Il rapporto tra gioco e scienza

Il matematico Adam Kucharski, nel libro "The perfect bet" esamina in chiave scientifica i giochi da casinò, dalla teoria delle probabilità applicata ai dadi fino ai sistemi di calcolo per vincere ai tavoli di poker

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Il fascino dei misteri celati dal gioco ha rapito l’interesse di matematici e ricercatori al punto da condurre allo sviluppo di teorie scientifiche. Radicato in secoli di storia, il nesso che lega la scienza al gioco è un intreccio avvincente, recentemente ripercorso da Adam Kucharski nel libro “The Perfect Bet”.

Nel suo volume il matematico interpreta in chiave scientifica i giochi da casinò, dalla teoria delle probabilità applicata ai dadi fino ai sistemi di calcolo per vincere ai tavoli di poker. Già negli anni del dottorato Kucharski ha fatto diventare il suo interesse un’occupazione, lavorando per fondi speculativi inerenti alle scommesse.

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Ciò lo indusse a studiare a fondo la lettura scientifica del gioco e le menti geniali che lo avevano investigato. Oltre a Giovanni Keplero e Alan Turing, persino il padre della scienza moderna si era interessato al tema: partendo dallo studio dei dadi su richiesta di Cosimo II (Granduca di Toscana), Galileo Galilei sviluppò il primo studio teorico sulla probabilità.

Il libro riporta inoltre recenti episodi di successo, nel campo delle scommesse, che hanno avuto per protagonisti matematici o studenti universitari. L’eclettico scorcio sul gioco è utile anche per chi non ama i casinò, rappresenta infatti un generale approccio all’assunzione di decisioni in situazioni complesse, nelle quali si hanno pochi dati certi. Contesti ad alto rischio che ritroviamo, ad esempio, in ambito finanziario.

Del resto, lo studio della probabilità, intesa come possibilità che un certo fatto si determini, prende le mosse dalle analisi cinquecentesche del gioco dei dadi. E sempre i giochi da casinò hanno costituito lo spunto per le nozioni di teoria statistica. Persino tecniche computazionali come il Metodo Monte Carlo, concepito intorno alla metà del Novecento, sono il risultato dell’esame di giochi di carte (nello specifico un particolare tipo di solitario).

L’idea moderna di probabilità deriva dal contributo di Blaise Pascal, che avviò le sue ricerche in seguito a un carteggio intrattenuto con un suo amico appassionato di dadi. Pascal si confrontò in merito con un altro noto matematico dell’epoca, Pierre de Fermat.



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Un ulteriore prezioso apporto deriva dall’impegno di Jakob Bernoulli, a cui si deve la nota “Legge dei grandi numeri”, altro punto di riferimento per il mondo dal gioco. Al matematico francese Pierre-Simon Laplace si deve invece la definizione classica di probabilità.

Eppure, per lungo tempo, l’approccio scientifico al gioco è stato sottostimato. Solo nel Novecento le probabilità di vincita diventano un concetto largamente diffuso nei giocatori.

Oggi queste sono un parametro fondamentale per la regolamentazione del settore. In Italia è lo Stato a definire le probabilità di vincita di molti sistemi di scommesse. Le slot machine, ad esempio, hanno una percentuale di ritorno che va dal 75 all’85%, mentre quelle digitali possono superare il 90%.

La matematica è un’alleata dello scommettitore anche nella gestione del denaro destinato al gioco: le regole base del bankroll management sono un requisito per l’elaborazione di strategie.

Per vivere il gioco in modo consapevole è quindi impossibile rinunciare al contributo di un vaglio analitico e di un’analisi razionale e matematica della situazione che si ha di fronte. Puntare al profitto in sistemi di gioco che per legge decretano la vittoria del banco è un proposito vano.

Ci sono invece giochi da casinò che non si configurano più come giochi d’abilità, e in questi casi la preparazione tecnica e lo studio delle probabilità permette di rendere marginale l’influenza della fortuna nel lungo periodo. L’esempio più noto è il poker Texas Hold’em condotto in modalità torneo.

La scienza è in sostanza lo strumento di cui ogni scommettitore dovrebbe dotarsi per considerare il significato delle sue azioni. Un mezzo per comprendere il ruolo della fortuna e delle proprie capacità. Nel suo libro Adam Kucharski spiega appunto le strutture concettuali che determinano il gioco, le teorie elaborate nei secoli dagli studiosi e le opportunità che hanno saputo cogliere i giocatori più preparati.

The Perfect Bet è quindi una lettura basilare per chi s’interessa al gioco, e uno spunto di riflessione per chi pur diffidando

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