Stiamo andando incontro a estinzioni di massa, crisi sanitarie e sconvolgimenti indotti dal clima che possono essere prevenuti solo se i leader mondiali inizieranno a prendere sul serio le minacce ambientali. L’avvertimento in un documento pubblicato il 13 gennaio sulla rivista Frontiers in Conservation Science.
Nel documento, un team di 17 ricercatori descrive le principali crisi che la vita sulla Terra è destinata ad affrontare: cambiamento del clima, declino della biodiversità, consumo eccessivo e sovrappopolazione. Citando oltre 150 studi, il team sostiene che queste crisi sono destinate solo a intensificarsi nei prossimi decenni mettendo l’intero pianeta in una posizione più precaria di quanto la maggior parte delle persone creda, mettendo pesino a repentaglio la nostra specie.
Gli autori non intendono puntare il dito contro gli abitanti o gettare nel panico intere popolazioni, vogliono solamente spiegare molto chiaramente le minacce che la Terra deve affrontare sperando che leader politici e popolazione inizino a pianificare azioni che interrompano le crisi in atto.
“La nostra non è una chiamata alla resa”, hanno scritto gli autori nel loro articolo. “Il nostro obiettivo è fornire ai leader una” doccia fredda “realistica dello stato del pianeta, essenziale per pianificare al fine di evitare un futuro orribile”.
Come sarà il futuro?
Il team sostiene che la natura sarà molto più solitaria. Da quando l’uomo ha iniziato a praticare l’agricoltura 11.000 anni fa, la Terra ha perso circa il 50% delle sue piante terrestri e circa il 20% della sua biodiversità animale, lo affermano due studi, uno del 2018 e l’altro del 2019. Se le tendenze attuali continueranno, ben 1 milione dei 7-10 milioni di specie animali e vegetali della Terra potrebbero estinguersi entro breve tempo.
Una perdita di biodiversità di tali proporzioni distruggerebbe anche tutti i principali ecosistemi del pianeta, ha scritto il team, con meno insetti per impollinare le piante, meno piante per filtrare l’aria, l’acqua e il suolo e meno foreste per proteggere gli insediamenti umani da inondazioni e altri disastri naturali.
Le previsioni sono fosche, i fenomeni che causano i disastri naturali saranno più intensi e più frequenti a causa dei mutamenti climatici. A questi disastri si devono aggiungere la siccità, e l’innalzamento dei livelli del mare che causeranno entro il 2050 la migrazione di un miliardo di esseri umani che rischierebbero di diventare profughi climatici.
“Entro il 2050, la popolazione mondiale crescerà probabilmente fino a ~ 9,9 miliardi, con una crescita prevista da molti che continuerà fino al prossimo secolo”, hanno scritto gli autori dello studio.
L’aumento costante della popolazione aggraverà problemi sociali come l’insicurezza alimentare, l’insicurezza abitativa, la disoccupazione, il sovraffollamento e la disuguaglianza. Le popolazioni più numerose aumentano anche le possibilità di pandemie , ha scritto il team; Man mano che gli esseri umani occupano sempre più gli spazi selvaggi, il rischio di imbattersi nuove malattie zoonotiche mortali – come SARS-CoV-2, il virus che causa COVID-19 – aumenterà ancora, ad affermarlo uno studio pubblicato nel settembre 2020 sulla rivista World Development.
Già oggi vediamo gli effetti del riscaldamento globale con giornate di caldo record e le stagioni degli uragani sempre più violente, le atre crisi potrebbero impiegare decenni a manifestarsi ha spiegato il team. Quel ritardo tra causa ed effetto può essere responsabile di quello che gli autori definiscono uno sforzo “assolutamente inadeguato” per affrontare queste minacce ambientali invasive.
“Se la maggior parte della popolazione mondiale comprendesse e apprezzasse veramente l’entità delle crisi che riassumiamo qui e l’inevitabilità del peggioramento delle condizioni, ci si potrebbe logicamente aspettare che cambiamenti positivi nella politica e nelle politiche corrispondano alla gravità delle minacce esistenziali”, ha scritto il team. “Ma sta accadendo il contrario”.
Uno studio pubblicato sulla rivista Nature Climate Change ha rivelato che gli esseri umani hanno già superato gli obiettivi di riscaldamento globale fissati dall’Accordo di Parigi del 2015 e siamo sulla buona strada per abitare in un mondo che è di 2,3 gradi Celsius più caldo della media nell’era preindustriale – poco più della metà dello “scenario peggiore” delle Nazioni Unite. Proprio le Nazioni Unite non sono riuscite a raggiungere gli obiettivi di biodiversità di base fissati nel 2010, osservano gli autori.
Questo documento ci mostra un futuro oscuro che tuttavia non è garantito. Se i politici e i leader mondiali iniziano a occuparsi dei problemi nulla di quanto paventato dovrebbe accadere. Prendendo coscienza di quanto sia grave la situazione si possono attuare dei piani a livello globale per conservare il nostro pianeta e preservarne il futuro. I cambiamenti dovranno essere radicali, spiegano gli autori del documento, compresa l’abolizione della crescita economica perpetua e un rapido abbandono dei combustibili fossili favorendo l’utilizzo di fonti di energia il più possibile pulite e rinnovabili.