Per stimare quanto vicina dovrebbe essere una supernova per causare gravi danni alla Terra, dobbiamo prima considerare le sue eventuali capacità distruttive.
Le capacità distruttive di una supernova
Quando la stella luminosa Betelgeuse esploderà, sarà uno spettacolo impressionante. L’esplosione stellare, nota come supernova, sarà più luminosa di qualsiasi pianeta e quasi quanto la luna piena. Sarà visibile sia durante il giorno che durante la notte. Durerà alcuni mesi prima di svanire, come fanno tutte le supernovae.
Non sarà pericoloso. Per quello, dovrebbe essere molto, molto più vicino; Betelgeuse è a circa 650 anni luce di distanza. Quindi ci sono stelle che rappresentano una minaccia per noi? Per stimare quanto vicina dovrebbe essere per causare gravi danni alla Terra, dobbiamo considerare la sua capacità distruttiva.
Innanzitutto, c’è l’onda d’urto dell’esplosione stessa. Se si è abbastanza vicini a una supernova da preoccuparsi dell’onda d’urto, allora si è abbastanza vicini alla stella da aver già ricevuto una dose letale di radiazioni.
Parlando di produzione di energia, la stragrande maggioranza dell’energia emessa è sotto forma di neutrini, particelle spettrali che difficilmente interagiscono con la materia. Infatti, ci sono trilioni di neutrini che stanno attraversando il nostro corpo in questo momento, aenza xhe potessimo notarli. Infine, ci sono i raggi cosmici, particelle accelerate quasi alla velocità della luce. Le supernovae sono in grado di produrre grandi quantità di raggi cosmici, che possono causare gravi danni.
Raggio di esplosione
Quindi, cosa rende tutti quei raggi X, raggi gamma e raggi cosmici così dannosi per la Terra? Queste forme di radiazione hanno una potenza energetica tale da poter fare a pezzi l’azoto molecolare e l’ossigeno. Questi elementi nell’atmosfera terrestre preferiscono fluttuare come molecole. Una volta divisi, si ricombinano in modalità interessanti, ad esempio, producono vari ossidi di azoto, tra cui il protossido di azoto, noto anche come gas esilarante, che porta a un impoverimento dello strato di ozono.
Senza uno strato di ozono, la Terra è vulnerabile alle radiazioni ultraviolette del Sole. Questo non significa solo abbronzature più rapide, ustioni più rapide e tassi più elevati di cancro alla pelle. I microrganismi fotosintetici, come le alghe, diventano vulnerabili. In sostanza, vengono bruciati e muoiono, e poiché formano lo strato di base della catena alimentare, l’intero ecosistema collassa e si verifica un’estinzione di massa.
Nel caso delle supernovae che tendono a verificarsi nella nostra galassia, una stella morente dovrebbe trovarsi a circa 25-30 anni luce dalla Terra per eliminare almeno metà dello strato di ozono, il che sarebbe sufficiente a innescare tutti gli effetti negativi sopra menzionati.
La buona notizia è che non ci sono candidati supernova noti entro 30 anni luce dalla Terra. Il candidato più vicino, Spica, è a circa 250 anni luce di distanza, e non ci sono stelle che diventeranno candidati supernova e si avvicineranno entro 30 anni luce dalla Terra nel corso della loro vita. Quindi siamo al sicuro da questo punto di vista, almeno per ora.
Su scale temporali più lunghe, tuttavia le cose cominciano a farsi più interessanti, come spesso accade con entità che pongono rischi esistenziali a intere biosfere. Il nostro sistema solare sta appena entrando nel braccio a spirale di Orione della Via Lattea, e i bracci a spirale sono noti per il loro tasso avanzato di formazione stellare, ma tassi più alti di formazione stellare significano tassi più alti di morte stellare, il che significa una probabilità superiore alla media di avvicinarci troppo per stare tranquilli nei 10 milioni di anni che ci vorranno per attraversare il braccio.
Una volta presi in considerazione tutti questi fattori, si arriva a stimare che un incontro con una supernova potenzialmente letale si verifichi alcune volte ogni miliardo di anni. Infatti, alcuni astronomi ritengono che una supernova vicina abbia causato un’estinzione di massa 360 milioni di anni fa, che ha ucciso il 75% di tutte le specie.
Conclusioni
C’è però una piccola avvertenza: questa analisi si applica solo alle tipiche supernovae comuni. C’è anche un caso speciale in cui la supernova è avvolta da uno spesso strato di polvere. Quando l’onda d’urto della supernova colpisce quella polvere, rilascia un’ondata di raggi X, seguita da un’esplosione di raggi cosmici secoli dopo.I raggi X possono viaggiare per oltre 150 anni luce, indebolendo un’atmosfera planetaria, e poi qualche centinaio di anni dopo, i raggi cosmici finiscono il lavoro.