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Armi di distruzione di massa e inverno nucleare

Considerando solo le conseguenze climatiche, ad una guerra nucleare tra USA e Russia seguirebbero almeno dieci anni di inverno nucleare e ci vorrebbero ben tre anni solo per tornare al 40% della normale illuminazione solare

Gli ultimi eventi con la Russia protagonista dell’invasione dell’Ucraina sembrano precludere ad una nuova escalation della corsa agli armamenti, simile a quella che mantenne il cosiddetto equilibrio del terrore durante la guerra fredda.

Già all’epoca, le grandi potenze nucleari erano consapevoli delle terribili conseguenze che avrebbe una guerra condotta con armi nucleari, ma uno studio ha, recentemente, confermato che una guerra nucleare USA e Russia getterebbe il pianeta in un inverno nucleare oscurando ogni cosa con nuvole di fuliggine e fumo. Questo è quanto rivelano delle simulazioni condotte dai ricercatori.

Globalmente le temperature scenderebbero in media di 9 gradi Celsius a causa della mancanza di luce solare bloccata dalle nuvole di polvere immesse dalle esplosioni nell’alta atmosfera e, anche se i più ottimisti vi potrebbero vedere una possibile soluzione al global warming, vi sarebbero anche altre conseguenze.

Il nuovo modello, basato su un modello del 2007, forse il migliore mai realizzato, prevede che l’inverno nucleare che seguirà alla guerra nucleare durerà svariati anni, con una riduzione globale del 30% delle precipitazioni nei primi mesi e una nuvola di fumo avvolgerà prima l’Emisfero Nord, per poi propagarsi anche quello Sud.

Qui ripetiamo lo scenario della guerra nucleare del 2007 utilizzando un modello climatico moderno e all’avanguardia eseguito a una risoluzione più elevata e con una simulazione più esplicita della chimica stratosferica e degli aerosol“, scrivono i ricercatori nel loro articolo.
L’uso di armi nucleari in una guerra tra Stati Uniti e Russia avrebbe conseguenze disastrose a livello globale“.

Tuttavia, ci sono alcune differenze tra il nuovo modello rispetto alla simulazione del 2007. Il nuovo rapporto infatti afferma che la copertura del fumo durerà più a lungo, secondo il Whole Atmosphere Community Climate Model version 4 (WACCM4) utilizzato dagli scienziati.

Se Stati Uniti e Russia utilizzassero completamente il proprio arenale nucleare bombardandosi reciprocamente, il modello mostra che circa 150 teragrammi o megatonnellate di fuliggine sarebbero rilasciati dalle esplosioni nucleari e dagli incendi provocati dalla devastazione atomica.

La fuliggine coprirebbe l’intero l’emisfero nord in una settimana e avvolgerebbe tutto il pianeta entro due settimane, riducendo i livelli di luce superficiale. Dopo di che dovrebbero passare circa tre anni per vedere la luce in superficie tornare ad un livello di almeno il 40% del suo livello originale.

Il team ha utilizzato i dati degli incendi boschivi, delle eruzioni vulcaniche e delle precedenti detonazioni delle bombe nucleari per mappare gli enormi cambiamenti che segnerebbero il clima del pianeta, tra cui perdite agricole “devastanti“, cambiamenti dei modelli del vento e il crollo del monsone della stagione estiva.

Secondo la nuova simulazione, la copertura nuvolosa, disperderebbe e assorbirebbe le radiazioni solari per circa un decennio prima di disperdersi del tutto. I sopravvissuti alla guerra nucleare dovrebbero stare a lungo rinchiusi in rifugi con scorte di cibo e acqua, anche per via del fallout radioattivo.

A parziale consolazione, gli scienziati riferiscono che i livelli di fumi e fuliggine rilasciati nell’atmosfera sarebbero di svariati “ordini di grandezza inferiori” rispetto a quelli che contribuirono a spazzare via i dinosauri ed è per questo che gli scienziati lasciano aperta la possibilità che gli esseri umani possano sopravvivere.

Sebbene lo studio sia un tentativo di creare un modello che tiene conto di una vasta gamma di fattori, genera anche una prospettiva spaventosa, considerando che il punto di partenza dello scenario è un deposito di armi nucleari reali, oggi esistenti e pronte all’uso.

La conclusione ovvia dei ricercatori è solo una, le bombe nucleari non sono armi a cui le nazioni del mondo dovrebbero avere accesso e concludono il loro lavoro aggiungendo che: “per rimuovere completamente la possibilità di una catastrofe ambientale a seguito di una guerra nucleare su vasta scala, i responsabili delle decisioni devono avere una piena comprensione delle gravi conseguenze climatiche, e non solo, di una guerra nucleare e agire di conseguenza

“In definitiva, sarebbe necessaria una drastica riduzione degli arsenali nucleari e, in un mondo ideale, il totale disarmo di tutti i paesi che detengono tali armi”.

Fonte: Science Alert

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