Sappiamo tutti di dover morire e questo ci distingue dagli animali che non hanno questa consapevolezza ma che comunque fanno di tutto per autoconservarsi il più a lungo possibile. Esiste un confine tra la vita e la morte e questo confine, questa linea di separazione, divide due mondi. C’è chi crede che questi due mondi possano in qualche modo entrare in contatto, a certe condizioni. È davvero possibile o chi ci crede lo fa solo per esorcizzare in qualche maniera la paura della morte? I fantasmi esistono? La vita continua dopo la morte? Domande che attanagliano l’umanità da sempre e che per alcuni hanno risposte certe, seppur diverse.
La nostra storia è piena di tracce, di rituali e di mistero. Le sepolture più antiche che abbiamo ritrovato sono datate a 90 mila anni fa. Esistono pitture rupestri di 20 mila anni fa che raccontavano viaggi nell’aldilà dove si credeva che i corpi contenessero un’anima raffigurata da un uccello. Anche gli Egizi credevano nell’oltretomba dove la vita, dopo la morte, seguiva regole ben precise. In passato si riteneva che i defunti non amassero essere disturbati e per questo i rituali associati servivano anche a tenerli tranquilli ma possiamo produrre delle prove per confermare l’esistenza dell’anima? Cosa ci dice la Fisica in proposito?
Se esistesse una vita oltre la nostra percezione sensoriale i fisici del CERN probabilmente l’avrebbero scoperta.
Brian Cox, fisico britannico, afferma che nel modello standard che descrive la materia e le quattro forze che tengono insieme l’universo non c’è spazio per una forza che possa veicolare informazioni su di noi dopo la morte e che non possa essere rivelato dal LHC. “Se vogliamo che ci sia uno schema persistente che porti informazioni sulle nostre cellule viventi, allora bisogna specificare in quale mezzo è inserito e come interagisce con la materia di cui è fatto il nostro corpo” afferma Cox.
«Se ci fosse una sostanza che guida i nostri corpi, facendo muovere le braccia e le gambe, dovrebbe anche interagire con le particelle di cui siamo fatti. E poiché sono state fatte misurazioni precise delle modalità con cui le particelle interagiscono, si può concludere che non esiste tale forza o energia.»
I più accaniti sostenitori della vita dopo la morte potrebbero farci notare che il modello standard ha dei punti deboli ma scordano una cosa fondamentale: spiriti, spettri, fantasmi o anime, insomma chiamateli come volete, non sono in accordo con la seconda legge della termodinamica che dice che l’entropia, o più semplicemente il disordine, di un sistema isolato con il passare del tempo tende ad aumentare e quindi una vita eterna e estremamente ordinata sotto forma di spirito è impossibile.
Chiaramente, in tutto questo, la religione, la fede, l’incrollabile desiderio di continuare ad esistere che alberga dentro ognuno di noi spesso non possono accettare spiegazioni e ragioni scientifiche che neghino la vita dopo la morte e, in fondo, sono innumerevoli le manifestazioni sovrannaturali attribuite alle anime dei defunti, così come sono moltissime castelli e case dove c’è chi giura di avere incontrato il fantasma degli antichi proprietari.
Insomma, non c’è vita dopo la morte ma rispettiamo i defunti, si sa mai che si presentino davvero a tirarci i piedi nel sonno…