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È in arrivo l’influenza, perché vaccinarsi e chi deve farlo

Che tipo di influenza sarà quella di quest’anno?

Secondo quanto riferisce l’Istituto Superiore di Sanità Il virus influenzale di quest’anno che, a quanto pare, ha già cominciato a mietere vittime, sarà particolarmente virulento e avrà il suo massimo picco tra dicembre 2017 e marzo 2018.

Si prevede che l’influenza di quest’anno metterà a letto circa 7 milioni di persone, la maggior parte bambini ed anziani.

La differenza tra il vecchio e nuovo ceppo influenzale 2018, secondo le indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), è che c’è stata una nuova variante antigenica di sottotipo H3N2 e una variante di tipo B, pertanto, il nuovo virus A/H3 sarà molto più violento, i sintomi dell’influenza 2018 e la durata, saranno maggiori rispetto agli altri anni, con interessamento prevalente dell’apparato gastrointestinale e febbre anche alta.

Per questo motivo che l’OMS e il ministero della Salute italiano, consigliano di vaccinarsi preventivamente.

Il vaccino antinfluenzale 2018 è indicato sia per tutti i soggetti che desiderano evitare che la malattia influenzale li metta a letto per qualche giorno, ma soprattutto per i soggetti più rischio, come donne in gravidanza, bambini, anziani e operatori sanitari.

È bene poi ricordare che la protezione ottenuta dal vaccino antinfluenzale, inizia 2 settimane dopo che è stato effettuato e dura per 6-8 mesi, per cui per evitare di ammalarsi ed avere complicazioni, occorre sottoporsi a vaccinazione antinfluenzale all’inizio di ogni nuova stagione influenzale, quindi proprio in questi giorni di inizio autunno.

 

Ecco la nuova composizione vaccinale 2017/2018:

A/Michigan/45/2015 (H1N1) – nuova variante
A/Hong Kong/4801/2014 (H3N2) – presente anche nel vaccino 2016/2017
B/Brisbane/60/2008 (lineaggio B/Victoria) – presente anche nel vaccino 2016/2017.
L’OMS raccomanda inoltre, nel caso dei vaccini quadrivalenti, l’inserimento del virus B/Phuket/3073/2013-like (lineaggio B/Yamagata), in aggiunta ai tre precedenti.
Il nuovo vaccino conterrà, dunque, una nuova variante antigenica (A/Michigan/45/2015) di sottotipo A(H1N1), che sostituirà il ceppo A/California/7/2009.

L’influenza è una malattia importante che nei bambini, negli anziani e nelle persone particolarmente debilitate in genere, può richiedere il ricovero ospedaliero ed essere causa di morte (il conteggio dei morti a livello mondiale supera il centinaio di migliaia di persone l’anno).

Ciascuna stagione influenzale è differente e l’infezione può colpire le persone in modo diverso, perfino individui sani possono stare molto male e diffondere l’infezione ad altri e nelle recenti stagioni influenzali, l’80-90% delle morti legate all’influenza si sono verificate in soggetti con almeno 65 anni.

Il vaccino antinfluenzale stagionale annuale è il modo migliore per ridurre le probabilità di ammalarsi e di contagiare altri individui: più persone si vaccineranno meno l’influenza si diffonderà.

Contagiosità

Si può essere contagiosi prima di sapere di essersi ammalati, nonché durante il decorso.

La maggior parte degli adulti sani può trasmettere l’influenza dal giorno prima della comparsa dei sintomi fino a 5-7 giorni dopo.

Alcuni, specie bambini piccoli e soggetti con sistemi immunitari fragili, potrebbero rimanere contagiosi anche più a lungo.

Si consiglia la vaccinazione per tutte le persone che non presentino specifiche controindicazioni e desiderino evitare di contrarre l’infezione.

In Italia la vaccinazione è fortemente consigliata, e gratuita, per i seguenti gruppi di popolazione a rischio (verificare con la propria ASL):

  1. Soggetti di età pari o superiore a 65 anni;
  2. Bambini di età superiore ai 6 mesi, ragazzi e adulti fino a 65 anni affetti da:
    • malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio,
    • malattie dell’apparato cardio-circolatorio, comprese le cardiopatie congenite e acquisite,
    • diabete mellito e altre malattie metaboliche (obesità compresa),
    • insufficienza renale/surrenale cronica,
    • malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie,
    • tumori,
    • malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV,
    • malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinali,
    • patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici,
    • patologie associate ad un aumentato rischio di aspirazione delle secrezioni respiratorie (ad es. malattie neuromuscolari),
    • epatopatie croniche;
  3. Bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale;
  4. Donne che all’inizio della stagione epidemica si trovino nel secondo e terzo trimestre di gravidanza;
  5. Individui di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti;
  6. Medici e personale sanitario di assistenza;
  7. Familiari e contatti di soggetti ad alto rischio;
  8. Per quanto riguarda i soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo e categorie di lavoratori la vaccinazione sarà offerta gratuitamente alle forze di polizia e ai vigili del fuoco, considerato il ruolo essenziale svolto nell’ambito della sicurezza ed emergenza. Per le altre categorie socialmente utili è facoltà delle Regioni/PP.AA. definire i principi e le modalità dell’offerta. È pratica internazionalmente diffusa l’offerta attiva e gratuita della vaccinazione antinfluenzale da parte dei datori di lavoro ai lavoratori particolarmente esposti per attività svolta e al fine di contenere ricadute negative sulla produttività.
  9. Personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani. Per tale ragione, la vaccinazione antinfluenzale è raccomandata a:
    • allevatori
    • addetti all’attività di allevamento
    • addetti al trasporto di animali vivi
    • macellatori e vaccinatori
    • veterinari pubblici e libero-professionisti.

Nel mese di settembre 2017 l’associazione dei pediatri americani, in linea con le indicazioni italiani, ha confermato il consiglio di vaccinare tutti i bambini con più di sei mesi.

È controindicata la vaccinazione per:

  • Lattanti al di sotto dei sei mesi (non esistono sufficienti studi in questa fascia di età).
  • Soggetti che abbiano manifestato una reazione allergica grave (anafilassi) ad una precedente vaccinazione antinfluenzale.
  • Una malattia acuta di media o grave entità, con o senza febbre.
  • Casi di sindrome di Guillain-Barrè insorta entro 6 settimane dalla somministrazione di una precedente dose di vaccino antinfluenzale.
  • Donne nei primi 3 mesi di gravidanza.

Non è un problema vaccinare le persone sane a epidemia già iniziata.

Non rappresentano una controindicazione i seguenti casi:

  • Allergia alle proteine dell’uovo, con manifestazioni non anafilattiche.
  • Malattie acute di lieve entità.
  • Allattamento.
  • Infezione da HIV e altre immunodeficienze congenite o acquisite.

Dalla vaccinazione, il corpo richiede circa due settimane per sviluppare gli anticorpi e proteggere dall’infezione del virus influenzale. Ecco perché è meglio vaccinarsi presto in autunno, prima che la stagione influenzale sia realmente iniziata.

 

Dal momento che tutti i vaccini antinfluenzali contengono solo virus inattivati, non possono dare luogo a infezioni da virus influenzali, di conseguenza, un soggetto vaccinato non prenderà l’influenza a causa del vaccino né, tanto meno, potrà infettare qualcuno per contagiosità.

Effetti collaterali vaccino influenzale

Gli effetti collaterali comuni dopo la somministrazione del vaccino antinfluenzale consistono in:

  • Reazioni locali, come ad esempio dolore, eritema, gonfiore nella zna in cui è stata fatta la puntura;
  • Reazioni sistemiche: malessere generale, febbre, mialgie, a partire dalle 6 a 12 ore dalla somministrazione della vaccinazione aventi una durata media di 1 o 2 giorni;
  • Sono stati riferiti anche rari casi postvaccinali di trombocitopenia, nevralgie, parestesie, disordini neurologici e reazioni allergiche gravi ma non è stata ancora dimostrata una concatenazione causa effetto tra il vaccino e questi eventi patologici.

Nel caso in cui, chi si è sottoposto alla vaccinazione contro l’influenza, dovesse rilevare effetti indesiderati, deve darne immediata comunicazione al sistema di farmacovigilanza dell’Agenzia Italiana per il Farmaco (AIFA).

Alimentazione e stile di vita

Una alimentazione corretta ed uno stile di vita sano possono contrinbuire a combattere le influenze stagionali.

È molto importante curare l’alimentazione per garantirsi il giusto apporto di vitamine e sali minerali. Si consiglia di consumare tutti i giorni frutta e verdura, in particolare agrumi, frutti di bosco, kiwi, peperoni, pomodori, broccoli, cavolo e verza. Utilizzare aglio e cipolla nella preparazione dei cibi. Questi alimenti, infatti, oltre ad essere ricchi di vitamine e sali minerali, hanno proprietà antisettiche, fluidificano ed aiutano ad eliminare il catarro.

Non dimenticare l’importanza di integrare i liquidi. Bere acqua e bevande salutari, come spremute di arance, ricche di vitamina C, infuso di rosa canina, che contiene vitamine, zinco, flavonoidi e tannini, oppure tisane tiepide dolcificate con miele .

In casa, aprire le finestre per almeno 15 minuti diverse volte al giorno per favorire un buon ricambio di aria, il ristagno dell’aria alle alte temperature che manteniamo nelle nostre casa favorisce la proliferazione batterica. L’umidità dovrebbe assestarsi intorno al 50-60% perché un microclima troppo secco favorisce l’ingresso nelle vie aeree di germi e batteri.

Mantenere un’ottima igiene del corpo, lavandosi spesso le mani, e scegliere con cura l’abbigliamento, vestendosi a strati ed evitando capi troppo pesanti, che provocano abbondante sudorazione. Via libera alla lana sulla pelle, che offre un ottimo isolamento termico. Fare attenzione agli sbalzi di temperatura, la differenza tra la temperatura interna ed esterna non dovrebbe mai superare 10-15 gradi .

 

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