Il clima più caldo e più secco provocato dal riscaldamento globale potrebbe provocare l’estinzione del tartufo.
Il tartufo nero, Tuber melanosporum, è una “icona culinaria” molto preziosa, anche se non quanto il più raro tartufo bianco, che può costare fino a 800 euro al chilo, cosa che porta il mercato relativo su valori complessivi di centinaia di milioni di euro.
“Il nostro studio prevede che, nell’ambito degli scenari aperti dal cambiamento climatico, la produzione di tartufo europeo diminuirà tra il 78 e il 100 percento tra il 2071 e il 2100“, ha riferito l’autore dello studio Paul Thomas in una dichiarazione.
“Tuttavia, il declino potrebbe verificarsi in anticipo rispetto a questa data, quando altri fattori di cambiamento climatico vengono presi in considerazione, come ondate di calore, incendi boschivi, eventi di siccità, parassiti e malattie”.
Thomas sostiene che l’industria del tartufo rischia di perdere “centinaia di milioni di euro“, ma l’impatto socioeconomico della perdita dei tartufi potrebbe essere percepito su una scala molto più ampia considerando che la raccolta è fondamentale per la cultura e la storia locale.
“Questo è un campanello d’allarme per la varietà di impatti che i cambiamenti climatici potrebbero avere in un futuro non troppo lontano. Questi risultati indicano che sono necessarie iniziative per proteggere e conservare questa specie importante e iconica “, ha affermato Thomas.
Nel lavoro pubblicato su Science of the Total Environment, i ricercatori hanno studiato le tendenze meteorologiche locali in molte zone Europee degli ultimi decenni, confrontandole con le proiezioni del modello climatico che stimano l’impatto dei cambiamenti climatici sulle future produzioni di tartufo.
“Sulla base di registrazioni continue di 36 anni di produzione di tartufo mediterraneo, dimostriamo che la diminuzione delle precipitazioni e l’aumento delle temperature estive riducono significativamente il raccolto invernale successivo dei funghi“, hanno scritto gli autori.
Le minacce contro il tartufo includono ondate di calore, incendi boschivi, parassiti e epidemie provocate da un clima più caldo e secco, tutti fattori che, secondo gli autori, meritano di essere affrontati prima che possa essere troppo tardi. I tartufi crescono di solito solo in modo naturale, i tentativi di coltivarli sono notoriamente difficili e di bassa resa.
“I nostri risultati sottolineano la necessità di svelare gli effetti diretti e indiretti dei cambiamenti climatici sul settore europeo del tartufo e sottolineano l’importanza delle iniziative di conservazione a livello locale e internazionale“, concludono.