Dopo che il Pentagono ha comunicato che 2.000 soldati statunitensi saranno inviati in Polonia e Germania e altri 1.000 in Romania, Mosca ha affermato che si tratta di un passo “distruttivo” che acuisce la tensione e riduce le possibilità di una soluzione politica.
Questo mentre la Russia ha avviato la più grande esercitazione militare che si ricordi negli ultimi decenni proprio ai confini con l’Ucraina. Questa esercitazione coinvolge circa 100.000 uomini disposti lungo i confini orientali e meridionali tra Russia ed Ucraina e altri 30.000 sul confine nord dell’Ucraina, in territorio bielorusso, in cui sono coinvolte anche le forze armate bielorusse. Al contempo, la marina militare russa sta avviando anche una grande esercitazione nell’oceano Atlantico, al largo delle coste meridionali di Irlanda ed Inghilterra e movimenti di numerose navi sono stati registrati anche nel mar Mediterraneo, tra la Sicilia e le Baleari.
La Russia, però, nega di avere l’intenzione di invadere l’Ucraina accusando gli Stati Uniti e la Gran Bretagna di voler alzare la tensione in Europa, tensione che torna ad alzarsi otto anni dopo che la Russia ha annesso la penisola ucraina della Crimea meridionale e ha sostenuto una sanguinosa ribellione nella regione orientale del Donbas.
Mosca accusa il governo ucraino di non aver attuato l’accordo di Minsk, un accordo internazionale per riportare la pace nel Donbas, la regione a sovranità Ucraina dove i ribelli sostenuti dalla Russia controllano vaste aree di territorio e almeno 14.000 persone sono state uccise dal 2014.
Gli Stati Uniti e l’alleanza militare Nato mettono in dubbio le ragioni del massiccio spostamento di forze militari russe lungo tutto il confine ucraino. Giovedì il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha affermato che l’alleanza ha visto un “movimento significativo” di circa 30.000 soldati russi in Bielorussia negli ultimi giorni, il più grande dispiegamento nel paese dalla fine della Guerra Fredda.
La Russia sostiene che le sue truppe sono lì per esercitazioni militari congiunte.
L’Ucraina, nel frattempo, ha cercato di smorzare i toni sul conflitto. Il ministro della Difesa Oleksii Reznikov ha dichiarato giovedì che il numero di violazioni del cessate il fuoco nell’Ucraina orientale è diminuito e che non ci sono state perdite in combattimento da tre settimane.
Rispondendo alla decisione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden di schierare nuove truppe in Europa, il viceministro degli Esteri russo Alexander Grushko ha affermato che si tratta di un passo “distruttivo” e “ingiustificato”.
Intervenendo mercoledì, Grushko ha aggiunto che la mossa americana “delizia” le autorità ucraine, che continueranno a sabotare impunite l’accordo di Minsk.
Il Pentagono ha replicato che le truppe statunitensi schierate non sono destinate ad entrare in Ucraina, ma ad assicurare la difesa degli alleati di Washington.
Il loro dispiegamento si aggiunge agli 8.500 soldati che il Pentagono ha messo in allerta il mese scorso per essere pronti a dispiegarsi in Europa, se necessario.
“È importante inviare un segnale forte al signor Putin e al mondo che la Nato è importante per gli Stati Uniti e per i nostri alleati“, ha detto mercoledì ai giornalisti il portavoce del Pentagono John Kirby.
Ma sulla questione dei presunti piani di invasione di Putin, ha detto: “Non crediamo ancora che abbia preso la decisione di invadere l’Ucraina“. Ha anche affermato che una proposta degli Stati Uniti “trapelata a un’agenzia di stampa europea” era genuina. Agli osservatori è sembrato che Kirby si riferisse a una storia uscita sul quotidiano spagnolo El País su un’offerta degli Stati Uniti di colloqui con la Russia in cambio della riduzione delle tensioni sull’Ucraina.
- “Impegni reciproci” di Usa e Russia “di astenersi dal dispiegare sistemi missilistici offensivi e forze permanenti con una missione di combattimento nel territorio dell’Ucraina”
- Parla di ridurre le armi nucleari e i lanciamissili
- Un “meccanismo di trasparenza” per mostrare alla Russia che non ci sono missili da crociera statunitensi in due basi Nato in Romania e Bulgaria, in cambio che la Russia consenta agli Stati Uniti di ispezionare due basi missilistiche russe
I documenti affermano che gli Stati Uniti discuteranno di tutte le questioni che riguardano la sicurezza europea con i loro alleati.