Oleg Kononenko è entrato nella storia come il cosmonauta che ha trascorso più tempo nello spazio rispetto a qualsiasi altro essere umano, infatti il 2 febbraio 2024, ha superato il precedente record di 878 giorni, 11 ore, 29 minuti e 48 secondi, stabilito dal suo connazionale Gennady Padalka nel 2015.
Sia Oleg Kononenko che Padalka hanno raggiunto questo traguardo in cinque missioni spaziali, ma la quinta missione di Oleg Kononenko non è ancora finita, infatti il 59enne rimarrà sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) fino al 23 settembre, portando il suo totale a 1.110 giorni nello spazio, ovvero circa 2,5 anni. Kononenko, che è il comandante del corpo dei cosmonauti russi, raggiungerà anche un altro primato: il 5 giugno, sarà il primo uomo a superare i 1.000 giorni nello spazio.
Oleg Kononenko, nato il 21 giugno 1964 a Chardzhou, nell’attuale Turkmenistan, si è laureato in ingegneria meccanica presso l’Istituto di Aviazione di Dnepropetrovsk, in Ucraina, nel 1988, dopodiché ha iniziato la sua carriera come ingegnere presso il Centro di Addestramento Cosmonauti Yuri Gagarin, dove ha lavorato alla progettazione e allo sviluppo di sistemi spaziali.
Nel 1996, è stato selezionato come cosmonauta e ha iniziato il suo addestramento di base, per poi, nel 2008, effettuare il suo primo volo spaziale, partecipando alla missione Expedition 17 sulla ISS, e da allora, ha volato altre quattro volte, partecipando alle missioni Expedition 30/31, 44/45, 58/59 e 66/67.
Durante le sue missioni, ha effettuato sei passeggiate spaziali, per un totale di 32 ore e 13 minuti, inoltre ha anche ricevuto numerosi riconoscimenti e onorificenze, tra cui l’Ordine al Merito per la Patria, l’Ordine dell’Amicizia, l’Eroe della Federazione Russa e la Medaglia NASA per il Servizio Eccezionale.
Oleg Kononenko ha dichiarato di amare il suo lavoro e di non essere interessato a stabilire record, ed in un’intervista all’agenzia di stampa russa TASS, secondo Reuters, ha detto: “Volo nello spazio per fare la mia cosa preferita, non per stabilire record. Sono orgoglioso di tutti i miei successi, ma sono ancora più orgoglioso del fatto che il record per la durata totale della permanenza umana nello spazio sia ancora detenuto da un cosmonauta russo”.
Oleg Kononenko ha anche espresso la sua gratitudine verso i suoi colleghi, i suoi familiari e i suoi sostenitori, che lo hanno aiutato e incoraggiato durante le sue missioni. Ha detto di sentirsi bene fisicamente e mentalmente, e di godersi la vista della Terra dallo spazio, inoltre ha anche condiviso alcune delle sue attività preferite a bordo della ISS, come leggere, ascoltare musica, guardare film e giocare a scacchi.
Il record di Oleg Kononenko è stato tutt’altro che una passeggiata
Nonostante tutto, la vita nello spazio non è priva di sfide e rischi, con la microgravità, ovvero l’assenza di peso, che ha effetti negativi sul corpo umano, che si manifestano sia a breve che a lungo termine.
Nel breve termine, i fluidi corporei si spostano verso la testa, causando gonfiore del viso, congestione nasale, mal di testa e nausea, mentre nel lungo termine, si verificano perdita di massa muscolare e ossea, riduzione del volume e della qualità del sangue, indebolimento del sistema immunitario, alterazione del ritmo circadiano, aumento dell’esposizione alle radiazioni e deterioramento della vista.
Per contrastare questi effetti, Oleg Kononenko e gli astronauti devono seguire una dieta equilibrata, bere molta acqua, assumere integratori e farmaci, e soprattutto svolgere esercizi fisici regolari, usando appositi attrezzi come tapis roulant, cyclette e macchine per il sollevamento pesi. Gli astronauti devono anche sottoporsi a frequenti controlli medici e test scientifici, per monitorare le loro condizioni e contribuire alla ricerca spaziale.
Oltre agli aspetti fisici, ci sono anche quelli psicologici e sociali da considerare. Vivere nello spazio significa essere lontani dalla famiglia, dagli amici, dalla natura e dalla cultura del proprio paese, e significa anche convivere con un gruppo ristretto di persone, provenienti da diverse nazioni e culture, in uno spazio confinato e isolato. Questo può creare stress, noia, frustrazione, conflitti e depressione.
Per prevenire e gestire questi problemi, gli astronauti devono mantenere una buona comunicazione e cooperazione con i loro colleghi e con il centro di controllo a terra, avere una routine giornaliera ben strutturata, dedicare del tempo al relax e al divertimento, e usufruire di supporto psicologico e morale. Gli astronauti possono anche comunicare con i loro cari tramite e-mail, telefono e videochiamate, e ricevere pacchi con oggetti personali e regali.
Nonostante le difficoltà, la vita nello spazio offre anche delle opportunità uniche e gratificanti. Gli astronauti hanno la possibilità di esplorare l’ignoto, di scoprire nuove cose, di contribuire alla scienza e alla tecnologia, e di realizzare il loro sogno di infanzia. Hanno anche la possibilità di ammirare la bellezza e la fragilità del nostro pianeta, di vedere il sole sorgere e tramontare 16 volte al giorno, di osservare le stelle e le aurore, e di vivere esperienze indimenticabili come le passeggiate spaziali.
Inoltre, gli astronauti hanno l’opportunità di entrare a far parte di una comunità internazionale e multiculturale, di imparare da persone diverse, di condividere le proprie conoscenze e le proprie tradizioni, e di promuovere la pace e la cooperazione tra i popoli.
Oleg Kononenko è uno dei tanti esempi di persone che hanno scelto di dedicare la loro vita allo spazio, con passione, coraggio e dedizione, con il suo record che è un simbolo del progresso e dell’ambizione dell’umanità, ma anche della sua curiosità e del suo desiderio di andare oltre i propri limiti.
Oleg Kononenko ha detto di sperare che il suo record sia presto superato da qualcun altro, perché questo significherebbe che la presenza umana nello spazio si sta espandendo e consolidando, ed ha anche espresso il suo sogno di andare sulla Luna o su Marte, oltre ad aver incoraggiato le giovani generazioni a seguire le proprie aspirazioni e a non aver paura di sfidare se stessi, affermando: “Lo spazio è il futuro dell’umanità”.
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