“Nell’anno 900, il popolo pagano e crudelissimo degli ungari giunse in Italia e cominciò a devastare tutto con incendi e rapine, uccidendo un gran numero di uomini e facendone schiavi molti altri.Passando per Treviso, Padova, Brescia e altre terre, essi giunsero a Pavia e Milano, devastando ogni cosa” così riportano le cronache di Giovanni Diacono
Popolo nomade proveniente dalla steppa asiatica, abili cavalieri, maneggiavano con uguale perizia arco, lancia, ascia e spada seminavano il terrore con la loro crudeltà e la ferocia del loro aspetto.
Berengario I, re d’Italia provò ad arrestare l’avanzata ungara ma fallì in una cruenta battaglia sul Brenta. L’incursione più devastante e più lunga fu quella del 937-938 che attraversò tutta la penisola fino ad arrivare alla Campania, investendo la maggior parte delle regioni europee dalla Baviera alla Sassonia fino ad arrivare alla Borgogna.
Nel 942 gli ungari intrapresero una spedizione per attaccare direttamente Roma, ma respinti dalle difese della città , si diressero verso la Sabina dove vennero sconfitti e dispersi. Le ultime incursioni da parte degli ungari sul suolo italiano sono documentate tra il 951 e il 954.
L’imperatore Ottone I di Sassonia fu il primo a sconfiggere l’armata ungara formata da 100.000 uomini il 9 agosto a Lechfield mettendo fine alle razzie in tutta Europa di questo popolo così bellicoso.
Dopo questa sconfitta gli Ungari fecero ritorno in Pannonia, dove, dopo la conversione al cristianesimo di re Gèza (972-997) e di re Wajk (969-1038), che fu incoronato da papa Silvestro II assumendo il nome di Stefano I, gettarono le basi per la costruzione del futuro stato dell’Ungheria.
Le invasioni di questi formidabili e sanguinari guerrieri non lasciarono tracce sul suolo italiano e ad oggi i segni lasciati si confondono con quelli lasciati dalle incursioni saracene.
L’incursione degli Ungari in Italia
"Nell'anno 900, il popolo pagano e crudelissimo degli ungari giunse in Italia e cominciò a devastare tutto con incendi e rapine , uccidendo un gran numero di uomini e facendone schiavi molti altri.Passando per Treviso, Padova, Brescia e altre terre, essi giunsero a Pavia e Milano, devastando ogni cosa" così riportano le cronache di Giovanni Diacono
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