di Oliver Melis per Aenigma
Chi non conosce il famoso triangolo delle Bermuda? Una vasta zona di mare nell’oceano Atlantico settentrionale di circa 1 milione di Km quadrati i cui vertici sono:
vertice Nord – il punto più meridionale dell’ isola principale dell’arcipelago delle Bermude;
vertice Sud – il punto più orientale dell’isola di Porto Rico;
vertice Ovest – il punto più a Sud della penisola della Florida.
La leggenda del triangolo delle Bermuda o triangolo del Diavolo nasce negli anni cinquanta con la convinzione che dal 1800 in poi, prima navi e poi anche velivoli fossero scomparsi misteriosamente in quel tratto di mare.
Il triangolo delle Bermuda è poi diventato noto a livello mondiale anche grazie a un libro, il best seller “Bermuda, il triangolo maledetto” del 1974, scritto da Charles Berlitz che mise in relaziose le sparizioni con il fenomeno UFO e il paranormale.
A registrare le prime scomparse è stato nel 1950 Eduard Van Winkle Jones in un articolo per Associated press, due anni dopo il magazine Fate pubblicò “Sea Mystery At Our Back Door” , breve articolo di George X. Sand che riportava la presunta sparizione di numerosi aerei e navi inclusa la sparizione del Volo 19 e di un gruppo di cinque navi della United States Navy. Proprio la sparizione della pattuglia 19 segna l’inizio del mito ma di tutte le opere pubblicate, non poche, quella che resta una pietra miliare, almeno per chi ritiene vere le dicerie sul triangolo delle Bermuda resta il libro di Berlitz, anche se il sinistro soprannome “Triangolo delle Bermuda” pare derivi da un articolo del 1964, pubblicato su una testata di spiritismo e paranormale: The Deadly Bermuda Triangle, il mortale triangolo delle Bermuda, a firma di Vincent Gaddis.
Molti ufologi hanno speculato sulle presute sparizioni avanzando l’ipotesi che ci fossero dietro gli alieni che volutamente facevano sparire navi e aerei, sono state avanzate anche altre teorie, campi magnetici, inversioni gravitazionali, buchi nel tessuto spazio tempo o fenomeni paranormali.
Un libro di Lawrence David Kusche, The Bermuda Triangle Mystery: Solved del 1975, mise in luce gravi imprecisioni e alterazioni nel libro di Berlitz: I racconti di Berlitz spesso omettevano dati importanti o avevano gravi imprecisioni, Kusche dimostrò inoltre come numerosi incidenti avvenuti “nel triangolo” si fossero in realtà verificati a moltissima distanza e fossero stati inclusi in modo fraudolento.
Per cercare di fare chiarezza sul numero di sparizioni in quell’area di mare, sempre nel 1975 Mary Margaret Fuller, direttrice di Fate, contattò i Lloyd’s di Londra. Le statistiche parlano chiaro sui mezzi scomparsi nella zona, né più né meno che nel resto delle altre zone di mare.
Ma nonostante l’impegno profuso da tante persone, ce ne sono ancora troppe che continuano a speculare sulla zona di mare “misteriosa”. Magari la rete potrebbe fare chiarezza e in parte ci prova ma sono sempre di più i siti che utilizzano queste storie prive di fondamento per ottenere seguito, visibilità e di conseguenza guadagno. quindi per loro il fatto che ci sia gente che crede ai complotti è un ottimo tornaconto, perché chi crede ai complotti vede nemici ovunque e soprattutto li vede in chi appoggia il metodo scientifico.
Per chi volesse approfondire potrebbe farlo con una sparizione avvenuta nel triangolo delle Bermuda. una storia misteriosa che vede come protagonista Carolyn (o Helen?) Cascio. Carolyn/Helen compare solo nei racconti e nei libri sul Triangolo delle Bermuda. A Grand Turk non esistono registrazioni né testimoni di ciò che in seguito è stato riportato; negli elenchi ufficiali dei voli dispersi negli anni, non risulta traccia del volo da lei pilotato. Nonostante molte storie raccontate sul triangolo delle Bermuda siano palesemente inventate, il mito continua a comparire sui siti specializzati in storie misteriose e nelle bibblioteche.