Il primo dei caccia, un Phantom F-4D dell’Imperial Iranian Air Force con ai comandi il capitano Mohammad Reza Azizkhani coadiuvato dal navigatore Hossein Shokri (morto nel 1980 durante la rivoluzione iraniana), decollò attorno alle ore 1.30 del mattino dalla Shahrokhi Air Force Base di Hamadan, a circa 282 km a ovest di Teheran e si diresse verso un punto a circa 74 km a nord della capitale persiana.
L’oggetto emetteva una luce cosi intensa che poteva essere visto da 110 km di distanza; pochi minuti dopo il decollo, quando il jet era a circa 46 km di distanza dall’obiettivo, si verificò un black-out di tutta la strumentazione radio e il capitano Azikhani decise di rientrare alla base prima di poter identificare l’oggeto.
Dieci minuti dopo, alle ore 1.40 venne ordinato il decollo di un secondo F-4D Phantom pilotato dal colonnello Parviz Jafari assistito dal navigatore tenente Jalal Damirian.
Essi osservarono, come ebbe modo di ribadire più volte negli anni seguenti Jafari (congedatosi col grado di generale), un oggetto multicolore, a forma di diamante, che emetteva luci rosse, verdi, arancioni e azzurre lampeggianti.
Giunto alla distanza di 50 km dall’UFO il jet di Jafari ne rilevò la traccia radar, compatibile con quella di un Boeing 707 (o della sua variante militare, l’aerocisterna KC-135), ma qualche secondo dopo l’UFO iniziò a spostarsi ad una velocità pari a quella del jet militare (circa 280 km orari) mantenendo una distanza costante di 46 km.
A un certo punto, come raccontò Jafari, dall’Ufo si separò un secondo oggetto di dimensioni inferiori che si avvicinò rapidamente al jet militare: pensando di essere in pericolo Jafari tentò di lanciare un missile AIM-9 Sidewinder, ma i suoi controlli arma e comunicazioni non diedero segni di vita.
Jafari eseguì alcune virate d’emergenza per disimpegnarsi dall’oggetto in avvicinamento che per qualche secondo continuò a seguirlo ad una distanza di circa 7,5 km, prima di invertire la rotta e apparentemente rientrare nell’Ufo.
Alontanatosi dall’oggetto, gli strumenti del jet tornarono a funzionare regolarmente e l’equipaggio poté osservare un secondo oggetto di piccole dimensioni staccarsi dall’UFO e puntare verso il terreno, senza però esplodere ma posandosi su di esso vicino alla raffineria Rey Oil (poi Pars Oil).
Jafari riportò il suo jet a Mehrabad, notando che ogni volta che sorvolavano un campo magnetico a 150 gradi da Mehrabad gli strumenti sembravano andare in tilt e le comunicazioni si interrompevano. Un jet civile che in quegli stessi minuti stava avvicinandosi a Mehrabad rilevò gli stessi disturbi.
Successive indagini svolte presso l’area dove sembrava essere atterrato il secondo oggetto staccatosi dall’Ufo non portarono a nulla di rilevante se non a testimonianze che confermarono la presenza di luci lampeggianti e di un forte rumore la sera prima presso l’area indicata.
Cos’era il misterioso UFO avvistato sopra Teheran? Jafari da allora ha continuato a escludere che potesse trattarsi di un veicolo di origine terrestre, il capitano Nazeri pure riferì che l’oggetto sembrava viaggiare a una velocità superiore a quella del proprio jet e di aver pensato che dovesse essere un congegno extraterrestre.
Il giornalista e ricercatore Philip Klass sostenne invece che l’UFO altro non fosse che il pianeta Giove e che i problemi registrati dai due jet militari fossero dovuti a difetti di manutenzione e all’inesperienza dei piloti, spiegazione non ritenuta coerente secondo le analisi svolte da altri ufologi come Jerome Clark e Bruce Maccabee.
Gli ambienti militari e spionistici, fecero notare che anche il satellite spia DSP-1 osservò quella notte un’anomala emissione di raggi infrarossi nell’area dell’incidente, da rilevare anche che l’Iran era coinvolto nel Progetto Dark Gene che prevedeva missioni di spionaggio aeree lanciate da basi militari iraniane verso l’Unione Sovietica.
La storia dell’avvistamento di un UFO sopra Teheran del 1976 potrebbe anche essere solo una copertura di una qualche attività di intelligence, ma forse non lo sapremo mai. Con la rivoluzione iraniana, pochi anni dopo, tutti i documenti relativi potrebbero essere andati perduti, o essere stati fatti uscire dal paese dalla Dia prima della caduta dello Scià.
Anche questo avvistamento resta, dunque irrisolto, soprattutto per l’affidabilità delle persone coinvolte e per i dati rilevati dal satellite spia.
L’Iran, quella notte, fu davvero oggetto di attenzioni di un’astronave aliena?
L’unica certezza è che un UFO, un oggetto volante non identificato che non è necessariamente un’astronave aliena, ne sorvolò i cieli e che le strumentazioni di ben due aerei militari e di un aereo civile subirono malfunzionamenti simili tra loro che cessarono una volta allontanatisi dall’oggetto, senza una spiegazione apparentemente migliore.
Non possiamo dimenticare nemmeno che all’epoca, in piena guerra fredda, la Persia, oggi Iran, era alleata con gli Stati Uniti ed era pesantemente coinvolta nelle attività di intelligence e spionaggio nei confronti dell’allora URSS, con la quale confinava.
Non è possibile, sulla base delle informazioni disponibili, escludere che un aereomobile di una delle due potenze, provvisto magari di strumentazioni e tecnologie sperimentali di disturbo, abbia sorvolato l’area interessata.
È probabile che l’avvistamento di Teheran non avrà mai una spiegazione ufficiale, nel frattempo il caso resta aperto, in attesa di nuove informazioni.