Come si sa, le piante assorbono anidride carbonica ed emettono ossigeno, contribuendo così a mantenere un ambiente adatto alla vita sul nostro pianeta. Ispirati dalle piante, alcuni scienziati hanno ricreato il processo che esse utilizzano tramite delle torri di raffreddamento in grado di estrarre il carbonio dalla CO2 atmosferica. Purtroppo, fino ad oggi, questo processo era troppo dispendioso per essere realmente conveniente.
Una società canadese ha annunciato di avere compiuto un passo fondamentale verso lo sviluppo di tecnologie per la cattura del carbonio che potrebbero rendere il processo economico e conveniente. La tecnologia, sviluppata dalla Carbon Engineering, mira a rimuovere la CO2 dall’aria e trasformarla in un carburante a emissioni zero che potrebbe essere utilizzato senza problemi dai motori per automobile attualmente in commercio.
Il problema principale di questa tecnologia era, fino ad oggi, racchiuso soprattutto nei costi. Uno studio condotto nel 2011 ha concluso che catturare una tonnellata di carbonio costerebbe circa 600 dollari, il che, inutile dirlo, è semplicemente troppo costoso.
Ma la Carbon Engineering sostiene di aver ridotto drasticamente i costi, portandoli a circa 100 dollari per tonnellata.
“La visione [della Carbon Engineering] è quella di ridurre gli effetti del cambiamento climatico tagliando prima le emissioni, quindi riducendo la CO2 atmosferica “, ha spiegato Steve Oldham, CEO dell’azienda. “Il nostro carburante pulito è pienamente compatibile con i motori esistenti, quindi fornisce al settore dei trasporti una soluzione per ridurre in modo significativo le emissioni, sia attraverso la miscelazione che con l’uso diretto“.
“Si tratta di una tecnologia scalabile, flessibile e dimostrata.“
La società è stata costituita nel 2009 e conta tra i principali finanziatori Bill Gates e Norman Murray Edwards. Il procedimento funziona aspirando aria in apposite torri di raffreddamento dove viene a contatto con una soluzione di idrossido di potassio, che reagisce con la CO2 producendo carbonato di potassio. Dopo alcuni altri passaggi, viene rilasciata una pallina di carbonato di calcio, simile ad un truciolo di pellet.
A questo punto si può scaldare il pellet che rilascia la CO2 che potrebbe essere pressurizzata e pompata sottoterra. Tuttavia, l’azienda prevede di utilizzare il gas – con l’aggiunta di idrogeno derivato dall’acqua – per produrre un combustibile sintetico a emissioni zero che può essere utilizzato direttamente da automobili, imbarcazioni e aerei.
Una delle principali critiche contro lo sviluppo di nuove tecnologie come queste è che si tratta solo di palliativi che danno scuse per non intensificare gli sforzi per diminuire le emissioni di carbonio ma l’azienda sostiene che l’adozione massiva del suo metodo mediante torri di raffreddamento permetterebbe di riportare a livelli di sicurezza la CO2 atmosferica, stoccando il carbonio compresso in caverne sotterranee, fornendo così una riserva di combustibile potenzialmente illimitata, un carburante pulito e rinnovabile, che potrebbe attrarre investimenti significativi.
La Carbon Engineering gestisce un impianto pilota dal 2015 e attualmente raccoglie circa una tonnellata di carbonio al giorno. In futuro, prevedono di poter arrivare a raccogliere l’equivalente di circa 2000 barili di di carburante al mese.