Un uomo compare improvvisamente nel mezzo di Times Square alle 23:15 di una sera del 1950 “guardando a bocca aperta le macchine e le insegne come se non le avesse mai viste prima“. L’uomo di lì a poco viene travolto e ucciso da un taxi mentre attraversa una strada ignorando il semaforo.
Una volta portato all’obitorio, un agente di polizia al lavoro su casi di persone scomparse esamina il cadavere dell’uomo dall’apparente età di circa 30 anni. All’interno delle tasche degli indumenti del giovane defunto, monete fuori produzione da decenni, molte delle quali in ottime condizioni, come se fossero state coniate da poco. L’uomo ha addosso anche altri oggetti che sembrano appartenere ad attività commerciali che non esistono più a New York City, una lettera con timbro postale nel 1876 e carte con il nome Rudolph Fentz con un recapito sulla Fifth Avenue.
Ulteriori indagini non producono alcun risultato su un “Rudolph Fentz” presente nelle rubriche telefoniche di New York City; l’indirizzo della Fifth Avenue elencato nelle carte del morto non è una residenza, e nessuno conosce il giovane; anche le impronte digitali del defunto una volta prese in esame non trovano nessuna corrispondenza in archivio e nessun rapporto o indagine sulle persone scomparse corrisponde ai dettagli del corpo portato all’obitorio.
Un’altra particolarità venuta alla luce riguarda gli indumenti, infatti l’abbigliamento compare fuori moda e superato da almeno 75 anni, con l’etichetta che indica il nome e l’indirizzo di un sarto di cui nessuno ha mai sentito parlare, e il suo cappello porta un’etichetta di un negozio chiuso molti anni prima.
L’agente investigativo alla fine delle sue indagini trova su un vecchio elenco telefonico un “Rudolph Fentz, Jr.“, un uomo sulla sessantina deceduto cinque anni prima. La sua vedova da allora si è trasferita in Florida, ma per posta fornisce l’informazione secondo cui il padre di suo marito, Rudolph Fentz, era scomparso una sera del 1870, dopo essere uscito a fare una passeggiata intorno alle 22.00, senza fare più ritorno a casa.
Una ricerca nel file delle persone scomparse per il 1876 rivela un “Rudolph Fentz“, il cui abbigliamento e indirizzo corrispondeva a quelli dell’uomo ucciso a Times Square nel 1950.
Questo rapporto sull’inspiegabile sparizione – ricomparsa di Rudolph Fentz dovrebbe appartenere al capitano del NYPD Hubert V. Rihm, ed è stato raccontato in forme differenti fin dagli anni ’70 come uno dei tanti racconti che sembrano confermare la possibilità del viaggio nel tempo.
Tuttavia, non si tratta assolutamente un vero resoconto redatto dalla polizia ma, piuttosto, è un estratto da un racconto intitolato “I’m Scared“, scritto dall’autore di fantascienza Jack Finney (il romanzo che gli ha dato più notorietà è “The Body Snatchers”) in Italia “L’invasione degli ultra corpi“, pubblicato sulla rivista Collier nel 1951.
Il primo racconto di Finney, intitolato The Widow’s Walk, vince nel 1946 un concorso promosso dalla rivista Ellery Queen’s Mystery Magazine. Il suo primo romanzo, Five Against the House, viene pubblicato nel 1954 e diviene un film l’anno seguente.
Come sempre, scavando un po’, si finisce per trovare le radici di una storia incredibile, apparentemente inoppugnabile, messa in giro ad arte per fare scalpore e diffondere fake news, a tutto favore di chi con queste cose ci guadagna, attraverso conferenze, siti web e video su You Tube.
Fonte: Snopes