La Nasa, la prossima volta che tornerà sulla Luna, ha intenzione di rimanerci. Nell’ambito del programma Artemis, l’agenzia spaziale statunitense vuole mantenere la presenza dei suoi astronauti sul satellite della Terra. Questo sarà possibile grazie alla base lunare Artemis.
L’ipotetica base necessiterà di energia, habitat e veicoli e l’industria spaziale sta cercando un metodo per affrontare le nuove difficoltà che si parranno d’ora in avanti. Neal Davis, ingegnere capo dei sistemi per il Lunar Terrain Vehicle presso la società spaziale Dynetics, ha dichiarato nel corso di un’intervista ad AFP: “È il Super Bowl dell’ingegneria”.
Base lunare Artemis: il progetto prototipo di Dynetics
Dynetics, una delle aziende fornitrici selezionate dalla NASA, ha rivelato il suo progetto prototipo per un rover lunare il mese scorso allo Space Symposium di Colorado Springs. Ma probabilmente non ne uscirà nulla di concreto fino alle missioni Artemis dalla sette in poi.
“Stiamo iniziando a capire come realizzare habitat permanenti sulla superficiedella Luna”, ha detto l’amministratore associato della NASA Jim Free. Costruire una base lunare, però, non sarà un’impresa da poco. Avrà bisogno di generatori di energia, veicoli e habitat, e l’industria spaziale sta cercando di trovare le soluzioni per affrontare Queste sfide tecnologiche.
Artemis 3, la prima missione pianificata per effettuare il primo atterraggio sulla Luna dal 1972 al momento è schedulata per la seconda metà del 2025 ma potrebbe subire ulteriori ritardi, quindi la costruzione dell’habitat difficilmente inizierà prima del 2030. La base lunare probabilmente dovrà prevedere più siti per diversificare gli obiettivi dell’esplorazione scientifica e offrire maggiore flessibilità per gli sbarchi.
C’è ancora molto lavoro da fare
Nonostante questa linea temporale lontana, le aziende sono già al lavoro. “Il passo zero sono le comunicazioni”, ha detto ad AFP Joe Landon, CEO di Crescent Space, una nuova filiale di Lockheed Martin dedicata ai servizi lunari. “Pensa a quando ti trasferisci in un nuovo appartamento, tra le prime cose devi collegare il telefono e Internet”.
Iniziando con un paio di satelliti, l’azienda vuole diventare il provider Internet e GPS della Luna. Ciò allevierebbe la tensione sul Deep Space Network della NASA, che minaccia di sovraccaricarsi di fronte a tutte le missioni imminenti, comprese quelle private.
Quanto varrà il mercato lunare?
Landon stima che il valore del mercato lunare sarà di “cento miliardi di dollari nei prossimi dieci anni”. Ma quali saranno i prossimi obiettivi? Astrobotic, con 220 dipendenti, è una delle tre società selezionate dalla NASA per sviluppare pannelli solari. Devono essere posizionati verticalmente perché al polo sud della Luna (la destinazione prevista perché c’è acqua sotto forma di ghiaccio) il Sole fa capolino appena sopra l’orizzonte.
Alti circa 18 metri, i pannelli Astrobotic saranno posti nelle posizioni più favorevoli e collegati alla base lunare da cavi lunghi diversi chilometri, come ha spiegato Mike Provenzano, direttore dei sistemi di superficie lunare della società. I pannelli solari saranno fissati a veicoli in grado di trasportarli in luoghi diversi.
I veicoli in sviluppo
Per le sue spedizioni scientifiche, la Nasa ha incaricato l’industria di sviluppare un rover non pressurizzato, vale a dire open top, per due persone, pronto entro il 2028.
A differenza dei rover delle missioni Apollo, dovrà operare autonomamente anche per le uscite senza astronauta. Ciò significa sopravvivere a gelide notti lunari, che durano due settimane, con temperature che scendono a circa -170 gradi Celsius. Molte aziende hanno già iniziato la progettazione.
Le partnership strette
Lockheed Martin ha stretto una partnership con General Motors, appoggiandosi all’esperienza del gigante automobilistico nei veicoli elettrici e fuoristrada. Dynetics, una sussidiaria del colosso ingegneristico Leidos, ha unito le forze con Nascar. Il suo prototipo, che raggiungerà una velocità massima di 15 chilometri all’ora, include un braccio robotico e ruote metalliche intrecciate come tessuti per massimizzare la trazione sulla superficie sabbiosa e affrontare eventuali rocce sul percorso.
Habitat
Infine, l’equipaggio avrà bisogno di un posto dove riposare e distrarsi, la base lunare.
La NASA ha assegnato un contratto da 57,2 milioni di dollari alla società texana Icon, specializzata nella stampa 3D, per sviluppare la tecnologia necessaria per costruire strade, piste di atterraggio sulla Luna e, infine, abitazioni.
L’idea è di usare il suolo lunare come materiale. Altre aziende, come Lockheed Martin, stanno sviluppando concetti di habitat gonfiabili.
“La cosa bella è che puoi farlo atterrare sulla luna e gonfiarlo e ora c’è un volume molto più grande per l’equipaggio in cui vivere e lavorare“, ha detto all’AFP Kirk Shireman, vicepresidente della Lockheed Martin Lunar Exploration Campaign.
All’interno ci sarebbero camere da letto, una cucina, uno spazio per strumenti scientifici, ecc., tutti montati su un telaio, quindi l’habitat può essere mobile.
Il concetto di base dietro il ritorno sulla Luna sotto Artemis è quello di aiutare la NASA a prepararsi per missioni molto più lontano, su Marte e oltre.
“Qualunque sia la spesa per sviluppare questi sistemi sulla luna, vogliamo che quegli stessi sistemi siano applicabili per andare su Marte“, ha detto Shireman.