La rabdomanzia è una pratica utilizzata da secoli per trovare falde d’acqua o metalli nascosti sottoterra. Il rabdomante dovrebbe essere in grado di individuare nel sottosuolo acqua o filoni metallici utilizzando solamente una bacchetta di legno in genere biforcuta che funziona come un amplificatore dei movimenti del corpo generati da presunte emissioni della sostanza o dagli oggetti cercati.
Per Rabdomanzia s’intende la capacità, che solo alcune persone avrebbero, di riuscire a identificare la presenza di acqua nel sottosuolo, passando sulla verticale della falda. Il condizionale è d’obbligo perché non c’è alcuna spiegazione o prova scientifica dell’esistenza di questo potere, che alcuni equiparano a manifestazioni di poteri paranormali.
La rabdomanzia era nota già nell’antico Egitto e in Cina alcuni secoli prima di Cristo. In Europa le prime notizie di questa pratica apparvero nel XVI secolo in Germania: Lutero nel 1518 elencò la rabdomanzia come un’attività contraria al primo dei dieci comandamenti, equiparandola all’occultismo.
Il cartografo tedesco Sebastian Münster fu il primo in epoca moderna a descrivere un episodio di rabdomanzia, raffigurando in una xilografia un rabdomante che cammina con una bacchetta biforcuta in mano. La bacchetta è citata come Virgula Divina, da cui il carattere divinatorio e soprannaturale attribuito a questa pratica, soprattutto nei secoli passati.
La ricerca dell’acqua viene fatta con l’ausilio di un bastone, generalmente a forma di Y, tenuto nelle mani dal rabdomante. Da qui la genesi della parola rabdomanzia, che deriva dal greco rabdhos (verga) e manteia (divinazione). A volte i rabdomanti si occupano anche dell’individuazione di altre sostanze e, in particolare, se l’oggetto ricercato non è acqua, ad esempio metalli, pietre preziose, olio, tombe o corpi umani, la pratica è indicata con il termine di radioestesia.
La tecnica
I rabdomanti affermano di riuscire a sentire la presenza dell’acqua camminando con il bastone tenuto ben fermo nelle mani. Il bastone di solito è di legno e deve essere flessibile, come per esempio un giunco. I legni più usati sono il nocciolo, il salice e il pesco. Se il bastone è a forma di Y, il rabdomante lo impugna tenendo con le due mani separatamente i due rami, lasciando la “gamba” della Y rivolta verso l’alto.
Il rabdomante spesso dice di “sentire” lo scorrere dell’acqua nel sottosuolo ma questa, in realtà, è una raffigurazione imprecisa, perché l’acqua si diffonde nel terreno impregnandolo e solo quando raggiunge uno strato impermeabile (ad esempio di argilla), si accumula in una pozza o scorre, quando lo strato impermeabile si estende per un lungo tratto. La spiegazione che i rabdomanti danno ai loro poteri è abbastanza imprecisa: alcuni sostengono di sentire delle vibrazioni provenire dal sottosuolo e di riuscire a captarle e a indirizzarle sulle bacchette, come se fossero influenzati dal campo geomagnetico della Terra.
La rabdomanzia funziona?
Come già scritto, non esiste alcuna prova scientifica che la rabdomanzia funzioni.
Il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze (CICAP) ha condotto degli esperimenti per analizzare la rabdomanzia e valutarne l’efficacia. inutile dire che tutti i test cui sono stati sottoposti i sedicenti cercatori d’acqua sono falliti miseramente.
In pratica, il rabdomante si basa solo su sensazioni e intuizioni invece che su procedure empiriche. Ogni esperimento controllato condotto sulla rabdomanzia ha dimostrato che i rabdomanti non hanno migliori probabilità di trovare ciò che cercano di quante ne avrebbe la pura casualità come dimostra anche lo studio Scheunen.
Insomma, la rabdomanzia è una pratica che accompagna agricoltori e allevatori da secoli, se non da millenni, ma, a parte alcuni casi che potrebbero essere coincidenze oppure no, niente conferma l’effettiva efficacia e l’esistenza di persone che abbiano davvero una particolare sensibilità ai campi geomagnetici della Terra o, più semplicemente, alla presenza dell’acqua.