Anni ’50/’60: la corsa alla conquista dello spazio

Dieci anni prima che gli USA conquistassero la Luna, la corsa alla conquista dello spazio sembrava molto diversa da quella che sarebbe diventata negli anni seguenti

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In un articolo pubblicato nel numero di agosto 1959, la rivista Popular Mechanics raccontò del crescente interesse alla corsa alla conquista dello spazio che avrebbe segnato per sempre gli anni ’60.

Ad appena due anni del lancio del primo satellite artificiale Sputnik, il governo degli Stati Uniti e la NASA stavano lottando per tenere il passo con i rivali sovietici. 

Dieci anni prima che gli USA conquistassero la Luna, la corsa alla conquista spazio sembrava molto diversa da quella che sarebbe diventata negli anni seguenti.

Alcuni, scrutando le vastità dell’universo, hanno considerare lo spazio come un ulteriore campo di battaglia che le nazioni potrebbero sfruttare per la loro supremazia. Altri ritengono la corsa alla conquista dello spazio un’avventura stimolante, altri ancora come un’opportunità unica per compiere enormi progressi nella ricerca scientifica e tecnologica. 

Per giudicare la corsa alla conquista dello spazio e verso il nostro satellite naturale, è importante dare uno sguardo al passato. Due grandi figure spiccano nella storia della missilistica: una russa, l’altra americana.



Konstantin Eduardovich Tsiolkovsky, nato nel 1857, era un insegnante autodidatta che iniziò a pensare seriamente e scientificamente alle missioni umane nello spazio. Tsiolkosky era timido e sordo, nonostante ciò, si pose l’obiettivo di utilizzare le leggi di gravitazione universale scritte da Sir Isaac Newton come punto di partenza per inviare gli uomini nello spazio.

Tsiolkosky riuscì a dimostrare che i motori a razzo erano gli unici dispositivi utilizzabili per i voli spaziali, ottenendo grazie alla matematica la velocità che i gas di scarico avrebbero dovuto raggiungere per lanciare un razzo oltre l’orbita della Terra. Concluso inoltre che il carburante doveva essere liquido.

Tsiolkosky giunse a queste conclusioni nel 1898, 5 anni prima del primo volo umano a motore. Grazie a Tsiolkovsky, l’Unione Sovietica fu la prima a lanciare un satellite artificiale in orbita e la prima a lanciare un uomo nello spazio.

Robert Hutchings Goddard, Statunitense, era un professore di fisica. Goddard nacque un quarto di secolo dopo Tsiolkovsky, tuttavia compì passi da gigante sia nella missilistica teorica che in quella sperimentale.

Goddard predisse che un razzo multistadio del peso di appena 10 tonnellate avrebbe potuto trasportare fin sulla Luna un piccolo dispositivo. I giornali lo derisero spesso per aver creduto che un razzo potesse spingersi da solo attraverso lo spazio vuoto.

Goddard, timido quanto Tsiolkovsky, non si arrese alle critiche e alle derisioni ma continuò il suo lavoro. Nel 1926 condusse i suoi primi test di volo, e nel 1929 fu così tormentato dal rumore attorno ai suoi razzi si rifugiò nel deserto del New Mexico. In quel luogo arso dal Sole, Là, sotto un sole cocente, il missile di Goddard salì nel cielo per 7.500 piedi, era il 1935. 

Lo Sputnik e la corsa alla conquista dello spazio

Ventidue anni dopo, l’’Unione Sovietica lanciò il primo satellite artificiale in orbita terrestre, era il 4 ottobre del 1957. Con quell’operazione l’URSS batté sul tempo gli USA.

A realizzare il satellite fu Sergei Korolev, il padre della missilistica russa. Sopravvissuto ai gulag, lo scienziato ricevette da Nikita Khrushchev l’incarico di guidare in gran segreto i lavori per costruire un razzo in grado di sganciare bombe atomiche sugli Stati Uniti. Lo Sputnik, dal peso di circa 80 chili, era una sfera di circa 60 cm di diametro, con 4 antenne.

Ma la corsa alla conquista dello spazio era appena iniziata. Gli Usa, feriti nell’orgoglio e in affanno, risposero il 31 gennaio 1958, lanciando nello spazio da Cape Canaveral, in Florida, il primo satellite artificiale degli Stati Uniti, l’Explorer-1. Il lancio fu la risposta degli USA ai due lanci avvenuti l’anno prima dall’Unione Sovietica; il primo satellite della storia lanciato il 4 ottobre 1957 e lo Sputnik-2 entrato in orbita il 3 novembre 1957.

Il satellite Explorer I aveva un diametro di 15 cm e un peso di 14 kg ed era lungo 2 metri. Il lanciò fu un punto di svolta per la NASA. Il satellite fu il primi di una lunga serie di successi. L’Explorer 1 completava un’orbita ogni 114 minuti, e ne effettuava 12,5 al giorno; ha emesso l’ultimo segnale nel maggio del 1958 ed è rimasto in orbita per altri 12 anni, disintegrandosi nel mare Pacifico nel marzo 1970.

Corsa alla Luna

Sia i russi che gli americani condussero febbrili ricerche per scoprire quanto l’uomo potesse resistere ai rigori di un viaggio verso la Luna. Non solo i russi hanno lanciarono il cane Laika nello spazio, ma il 27 agosto 1958 lanciarono altri due cani ad un’altezza di 140 Km. I cani e gli strumenti vennero recuperati con successo. 

Qualche anno dopo, esattamente il 12 aprile 1961, alle 9:07 ora di Mosca, dalla base spaziale di Bajkonur in Kazakistan veniva lanciata nello spazio la Vostok 1, il primo veicolo spaziale con equipaggio umano. Nei 108 minuti il veicolo spaziale compì attorno al nostro pianeta un’orbita completa rientrando a sulla Terra indenne.

All’interno del veicolo spaziale, pilotato da Terra, c’era l’uomo che verrà ricordato con amarezza da tutti gli americani: il pilota sovietico 27 enne Jurij Gagarin, il primo uomo a volare nello spazio.

Ma la corsa alla conquista dello spazio da parte degli esseri umani erta appena cominciata, poco più di otto anni dopo la NASA e il governo americano si presero una grande rivincita portando per la prima volta due esseri umani sul suolo lunare e riportando dopo pochi giorni di missione l’intero equipaggio sano e salvo sulla Terra.

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