K2-290 è un sistema formato da tre stelle, attorno a una delle quali – la stella K2-290A – sono stati osservati due esopianeti retrogradi rispetto al senso di rotazione della stella ospite.
La scoperta è stata fatta da un gruppo di ricercatori guidati da Maria Hjorth e Simon Albrecht dello Stellar Astrophysics Center, Università di Aarhus, ed è pubblicata negli Atti della National Academy of Sciences
Alla scoperta hanno contribuito i dati acquisiti al Telescopio nazionale Galileo dell’Inaf con lo spettrografo Harps-N, che ha effettuato delle prime osservazioni del sistema.
Secondo Maria Hjorth il sistema planetario è molto intrigante. Due pianeti orbitano attorno alla stella quasi nella direzione opposta mentre la stella ruota attorno al proprio asse.
Una grande differenza rispetto al nostro sistema solare, dove tutti i pianeti ruotano nella stessa direzione della rotazione del Sole.
Mentre Joshua Winn della Princeton University ha sottolineato come questo non sia il primo caso scoperto di esopianeti retrogradi, i primi sono stati osservati già una decina di anni fa.
Il sistema K2-290, ha aggiunto Winn, è uno di quei rari casi in cui si ritiene di conoscere la causa del disallineamento, una spiegazione diversa rispetto a quello che potrebbe essere successo in altri sistemi che ospitano esopianeti retrogradi.
La coautrice Rebekah Dawson della Pennsylvania State University, USA, ha spiegato inoltre che in qualsiasi sistema planetario, si ritiene che i pianeti si formino a partire da un disco di materiale che ruota attorno a una giovane stella per alcuni milioni di anni dopo che la stella si è accesa.
Di solito, il disco e la stella ruotano nella stessa direzione. Tuttavia, se c’è una stella entro il raggio di un anno luce, la sua forza gravitazionale potrebbe inclinare il disco.
Secondo John Zannazzi dell‘Università di Toronto, Canada, la fisica che governa il sistema che ospita gli esopianeti retrogradi è simile al comportamento di una trottola, quando la sua rotazione rallenta e l’asse stesso inizia a ruotare descrivendo un cono.
Lo scenario è stato teorizzato per la prima volta nel 2012 e ora il gruppo di ricerca ha trovato il primo sistema in cuiè avvenuto il processo.
Teruyuki Hirano del Tokyo Institute of Technology ha spiegato che dopo aver scoperto il sistema K2-290, è apparso subito chiaro che è l’ideale per testare la teoria, poiché non solo mostra due esopianeti due esopianeti retrogradi, ma contiene anche due stelle.
Al gruppo di ricerca non resta che studiare il comportamento del sistema.
Secondo Emil Knudstrup dell’Università di Aarhus l’idea che esopianeti retrogradi si muovano su orbite disallineate è affascinante. Una cosa è prevedere l’esistenza di queste orbite, così diverse da ciò che vediamo nel sistema solare. Un’altra cosa è partecipare alla loro effettiva scoperta!
Esopianeti retrogradi, la fisica delle trottole
Altrettanto affascinante è l’idea che una struttura enorme come un disco protoplanetario sia governata da una fisica simile a quella che governa il moto di una trottola.
Ora, grazie alla scoperta gli astronomi non possono più presumere che le condizioni iniziali della formazione dei pianeti mostrino l’allineamento tra la rotazione stellare e le orbite planetarie.
Mentre altre teorie che mirano a spiegare i disallineamenti nei sistemi di esopianeti retrogradi tendono a funzionare meglio su grandi pianeti simili a Giove in orbite di breve periodo, il meccanismo di inclinazione del disco si applica a pianeti di qualsiasi dimensione.
Potrebbe esserci un pianeta simile alla Terra, ad esempio, che viaggia sui poli nord e sud della sua stella natale.
I risultati mostrano un altro aspetto dell’architettura in cui i sistemi planetari mostrano un’affascinante varietà di configurazioni.
Come sarebbe l’astronomia qui sulla Terra se la situazione fosse stata simile a quella del sistema K2-290 che ospita due esopianeti retrogradi? Cosa avrebbe pensato Galileo se avesse osservato le macchie solari muoversi nella direzione opposta rispetto alla direzione dell’orbita della Terra attorno al Sole?