Circa 4 miliardi di anni fa, inondazioni di enormi dimensioni attraversarono il cratere Gale sull’equatore di Marte. Questo è quanto emerge da una ricerca eseguita da un progetto congiunto di scienziati del Jackson State University, della Cornell University, del Jet Propulsion Laboratory e dell’University of Hawaii.
Il gruppo ha studiato i dati raccolti dal rover Curiosity della NASA realizzando un articolo intitolato: “Deposits from Giant Floods in Gale Crater and Their Implications for the Climate of Early Mars”, pubblicato il 5 novembre su Scientific Reports. Lo studio suggerisce la possibilità che la vita su Marte possa essersi sviluppata e abbia prosperato per qualche tempo.
Il furioso mega-alluvione che, probabilmente, fu provocato dal calore di un impatto meteoritico che sciolse il ghiaccio immagazzinato sulla superficie marziana. Questo ha portato alla formazione di gigantesche strutture geologiche rivelatrici familiari agli scienziati sulla Terra.
“Abbiamo identificato mega – alluvioni per la prima volta utilizzando dati sedimentologici dettagliati osservati dal rover Curiosity”, ha detto il coautore dello studio Alberto G. Fairén, astrobiologo in visita presso il College of Arts and Sciences. “I depositi lasciati dalle mega – alluvioni non erano stati precedentemente identificati con i dati dell’orbiter”.
Come nel caso della Terra, le caratteristiche geologiche, compresi gli effetti dell’acqua e del vento, sono rimaste congelate nel tempo sulla superficie di Marte per circa 4 miliardi di anni. Queste caratteristiche mostrano processi che hanno modellato la superficie di entrambi i pianeti nel passato.
I processi rilevati hanno modellato gigantesche strutture a forma di onda negli strati sedimentari del cratere Gale. Queste strutture sono chiamate “megaripples” o antidune, sono alti circa p metri e distanziate di circa 137 metri l’una dall’altra, come spiega l’autore principale dello studio Ezat Heydari, professore di fisica alla Jackson State University.
I megaripples indicano la presenza di mega – alluvioni che fluirono sul fondo del cratere Gale di Marte circa 4 miliardi di anni fa. Queste formazioni sono identiche alle formazioni provocate dallo scioglimento del ghiaccio sulla Terra circa 2 milioni di anni fa, ha spiegato Heydari.
La causa più probabile dell’inondazione avvenuta su Marte è stata lo scioglimento del ghiaccio dovuto al calore generato da un grande impatto meteorico. Il calore ha provocato il rilascio di anidride carbonica e metano dai serbatoi ghiacciati del pianeta. Il vapore acqueo e i gas combinati hanno prodotto un breve periodo di condizioni calde e umide sul pianeta rosso.
La condensa ha formato nuvole di vapore acqueo, che a loro volta hanno scatenato piogge torrenziali, forse su tutto il pianeta. Quell’acqua è entrata nel Gale Crater, quindi combinata con l’acqua che scendeva dal Monte Sharp (nel Gale Crater) ha dato vita a gigantesche inondazioni improvvise che hanno depositato creste di ghiaia sulle pianure di Hummocky e innescato la formazione di bande e depressioni.
Il team scientifico del rover Curiosity ha già stabilito che il cratere Gale una volta aveva laghi e ruscelli persistenti. Questi specchi d’acqua sono buoni indicatori che il cratere, così come il Monte Sharp al suo interno, erano in grado di sostenere la vita microbica.
“Marte era un pianeta estremamente attivo da un punto di vista geologico”, ha detto Fairén. “Il pianeta aveva le condizioni necessarie per supportare la presenza di acqua liquida sulla superficie e sulla Terra, dove c’è acqua, c’è vita.
“Quindi, all’inizio Marte era un pianeta abitabile”, ha aggiunto. “Era abitato? Questa è una domanda a cui il prossimo rover Perseverance … aiuterà a rispondere”.
Perseverance, lanciato da Cape Canaveral il 30 luglio, raggiungerà Marte il 18 febbraio 2021.