Se c’è una tassa patrimoniale ben nota ai contribuenti, quella è sicuramente l’IMU, ossia l’Imposta Municipale Unica, relativa al possesso di beni immobili. Introdotta dal decreto legge n. 201 del 2011, convertito in legge n. 214 del 2011, (il famoso decreto “salva Italia”), è nata in sostituzione dell’ICI e di una parte di IRPEF, e, mentre in passato riguardava anche la prima casa, dal 2013 per non è previsto più che venga corrisposta per l’abitazione principale, ma solo per le cosiddette seconde case o per gli immobili di pregio, come ville o castelli.
Dallo scorso anno, con la Legge di Bilancio, l’IMU è stata accorpata con un’altra tassa, la TASI, ossia il tributo per i servizi indivisibili, ma per il resto non vi sono stati ulteriori cambiamenti. Una delle cose che è stata conservata è l’utilizzo di codici tributo IMU, ossia dei codici numerici che identificano il tipo di immobile per cui si sta appunto pagando questa tassa, e che vanno inseriti nel modello F24, così come stabilisce l’Agenzia delle Entrate.