Se si pensa all’enorme squalo preistorico ormai estinto, il Megalodonte, probabilmente ci viene subito un brivido lungo la schiena per quanto possa fare paura. Eppure anche questo antico predatore aveva un lato “dolce” e sensibile.
Infatti un numero crescente di prove suggerisce che questi enormi predatori marini nutrissero i loro cuccioli allevandoli in “asili nido“, e gli scienziati hanno appena aggiunto cinque potenziali vivai all’elenco. I risultati di questo studio sono stati pubblicati online il 25 novembre sulla rivista “Biology Letters“.
Trovati fossili di piccoli megalodonti
Questi piccoli squali stanno spuntando dappertutto. Gli scienziati hanno riferito nel 2010 di aver identificato un vivaio di Megalodonte a Panama. Recentemente, un altro team di ricercatori ha descritto un nuovo sito nella Spagna nord-orientale. In questi posti sono stati trovati fossili di squali adulti e giovani, con la maggior parte dei fossili appartenenti a piccoli e neonati.
Gli stessi scienziati hanno anche analizzato i dati di altri otto siti, da 16 milioni a 3 milioni di anni fa, dove i fossili di “Otodus megalodon” (una specie nota per i giganteschi denti chiamata anche “Carcharocles megalodon“) erano abbondanti. Hanno valutato le dimensioni del corpo dei singoli squali per determinare il rapporto tra i giovani e gli adulti e hanno nominato quattro ulteriori siti di vivaio.
Esistevano aree nursey
I risultati suggeriscono che gli adulti di Megalodonte comunemente allevavano i loro piccoli nelle aree di nursery, dove i piccoli squali sarebbero stati protetti finché non fossero stati in grado di reccdifendersi da soli contro altri predatori oceanici. Il nuovo studio però solleva anche la possibilità che il declino dei siti di vivaio disponibili possa aver contribuito all’estinzione dello squalo gigante.
Si stima che il megalodonte potesse arrivare a misurare fino a 15 metri di lunghezza, rendendolo il più grande squalo predatore mai vissuto. La maggior parte dei fossili di Megalodonte risalgono a circa 15 milioni di anni fa e il pesce gigante è scomparso dalla documentazione fossile circa 2,6 milioni di anni fa.
Anche gli squali moderni allevano i piccoli
Oggi molti squali moderni allevano i loro piccoli negli asili nido. Le acque vicino alla provincia di Buenos Aires, nella Patagonia settentrionale, ospitano un vivaio per diverse specie di squali e un vivaio di squali tigre della sabbia (Carcharias taurus). La Great South Bay, di Long Island ospita squali giovani che vivono lì fino a quando non hanno 4 o 5 anni. E’ il più antico vivaio di squali conosciuto ha più di 200 milioni di anni, secondo i casi di uova fossilizzate trovate accanto ai “denti da latte” di squalo che sono lunghi solo 1 millimetro.
Studio su 25 denti di megalodonte
Per il nuovo studio, i ricercatori hanno studiato 25 denti appartenenti a Otodus megalodon dalle cave Reverté e Vidal nella provincia spagnola di Tarragona. Hanno usato l’altezza della corona del dente per stimare le dimensioni del corpo e per identificare quali squali erano bambini.
Hanno evinto che gli squali di megalodonte molto giovani, probabilmente di circa un mese, misuravano circa 4 m di lunghezza, e i giovani più anziani misuravano fino a 11 mdi lunghezza.
Confronto fra megalodonti giovani e adulti
Gli scienziati hanno quindi utilizzato algoritmi per modellare e confrontare il rapporto tra i giovani di megalodonte e gli adulti in altri otto siti in “un’ampia area geografica” che includeva i bacini dell’Atlantico, dei Caraibi e del Pacifico.
Hanno determinato cinque potenziali asili nido con densità più elevate di individui con lunghezze corporee stimate all’interno della gamma tipica di neonati e giovani, incluso il sito a Panama che era stato descritto nel 2010.
“I nostri risultati rivelano, per la prima volta, che le aree della scuola materna erano comunemente utilizzate da otodus megalodon su grandi scale temporali e spaziali“, hanno detto gli autori dello studio.
Le dimensioni del megalodonte: studio scientifico
Più lungo di un autotreno, con una bocca enorme e denti lunghi circa 18 centimetri, il famigerato Carcharodon Megalodon, torna a far parlare di sè. Il motivo? Tentare di risalire alle sue dimensioni reali.
Uno studio effettuato dall’università di Swansea e riportato sulla rivista Scientific Reports, rivela che le dimensioni del megalodonte potevano arrivare a 16 metri, con una testa lunga ben 4 metri e 65 centimetri. La coda sembra potesse arrivare a oltre 3,80 metri di altezza.
Lo studio rivela ancora che la pinna dorsale misurasse circa 1,60 metri, ben 4 volte più grande dell’attuale squalo bianco da 5 metri.
Crescita tardiva del megalodonte
Una precedente analisi degli anelli di crescita nelle vertebre dei megalodonti ha mostrato che gli squali hanno raggiunto la taglia adulta dopo circa 25 anni, suggerendo che erano tardivi quando si trattava di maturità sessuale. “Sembra quindi plausibile che l’uso di aree di nursery avrebbe potuto essere essenziale per i megalodonti “, garantendo la sopravvivenza della specie riducendo la mortalità nei giovani squali e contribuendo a mantenere popolazioni adulte vitali.
Come si sono estinti i megalodon: cambiamenti climatici?
Sebbene i ricercatori non possano dire con certezza cosa abbia causato l’estinzione del Megalodonte, un clima mutevole che ha lentamente sradicato importanti siti di vivaio potrebbe aver giocato un ruolo nell’eventuale declino del potente Megalodonte, soprattutto perché questo antico squalo preistorico ha affrontato la crescente concorrenza di un altro predatore emergente: grande squali bianchi (Carcharodon carcharias).
Fonte
https://www.livescience.com/megalodon-nurseries-discovered.html