Da diversi anni i climatologi sono preoccupati dall’aumento della temperatura globale. La loro paura era che lo scongelamento dei ghiacci artici potesse liberare la CO2 intrappolata nel suolo ghiacciato, accelerando il ritmo dei cambiamenti climatici. Ora, però, un allarme lanciato dalla NASA fa temere che lo scongelamento potrebbe essere ancora più pericoloso.
Questo sarebbe il risultato di uno studio effettuato dalla NASA, durato 10 anni e finalizzato a studiare come si svolgerà il cambiamento climatico nella gelida regione artica.
La nuova ricerca si basa su misurazioni e modelli di come il cambiamento climatico e lo scioglimento del permafrost interagiscono. Nello specifico, il team di scienziati ha esaminato il permafrost che si è sciolto sotto i corpi idrici conosciuti come laghi termoarici.
La ricerca ha misurato il rilascio di carbonio in 72 diverse località su 11 laghi termoarici in Siberia e in Alaska, oltre a cinque località senza laghi, per calcolare la quantità di gas serra prodotta e quanti anni aveva il carbonio che conteneva. Quindi, questi dati sono stati usati per tarare i modelli di simulazione computerizzata realizzati per valutare la faccenda.
Uno dei problemi evidenziati dalle simulazioni dimostra che lo scioglimento dei ghiacci provoca il risveglio dei batteri intrappolati all’inteno, i quali, ritornando attivi, riavviano il proprio metabolismo producendo anidride carbonica e metano, entrambi potenti gas serra.
Al di sotto dei laghi termali, inoltre, il riscaldamento dell’acqua in superficie accelera lo scioglimento del permafrost sottostante provocando il rilascio di gas intrappolati tra i 2.000 e i 43.000 anni fa. Questi gas si sollevano rapidamente attraverso il lago e vengono rilasciati in atmosfera.
Molti paleontologi sospettano da tempo che almeno una delle grandi estinzioni che si sono succedute sulla Terra sia dipesa dal rilascio di CO2 e metano in atmosfera causato dallo scioglimento dei ghiacci.
Questa scoperta potrebbe diventare motivo di preoccupazione anche in uno scenario in cui l’umanità riuscirà a frenare decisamente la produzione di gas serra e a rallentare il cambiamento climatico dovuto al riscaldamento globale.
In pratica, il riscaldamento globale dovuto ad attività antropiche avrebbe solo avviato un processo che potremmo non essere in grado di frenare o controllare: più le temperature medie crescono, maggiore è la quantità di permafrost che si scioglie. Lo scioglimento del permafrost, provocando il rilascio di gas serra, farebbe accelerare la fusione di altro permafrost, provocando la liberazione di sempre maggiori quantità di gas serra.
Una conferma di queste informazioni sarebbe molto preoccupante e ci porterebbe a dover considerare scenari che temevamo di dover affontare tra due o trecento anni, già nel corso dall’esistenza delle generazioni attualmente in vita.
La ricerca in questione è stata pubblicata sulla rivista Nature Communications.