Non abbassiamo la guardia, la natura non sta guarendo

Quest'anno ci sono stati meno viaggi in aereo e in auto, il che significa meno emissioni, ma ciò non ha comportato enormi vantaggi ambientali. Semmai, quest'anno in realtà ci ha mostrato quanto ancora dobbiamo fare per ripulire il gigantesco casino che abbiamo fatto sul nostro pianeta

0
310

elfini non sono tornati nei canali più puliti di Venezia. Né lo zibetto del Malabar, in pericolo di estinzione, è stato avvistato per le strade del Kerala, in India. E, contrariamente a un meme che ha girato su Facebook, sicuramente non c’erano dinosauri a Times Square. La maggior parte dei meme che affermavano che “la natura sta guarendo” mentre l’epidemia di COVID-19 chiudeva le attività in tutto il mondo erano fuorvianti o solo uno scherzo per alleggerire un anno pesante.

La realtà è che, anche se è riuscita a tenere le persone rintanate in casa per parte dell’anno, la pandemia non ci sta lasciando con un pianeta più sano.

Quest’anno ci sono stati meno viaggi in aereo e in auto, il che significa meno emissioni, ma ciò non ha comportato enormi vantaggi ambientali. Semmai, quest’anno in realtà ci ha mostrato quanto ancora dobbiamo fare per ripulire il gigantesco casino che abbiamo fatto sul nostro pianeta.

VALUTARE LA QUALITÀ DELL’ARIA NEL 2020 È COMPLICATO

Per cominciare, valutare la qualità dell’aria nel 2020 è complicato. Già a gennaio sembrava che i cieli fossero più puliti sulla Cina, il primo paese a far fronte al nuovo coronavirus e alle sue ricadute economiche. I livelli di biossido di azoto sulla Cina sono crollati drasticamente nelle mappe rilasciate dalla NASA e dall’ESA. Con il progredire della pandemia, rapporti simili di cieli più puliti sono emersi in tutto il mondo.

A novembre, la NASA ha scoperto che la pandemia ha portato a un calo di quasi il 20% a livello globale delle concentrazioni di biossido di azoto. Il biossido di azoto è un gas tossico che si trova nelle emissioni degli scarichi delle auto, quindi ha senso che sia caduto mentre buona parte del mondo era in lockdown. Ma questa è solo una parte del quadro quando si parla di qualità dell’aria.

Con la diminuzione dell’inquinamento da biossido di azoto, un altro tipo pericoloso di inquinamento sembrava ristagnare e persino aumentare in alcuni luoghi degli Stati Uniti. Un recente studio ha rilevato che l’inquinamento da particolato, costituito principalmente da fuliggine derivante dalla combustione di combustibili per il riscaldamento, non è sembrato diminuire durante il picco delle chiusure indotto dalla pandemia ad aprile. Questo è particolarmente pericoloso durante la pandemia a causa dei danni che l’inquinamento da particolato può causare ai polmoni e al cuore delle persone, organi che anche il COVID-19 danneggia.

L’INQUINAMENTO HA SICURAMENTE PEGGIORATO LA PANDEMIA PER ALCUNE COMUNITÀ COLPITE

La pandemia potrebbe non aver intaccato in modo significativo l’inquinamento, ma l’inquinamento ha certamente peggiorato la pandemia per alcune comunità colpite. Il particolato è stato collegato a un aumentato rischio di morte a causa di COVID-19, come certifica una ricerca.

I ricercatori hanno alcune idee sul motivo per cui l’inquinamento da particolato è cresciuto e il biossido di azoto si è ridotto quest’anno. Potrebbe essere dipeso perché più particolato è stato emesso dai camion che bruciano diesel, impegnati in molte più consegne del solito a causa dei molto più numerosi acquisti online, ma questa ipotesi deve essere ancora convalidata. “Questo è il mistero che cercheremo di risolvere“, afferma Cristina Archer, autrice principale dello studio e professore presso il College of Earth, Ocean and Environment dell’Università del Delaware.

Anche se l’inquinamento fosse diminuito temporaneamente, non ci gioverebbe molto in futuro, avverte Archer. “Alla fine torneremo alla vita normale“, dice. I livelli di biossido di azoto hanno già iniziato a rcrescere verso la metà dell’anno nelle città di tutto il mondo quando le restrizioni da COVID-19 si sono alleggerite. “Una riduzione [dell’inquinamento] temporanea, ma in realtà non intenzionale, non credo che aiuti molto. Ciò che aiuta sono le strategie, la pianificazione e gli sforzi consapevoli per ridurre l’inquinamento atmosferico“.

Lo stesso vale per i gas serra. Le emissioni mondiali sono effettivamente scese ai livelli più bassi dal 2006 ad aprile. Entro la fine dell’anno, si prevede che le emissioni globali di CO2 diminuiranno di circa il 7%. Ma per impedire al mondo di precipitarsi verso livelli catastrofici di cambiamento climatico, dobbiamo continuare a tagliare ben più del 7% delle nostre emissioni ogni anno nel prossimo decennio, senza che una pandemia ci costringa a quel cambiamento. Senza questi tagli intenzionali, la quantità complessiva di anidride carbonica nell’atmosfera continuerà ad aumentare, come è successo quest’anno.

Il mucchio di rifiuti dell’umanità è nell’atmosfera e non se ne va“, ha detto a The Verge all’inizio di quest’anno Ralph Keeling, professore di geochimica alla Scripps Institution of Oceanography dell’Università della California di San Diego. “La CO2 si sta accumulando in risposta non solo a ciò che stiamo emettendo in questo momento, ma a ciò che abbiamo emesso nel secolo scorso“.

In definitiva, questo non è un gioco di numeri. Una volta che abbiamo liberato gli inquinanti nel nostro ambiente, tornano a perseguitarci. Tutta quell’anidride carbonica che riscalda il nostro pianeta sta rendendo le estati più calde e gli incendi più devastanti.

Il clima più caldo aumenta la reazione chimica che crea lo smog, incendi enormi sono accaduti negli Stati Uniti occidentali nella seconda metà dell’anno oscurando i cieli. Il fumo allo stesso tempo ha reso più difficile respirare e ha annullato la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra dal settore energetico statunitense quest’anno.

Mentre il 2020 volge al termine, siamo ancora nel bel mezzo della crisi sanitaria globale causata da COVID-19. Una volta passato il pericolo, tuttavia, l’inquinamento continuerà a rappresentare una minaccia per la salute delle persone e del pianeta.

A meno che non diamo ascolto ai consigli di scienziati come Archer e facciamo sforzi più consapevoli per fare qualcosa al riguardo. Se vogliamo davvero riportare la natura in salute, non possiamo fare affidamento su una pandemia che lo faccia per noi.