Nonostante si stia avviando verso la fase di quiete del suo ciclo undecennale, il Sole ha prodotto il 4 ed il 6 settembre due eruzioni di importante entità, la seconda è considerata addirittura la più importante tra quelle avvenute negli ultimi 11 anni. L’eruzione avvenuta il 4 settembre, invece, ha espulso una bolla di plasma su una rotta che incontrerà la Terra tra questa notte e domani e potrebbe causare una tempesta magnetica intensa in grado di provocare disturbi alle comunicazioni radio e spettacolari aurore polari.
”Tutti questi fenomeni sono stati generati dallo stesso gruppo di macchie, chiamato AR2673, che ‘punta’ verso la Terra”, ha detto all’ANSA Mauro Messerotti, dell’Osservatorio di Trieste dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), consigliere per il meteo spaziale della direzione scientifica dell’Inaf e dell’università di Trieste.
”Oggi sono avvenute ben due eruzioni solari: la prima alle 11,10 italiane e la seconda alle 14,02′‘, ha detto ancora Messerotti. Sono entrambe intense, ma la seconda è di classe X9,3 (nella scala che comprende A, B, C, M e X) e gli esperti sono al lavoro per comprendere se anch’essa abbia scagliato una bolla di plasma diretta verso la Terra.
Questa eruzione, ha rilevato l’esperto ”è la più intensa dell’attuale ciclo di attività solare. Una simile si era verificata nel 2006, alla fine del precedente ciclo”. Il Sole infatti è alla fine del suo ciclo di attività, lungo in media 11 anni, che equivale al periodo che intercorre tra la fase di minima attività solare e la successiva. L’attuale ciclo è cominciato nel 2008 e la sua fine è attesa per il 2018-2019.
”Fenomeni di questo tipo, chiamati tecnicamente brillamenti, non sono insoliti in questa fase, ma generalmente sono isolati” ha spiegato Messerotti. In questi giorni invece sono stati ravvicinati. Tutti sono dovuti alla riconnessione delle linee del campo magnetico e consistono nel rilascio di una enorme quantità di energia nella parte più esterna dell’atmosfera solare, chiamata corona, e nella fascia che si trova sotto, la cromosfera.
Fonte: ANSA