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Scosse elettriche per risvegliare un paziente in coma da 15 anni

Un uomo in Francia ha ripreso parzialmente coscienza dopo essere rimasto in stato vegetativo per 15 anni, dopo che i chirurghi hanno usato una nuova tecnica per stimolare il suo cervello attraverso un nervo del collo.

L’uomo, di 35 anni, era in stato vegetativo in seguito ad un incidente automobilistico avvenuto nel 2001.

Una persona in questo stato potrebbe mostrare movimenti involontari ma non ha consapevolezza di sé o del proprio ambiente. Prove ripetute negli anni non hanno mostrato miglioramenti nella condizione dell’uomo.

La dottoressa Angela Sirigu del Centro Nazionale Francese per la Ricerca Scientifica di Bron ed i suoi colleghi hanno deciso di sperimentare su di lui una nuova tecnica basata sulla stimolazione del nervo vagus.

Il nervo vago, dal cervello, serve diverse aree del corpo. Modula il sistema nervoso parasimpatico, che controlla la frequenza cardiaca e la funzione polmonare, tra gli altri processi.

Si connette, direttamente o indirettamente, alle aree del cervello, tra cui il talamo – un nucleo altamente interconnesso di attività neurale, l’amigdala, che regola gli stati emotivi e l’ippocampo, che è fortemente coinvolto nei ricordi. Il nervo stimola anche il locus coeruleus, la regione del cervello che controlla il rilascio di sostanze chimiche cerebrali coinvolte in eccitazione e vigilanza.

La squadra di Sirigu ha ipotizzato che stimolare il nervo vagus avrebbe potuto aumentare l’attività nelle regioni del cervello da lui servito che avrebbero potuto aiutare l’uomo a riconquistare la coscienza. “Credo che sia quello che è successo“, dice la Sirigu.

Stimolazione costante

Per testare l’idea, il team ha avvolto con elettrodi molto sottili il nervo vagus all’altezza del collo dell’uomo. È stato monitorato per un mese prima che il nervo fosse stimolato. Lo hanno poi trattato in modo continuativo per sei mesi. Ogni trattamento prevedeva 30 secondi di stimolazione seguito da 5 minuti di riposo. Il team ha iniziato con una corrente elettrica di 0,25 milliamperes, aumentando di 0,25 mA alla settimana fino a 1,5 mA.

I medici hanno controllato regolarmente i cambiamenti nel comportamento dell’uomo durante il processo, mentre il team di Sirigu ha registrato segnali EEG dal cuoio capelluto prima che iniziasse la stimolazione e periodicamente durante il trattamento. Anche il cervello dell’uomo è stato esaminato tramite la tomografia a emissione positronica, dopo il posizionamento degli elettrodi e sei mesi più tardi.

Non appena la stimolazione è iniziata, l’uomo ha cominciato a aprire più spesso gli occhi. Dopo un mese ha cominciato a seguire con lo sguardo i movimenti delle persone presenti nella stanza e cominciato a rispondere a semplici richieste come voltare la testa da un lato all’altro. Ha anche cercato, su richiesta, di eseguire un sorriso. Nel dubbio che i movimenti, effettuati dopo così tanto tempo, provochino forte dolore, non si è ancora provato a stimolare il paziente a rispondere alle domande attraverso le azioni che ha dimostrato di poter fare.

 I suoi punteggi sulla “scala del recupero del coma” suggeriscono che il paziente abbia ora una coscienza parziale.
L’uomo non ha ripreso la capacità di parlare o di camminare, cosa improbabile data la vastità del danno cerebrale subito nell’incidente, ma si continuano a monitorare i suoi progressi.

La stimolazione cerebrale

I cambiamenti comportamentali, stabilizzati dopo il primo mese di stimolazione, sono stati sostenuti da cambiamenti nell’attività cerebrale. Molte aree della corteccia hanno mostrato una maggiore attività dopo la stimolazione. “Abbiamo osservato una maggiore attività nelle aree stimolate attraverso il nervo vago.” dice la Sirigu.

I miglioramenti di attività cerebrale sono avvenuti anche nella corteccia parietale. “Questa zona è la chiave per la coscienza”. Le persone con lesioni nella corteccia parietale mostrano spesso la coscienza compromessa.

Steven Laureys dell’Università di Liegi in Belgio, che ha lavorato molto con persone con coscienza alterata, ritiene positivi i risultati fin qui ottenuti. “Per lungo tempo la medicina ha considerato i pazienti in coma da lungo tempo come semplicemente in attesa di morire. E questo non è vero. Il cervello possiede una certa capacità di plasticità e questo è un altro studio che dimostra che ci possono essere cambiamenti “, dice Laureys. “Sono convinto che la stimolazione del nervo vago possa rappresentare un potenziale nuovo trattamento“.

 

Laureys vorrebbe vedere trial randomizzati e controllati eseguiti in centri multipli, prima di affermare che la tecnica è pronta per essere utilizzata in ambito clinico. “Non dobbiamo dare false speranze“, dice. “Ma non dobbiamo neanche dare una falsa disperazione“.

Una decisione difficile

Il destino delle persone in uno stato vegetativo rimane un argomento controverso. Proprio questa settimana, la Corte di protezione in Inghilterra e Galles ha stabilito che le famiglie di persone in uno stato vegetativo non hanno più bisogno del permesso della corte per decidere di sospendere loro la nutrizione artificiale e farli morire. Ora possono farlo senza ulteriori pareri legali se famiglia e medici concordano che questo sia nel migliore interesse del paziente.

Per ora, la dottoressa Sirigu è fiduciosa che la sua tecnica potrà essere utilizzata su altri pazienti in uno stato simile. La sua squadra sta ora studiando più pazienti per vedere se i risultati possono essere replicati.

Fonte: Current Biology , 10.1016 / j.cub.2017.07.060

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