La guerra in Ucraina, le immagini dei palazzi Kiev devastati dalle esplosioni e le parole di Putin che è arrivato a minacciare l’utilizzo delle armi nucleari hanno fatto impennare le richieste per l’acquisto di bunker antiatomici. In Italia, come nel resto dei Paesi d’Europa e anche negli Stati Uniti.
“Le richieste di bunker nel nostro Paese sono in aumento dall’inizio dell’offensiva russa, ma negli ultimi due è stato un vero e proprio delirio. La nostra azienda ha ricevuto circa duecento telefonate. La gente vuole davvero il suo rifugio antiatomico, ad oggi ne abbiamo già venduti tre” ha spiegato Giulio Cavicchioli, titolare della “Minus Energie” di Mantova, azienda leader in Italia nella realizzazione di rifugi sotterranei NBC (protezione nucleare-batteriologica-chimica). L’azienda ha lavorato anche per la Nato e per l’Aviazione italiana e dal 2000 importa dalla Svizzera i sistemi di costruzione dei rifugi antiatomici.
In 22 anni, però, ripete Cavicchioli, “mai si era vista questa frenesia nella ricerca di bunker. Le persone mostrano una forte spinta emotiva”. Le richieste nei primi giorni di guerra arrivavano più dal centro Italia, in particolare dalla città di Roma, dalla Toscana e dall’Emilia Romagna. Invece al momento, osserva il titolare di “Minus Energie”, “provengono più dal nord, in particolare dalla Lombardia”.
“Dalla Capitale ho ricevuto molte chiamate, e può essere normale. Ritengo invece strano che ci siano state molte domande da Toscana ed Emilia Romagna. Non credo che possano essere luoghi scelti per un attacco nucleare. Penso che nel caso possano essere colpite più città come Ghedi (Brescia), Aviano (Pordenone), Sigonella (Siracusa), dove si trovano le classiche basi missilistiche, gli aeroporti militari” ha affermato Cavicchioli.
A richiedere la costruzione di bunker sono soprattutto cittadini del ceto medio, “in particolare avvocati” sostiene il titolare di “Minus Energie. “Li richiedono cittadini normali, quasi tutti però hanno in comune il fatto che sono proprietari di casa, perché così lo possono far costruire nella loro proprietà. La loro più grande preoccupazione è proteggere i figli” continua Cavicchioli. I clienti che contattano l’azienda vogliono edificare i rifugi o sotto la propria casa o in giardino.
“Domani devo andare da un cliente che ha entrambe le possibilità. Certo creare un bunker ex novo, seguendo la normativa svizzera, e non partendo da una struttura già esistente offre sicuramente più garanzia di resistenza” chiarisce ancora. Se però nelle città di provincia o in campagna realizzare un bunker è più semplice, nelle città grandi come ad esempio Roma, si presentano numerose difficoltà.
“È complesso costruire i bunker all’interno di strutture già esistenti. Lo abbiamo già fatto, in un garage, ed è venuto bene, ma la struttura non ha le caratteristiche equivalenti a un bunker progettato e realizzato come comanda la normativa svizzera. Ogni deroga è un nodo che viene al pettine in caso di allarme”.
Quando si parla di normativa svizzera si fa riferimento alla Legge Federale sui sistemi di Protezione Civile che il governo federale svizzero ha promulgato nel 1963, che rende obbligatoria la costruzione di un bunker all’interno di ogni palazzina. La Legge stabilisce che “il proprietario che costruisce un edificio abitativo deve realizzarvi un rifugio ed equipaggiarlo” e “i Comuni provvedono affinché le zone in cui il numero di posti protetti è insufficiente dispongano di sufficienti rifugi pubblici equipaggiati”.
Secondo la normativa svizzera i bunker, spiega Cavicchioli, “devono essere resistenti a una spinta meccanica pari a una atmosfera, poi devono essere sigillati, nel senso che non può entrare pulvilscolo esterno e devono aver filtri nbc che trattano l’aria sotto il profilo dell’inquinamento nucleare, chimico e batteriologico. Tutte le valvole di sicurezza sono sistemi collaudati, da tanto tempo in uso in Svizzera”.
I costi dei rifugi possono variare. “Se si costruisce seguendo i criteri di cui abbiamo parlato, il bunker costa dai 2.500 ai 3mila euro al metro quadro e il costo comprende tutto il lavoro, da quando il campo di terra è vuoto fino al rifugio completato. Bisogna considerare che un bunker che ospiti una famiglia normale è grande 25 metri quadri, al massimo 30. Per una famiglia basterebbe un rifugio grande anche solo 12,13 o 15 metri, però poi vivere in uno spazio del genere diventa troppo un sacrificio. Una volta che si iniziano i lavori si cerca di costruirlo in modo che sia comunque più comodo”.
I tempi di costruzione invece sono di circa due mesi, una volta avuta l’autorizzazione dal Comune. “Servono due mesi perché ci sono tempi tecnici di maturazione del cemento” ha affermato Cavicchioli.
E la corsa ad accaparrarsi un bunker ha contagiato anche altri Paesi d’Europa, nonché gli Stati Uniti. Gary Lynch, direttore generale della Rising S Company, con sede in Texas, specializzata in rifugi di sopravvivenza, ha dichiarato a Business Insider di aver ricevuto molte più telefonate rispetto al passato da quando la Russia ha invaso l’Ucraina.
Lynch ha fornito a Insider la documentazione che mostra che la sua azienda ha venduto cinque bunker lo scorso 24 febbraio, a prezzi che vanno da 70.000 a 240.000 dollari. Un numero enorme se si considera che l’azienda diretta da Lynch in genere vende da due a sei bunker al mese e che l’inverno è solitamente la stagione in cui vengono acquistati meno rifugi.
La stessa situazione si è verificata anche nell’azienda US Buildings Group con sede nella Carolina del Nord. David Davis, direttore marketing della società, ha rivelato a Insider che nel mese di febbraio, 47 delle 97 discussioni totali con potenziali clienti hanno avuto luogo a partire dai giorni dell’invasione russa, facendo registrare un picco del 130% rispetto a febbraio 2021.
Un forte aumento della domanda per i rifugi antinucleari si è verificato anche nel Regno Unito. La società britannica Subterranean Spaces ha fatto sapere al Daily Mail che le richieste sono aumentate nello scorso fine settimana “del 100%” rispetto a febbraio 2021. Il fondatore dell’azienda Charles Hardman ha aggiunto anche che molti clienti hanno chiesto se l’azienda “fornisca anche rifugi fai-da-te”. “È come se la gente stesse per costruire i propri bunker nucleari!” ha detto Hardman.
Secondo il titolare di “Minus Energie”, con la guerra in Ucraina è del tutto “cambiato l’atteggiamento verso i rifugi antiatomici. “Prima le persone ci consideravano dei ‘giocherelloni’, ci trattavano da ‘maniaci’. Dicevano: ‘Sì, certo, costruisci i bunker. Se scoppia la bomba io vado a vedere il lampo. Oggi invece la gente è molto preoccupata, in sei, sette giorni è cambiato tutto”.
Ed ora la richiesta di rifugi per proteggere le proprie famiglie potrebbe ancora aumentare, spinta dalle pesanti parole del ministro degli esteri russo Sergei Lavrov. “La terza guerra mondiale sarebbe nucleare e devastante” ha detto oggi, in una intervista rilasciata all’emittente panaraba Al-Jazeera, rispondendo a una dichiarazione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden in cui quest’ultimo ha affermato che “l’alternativa alle sanzioni è la guerra mondiale”. “Se continua questa Guerra ho paura che le domande diventino sempre maggiori, perché aumentano anche la frenesia e il timore delle persone. Spero però di no. Io vendo bunker, ma quella che stiamo vivendo è una tragedia senza limiti” conclude Cavicchioli.