La NASA si è riconnessa alla Voyager 1 dopo che un sistema di protezione da guasti ha costretto la sonda a spegnere un trasmettitore.
Gli ingegneri del JPL stanno indagando sull’incidente, affrontando la sfida di gestire comandi e dati su una distanza di 24 miliardi di chilometri. Il team mira a stabilizzare le comunicazioni e ad affrontare le difficoltà tecniche della sonda obsoleta nello spazio interstellare.
Ristabilire il contatto con Voyager 1
Il 24 ottobre 2024, la NASA ha ristabilito con successo il contatto con la sonda spaziale Voyager 1 dopo una breve pausa nelle comunicazioni. Di recente, la sonda ha spento uno dei suoi due trasmettitori radio e il team della NASA sta ora lavorando per identificare la causa.
Sembra che lo spegnimento sia stato attivato dal sistema di protezione dai guasti della navicella spaziale, che gestisce automaticamente i problemi di bordo. Questo sistema conserva energia disattivando i sistemi non essenziali se l’alimentazione della navicella è sovraccarica. Tuttavia, potrebbero volerci giorni o settimane prima che il team individui esattamente cosa ha attivato il sistema di protezione dai guasti.
Il Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA nella California meridionale gestisce le comunicazioni con Voyager 1 tramite il Deep Space Network. Quando il team del JPL invia istruzioni, la sonda risponde trasmettendo dati di ingegneria, che aiutano il team a valutare la sua reazione al comando. Questo avanti e indietro richiede circa due giorni: quasi 23 ore perché il comando percorra olte 24 miliardi di chilometri fino a Voyager 1 e altre 23 ore perché i dati tornino sulla Terra.
Problemi e soluzioni della comunicazione
La navicella spaziale comunica in genere con la Terra tramite un trasmettitore radio a banda X, chiamato così per la frequenza specifica che utilizza. Il team di volo ha correttamente ipotizzato che il sistema di protezione dai guasti avesse abbassato la velocità con cui il trasmettitore inviava i dati.
Questa modalità richiede meno potenza alla navicella spaziale, ma modifica anche il segnale a banda X che il Deep Space Network deve ascoltare. Gli ingegneri hanno trovato il segnale più tardi quel giorno e la Voyager 1 sembrava altrimenti in uno stato stabile mentre il team iniziava a indagare su cosa fosse successo.
Il 19 ottobre 2024, la comunicazione è sembrata interrompersi del tutto. Il team di volo ha sospettato che il sistema di protezione dai guasti fosse stato attivato altre due volte e che avesse spento il trasmettitore a banda X e fosse passato a un secondo trasmettitore radio chiamato banda S.
Sebbene la banda S utilizzi meno energia, la Voyager 1 non la usava per comunicare con la Terra dal 1981. Utilizza una frequenza diversa rispetto al segnale dei trasmettitori a banda X, che è significativamente più debole. Il team di volo non era certo che la banda S potesse essere rilevata sulla Terra a causa della distanza della navicella spaziale, ma gli ingegneri del Deep Space Networkv sono riusciti a trovarla.
Invece di rischiare di riattivare la banda X prima di determinare cosa ha attivato il sistema di protezione dai guasti, il team ha inviato un comando il 22 ottobre 2024 per confermare che il trasmettitore della banda S funziona. Il team sta ora lavorando per raccogliere informazioni che lo aiuterà a capire cosa è successo e a riportare la Voyager 1 alle normali operazioni.
Conclusioni
Le Voyager 1 e 2 sono in volo da oltre 47 anni e sono le uniche due sonde spaziali a operare nello Spazio interstellare. La loro età avanzata ha comportato un aumento della frequenza e della complessità dei problemi tecnici e nuove problematiche da risolvere per il team di ingegneria della missione.