“Penso che gli alberi abbiano una propria personalità” dichiara Boeri “Ognuno di loro ha la sua evoluzione, la sua storia e la sua forma”.
Non sorprende, data la passione di Boeri, che il suo edificio più noto sia “Il bosco verticale“ o “foresta verticale”. Il celebre complesso residenziale è stato realizzato a Milano, sua città natale, ed è caratterizzato da facciate brulicanti di verde, un vero e proprio organismo vivente.
Le due torri del progetto, rispettivamente alte 80 metri e 112 metri, ospitano circa 20.000 alberi, arbusti e piante, che si riversano sui balconi disposti in modo irregolare. Boeri, ha stimato che per ogni abitante ci sono 2 alberi, 8 arbusti e 40 piante.
I benefici di questa architettura non sono solo estetici, il verde presente sulle facciate fornisce ombra agli appartamenti, benefici psicologici per i residenti e ospita centinaia di uccelli di specie diverse.
Boeri, è orgoglioso dell’ideazione di questi edifici per una caratteristica importante: secondo le sue ricerche le due torri sono in grado, grazie alla presenza della vegetazione, di assorbire 30 tonnellate di anidride carbonica e rilasciare 19 tonnellate di ossigeno all’anno, un volume equivalente a 65.000 metri quadrati di bosco.
“La capacità di dotare gli edifici di superfici verdi è uno dei modi più efficienti per contrastare il cambiamento climatico” ha affermato Boeri.
Boeri, spiega che “Le torri presentano sistemi di riscaldamento geotermico e strutture per la raccolta di acque reflue, caratteristiche di efficienza energetica ispirate alla natura degli alberi. Infatti, gli edifici, funzionano come gli alberi, partendo dalla radice distribuiscono acqua ed energia attraverso il tronco e i rami”.
Modello urbano
La Vertical Forest, a settembre 2018, è stata nominata tra i quattro finalisti per il “premio internazionale RIBA”, un concorso biennale che premia i migliori nuovi edifici del mondo. Boeri, afferma che il vero successo del progetto è aver creato un prototipo.
Boeri, ha progetti ambiziosi, ed insieme alla sua azienda sta elaborando nuove “Vertical Forest” nelle città europee, tra cui Treviso in Italia, Losanna in Svizzera e Utrecht nei Paesi Bassi. Nella città cinese di Liuzhou, nella provincia del Guangxi, sta progettando un’intera “città forestale”. Il progetto, che dovrebbe essere terminato per il 2020, comprende case coperte da alberi, ospedali, scuole e palazzi di uffici, su una superficie di circa 5 milioni di metri quadrati. Boeri, dichiara che gli è stato chiesto di progettare le sue città sia in Egitto che in Messico.
La Foresta Verticale di Milano è stata completata nel 2014. Credito: Giovanni Nardi per Stefano Boeri Architetti
Boeri, affronta per i progetti una ricerca dettagliata per ogni località, per capire quali specie di piante utilizzare in base ad alcune caratteristiche tra cui l’umidità, il vento e la luce solare. Boeri, per le torri di Milano, ha effettuato una ricerca di due anni per lo studio delle piante, per poi utilizzare solo quelle che si erano dimostrate più efficienti. Il progetto della Trudo Vertical Forest, nella città olandese di Eindhoven, attualmente in corso di costruzione, prevede una torre di 19 piani. Qui per la prima volta verrà applicato il concetto di “Foresta Verticale” per gli alloggi sociali.
La foresta verticale si trova nella città natale di Boeri, a Milano.
Boeri, dichiara che “La sfida è realizzare la foresta verticale non solo per le persone ricche, ma anche per quelle con basso reddito, infatti, gli appartamenti saranno affittati a giovani coppie e famiglie. Questo è un passo importante per l’evoluzione di questa tipologia di edificio, possibile grazie alla riduzione di costi di costruzione con l’utilizzo di materiali prefabbricati. Con questo progetto voglio dimostrare che è possibile affrontare due questioni importanti per il futuro: i cambiamenti climatici e la povertà”.
Un “manifesto” verde
Boeri, affronta il suo mestiere come una missione. Questo si evince dal manifesto pubblicato sul sito web dell’azienda, dove dichiara il suo impegno nel “lanciare una campagna globale sulla silvicoltura urbana”, con l’idea di incentivare la creazione di fattorie urbane, giardini pensili, facciate verdi e molte altre forme di verde pubblico. Boeri, di recente, ha contribuito ad istituire il primo forum mondiale, dedicato alle “foreste urbane”, tenutosi a Mantova dal 28 novembre al 1 dicembre.
Boeri, non è “protettivo” nei confronti della sua architettura, ed ha un atteggiamento modesto riguardo al suo ruolo in un fiorente movimento architettonico. Infatti, dichiara che “Sono orgoglioso di non aver apposto nessun tipo di copyright, perché conosciamo bene il valore sociale di questo edificio”. Si potrebbe affermare che designer e architetti come Thomas Heatherwick e Ole Scheeren, nei prossimi progetti a Shanghai e a Ho Chi Minh City, presentano un’importante silvicoltura urbana ispirata a Boeri.
Il volume degli alberi sulle due torri è equivalente a oltre 215.000 piedi quadrati di boschi. Credito: Stefano Boeri
Boeri, afferma che “Ci saranno architetti e urbanisti che realizzeranno edifici, con la stessa tipologia architettonica, arrivando anche a migliorarla, rendendomi fiero del mio lavoro. Come architetti trattiamo spesso con materiali naturali, ma la natura vivente è un altra cosa, non bisogna considerarla solo una parte ornamentale di un edificio. La Foresta Verticale è la dimostrazione che si può trasformare la natura vivente in una componente base dell’architettura”.