Tocca al silicio colpire i mercati internazionali a causa dei tagli alla produzione delle principali regioni produttrici, tra cui le regioni cinesi di Xinjian, Yunnan e Sichuan.
Nella provincia dello Yunnan, nel sud-ovest della Cina, i produttori del silicio metallico che alimenta il silicio hanno operato al 10% della produzione raggiunta ad agosto e continueranno a farlo per il resto dell’anno mentre le autorità provinciali cercano di controllare la domanda di elettricità con una misura che sta interessando anche l’industria del fosforo.
Altri membri della catena di approvvigionamento dell’industria dell’alluminio nella provincia del Guangxi, nel sud, sono stati costretti a operare solo due giorni alla settimana, insieme ai colleghi nei segmenti del calcestruzzo, dell’acciaio, della calce e della ceramica, e i produttori nel vicino Guangdong hanno accesso a alimentazione normale solo il venerdì e il sabato con elettricità razionata a un carico di sicurezza della rete del 15% per il resto del tempo.
La produzione di silicio è aumentata del 39% su base annua da gennaio a settembre di quest’anno e si prevede che raggiungerà la cifra record di 2,78 milioni di tonnellate. Anche la produzione di silicio che si trova in Cina, che sta vivendo una pesante crisi energetica senza precedenti, porterà ad un vertiginoso calo anche della produzione del metallo.
Aumento della domanda e calo delle esportazioni
Questo mentre l’aumento della domanda ed il calo delle esportazioni hanno portato alla riduzione delle scorte portuali di silicio metallico, perciò all’aumento conseguente dei prezzi. Tutti il mercati del silicio sono in forte tensione per quello che succederà nei prossimi mesi.
Nel 2021 le capacità produttive non hanno subito nessun aumento ma si crede che l’aumento avverrà verso la metà del 2022. La certezza è che con l’aumento della domanda in continua crescita la carenza di silicio sarà certa.
I prezzi di questo metallo manterranno una tendenza al rialzo in proporzione a quanta energia sarà utilizzabile per la produrlo. Le previsione degli analisti prevedono un aumento dei prezzi da fine anno fino a giugno 2022 con l’alto rischio di un’estensione fino al 2023.
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