Recentemente, un team di archeologi ha fatto una scoperta straordinaria nelle acque al largo della costa italiana; durante le loro ricerche nella città sommersa di Baia, situata nel Golfo di Napoli, gli archeologi hanno trovato un antico mosaico che un tempo costituiva la base di una villa romana.
Questa scoperta è stata definita “stupenda” dal sindaco locale e rappresenta un’importante aggiunta al patrimonio archeologico della regione.
Baia, una volta una città romana prospera, è ora sommersa a causa dell’attività vulcanica che ha caratterizzato la zona nel corso dei secoli, e nonostante la submersione, molte delle strutture antiche sono rimaste intatte, permettendo ai ricercatori di fare scoperte come quella del mosaico, con il Parco Archeologico dei Campi Flegrei che ha annunciato la scoperta, dichiarando che questo include “migliaia di lastre di marmo” di “centinaia di forme diverse”.
Il mosaico ritrovato a Baia, risalente al III secolo d.C., è composto da marmo recuperato e riutilizzato, che era stato precedentemente utilizzato per decorare altri pavimenti o pareti, ed ogni pezzo di marmo è stato tagliato in forma quadrata e inciso con cerchi, creando un disegno geometrico complesso e affascinante. La scoperta di questo mosaico non solo arricchisce la nostra comprensione della storia romana, ma rappresenta anche una sfida significativa per gli archeologi, che devono lavorare con cura per estrarre e restaurare i pezzi di marmo dal sito sommerso.
Il lavoro di recupero richiede scavi attenti intorno alle pareti crollate e ad altre lastre frammentate, ma i ricercatori sperano di poter “salvare alcune delle geometrie” del mosaico, ed una volta recuperate, le lastre verranno portate a terra e pulite in vasche di acqua dolce per rimuovere il sale dell’acqua di mare. Successivamente, i pezzi di marmo verranno studiati “lastra per lastra” per cercare di ricreare l’antico mosaico.
Questa scoperta rappresenta solo l’inizio di un lungo e complesso processo di restauro, ma il Parco Archeologico dei Campi Flegrei è fiducioso che il lavoro offrirà molte soddisfazioni e nuove intuizioni sulla storia romana.
La storia di Baia
Baia, conosciuta anche come Baiae, era una città romana situata sulla costa del Golfo di Napoli, e durante l’epoca romana, Baia era famosa per le sue terme e per essere un luogo di villeggiatura per l’élite romana. La città era rinomata per il suo lusso e la sua opulenza, tanto da essere descritta dal poeta romano Properzio come un “vortice di lusso” e un “porto di vizi”.
La città era frequentata da figure illustri come Giulio Cesare, l’imperatore Augusto, Nerone e Caligola, che vi costruirono magnifiche ville, con le terme di Baia che erano particolarmente apprezzate per le loro proprietà curative, grazie alla presenza di sorgenti termali naturali. Tuttavia, nel corso dei secoli, l’attività vulcanica nella regione ha causato l’abbassamento del terreno, sommergendo gran parte della città sotto il livello del mare.
La scoperta del mosaico sommerso è avvenuta nel Parco Archeologico dei Campi Flegrei, un’area marina protetta e sito del patrimonio mondiale dell’UNESCO, e questo, che un tempo costituiva il pavimento di una villa romana, è stato trovato in uno stato di conservazione sorprendente, nonostante sia rimasto sommerso per secoli.
Il mosaico è composto da migliaia di lastre di marmo di forme diverse, che sono state recuperate e riutilizzate per creare un disegno geometrico complesso, come abbiamo precedentemente detto, ogni lastra di marmo è stata tagliata in forma quadrata e incisa con cerchi, creando un motivo decorativo unico, con questo tipo di pavimentazione che è noto come “opus sectile”, ed era molto costoso e richiedeva una grande abilità artigianale per essere realizzato.
Il processo di recupero
Il recupero del mosaico sommerso è un processo lungo e complesso che richiede grande attenzione e precisione, gli archeologi devono scavare attentamente intorno alle pareti crollate e ad altre lastre frammentate per estrarre i pezzi di marmo senza danneggiarli, ed una volta recuperate, le lastre devono poi essere portate a terra e pulite in vasche di acqua dolce per rimuovere il sale dell’acqua di mare.
Come affermato in precedenza, dopo esser stati puliti, i pezzi di marmo verranno studiati “lastra per lastra” per cercare di ricreare l’antico mosaico, un lavoro che richiede una conoscenza approfondita delle tecniche di restauro e una grande pazienza, ma gli archeologi sono fiduciosi che il risultato finale offrirà nuove intuizioni sulla storia romana e sul modo in cui venivano realizzati i mosaici.
La scoperta del mosaico sommerso a Baia rappresenta un’importante aggiunta al patrimonio archeologico della regione e offre nuove opportunità di studio per gli archeologi, con il mosaico non solo arricchisce la nostra comprensione della storia romana, ma dimostra anche l’abilità artigianale e la creatività degli antichi romani.
Inoltre, la scoperta del mosaico offre un’opportunità unica per sensibilizzare il pubblico sull’importanza della conservazione del patrimonio culturale sommerso, ed il Parco Archeologico dei Campi Flegrei sta lavorando per garantire che il mosaico venga preservato e studiato nel modo più accurato possibile, in modo da poter condividere questa straordinaria scoperta con il mondo.
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