Le immagini di Marte rivelano come, miliardi di anni fa, l’acqua abbia contribuito a modellare il paesaggio del Pianeta Rosso e forniscono indizi che guideranno la ricerca di prove di vita antica, secondo uno studio pubblicato giovedì.
A febbraio, il rover Perseverance della NASA è atterrato nel cratere Jezero, dove gli scienziati sospettavano che, un tempo, un fiume ormai scomparso alimentasse un lago, depositando sedimenti in un delta a forma di ventaglio visibile dallo spazio.
Lo studio pubblicato su Science ha analizzato le immagini ad alta risoluzione catturate da Perseverance delle scogliere che un tempo erano le rive del delta. Gli strati all’interno delle scogliere rivelano come è avvenuta la sua formazione.
L’astrobiologa della NASA Amy Williams e il suo team hanno trovato somiglianze tra le caratteristiche delle scogliere viste dal fondo del cratere e i modelli nei delta dei fiumi della Terra.
La forma dei tre strati inferiori mostra una presenza e un flusso costante di acqua, indicando che Marte era “abbastanza caldo e umido da supportare un ciclo idrologico” circa 3,7 miliardi di anni fa, afferma lo studio.
Gli strati sommitali e più recenti presentano massi sparsi qua e là di oltre un metro di diametro, probabilmente trasportati lì da violente inondazioni, ma è il sedimento a grana fine dello strato di base che sarà probabilmente l’obiettivo del campionamento per cercare i segni di vita estinta da lungo tempo – se è esistita – su Marte.
I risultati aiuteranno i ricercatori a capire dove inviare il rover alla ricerca di terreno e rocce che potrebbero contenere preziose “firme biologiche” di presunte forme di vita marziane.
“Dalle immagini orbitali, sapevamo che doveva essere stata l’acqua a formare il delta“, ha detto Williams in un comunicato stampa.
“Ma avere queste immagini riprese da Perseverance è come leggere un libro invece di guardare solo la copertina“.
Scoprire se la vita può essere esistita su Marte è la missione principale di Perseverance, un progetto che ha richiesto decenni ed è costato miliardi di dollari per essere sviluppato.
Missione ‘profonda’
Nel corso di diversi anni, il rover multi-tasking raccoglierà 30 campioni di roccia e suolo in tubi sigillati, che saranno, infine, rispediti sulla Terra negli anni ’30 per analisi di laboratorio.
Il mese scorso, gli scienziati della missione hanno annunciato che Perseverance aveva raccolto due campioni di roccia nel cratere Jezero che mostravano segni di essere stati in contatto con le acque sotterranee per un lungo periodo.
La loro speranza è che i campioni possano a un certo punto aver ospitato un’antica vita microbica, le cui prove potrebbero essere state intrappolate da minerali di sale. Sapere che Marte un tempo avrebbe potuto ospitare la vita sarebbe una delle scoperte più “profonde” mai fatte dall’umanità, ha commentato Williams.
Ha anche espresso meraviglia per avere una finestra su un antico sistema fluviale di un altro pianeta.
“È davvero illuminante vedere qualcosa che nessuno sulla Terra ha mai visto prima“, ha detto.
Perseverance è atterrato il 18 febbraio e lo studio esamina le immagini a lunga distanza catturate durante i suoi primi tre mesi su Marte.
Grande circa come un SUV, Perseverance è dotato di 19 telecamere, un braccio robotico lungo due metri, due microfoni e una suite di strumenti all’avanguardia.
Uno di questi si chiama SuperCam, uno strumento che esegue lo zapping laser delle rocce a distanza per studiarne il vapore con un dispositivo che ne rivela la composizione chimica.
Ci sono voluti sette mesi perché Perseverance viaggiasse dalla Terra a Marte portando anche Ingenuity, il minuscolo elicottero di prova i cui rotori devono ruotare cinque volte più velocemente delle versioni terrestri per ottenere sollevamento nell’atmosfera molto meno densa di Marte.
Il piano prevede che il rover attraversi il delta, quindi l’antica sponda del lago e infine esplori i bordi del cratere.