Mentre viviamo l’alba di una nuova era dell’esplorazione spaziale, stavolta aperta a tutte le nazioni più evolute della Terra ma anche a molte compagnie private, e stiamo pianificando l’esplorazione di Marte e delle lune dei giganti gassosi, il ritorno alla Luna sembra essere sempre più vicino, anche per sfruttare il nostro satellite come trampolino di lancio verso lo spazio interplanetario.
Un’enorme sforzo verso Selene sta per essere fatto dai principali protagonisti della corsa allo spazio. Singole nazioni come la Cina, il Giappone, L’India e l’Australia, perfino alcuni paesi arabi e gli USA, aziende private come SpaceX, Blue Origin, Moon express e molte altre oppure collaborazioni tra agenzie spaziali come nel caso di ESA e Roscosmos.
La vera notizia è che l’Europa con la sua ESA non vuole restare indietro e, in collaborazione con la russa Roscosmos, ha presentato un piano per realizzare un “Villaggio della Luna“. L’habitat sarebbe stampato in 3D direttamente sulla Luna usando il suolo lunare e sarà assemblato da robot.
L‘idea della colonia dell’ESA è stata confermata il mese scorso in una conferenza di due giorni nei Paesi Bassi. La conferenza, intitolata “Moon 2020-2030 – A New Era of Coordinated Human and Robotic Exploration“, ha riunito 200 scienziati ed esperti di moltissimi paesi per discutere e pianificare progetti, tecnologie e missioni per il prossimo decennio.
La struttura lunare prevista è stata progettata da Foster + Partners, che fa parte del consorzio istituito dall’ESA per studiare la possibilità di una base lunare. Il piano è quello di inviare una struttura cilindrica alla Luna e, una volta sulla superficie, una cupola portante si gonfierà da questo cilindro. La cupola sarà la struttura centrale del sistema.
Il terreno della Luna verrà quindi utilizzato per costruire, grazie a stampanti 3D progettate appositamente, un guscio protettivo attorno alla cupola, che proteggerà gli astronauti dalla pericolosa radiazione di fondo. Nel 2013, il consorzio ha dimostrato che è possibile utilizzare la regolite lunare per stampare in 3D una struttura: usando il suolo lunare simulato (prodotto dalla roccia basaltica di un vulcano italiano) hanno costruito un blocco di 1,5 tonnellate.
Uno dei partecipanti alla conferenza, Kathy Laurini della NASA, sembrava ottimista riguardo ai piani europei: “La strategia di esplorazione spaziale dell’ESA definisce la luna una destinazione prioritaria per gli umani sulla via per Marte, e il recente discorso di un “Villaggio sulla Luna” ha sicuramente generato molta energia positiva in Europa”
Ha aggiunto: “È il momento giusto per iniziare a sfruttare le capacità che consentono all’Europa di raggiungere i suoi obiettivi di esplorazione e garantire che l’Europa rimanga un partner forte mentre gli umani iniziano a esplorare il Sistema Solare“.
Il Moon Village sarebbe costruito attorno al polo sud lunare, dove c’è una luce del sole quasi perenne all’orizzonte. I possibili siti di costruzione della base saranno esplorati da una missione con un lander automatico nel 2020 in corso di realizzazione in collaborazione tra ESA e agenzia spaziale russa Roscosmos.
Secondo Clive Neal, professore dell’Università di Notre Dame nell’Indiana, organizzatore di una riunione operativa negli Stati Uniti, è ora di passare ad un livello successivo: “Continuiamo a parlare di risorse lunari, ma dobbiamo ancora dimostrare che possono essere utilizzate… Ad oggi si tratta, in effetti, di riserve dallo sfruttamento dubbio. Occorre, quindi, verificare le dimensioni dei depositi, la loro composizione, forma e omogeneità, il che richiede un programma di prospezione coordinato. Il successo di un programma di questo genere dimostrerebbe chiaramente che le risorse lunari possono consentire l’esplorazione del sistema solare”
“Quantificare i benefici degli investimenti pubblici nell’esplorazione spaziale è fondamentale per convincere sia i governi che il settore privato a investire in tali sforzi” ha concluso Neal.
Fonte: Space.com