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Scoperti 30.000 asteroidi vicini alla Terra

Gli astronomi hanno scoperto 30.000 asteroidi vicini alla Terra nel sistema solare: corpi rocciosi in orbita attorno al Sole su un percorso che li avvicina all'orbita terrestre

Gli astronomi hanno scoperto nel sistema solare 30.000 asteroidi vicini alla Terra: corpi rocciosi in orbita attorno al Sole su un percorso che li avvicina all’orbita terrestre. La maggior parte di questi è stata scoperta nell’ultimo decennio, dimostrando come la nostra capacità di rilevare asteroidi potenzialmente rischiosi stia migliorando rapidamente.

Gli asteroidi NEA

Un asteroide viene definito “asteroide vicino alla Terra” (NEA), quando la sua traiettoria lo porta entro 1,3 unità astronomiche (au) dal Sole. 1 au è la distanza tra il Sole e la Terra, quindi i NEA possono rientrare almeno entro 0,3 au, 45 milioni di km, dall’orbita del nostro pianeta.

Attualmente, gli asteroidi vicini alla Terra costituiscono circa un terzo del milione scoperto finora nel sistema solare. La maggior parte di essi risiede nella fascia di asteroidi tra Giove e Marte.

Questi misteriosi corpi rocciosi sono stati catalogati dagli astronomi da oltre due secoli da quando il primo vero asteroide, Cerere, fu scoperto nel 1801 da Giuseppe Piazzi. Il primo asteroide vicino alla Terra, 433 Eros, fu scoperto quasi cento anni dopo, il 13 agosto 1898. 433 Eros, di circa 30 km è stato scoperto da Carl Gustav Witt e Felix Linke all’Osservatorio Urania di Berlino e indipendentemente da Auguste Charlois all’Osservatorio di Nizza. L’orbita dell’asteroide pietroso lo porta a circa 22 milioni di km dalla Terra, 57 volte la distanza della Luna.

Non solo 433 Eros è stato il primo NEA ad essere conosciuto, ma anche il primo asteroide su cui un veicolo spaziale sia mai atterrare. I primi calcoli dell’orbita della roccia spaziale consentirono anche una determinazione precisa della distanza, allora imperfettamente, tra il Sole e la Terra.

Rilevare un asteroide vicino alla Terra

I grandi asteroidi finora conosciuti, furono i primi ad essere scoperti, date le loro dimensioni e quindi più facili da vedere. Venivano considerati pianeti minori, termine usato ancora oggi. Ma, man mano che i telescopi diventavano più sensibili, ne furono trovati molti di più e a un ritmo eccezionale, anche quelli di dimensioni inferiori a decine di metri.

Telescopi di rilevamento a terra come il Catalina Sky Survey in Arizona, negli Stati Uniti, al giorno d’oggi è in grado di scoprire nuovi asteroidi ogni settimana. Sono stati progettati per scansionare ampie sezioni del cielo, alla ricerca di nuovi oggetti in movimento davanti allo sfondo di stelle “immobili”.

Telescopi più grandi e più mirati, come il Very Large Telescope (VLT) dell’European Southern Observatory, vengono invece utilizzati per osservazioni di follow-up, che ci aiutato a capire meglio il percorso, le dimensioni e persino la composizione di un “nuovo” asteroide.

Anche Gaia, l’osservatorio spaziale dell’ESA in missione per catalogare un miliardo di stelle nella galassia, ci aiuta a capire ancora meglio il rischio derivato da un asteroide.

“Grazie a Gaia, sappiamo di più sulle stelle della galassia che fanno da sfondo alle osservazioni degli asteroidi”, ha spiegato Tineke Roegiers, supporto della comunità per la missione Gaia.

“Le posizioni degli asteroidi vengono ottenute grazie alla posizione delle stelle sullo sfondo, quindi, meglio si conosce la posizione delle stelle, più precisamente è possibile calcolare le orbite degli asteroidi”.

Con l’uso delle “stelle di Gaia”, anche le orbite di asteroidi vicini alla Terra già noti sono state migliorate e alcuni di essi che erano stati “persi” sono stati ritrovati.

L’elenco dei rischi di asteroidi dell’ESA

“Ovviamente, qualsiasi asteroide scoperto vicino alla Terra si qualifica come un asteroide NEA, ma fortunatamente molti si trovano lontano dal nostro pianeta”, ha spiegato Marco Micheli, astronomo del Near-Earth Object Coordination Center dell’ESA.

“Nuovi oggetti vengono osservati nel tempo, i loro movimenti vengono studiati e possono essere anche previste le loro posizioni future. A seconda del numero e della qualità delle osservazioni, questo può estendersi per decenni o anche per centinaia di anni nel futuro.”

Il Near-Earth Object Coordination Center (NEOCC) dell’ESA a ESRIN, in Italia, ospita gli esperti e valutatori del rischio dell’Agenzia. Il team attiva la sua rete di telescopi in tutto il mondo per ottenere osservazioni di nuovi asteroidi scoperti e determinarne il rischio di impatto, mentre insegue anche i “vecchi” asteroidi che non sono stati ancora considerati sicuri.

Attualmente, 1.425 asteroidi con una possibilità di impatto “diversa da zero” sono sotto il loro occhio vigile, organizzati nell’elenco dei rischi di asteroidi del NEOCC, che è costantemente aggiornato.

Qualcuno di questi asteroidi può colpire la Terra?

Attualmente, secondo gli astronomi, nessuno degli asteroidi vicini alla Terra scoperti finora rappresenta un problema per almeno i prossimi cento anni. Alcuni degli oggetti più piccoli avranno un impatto sulla Terra, ma i più comuni sono anche i più piccoli e hanno scarso effetto, fatta eccezione per la creazione di scie di stelle cadenti mentre bruciano nel cielo notturno.

Quando si tratta di asteroidi grandi e potenzialmente devastanti, più grandi di 1 km di diametro e oltre, la maggior parte è stata scoperta e nessuno mostra alcun rischio di impatto per almeno un secolo. Per quelli che potrebbero avere un impatto in seguito, secondo i ricercatori, c’è tempo per studiarli e preparare una missione di deviazione.

La priorità attuale sono gli asteroidi di medie dimensioni con un diametro di poche centinaia di metri. Molti sono ancora là fuori, in attesa di essere scoperti, e di piccole dimensioni non sono così facili da trovare.

“La buona notizia è che più della metà degli odierni asteroidi vicini alla Terra sono stati scoperti negli ultimi sei anni, dimostrando quanto stia migliorando la nostra osservazione degli asteroidi”, spiega Richard Moissl, capo della difesa planetaria dell’ESA.

“Come mostra questa nuova pietra miliare di 30.000 rilevamenti, e man mano che vengono costruiti nuovi telescopi e metodi di rilevamento, è solo questione di tempo prima che li avremo trovati tutti”.

Fonte: ESA

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