Uno dei cavalli di battaglia della pseudo medicina, soprattutto negli Stati Uniti, sono i cosiddetti “salves”, unguenti corrosivi che dovrebbero eliminare i tumori della pelle.
Tali unguenti sono spesso indicati come “escarotici” perché producono una crosta spessa e secca chiamata “escara” sulla pelle. Il loro uso era abbastanza comune durante il XVIII e il XIX secolo: effettivamente, se ad essere intaccati erano solamente gli strati superficiali della pelle, questo trattamento poteva eliminare il tessuto tumorale, purtroppo era molto difficile limitarne l’azione corrosiva al solo tumore senza intaccare anche il tessuto sano circostante lasciando cicatrici inutili.
Con la scoperta di nuove terapie, con le quali il tasso di guarigione è quasi del 100%, gli unguenti corrosivi furono progressivamente abbandonati; purtroppo l’ondata di diffidenza verso la “medicina ufficiale” e l’interesse per cure antiche, obsolete o addirittura dannose li ha fatti tornare in auge.
L’idea è che gli unguenti escarotici possano “estrarre” i tumori da sotto la pelle, cosa ovviamente assurda. Inoltre, anche se un prodotto potesse farlo, non potrebbe influenzare i tumori che si sono diffusi (metastatizzati) in regioni distanti del corpo.
Alcuni unguenti escarotici attualmente commercializzati contengono una radice chiamata bloodroot (Sanguinaria canadensis), cloruro di zinco o entrambi; tuttavia, poiché gli unguenti non sono prodotti sotto la supervisione del governo, potrebbe non essere nemmeno possibile sapere cosa c’è veramente in essi.
Le persone che utilizzano tali prodotti corrono grandi rischi. Prima di tutto, un “guaritore” senza preparazione medica potrebbe erroneamente concludere che qualsiasi anomalia della pelle sia un cancro, quando invece magari si tratta di un’altra malattia; inoltre, sebbene possa sembrare che gli unguenti escarotici distruggano i tumori sulla superficie della pelle, nessuno sarà in grado di capire se il tumore si sia diffuso in altre parti del corpo, mettendo in pericolo la vita del malato.
Nel 2002, l’importante rivista americana JAMA Dermatology ha pubblicato le storie di quattro pazienti che avevano usato agenti escarotici invece del trattamento standard per un carcinoma a cellule basali.
Nel primo paziente, il tumore visibile fu rimosso è la pelle guarita. Tuttavia, una biopsia alcuni mesi dopo dimostrò che il cancro era ancora presente sotto la pelle. Il secondo e il terzo paziente avevano apparentemente eliminato il tumore superficiale ma avevano subito gravi cicatrici che avevano richiesto un intervento di chirurgia plastica.
Il quarto paziente era stato visitato dagli autori dell’articolo riscontrando un carcinoma a grandi cellule basali del naso, del labbro e della guancia che aveva richiesto un ampio intervento chirurgico per rimuovere e successivamente metastatizzato alle sue ossa. Diversi anni prima, quando il cancro era nelle sue fasi iniziali, aveva rifiutato l’intervento chirurgico e aveva scelto invece di trattarlo con un unguento escarotico; sembrava che fosse guarito, ma ovviamente non lo era.
Gli autori hanno avvertito che molti dei disturbi della pelle citati nelle testimonianze pubblicate su siti web che propagandano il mercato degli unguenti escarotici, non sono stati diagnosticati dal punto di vista medico in modo da rendere impossibile giudicare se si trattasse di escrescenze benigne o, se cancerose, fossero state effettivamente curate.
Per quanto la FDA (Food and Drug Administration) abbia spesso sanzionato, anche col carcere, i produttori e venditori di questi intrugli, i siti web che li propagandano abbondano.
Andrew Weil, M.D., un medico americano nato nel 1942, che si promuove come “il tuo fidato consulente per la salute”, era un forte sostenitore degli unguenti escarotici. Nel suo libro Spontaneous Healing del 1995 affermava di essere stato in grado di riscontrare la peculiare capacità della radice di Sanguinaria Canadensis di “dissolvere escrescenze anormali sulla pelle senza danneggiare il tessuto normale”. Secondo lui, quando il suo cane aveva avuto una crescita nera sulla pelle, gli aveva applicato una pasta fatta con questa radice, notando che “l’intero tumore” era caduto dopo pochi giorni lasciando “un’area perfettamente circolare, leggermente depressa, senza traccia di tumore.” Dopo averlo provato su un amico, affetto a suo dire da un cancro della pelle, iniziò a insegnare agli studenti di medicina come usare l’unguento con risultati “coerenti e soddisfacenti”.
L’idea che la radice di Sanguinaria uccida solo le cellule tumorali e risparmi quelle normali è assurda. Nel caso dell’amico malato, non c’era stata nessuna biopsia; Weil non menzionava il modo in cui aveva determinato i risultati coerenti e soddisfacenti dei suoi studenti, ed è logico che senza uno studio di follow-up formale, è impossibile determinare il risultato a lungo termine.
Oggi, dopo le condanne e le multe di cui si parlava prima, il sito web di Weil ha corretto il tiro e afferma “Non raccomando di usare la radice di Sanguinaria, o qualsiasi altra cosa, per l’auto trattamento dei tumori della pelle. Potrebbe non eliminare tutto il tessuto maligno. Solo un esame mediante biopsia può confermare una diagnosi o una cura.” Tuttavia, per più di quattro anni, lo stesso sito ha pubblicato un articolo che la propagandava e linkato i siti di quattro società che avrebbero fornito informazioni e prodotti.
Si trovano online storie raccapriccianti di vittime delle quali vi risparmiamo le fotografie.
Gail Bumpus, di Singer Island, in Florida, aveva consultato nel 2005 un chirurgo plastico certificato, l’ottantaquattrenne Jerome Craft, che si pubblicizzava sulle Pagine Gialle come uno specialista in cancro e ustioni, per eliminare della pelle in eccesso sotto il naso. Durante le prime due visite, senza fare una biopsia, Craft le disse che aveva un ampio cancro al naso e che un unguento di sua invenzione lo avrebbe rimosso senza lasciare cicatrici.
Dopo aver applicato l’unguento, il naso della donna diventò estremamente doloroso e il suo viso si gonfiò “come una zucca”. Sebbene un medico del pronto soccorso le avesse consigliato il ricovero in ospedale, Craft la convinse a continuare le cure per altri dieci giorni, durante i quali Gail soffriva dolori lancinanti ma veniva rassicurata sul fatto che sarebbe andato tutto bene.
Quando alla fine, non potendone più, tornò in ospedale, dovette essere ricoverata per cinque giorni e trattata con dosi massicce di antibiotici. Quando il tessuto morto fu rimosso dalla sua area nasale, fu evidente che il suo naso era stato bruciato, e la donna dovette subire ben sei operazioni per ricostruirlo. Nel 2007, il Board of Medicine della Florida raggiunse una conciliazione in base alla quale Craft fu multato di $ 9.000, condannato a pagare i costi amministrativi e intimato di non prescrivere né usare più l’unguento.
Insomma, sinceramente non riusciamo a capire perché queste persone, che si danno tanto da fare per trovare online “cure” miracolose per i loro malanni, non facciano uno sforzo e cerchino anche se le stesse “cure” abbiano causato danni a qualcuno, e soprattutto, quando esistono trattamenti seri, capaci di far guarire definitivamente o comunque di migliorare la propria situazione, li rifiutino con tanta caparbietà.