La NASA ha annunciato che una “perdita lenta” è stata rilevata a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Secondo il comunicato, però, non c’è motivo di allarme per gli astronauti a bordo.
La fuga è stata segnalata ieri sera, 29 agosto 2018, alle 23.00 ora locale della stazione, mentre gli astronauti dormivano. In quel momento, gli astronauti erano nello loro cuccette.
L’allerta è scattato quando il controllo missione, da Terra, hanno rilevata sugli strumenti di bordo una riduzione della pressione amosferica della stazione. Considerando il calo abbastanza lieve, gli astronauti non sono stati messi in allerta fino al mattino.
Al risveglio, l’equipaggio della ISS ha lavorato di concerto con il controllo missione per individuare la perdita: a quanto pare, il problema sembrerebbe essersi verificato nel modulo orbitale di una delle navicelle spaziali Soyuz ancorate alla stazione.
La NASA ha informato in un comunicato che “L’equipaggio è sano e salvo e dispone di aria sufficente per settimane.”
Su Twitter, stamattina l’equipaggio ha cinguettato di non essere “in pericolo e si sta attivamente lavorando alla risoluzione del problema“.
Sembra inoltre che il buco non sia abbastanza grande da causare problemi alla Soyuz MS-09 che sarà regolarmente utilizzata per riportare tre membri dell’equipaggio sulla Terra alla prossima rotazione dell’equipaggio. Il segmento orbitale, la sezione dove si trova la perdita, sarà espulso dalla navicella Soyuz prima che l’equipaggio attraversi l’atmosfera nel Modulo Discesa.
Eventi di depressurizzazione come questo, sulla ISS sono motivo di preoccupazione. La procedura prevede che se si scoprisse che un meteroide o un detrito spaziale abbastanza grande fosse in rotta di collisione con la ISS, l’equipaggio dovrà rifugiarsi nella navicella ancorata alla stazione, pronto per l’evacuazione in caso si verificassero danni gravi. Nel corso della sua vita la ISS ha subito in diverse occasioni piccoli impatti ma, finora, non è mai stato necessario procedere all’evacuazione.
Piccoli frammenti di detriti come i micrometeoroidi rappresentano tuttavia un grosso problema, in quanto le loro minuscole dimensioni (in genere inferiori a 2 millimetri) ne impediscono il tracciamento. Il rischio che possano colpire la stazione e causare problemi come l’attuale è sempre presente.
Al momento sembra che la perdita sia stata contenuta, anche se sarà necessario effettuare qualche intervento per la messa in sicurezza definitiva.
Quanto successo, però, rappresenta un promemoria su quanto possa essere precaria e rischiosa la vita trascorsa orbitando a 27.000 chilometri l’ora, 400 chilometri sopra le nostre teste.
Fonti: NASA, Twitter