Statine e demenza nell’anziano sono correlati? Vediamoci chiaro. Siamo tutti al corrente che le statine aiutano nel controllo del colesterolo. Non bastano, è indispensabile una dieta corretta e molto esercizio fisico. D’altra parte, ogni farmaco ha contrindicazioni e rischi. In medicina si valuta il loro rapporto, in questo caso, dove pende la bilancia?
L’uso di statine provoca declino cognitivo, demenza?
Uno studio dell’American College Of Cardiology relativo alla possibile azione che le statine possono procurare, in termini di demenza rivela e assicura. I risultati confermano che l’uso di statine non è associato al declino cognitivo, alla demenza nell’anziano.
Osservazioni ulteriori si aggiungono ad avvalorare che la terapia con statine non è associata al declino cognitivo e alla demenza negli anziani, però si sta ancora procedendo a studi randomizzati, per una maggiore sicurezza.
Il Journal of the American College of Cardiology (JACC) ha pubblicato un articolo che tratta appunto l’uso della terapia con statine negli adulti. Sono stati selezionate persone con più di 65 anni. Non è stato riscontrata alcuna associazione delle statine alla demenza, al deterioramento cognitivo lieve (MCI) o al declino nei domini cognitivi individuali.
Il declino cognitivo e la demenza
Negli anziani, circa il 10% di chi ha superato i 60 anni subentra un declino cognitivo. Le statine riducono il colesterolo lipoproteico a bassa densità, o colesterolo cattivo, quindi sono terapie fondamentali per limitare e prevenire eventi di tipo cardiovascolare primaro e secondario (CVD). La Food and Drug Administration ha, inoltre pubblicato che può esserci un apparente deficit cognitivo a breve termine con l’uso di statine, anche se i benefici cardiovascolari superano i rischi.
Ribadiamo che non esiste alcuna correlazione tra statine e demenza. Inoltre si tratta di farmaci fondamentali per la riduzione di colesterolo delle lipoproteine a bassa densità. Si abbatte così il colesterolo cattivo, quindi le statine rappresentano la fondamentale prevenzione per malattie cardiovascolari (CVD) primarie e secondarie.
In ogni caso, ogni revisione fatta non ha apportato prove sufficienti e risultati contrastanti sulle ricerche e l’impatto delle statine. Addirittura alcuni studi hanno evidenziato benefici neurocognitivi delle statine e altri effetti nulli.
Poichè le statine vengono prescritte sempre maggiormente agli anziani, a lungo termine, si sta studiando il loro effetto sul declino cognitivo e sul rischio di demenza. Zhen Zhou, PhD, Menzies Institute for Medical Research presso l’Università della Tasmania in Australia e autore principale di lo studio ha riferito. “Il presente studio si aggiunge alla ricerca precedente suggerendo che l’uso di statine al basale non era associato alla successiva incidenza di demenza e al declino cognitivo a lungo termine negli anziani“.
Più studi fatti su campioni di anziani, a lungo termine, hanno evidenziato che l’effetto dato da farmaci placebo o a dosaggi bassi di aspirina, non erano diversi da chi aveva assunto statine.
I ricercatori ritengono, però questo studio molto limitato, non è stata infatti considerata la durata precedente in cui le statine sono state usate. Lo studio, quindi, per gli scienziati, va interpretato con cautela e richiede un ulteriore conferma da da atre ricerche cliniche randomizzate progettate per verificare ogni effetto neurocognitivo delle statine nelle persone anziane.
Christie M. Ballantyne, MD, professore al Baylor College of Medicine di Houston, ha affermato che lo studio presenta dei limiti che i ricercatori stanno affrontando, tuttavia hanno concordato che i risultati suggeriscono che le statine non contribuiscono al declino cognitivo.
La ricerca e chi si occupa di statine e colesterolo continuano i loro studi. In medicina, spesso si cerca il danno minore e in questo caso il colesterolo si è più volte dimostrato molto pericoloso proprio per la vita. Sarà il medico che dovrà valutare, caso per caso, se vale la pena di scegliere per il paziente anziano le statine.