Fare attività fisica e tener conto delle diverse calorie giornaliere in base al BMI per molte persone non sarà una novità. Però, una ricerca saltata agli occhi in questi ultimi giorni, relativa all’obesità anziani, suggerisce come la riduzione di appena 250 calorie al giorno, accompagnate da un esercizio moderato, prospetta benefici maggiori rispetto al solo esercizio, soprattutto per coloro che, in età avanzata sono in netto sovrappeso.
Infatti, combinando l’attività fisica, con una moderata riduzione delle calorie giornaliere, apporta all’organismo, evidenti miglioramenti nella rigidità aortica (cioè la ridotta distensibilità dei vasi arteriosi che si verifica in età avanzata e ha un impatto sulle malattie cardiovascolari).
Considerazione fatta rispetto al solo esercizio o, diversamente, all’esercizio più una dieta restrittiva.
Obesità anziani: la nuova ricerca è pubblicata di recente, sulla rivista di punta dell’American Heart Association Circulation.
I cambiamenti dello stile di vita, come una dieta sana e un’attività fisica regolare, possono aiutare a compensare gli aumenti legati all’età della rigidità aortica.
Anche se l’esercizio fisico ha generalmente effetti favorevoli sulla struttura e la funzione aortica, studi precedenti hanno dimostrato che l’esercizio da solo potrebbe non essere sufficiente a migliorare la rigidità aortica negli anziani con obesità.
“Questo è il primo studio per valutare gli effetti dell’allenamento con e senza riduzione delle calorie sulla rigidità aortica, che è stata misurata tramite risonanza magnetica cardiovascolare (CMR) per ottenere immagini dettagliate dell’aorta“; ha dichiarato Tina E. Brinkley, Ph.D., autrice principale dello studio e professoressa associata di gerontologia e medicina geriatrica allo Sticht Center for Healthy Aging and Alzheimer’s Prevention alla Wake Forest School of Medicine di Winston-Salem, North Carolina.
Obesità anziani, lo studio
“Abbiamo cercato di determinare se l’aggiunta della restrizione calorica per la perdita di peso avrebbe portato a maggiori miglioramenti nella salute vascolare rispetto al solo esercizio aerobico negli adulti anziani con obesità“.
Questo studio randomizzato ha incluso 160 adulti sedentari, di età 65-79 anni con obesità (BMI=30-45 kg/m2). L’età media dei partecipanti era di 69 anni; il 74% erano donne e il 73% erano uomini.
I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a uno dei tre gruppi d’intervento per 20 settimane:
1) solo esercizio fisico con la loro dieta regolare; 2) esercizio più moderata restrizione calorica (riduzione di circa 250 calorie al giorno); 3) esercizio più restrizione calorica più intensa (riduzione di circa 600 calorie al giorno).
I due gruppi con restrizione calorica, hanno ricevuto pranzi e cene preconfezionati con meno del 30% di calorie da grassi e almeno 0,8 grammi di proteine per kg del loro peso corporeo ideale.
I preparati erano sotto la direzione di un dietista che ha collaborato per lo studio. I volontari hanno fatto le loro colazioni secondo il menu approvato dal medico. Tutti, nell’esame condotto, hanno poi ricevuto un allenamento sorvegliato con esercizi ginnici quattro giorni a settimana per la durata dello studio di 20 settimane presso il Geriatric Research Center della Wake Forest School of Medicine.
Miglioramenti significativi nella rigidità aortica
La struttura e la funzione dell’aorta sono state valutate con risonanza magnetica cardiovascolare per misurare la velocità dell’onda d’impulso dell’arco aortico (PWV) (da pulse wave velocity, cioè la velocità con cui il sangue viaggia attraverso l’aorta); e poi la distensibilità, (o la capacità dell’aorta di espandersi e contrarsi). Valori più alti di PWV e valori più bassi di distensibilità indicano un’aorta più rigida.
I risultati hanno dimostrato che la perdita di peso di quasi il 10% del peso corporeo totale – o circa 10 chili durante il periodo di studio di cinque mesi – è stato associato a miglioramenti significativi nella rigidità aortica ma solo nei partecipanti assegnati all’esercizio più moderata restrizione calorica.
Lo studio sull’obesità anziani evidenzia altri risultati:
L’esercizio, più moderata restrizione calorica in un gruppo, aveva un aumento del 21% in distensibilità e una diminuzione dell’8% in PWV.
Nessuna delle misure di rigidità aortica è cambiata significativamente sia nel gruppo di solo esercizio, che in quello di esercizio più restrizione calorica più intensa.
I cambiamenti in BMI, massa grassa totale, percentuale di grasso corporeo, grasso addominale e circonferenza vita sono stati maggiori in entrambi i gruppi a restrizione calorica rispetto al gruppo di solo esercizio.
I cambiamenti dello stile di vita riducono i problemi cardiovascolari
La perdita di peso è stata simile tra i gruppi a restrizione calorica; nonostante un numero di calorie quasi due volte inferiore (26,7% di riduzione delle calorie contro un 14,2% di riduzione delle calorie) nel gruppo a restrizione calorica intensiva.
“I nostri risultati indicano che i cambiamenti dello stile di vita, progettati per aumentare l’attività fisica e diminuire moderatamente l’apporto calorico giornaliero, possono contribuire a ridurre la rigidità aortica e migliorare la salute vascolare generale”; ha dichiarato Brinkley.
“Tuttavia, siamo stati sorpresi nel trovare che il gruppo che ha ridotto il loro apporto calorico non ha avuto alcun miglioramento nella rigidità aortica, anche se hanno avuto diminuzioni simili nel peso corporeo e la pressione sanguigna come i partecipanti con moderata restrizione calorica”.
“Questi risultati – conclude la ricercatrice – suggeriscono che combinare l’esercizio con una modesta restrizione calorica – al contrario di una restrizione calorica più intensa o di nessuna restrizione calorica – probabilmente massimizza i benefici sulla salute vascolare, ottimizzando anche la perdita di peso e i miglioramenti nella composizione corporea e nella distribuzione del grasso corporeo. La conclusione che la restrizione calorica ad alta intensità potrebbe non essere necessaria o consigliata ha importanti implicazioni per le raccomandazioni di perdita di peso per migliorare il rischio di malattie cardiovascolari nell’obesità anziani”.