La scoperta di batteri e funghi che sopravvivono oltre la “Planetary Boundary Layer” (PBL) della Terra rappresenta un’importante svolta nella nostra comprensione della vita microbica e delle sue capacità di adattamento.
La PBL è la parte più bassa dell’atmosfera terrestre, che si estende dal livello del suolo fino a circa 1.000-3.000 metri sopra il livello del mare, a seconda delle condizioni geografiche e meteorologiche, ed è una regione fortemente influenzata dalle interazioni con la superficie terrestre, come il riscaldamento del suolo e la turbolenza causata dal vento che passa su terreni irregolari.
Recenti studi condotti da una collaborazione tra ricercatori spagnoli e giapponesi hanno rivelato che una varietà di specie microbiche, inclusi patogeni umani, possono sopravvivere e persino prosperare in condizioni estreme al di sopra della PBL, con questi microrganismi che sono poi stati raccolti durante voli di campionamento nell’alta troposfera sopra il Giappone, dimostrando che la diversità biologica si estende ben oltre i confini terrestri conosciuti.
La troposfera, che si estende fino a circa 18 chilometri di altitudine, è stata a lungo considerata un ambiente ostile per la vita a causa delle basse temperature, dell’esposizione a radiazioni aumentate e della scarsità di nutrienti, ciononostante la scoperta di oltre 266 generi di funghi e 305 generi di batteri che riescono a sopravvivere in queste condizioni estreme solleva nuove domande sulla resilienza della vita microbica e sulle sue potenziali implicazioni per la salute umana e l’ecologia globale.
Questa ricerca non solo amplia la nostra comprensione della distribuzione della vita sulla Terra, ma ha anche importanti implicazioni per la biogeografia microbica e la dispersione di patogeni, ad esempio è noto che i batteri patogeni possono attaccarsi a particelle di polvere e viaggiare per migliaia di chilometri, come nel caso delle polveri sahariane che raggiungono i Caraibi e danneggiano le barriere coralline, pertanto la presenza di microrganismi patogeni nell’alta troposfera suggerisce che questi potrebbero essere trasportati su scala globale, con potenziali impatti sulla salute umana e sugli ecosistemi.
Oltre a quanto precedentemente detto, la capacità di questi microrganismi di sopravvivere in condizioni estreme potrebbe avere implicazioni per la ricerca della vita su altri pianeti, infatti se la vita microbica può prosperare nelle dure condizioni dell’alta troposfera terrestre, potrebbe essere possibile che forme di vita simili esistano nelle atmosfere di altri corpi celesti, come Venere o le lune ghiacciate di Giove.
La resilienza dei microrganismi
La capacità dei microrganismi di sopravvivere in condizioni estreme è un tema di grande interesse scientifico, i batteri e i funghi trovati oltre la PBL dimostrano una resilienza straordinaria. Questi organismi devono affrontare sfide significative, come l’esposizione a radiazioni ultraviolette intense, temperature estremamente basse e una scarsità di nutrienti, del resto sono riusciti a sviluppare meccanismi di adattamento che permettono loro di sopravvivere e persino prosperare in tali ambienti ostili.
Uno dei fattori chiave che contribuisce alla sopravvivenza di questi microrganismi è la loro capacità di formare spore, queste sono strutture resistenti che proteggono il materiale genetico del microrganismo e possono rimanere dormienti per lunghi periodi di tempo fino a quando le condizioni ambientali diventano favorevoli. Questo meccanismo di sopravvivenza è particolarmente utile in ambienti come l’alta troposfera, dove le condizioni possono variare drasticamente.
Implicazioni per la salute umana
La scoperta di microrganismi patogeni nell’alta troposfera ha importanti implicazioni per la salute umana, infatti alcuni dei batteri trovati, come Escherichia coli e Staphylococcus aureus, sono noti per causare infezioni negli esseri umani, e la loro presenza in questa parte dell’atmosfera suggerisce che potrebbero essere trasportati su lunghe distanze e potenzialmente introdotti in nuovi ambienti, aumentando il rischio di epidemie.
Oltre a quanto precedentemente detto, la capacità di questi microrganismi di resistere agli antibiotici è una preoccupazione crescente; la resistenza agli antibiotici è un problema globale che minaccia la capacità di trattare infezioni comuni, e la dispersione di batteri resistenti agli antibiotici attraverso l’atmosfera potrebbe contribuire alla diffusione di geni di resistenza, complicando ulteriormente gli sforzi per controllare le infezioni.
Oltre alle implicazioni per la salute umana, la presenza di microrganismi nell’alta troposfera ha anche conseguenze ecologiche, i microrganismi possono influenzare i cicli biogeochimici, come il ciclo del carbonio e dell’azoto, attraverso le loro attività metaboliche, ad esempio alcuni batteri sono in grado di fissare l’azoto atmosferico, trasformandolo in forme utilizzabili dalle piante, perciò la dispersione di questi batteri potrebbe quindi avere un impatto significativo sugli ecosistemi terrestri.
I microrganismi possono anche influenzare la formazione delle nuvole e le precipitazioni, con alcuni batteri e funghi che agiscono come nuclei di condensazione, attorno ai quali si formano le gocce di pioggia, ecco perché la loro presenza nell’alta troposfera potrebbe quindi influenzare i modelli climatici e le precipitazioni a livello globale.
La scoperta di microrganismi nell’alta troposfera apre nuove prospettive per la ricerca scientifica, con gli scienziati che stanno ora esplorando le potenziali applicazioni di questi microrganismi in vari campi, dalla biotecnologia alla medicina, ad esempio, i batteri resistenti agli antibiotici potrebbero fornire indizi su nuovi meccanismi di resistenza che potrebbero essere sfruttati per sviluppare nuovi farmaci.
La capacità di questi microrganismi di sopravvivere in condizioni estreme, come abbiamo detto in precedenza, potrebbe avere implicazioni per la ricerca della vita su altri pianeti, e se la vita microbica può prosperare nelle dure condizioni dell’alta troposfera terrestre, potrebbe essere possibile che forme di vita simili esistano nelle atmosfere di altri corpi celesti, come Venere o le lune ghiacciate di Giove.
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