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Il sarcofago degli sposi: un restauro a porte aperte al museo di Villa Giulia

Il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma ha avviato un'importante iniziativa culturale focalizzata sul restauro del Sarcofago degli Sposi, il suo manufatto più celebre. Questa operazione non si limita alla fondamentale conservazione dell'opera, ma si estende all'offerta di un'opportunità eccezionale per il pubblico: assistere in prima persona al complesso processo di recupero di una delle più preziose e iconiche testimonianze dell'arte etrusca. L'intervento mira a salvaguardare questo capolavoro e a promuovere una maggiore comprensione delle metodologie conservative contemporanee

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Il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma sta attualmente intraprendendo un’iniziativa di grande rilevanza culturale: il restauro del suo pezzo più iconico, il sarcofago degli sposi.

Questa operazione non solo mira alla conservazione del manufatto, ma offre anche al pubblico un’opportunità eccezionale di osservare da vicino il processo di recupero di una delle più preziose testimonianze dell’arte etrusca.

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Il sarcofago degli sposi: un restauro a porte aperte al museo di Villa Giulia
Il sarcofago degli sposi: un restauro a porte aperte al museo di Villa Giulia

Il sarcofago degli sposi: un capolavoro etrusco in restauro

Risalente a circa 2.500 anni fa, questo sarcofago in terracotta è universalmente riconosciuto come il “capolavoro assoluto dell’arte etrusca“, come sottolineato dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali italiano. La sua fama mondiale lo rende un punto focale per gli studi sull’antica civiltà etrusca e per l’apprezzamento della sua raffinata espressione artistica.

Il progetto di restauro e conservazione a lungo termine del Sarcofago degli Sposi rappresenta un esempio significativo di collaborazione istituzionale. È il frutto di un accordo strategico tra il Museo Etrusco di Villa Giulia e l’Istituto Centrale per il Restauro (ICR) del Ministero dei Beni Culturali, entrambi impegnati a garantire la tutela di questo inestimabile patrimonio.

Il sostegno finanziario fornito dalla Banca Popolare del Cassinate ha reso possibile l’avvio e la prosecuzione di questa complessa operazione, assicurando che l’integrità del manufatto sia preservata per le generazioni future. Questa sinergia tra enti pubblici e privati evidenzia l’importanza attribuita alla salvaguardia di un’opera che incarna la ricchezza culturale e storica dell’antica civiltà etrusca.

Un viaggio attraverso il tempo: dalla scoperta al restauro moderno

Il trasferimento del sarcofago degli sposi per l’attuale restauro segna un momento storico, avvenendo oltre un secolo dopo il primo cruciale intervento che permise di ricomporre gli “sposi” da centinaia di frammenti in quell’iconico e tenero abbraccio che conosciamo oggi. Inoltre, giunge a più di mezzo secolo dall’ultimo intervento di manutenzione significativo, sottolineando la necessità di un’operazione che ne garantisca la conservazione a lungo termine.

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Il sarcofago, che raffigura un uomo e una donna distesi su un divano da banchetto imbottito, fu portato alla luce nel lontano 1881, durante gli scavi nella necropoli etrusca della Banditaccia a Cerveteri, a nord-ovest di Roma. Tuttavia, al momento del suo ritrovamento, questo antico capolavoro era tutt’altro che intatto; si presentava infatti come un mucchio di oltre 400 frammenti di terracotta, rendendo la sua successiva ricomposizione un’impresa straordinaria.

Il merito del suo arrivo a Roma e della sua rinascita è attribuito alla “testarda determinazione” dell’archeologo italiano Felice Barnabei, fondatore e primo direttore del Museo Etrusco. Fu Barnabei, infatti, ad acquistare il mucchio di terracotta rotta, intuendone il valore e l’importanza. Successivamente, si adoperò affinché i frammenti venissero ricomposti con meticolosa cura, trasformando un cumulo di cocci in quel tesoro iconico che oggi ammiriamo, testimonianza preziosa dell’arte e della cultura etrusca.

Un’opportunità unica: il laboratorio di restauro aperto al pubblico

Il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia sta offrendo al pubblico un’occasione senza precedenti per immergersi nel cuore del processo di conservazione artistica. Le porte del laboratorio di restauro, solitamente un luogo di accesso limitato, saranno aperte ai visitatori due giorni alla settimana: ogni martedì e giovedì, dalle ore 10:00 alle 13:00. Questa iniziativa consente al pubblico di superare la tradizionale barriera che separa l’opera d’arte esposta dal complesso lavoro di tutela che la sottende, offrendo una visione diretta e ravvicinata dei restauratori impegnati nell’opera di conservazione del sarcofago degli sposi.

È un’opportunità eccezionale per assistere in tempo reale alla meticolosa cura e alle tecniche specialistiche applicate a uno dei più preziosi manufatti dell’antichità, trasformando la visita museale in un’esperienza didattica e interattiva.

La direttrice del museo, Luana Toniolo, ha enfatizzato la natura intrinseca di questo progetto di restauro, definendolo il culmine di “un lungo processo di studio e riflessione“. Questa affermazione sottolinea come l’intervento non sia una mera operazione tecnica, ma piuttosto il risultato di un’attenta analisi e di una profonda comprensione del manufatto. La signora Toniolo ha inoltre evidenziato come il processo integri l’utilizzo di tecnologie digitali avanzate e metodologie di analisi sofisticate.

Questo approccio moderno, che combina la perizia artigianale con le innovazioni scientifiche, non solo garantirà la migliore conservazione possibile del sarcofago, ma aprirà anche nuove e stimolanti prospettive di ricerca. L’obiettivo è fornire “nuovi spunti di riflessione su uno dei massimi capolavori dell’antichità“, permettendo agli studiosi e al pubblico di approfondire la conoscenza di quest’opera non solo dal punto di vista estetico, ma anche attraverso una lente scientifica che ne sveli dettagli e segreti finora inaccessibili. Questo restauro si configura quindi come un ponte tra passato e futuro, unendo la salvaguardia del patrimonio storico con l’avanguardia della ricerca e della divulgazione.

Per maggiori informazioni, leggi il comunicato stampa.

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