Due dipinti del maestro rinascimentale Raffaello sono stati scoperti durante la pulizia e il restauro di una stanza all’interno dei Musei Vaticani.
Gli esperti ritengono che siano le sue ultime opere prima della morte, avvenuta prematura, intorno ai 37 anni, nel 1520: “È una sensazione incredibile“, ha detto il capo restauratore del Vaticano per il progetto, Fabio Piacentini.
“Sapere che queste sono probabilmente le ultime cose che ha dipinto, ti fa quasi sentire presenza del maestro.”
Le due figure femminili, una raffigurante Giustizia e l’altra Amicizia, furono dipinte da Raffaello intorno all’anno 1519, ma morì prima che potesse finire il resto della stanza. Dopo la sua morte, altri artisti finirono il muro e i due dipinti di Raffaello furono dimenticati.
Gli indizi
Nel 1508, Raffaello fu incaricato da papa Giulio II di dipingere i suoi appartamenti privati. L’artista completò tre stanze, conosciute oggi come “stanze di Raffaello“, con famosi affreschi come la Scuola di Atene.
Quindi iniziò i piani per la quarta stanza, la più grande dell’appartamento, una sala per banchetti chiamata Sala di Costantino. Il suo progetto era quello di dipingere la stanza usando l’olio, piuttosto che la tecnica tradizionale dell’affresco.
Un antico libro del 1550 di Giorgio Vasari, “Vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti“, attesta che Raffaello iniziò a lavorare su due figure in un nuovo esperimento con l’olio. Quell’indizio è stata la chiave della scoperta. Quando i restauratori hanno iniziato l’opera di ripulitura delle pareti della Sala di Costantino nel 2017, si sono resi conto che due figure femminili erano dipinte ad olio, mentre per il resto della stanza era stata usata la tecnica dell’affresco.
Una serie di foto agli ultravioletti ed agli infrarossi hanno poi confermato i sospetti di studiosi: nelle due figure la pittura ad olio è chiaramente visibile e per un occhio esperto la mano di Raffaello nell’opera è evidente.
La pennellata
Il restauratore del Vaticano, Fabio Piacentini, afferma che è evidente il disegno a pennello tipico di Raffaello: “Il modo in cui il pennello si muove“, spiega Piacentini, “anche la sottigliezza della punta dei pennelli usata per creare piccoli ciuffi di capelli“.
Raffaello utilizzò anche insolite sfumature di colore, che sono emerse durante la pulizia, secondo Piacentini. Il fatto che non ci sia alcun segno su queste due figure di un disegno preparatorio al di sotto è un altro segno della mano del maestro, dice.
Il responsabile dei Musei Vaticani, Barbara Jatta, ha affermato che il restauro delle opere di Raffaello e dell’intera stanza andrà avanti almeno fino 2022: “È uno dei progetti più importanti degli ultimi decenni a parte la Cappella Sistina.”
Anche se è improbabile che ci siano altri capolavori nascosti sui muri del Vaticano, i restauratori e gli studiosi del Museo tengono sempre gli occhi aperti: “Questa è la cosa bella dei diversi progetti“, dice Jatta. “Stiamo ancora cercando … non finisce mai.“
Il conto
Il restauro dei due Raffaello riscoperti e del resto della Sala di Costantino in Vaticano durerà fino al 2022 e costerà 2,7 milioni di euro.
Gran parte di questa spesa, finora, è stata coperta dal capitolo di New York dei Patroni dell’Arte Vaticana, afferma Barbara Jatta. I Patroni sono un gruppo speciale di donatori, principalmente dagli Stati Uniti, ma anche dall’Europa e sempre più dall’Asia, che sostengono il restauro dell’arte in Vaticano.
“Produciamo un libro dei desideri ogni anno“, afferma Barbara Jatta, “ciò significa progetti importanti in corso, condividiamo idee con loro“.
Queste persone possono diventare mecenati dell’arte vaticana per una quota associativa annuale di 600 dollari. Possono quindi adottare progetti speciali di restauro presi dal libro dei desideri dei Musei Vaticani e contribuire al restauro e alla salvaguardia del patrimonio artistico vaticano e mondiale.