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Una giallista prestata all’archeologia

Agatha Christie con il suo secondo marito, l'archeologo Max Mallowan, passerà molti anni in Medio Oriente tra gli scavi archeologici che saranno una fonte di ispirazione per la scrittrice

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Agatha Christie (1890-1976), la regina indiscussa del giallo classico, creatrice di personaggi indimenticabili quali Hercule Poirot e Miss Marple è stata una delle scrittrici più influenti e prolifiche del XX secolo,  nonché giallista di fama mondiale.
Ancora oggi i suoi romanzi sono pubblicati con successo in tutto il mondo ed è la scrittrice inglese più tradotta, seconda solo a Shakespeare, tradotta in 44 lingue diverse, la Christie ha venduto oltre 2 miliardi di copie dei suoi romanzi. Probabilmente però non molti sanno che Agatha aveva un’autentica passione per l’archeologia, tanto che una volta ebbe a dire: «Un archeologo è il miglior marito che una donna possa avere: più diventa vecchia, più lui s’interessa a lei».
E non fu una battuta ad effetto, la Christie che nel 1926 era stata lasciata dal primo marito, il colonnello Archibald Christie, quattro anni dopo, sposerà un giovane archeologo, Max Mallowan, braccio destro di Leonard Woolley presso il sito di Ur, nell’odierno Iraq.
Nel 1930, quando Mallowan aveva ventisei anni e lei quaranta, Agatha andò a visitare il sito affascinata – come lo erano gran parte degli inglesi, a quell’epoca – dagli annunci dei ritrovamenti fatti nel famoso «cimitero reale di Ur». Era quindi giunta per vederli con i propri occhi, ma finì per sentirsi ancor più affascinata da Mallowan che non dal cimitero in sé. Si sposarono sei mesi dopo.
La coppia però fu costretta ad abbandonare gli scavi di Ur e Mallowan si dedicò ad altri progetti archeologici, da allora Agatha seguì il marito in quasi tutte le trasferte e scrisse molti dei suoi libri sul campo, quando non lo aiutava a elaborare il materiale rinvenuto. La scrittrice accompagnò Mallowan in innumerevoli viaggi archeologici, trascorrendo 3-4 mesi di seguito tra Siria e Iraq, negli scavi di Ur, Ninive, Tell Arpachiyah, Chagar Bazar, Tell Brak e Nimrud.
In quegli anni scrisse romanzi e racconti ma contribuì anche al lavoro di scavo, in particolare al restauro archeologico e all’etichettatura dei reperti antichi. Tra i suoi compiti vi era la pulizia e la conservazione di delicati pezzi d’avorio, la ricostruzione della ceramica, lo sviluppo delle fotografie effettuate negli scavi e il prendere appunti sul campo.
Christie pagava per il suo vitto, l’alloggio e le spese di viaggio in modo da non influenzare il finanziamento degli scavi archeologici. Sostenne anche gli scavi come sponsor anonimo.  Durante il periodo in cui visse  in Medio Oriente, trascorsero una grande quantità di tempo viaggiando da e per i siti dove lavorava Max Mallowan. I loro lunghi viaggi ebbero una forte influenza sulla sua scrittura, dato che alcuni tipi di trasporto spesso hanno un ruolo nei piani del suo assassino. La grande quantità di viaggi venne riutilizzata in romanzi come Assassinio sull’Orient Express, oltre a suggerire l’idea dell’archeologia come un’avventura di per se stessa
Il motivo per cui la Christie non fu più la benvenuta presso il sito archeologico di Ur, pare sia dovuto alla gelosia della moglie dell’archeologo-capo Leonard Woolley, Lady Katharine Woolley che non voleva condividere con nessun’altra donna l’attenzione degli uomini presso gli scavi. Ma sembra che Agatha si sia presa la sua rivincita, dato che secondo molti la figura di Lovely Louise, la prima persona che viene uccisa nel suo romanzo Non c’è più scampo, ambientato in Mesopotamia, sarebbe ispirata proprio a Lady Woolley, descritta come moglie di un archeologo, «bella ma difficile».
Mallowan e Agatha rimasero sposati fino alla morte di quest’ultima avvenuta il 12 gennaio del 1976 all’età di 85 anni.

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