi, ma non erano riuscite a fornire un quadro completo. Grazie alla sensibilità di MERTIS alla luce infrarossa media, gli scienziati possono ora distinguere tra diversi minerali e ottenere informazioni dettagliate sulla composizione delle rocce superficiali.
Uno dei misteri più affascinanti di Mercurio è la sua bassa riflettanza. A differenza della Luna, la superficie di Mercurio assorbe una grande quantità di luce solare, il che ha portato gli scienziati a ipotizzare una composizione mineralogica diversa. Le nuove osservazioni di MERTIS contribuiranno a chiarire questo enigma, fornendo una mappa dettagliata della distribuzione dei minerali sulla superficie del pianeta.
Una volta che BepiColombo entrerà in orbita attorno a Mercurio nel 2026, MERTIS sarà in grado di creare mappe globali della distribuzione dei minerali con una risoluzione senza precedenti. Queste mappe ci permetteranno di comprendere meglio l’origine e l’evoluzione di Mercurio e di confrontarlo con gli altri pianeti terrestri.
Inoltre, le osservazioni di MERTIS contribuiranno a risolvere altri misteri legati a Mercurio, come la natura del suo campo magnetico e la presenza di elementi volatili sulla sua superficie. Lo sviluppo è stato un’impresa complessa, che ha richiesto anni di ricerca e sviluppo. I ricercatori hanno dovuto affrontare numerose sfide tecniche, tra cui la progettazione di uno strumento in grado di resistere alle temperature estreme di Mercurio e la calibrazione dello strumento in condizioni di laboratorio che simulassero quelle del pianeta.
Conclusioni
Nonostante le difficoltà, il team di MERTIS è riuscito a creare uno strumento all’avanguardia che sta già rivoluzionando la nostra comprensione di Mercurio. Le prime osservazioni rappresentano un passo fondamentale verso una comprensione più profonda della composizione e della storia geologica di Mercurio. Grazie alla missione BepiColombo, stiamo aprendo una nuova finestra sull’universo e svelando i segreti di uno dei pianeti più affascinanti del Sistema Solare.